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Autore: _Kurama_    04/10/2020    3 recensioni
Una famiglia.
Due continenti.
Ritorni e partenze.
Candy e suo marito vivono con i cinque figli in un continente lontano;
tutto cambia quando arriva una lettera da Chicago.
Candy e la sua famiglia dovranno affrontare un lungo viaggio alla riscoperta di sé stessi e delle loro radici.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                                           #3. Famiglia

Diana poggia i piedi sul pavimento di legno e sorride al vedere Morgana rintanata con la testa sotto il cuscino.
 “Diamine, Zahra e quella maledetta campana mi faranno impazzire! Tutti i santi giorni da vent’anni, D, ma è mai possibile che a te non faccia alcun effetto?”
La sorella solleva di poco il cuscino dalla testa di Morgana “non sono io quella che non si alza, la campana la usano per svegliare soprattutto te.”
La rossa si alza di scatto “ma da che parte stai?”
Diana la guarda di sfuggita continuando ad abbottonarsi la camicia “intanto ti ho fatta alzare.”
Morgana sbuffa sonoramente e si dirige verso il lavabo da camera, rabbrividisce leggermente immergendo le mani nell’acqua fredda. 
“D, ma i bambini?” 
“Si sono alzati un po’ prima di me e sono andati in camera loro con Anthony, sono molto emozionati per il viaggio.”
Dal piano di sotto si leva un urlo inconfondibile.
“MORGANA, SEI SVEGLIA?”
“SÌ ZAHRA, ORA SCENDO, DAMMI UN ATTIMO.”
Le sorelle si guardano, scoppiando a ridere “te lo avevo detto che lei mira a svegliare soprattutto te!”
“Oh, andiamo, siete ingiuste!”
“Come no.” Diana bagna le mani e se le passa tra i corti ricci biondi, acconciandoli alla buona; Morgana le sistema un po’ meglio la frangia, lei è già vestita di tutto punto “dai scendiamo, scommetto che aspettano solo noi.”

Al piano di sotto, Zahra, ha già predisposto tutto: il vassoio ricolmo di frutta è al centro del tavolo e, nel piatto di ognuno, le crêpe ripiene di cous cous.
I bambini hanno già preso posto accanto ad Anthony e Zahra, Morgana si accomoda a capotavola con accanto Diana.
“Zahra, mamma e papà non sono ancora saliti?”
“No, mia cara, ma credo saranno a momenti.”
Diana e Morgana si scambiano un’occhiata maliziosa e rivolgono lo sguardo ad Anthony, quella sarebbe stata la volta del fratellino.
“Anthony, andresti di sotto per chiamarli per favore? Io e Morgana nel frattempo prepariamo un po’ di caffè.”
“Uhm, sì, vado. Ehi D, mi fai anche una spremuta d’arancia per favore?”
“Ma certo!”
Una volta certa di non essere udita dal ragazzino, Zahra scoppia in una fragorosa risata “voi due siete dei demoni, conoscendolo, al povero Anthony verrà un collasso.”
Ed ecco in men che non si dica urla provenire dal piano di sotto.
 Le due sorelle si dirigono verso le scale e vedono Anthony correre via, rosso come un peperone e con le mani sul volto. Diana gli corre incontro e lo stringe a sé, trattenendo a stento il riso.
“Povero piccolo” gli fa, accarezzandogli la testa.
“Mamma era…era nuda e a-anche papà” Anthony balbetta.
“Lo so piccolo, lo so, è successo a tutti noi. Su, sta’ buono.”
Il ragazzo avvampa furiosamente e si scosta dalla sorella.
“Voi due, è tutta colpa vostra! Mi ci avete mandato voi!” 
Morgana sbuca alla spalle di Diana “tesoro, sarebbe successo comunque, come è accaduto a noi”
“Non è vero, siete bugiarde! Bugiarda e perfide!”
D’un tratto, dei rumori provenienti dal piano di sotto scatenano la fuga dei tre fratelli:
Anthony, atono, si siede accanto al fratellino, Morgana finge di imburrare un pezzo di pane e Diana addenta con nonchalance una mela.
“Buongiorno” eccoli, Candy e Albert guardano i tre figli tra il severo e l’imbarazzato e, oh. Diana al notare quel ‘piccolo’ particolare, finge uno strozzamento per soffocare le risate.
Albert sospira “Sappiamo molto bene chi è la causa di quanto accaduto poco fa” Candy accanto a lui annuisce energicamente “voi due!”
Morgana e Diana, si sentono colte con le mani nel sacco ma, ‘non è ancora tutto perduto’, pensano.
“Papà- inizia Morgana- prima che voi possiate muoverci qualunque accusa, sarebbe opportuno che vi scambiate la camicia, nonostante questo taglio femminile ti doni molto.”
Candy avvampa, porta le mani al viso e prendendo Albert per la manica si fionda verso il piano di sotto.
Le sorelle continuano a scambiarsi occhiate complici e maliziose, ridendo di sottecchi.











“D, hai tu la mia giacca pesante?”
“Sì, eccola.”
“Ti ringrazio.”
Tutto era quasi pronto, le valigie preparate, gli amici salutati.
“Morgana”
“Dimmi”
“Abbiamo ancora tempo prima di andare all’imbarco, che ne dici di fare un bagno insieme, come da bambine.”
Morgana le sorride “preparo l’acqua per la vasca.”

Diana termina di togliersi i vestiti, prende qualcosa tra le mani e lo appoggia sullo sgabello di legno vicino alla vasca per poi immergersi nell’acqua, Morgana la raggiunge dopo pochi minuti, unendosi a lei.
“Cos’hai lì?” le chiede mentre tira su i lunghi capelli rossi.
Diana prende l’oggetto dallo sgabello e glielo sventola davanti.
“D, ma è il diario della mamma!”
“Sì, lei è uscita, aveva dei pazienti da visitare prima della partenza, mi dispiace ma non ho resistito.”
“Se lo scopre s’infuria, non vuole che lo si legga senza permesso.”
“Sì, lo so, tranquilla, lo rimetterò a posto prima che arrivi, giuro.
Ricordi quando lo leggevamo da piccole, sotto il grande albero in giardino?”
“Certo che sì, io sarei rimasta ad ascoltarti per ore.”
Diana apre il piccolo manoscritto su una pagina a caso.
5 Aprile 1920

Io e Albert siamo allo sbaraglio.

La zia Elroy ha scoperto la nostra relazione e dire che è infuriata sarebbe un eufemismo.
Persino il signor Withman, dal giardino, ha sentito le sue grida echeggiare per tutta Lakewood.
Diciamo pure che non si è risparmiata nelle sue esternazioni; Albert sta molto male, è adirato, è ferito e sto male al pensiero di essere la causa della rottura con tutto ciò che gli restava della sua famiglia.
Non l’ho mai visto infuriato, no, non il mio Albert. Mai una volta che abbia perso le staffe.
Mi sono sentita davvero minuscola, messa in un angolo mentre tra lui e la zia le parole sono andate divenendo via via più aspre.
In quel momento anche la servitù, solitamente così discreta e poco incline ad immischiarsi negli affari di quella famiglia così complicata, ha smesso di fare ciò che stava facendo per osservare la furia del signor William.
La stessa Dorothy, venuta a cercarmi più tardi, nel roseto, mi ha espresso il suo smarrimento nel vedere Albert, solitamente così buono, così gentile e accomodante, non risparmiare feroci accuse alla zia Elroy.
L’equilibrio in questa casa non è mai stato così fragile.- qui c’è una macchia di inchiostro, la mamma ha tentato di pulirla ma non si riesce a leggere quanto vi è scritto.”
Morgana reclina il capo.
Si sente un piccolo rumore alla finestra ed ecco fare capolino una piccola scimmia cappuccina.
“Momo! Dove sei stata, ti ho cercata tutto il giorno!” la rossa prende il piccolo animaletto, portandolo sul bordo della vasca.
Momo le lecca leggermente la mano “sei contenta di partire?” la scimmietta sfrega il capo contro il suo braccio.
“Morgana, se la zia Elroy è davvero come l’hanno descritta papà e mamma io comincio a temere per la piccola Momo.”
“Beh, è lei che ci ha chiesto di tornare, accetterà anche Momo e Nina, non può pretendere che li lasciamo qui.”
Diana sorride leggermente “Che dici, continuo a leggere qualcosa?”
Morgana annuisce.
“Caro diario,
Poope ha fatto cadere dell’inchiostro sulla pagina, frenandomi dallo scrivere altro. Archie è appena andato via, anche lui furibondo per via della zia Elroy, minaccia di lasciarla sola. Non voglio che accada nulla di tutto questo. Mi sento così persa…


8 Aprile 1920
Caro diario,
la zia Elroy ci ha chiamati, desiderava parlarci.
George era ignaro di quanto la zia volesse dirci, ma non prometteva nulla di buono.
Insolitamente, quasi gentile, la zia ci chiede di sederci di fronte la sua scrivania, Albert stringe i pugni e assottiglia lo sguardo.
L’altera signora Andrew inizia il suo discorso.
‘dunque, ho riflettuto ampiamente sulla vostra situazione e ci tengo a sottolineare, innanzitutto, la natura moralmente incestuosa di questo capriccio. Candy, mi rivolgo a te, sicuramente più assennata di mio nipote William nel comprendere situazioni particolarmente delicate- io stringo forte i braccioli della poltrona di cuoio- William è l’erede, per via diretta, della famiglia Andrew. Tu comprenderai bene le responsabilità che derivano dall’essere legati a questo cognome.
Ciò che io vi propongo è una semplice scelta:
Candice, tu non sei la donna giusta per William, né moralmente, né socialmente, né economicamente- avverto Albert digrignare i denti- penso che stiate commettendo una pazzia per un capriccio di cui, sono certa, vi pentirete entrambi; ma non tutto è perduto.
Candy, William, se deciderete di porre fine a questo gioco io vi do la mia parola d’onore, oltre che messa nero su bianco, che farò in modo di soccorrervi ed esservi d’aiuto per qualsiasi scelta futura riguardante le vostre vite personali e, Candy, aumenterò e mi occuperò personalmente di ristrutturare e finanziare annualmente la casa di Pony e tutti quelli che la abitano, sono anche disposta a prestare loro aiuto per quanto riguarda le prospettive lavorative dei ragazzi, hai la mia parola.
Ovviamente ci sono delle condizioni imprescindibili:
William Albert, ho trovato per te una giovane donna, affabile e di ottima famiglia che sarebbe perfetta per ricoprire il ruolo di signora, al tuo fianco.
Candice, è nota a tutti la tua compromissione con il figlio del duca di Grandchester e sarò ben lieta di darti il mio appoggio e la mia benedizione a sposarlo- io sentivo le lacrime pizzicare negli occhi come lame affilate-.
Non mi interessa alcunché di ciò che accadrà in futuro, se vorrete essere amanti o qualsiasi altra cosa, sempre purché ciò resti affare privato e che non interferisca in alcun modo con il buon nome della famiglia.
Ah, e, Candy, dimenticavo un particolare- oltre al vitalizio per la casa di Pony e la ristrutturazione, avrai a disposizione un’ampia… buona uscita per il tuo… chiamiamolo scarificio.’
Ho stretto forte la mia gonna tra i  pugni, cercando di reprimere la frustrazione; non mi sono mai sentita più umiliata in vita mia.
Albert ha tenuto lo sguardo basso, i lunghi capelli ad oscurargli il volto e i pugni così stretti da sbiancare totalmente le nocche.
‘Elroy, mi auguro che lei stia scherzando.’
Non l’aveva chiamata zia, per la prima volta, non l’aveva chiamata zia, persino lei mi è parsa incerta.
‘No, William, la situazione è molto seria.’
‘Io mi chiamo Albert, dannazione, Albert!’
‘Risparmiati questi scatti, nipote, ti prego, lascia che finisca di parlare.
Abbiamo a nostra disposizione anche una seconda scelta:
voi due siete liberi di portare avanti questa situazione, ma lontani da questa famiglia.
I documenti sono già in preparazione, voi firmerete dichiarando di rinunciare al nome degli Andrew e a tutti i privilegi e i diritti derivanti dal suo patrimonio dalle sue imprese. Ovviamente manterrete il cognome per una questione puramente anagrafica, ma sarete totalmente dissociati dalla nostra famiglia.’
‘Io firmo subito, Elroy, non è affatto un problema per me.’
‘Aspetta William, non andare così di fretta.
Come nel primo caso, anche qui ci sono delle piccole clausole:
voi porterete avanti la vostra relazione lontani dalla famiglia Andrew ma, ovviamente, non potrò garantire la mia generosità.
Candice, la casa di Pony non è un mio oggetto di interesse e se deciderete di restare insieme posso garantirti che non muoverò un solo dito per risollevare le sue sorti e ho saputo che non versa nelle migliori condizioni.
Ovviamente, rinunciando ai diritti di cui godete all’interno della famiglia, rinunciate anche al denaro che vi sarebbe spettato in quanto parte dei fondi personali di proprietà di ogni membro, oltre, ovviamente, al denaro proveniente dagli affari.
Mi sembra un accordo onesto.
Attendo un vostro riscontro quanto prima.’
Per la prima volta nella mia vita ho visto Albert crollare sotto il peso delle parole.
Nonostante i capelli a coprirgli il volto ho visto le lacrime scorrere lungo il suo mento.
Ho visto le sue gambe tremare e mi è sembrato come se la voce gli si spezzasse in petto.
Poi eccolo, a pronunciare solo quelle poche parole ‘sa, signora Elroy, non ho mai conosciuto qualcuno di così infimo.
Perdonami Candy, amore mio, te ne prego.
Non darmi del codardo per quanto sto per dirti: chiedo che sia tu a prendere una decisione.
Io non voglio condizionarti, ma sarei uno sporco egoista, sceglierei di lasciare tutto e andare via con te e sto male, perché questo significherebbe abbandonare a se stessa la casa di Pony e io non voglio. Qualsiasi decisione tu prenderai, Candy, io ti prometto che la rispetterò, con tutto il mio cuore.’ Ecco cosa mi ha detto Albert a quel punto.
Io mi sono alzata in piedi, ho sentito gli occhi pizzicare e il cuore spaccato a metà.
‘Albert’
Lo sento trattenere i singhiozzi.
La zia Elroy ci scruta, sembra avere un sorriso di vittoria.
‘Amore mio- mi sono abbassata alla sua altezza e scostandogli delle ciocche di capelli dal volto- la casa di Pony è la mia famiglia, lì mi hanno cresciuta, mi hanno amata. 
Mi hanno dato una casa, mi hanno dato degli amici che sono diventati per me dei fratelli e delle sorelle. 
Lì ho avuto il mio papà Albero, la mia amata collina e lì ho conosciuto te, Albert.
Miss Pony, Suor Maria, mi hanno insegnato tante cose:
mi hanno insegnato ad amare il prossimo, ad avere sempre una preghiera per tutte le anime perché c’è sempre una speranza.
Ma sopra ogni cosa mi è stato insegnato a perdonare e, ultimamente, mi è stato insegnato che è giusto non solo perdonare gli altri, ma anche perdonare noi stessi, per le nostre debolezze, che sono umane. Va bene sbagliare Albert, va bene essere egoisti, ogni tanto.’
Il mio Albert, amato, mi ha guardata con occhi sgranati.
Le sue iridi limpide come l’oceano, erano velate dalle lacrime e l’espressione incredula.
Ho visto il sorriso sparire dalle labbra della signora Elroy, mi rivolgo a lei ‘Signora, io non capisco l’ostilità che lei nutre nei miei confronti, non capisco le colpe che mi dà. Vorrei solo che le sapesse che io amo davvero Albert, suo nipote. Mi dispiace tanto per tutto questo, ma la cosa che più mi ferisce è che lei abbia giocato così tanto sul nostro senso di abnegazione. Io l’ho già fatto una volta e mi sono distrutta, non avrei mai potuto fare questo a me e ad Albert, lui è parte di me, della mia  vita, della mia storia, gli ho affidato il mio cuore e la mia anima e questo mi basta, non ho bisogno di altro. E voglio anche dirle, che non ho mai voluto il suo denaro, né il suo prestigio, né altro. Io non mi vendo, i miei sentimenti non sono oggetti d’asta.
Spero che lei mi perdoni per aver avuto l’ardire di concedermi questo piccolo sfogo, ora credo di dovervi lasciare soli.
Arrivederci signora Elroy.’
Ho parlato tutto d’un fiato, mi sono sentita le guance avvampare, ferita nel mio orgoglio e nei miei sentimenti. Albert mi ha guardata con un sorriso per poi rivolgersi alla signora ‘mi faccia chiamare quando avrà i documenti, noi intanto prepariamo le valigie.’ 
Siamo usciti mano nella mano.
Archie ed Annie ci hanno aspettati nel corridoio, insieme a George. Gli abbiamo raccontato tutto e non ho potuto fare a meno di notare i pugni serrati di Archie, furente.
Annie si è portata una mano alla bocca.
‘Albert, io verrò con te.’ È stato il commento di George
‘No, George, è statisticamente quasi certo che sarà Archie a prendere il mio posto e voglio che tu vegli su di lui, che gli dia una mano e gli stia accanto, fallo per me.’
George abbassa lo sguardo.
‘Ma voi che farete?’ ha chiesto Annie tra le lacrime
‘Qualcosa ci inventeremo’ le ho sorriso.
‘Candy’ Albert mi rivolge un sorriso ‘ti piacerebbe tornare alla casa della Magnolia?’
‘Dici sul serio?’
‘Certo, sono riuscito a mettere da parte qualcosa, nel tempo, e poi potrei provare a farmi assumere allo zoo, che ne pensi?’ 
L’ho abbracciato con tutte le mie forze ‘ce la faremo.’

La mamma si interrompe qui.”
Morgana si alza dalla vasca, avvolgendosi nel telo “Dovremmo finirla anche noi, penso che tornerà a breve e sarà meglio rimettere tutto a posto.”
Diana annuisce e segue la sorella, avvolta nel suo telo da bagno “ora lo rimetto a posto, continueremo a leggerlo quando saremo a bordo.”
Morgana annuisce, pensierosa.



Spazio Autrice
Salve, lettori e lettrici!
Eccomi con nuovo capitolo dove vi è un piccolo siparietto familiare e parte della storia di Albert e Candy prima che si trasferissero in Africa.
Come al solito, mi farebbe molto piacere se mi diceste quel che ne pensate attraverso qualche recensione, che aiutano non solo a capire quanto è se gradinate la storia ma sono utili anche per migliorare la scrittura, a noi autori fa sempre tanto piacere quando abbiamo un riscontro!
Un saluto affettuoso a tutti voi <3

  
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