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Autore: guiky80    04/10/2020    3 recensioni
La mia vita era così: la scuola, la pallavolo, gli amici.
Avevo tutto sotto controllo.
***
Tsukishima e la sua vita tranquilla, le sue abitudini, il suo amico e la pallavolo.
Ma se tutto venisse sconvolto da un unico momento?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Tsukishima, Tetsurou Kuroo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia vita era così: la scuola, la pallavolo, gli amici.

Yamaguchi era diventato il mio migliore amico quasi a forza… aveva iniziato a starmi sempre intorno, cercava il mio consiglio, la mia presenza, fin da quella volta alle elementari quando ero intervenuto mentre dei ragazzini volevano fare i bulli con lui.

Non volevo salvarlo, non me ne importava, per me erano sfigati loro che se la prendevano con lui ed era sfigato lui che non reagiva.

Si era iscritto alla mia stessa scuola media e al club di pallavolo, il destino aveva voluto che abitassimo anche abbastanza vicini, quindi fu semplice per lui diventare la mia ombra e per me lasciarlo fare. In ogni caso ero sempre io a dettare le regole tra noi.

Avevo tutto sotto controllo.

 

La scuola non mi pesava più di tanto, avevo una buona media di voti, mia madre era felice e mi lasciava libero di fare ciò che volevo.

Avevo scelto da solo il liceo che avrei frequentato e lei non aveva obiettato, dovevo solo tenere la stessa media di voti.

Avevo tutto sotto controllo.

 

La pallavolo era odio/amore. 

Mi piaceva, ma dopo aver visto cosa era accaduto a mio fratello, l’avevo ridimensionata.

Tuttavia, essendo iscritto a un club potevo evitare altre attività scolastiche e in più mi tenevo in forma, e solo per questo avevo proseguito anche al liceo, inconsciamente forse, lo facevo anche per riuscire dove mio fratello aveva ‘fallito’, anche se lui stava bene ed era felice per me.

La squadra del Karasuno era chiassosa e seria allo stesso tempo, i miei compagni, a parte Yamaguchi, li tolleravo poco.

Noya-san e Tanaka-san non facevano altro che fare i buffoni, ma in campo erano affidabili. Kageyama-kun era il Re, c’era poco da fare, e io non lo tolleravo. Hinata-kun era una spina nel fianco, un nanerottolo che saltava in continuazione, che si allenava fino allo stremo e urlava, essendo un centrale come me, era inevitabile per noi essere paragonati da tutti, in tutto: lo odiavo. 

Ma anche qui: avevo tutto sotto controllo.

 

Il ritiro estivo avrei tanto voluto evitarlo. 

Il caldo, il sudore, le partite, il fatto di perderle praticamente tutte, che senso aveva? Non lo capivo. 

La Nekoma era troppo forte per noi e lo sapevamo già, ora c’erano altre squadre tutte su livelli ben sopra il nostro: era stato un massacro. Io restavo nel mio limbo, facevo ciò che dovevo e basta.

Perfino quando ero stato ‘rapito’ da Bokuto-san per saltare a muro negli allenamenti serali, non ero felice, ma alla fine mi stava bene.

Avevo tutto sotto controllo.   

 

Una sera, invece, tutto era cambiato. 

Finiti gli allenamenti extra stavamo tornando al dormitorio, seguivo Kuroo-san e Bokuto-san, accanto a me Akaashi-san mi stava spiegando qualcosa che ora nemmeno ricordo, so perfettamente quando e perché avevo perso il filo del discorso, dimenticandomi tutto il resto: Bokuto-san aveva detto qualcosa e Kuroo-san si era voltato verso di lui, dicendo: “Davvero? Sono felice!” di cosa non lo sapevo, ma non importava, perché Kuroo-san aveva sorriso.

Un sorriso di quelli veri e genuini, non i soliti ghigni stupidi.

Avevo tutto sotto controllo… poi hai sorriso.

 

Quel ritiro era diventato un inferno.

Non potevo evitare Kuroo-san, non potevo restare troppo tempo con lui. Non capivo più nulla rivolevo il mio controllo, rivolevo la mia vita tranquilla e senza pensieri, tuttavia sembrava impossibile. Yamaguchi si era accorto per primo del mio cambiamento, aveva smesso di starmi addosso ed era diventato circospetto, ma vedevo la sua ombra seguirmi sempre, era diventato un amico discreto, solo una volta mi aveva chiesto se fosse tutto a posto, quando avevo risposto di sì, aveva annuito, ovviamente non mi credeva, ma andava bene così.

Bokuto-san continuava a chiedermi di saltare a muro contro lui, con Akaashi-san e Kuroo-san, non volevo, ma non riuscivo a restare lontano da quella palestra.

Speravo sempre di rivedere quel sorriso genuino, lo volevo rivedere a tutti i costi. Rivolevo il mio controllo e rivolevo quella sensazione improvvisa di calore che mi aveva invaso la prima volta, tuttavia mi ero reso conto che le cose non stavano andando bene, ero distratto, sempre concentrato sui movimenti del Capitano della Nekoma, anche quando non giocavamo contro di loro, e Ukai-san se ne era reso conto; mi aveva ripreso subito, l’urlo aveva attirato l’attenzione di tutta la palestra, anche la sua: volevo sparire.

Mi ero rintanato in un angolo e per la prima volta avrei voluto essere basso come Hinata-kun per nascondermi tra i miei compagni, invece di spiccare sempre tra la gente.

Sentivo gli occhi di Kuroo-san addosso, era vicino, ma io restavo con lo sguardo puntato al pavimento. 

Era stato solo alla fine dell’allenamento extra di quella sera che si era avvicinato, inclinando la testa con le braccia incrociate al petto: “Che combini, Tsukki? Vuoi farti sbattere in panchina fino alla fine del ritiro?”

“E’ successo solo una volta, ero distratto.”

Anche se non potevo vederlo, lo sentivo il ghigno di Kuroo-san, ero riuscito a percepire il momento esatto in cui si era formato.

“Distratto… da me?”
Avevo sgranato gli occhi, ma non mi ero mosso. Ovviamente lui lo aveva preso per un sì.

Si era avvicinato di qualche altro passo, ma io non mi ero mosso, non volevo indietreggiare di fronte a lui, stupidamente orgoglioso stavo per cadere nella sua tela. Quando avevo percepito il respiro di Kuroo-san vicino alle labbra mi ero irrigidito chiudendo gli occhi di colpo. 

I sentimenti che non volevo sentire… l’attrazione che non dovevo provare, tutto mi stava investendo in pieno, così come le labbra di Kuroo-san. Fu veloce e fu bellissimo.

“Anche tu mi distrai, Tsukki, ma io non mi faccio beccare. Imparerai anche questo. Capirai che non c’è nulla di male, imparerai, perché te lo insegnerò io.”

Avevo tutto sotto controllo… poi sei arrivato tu.


NOTE DELL'AUTRICE:
La seconda shot sulla mia adoratissima coppia... belli loro!
Grazie alla mia nipotina e grazie alle due pazze che mi sopportano in queste follie: Ciotolina e Lenea.
Il controllo che rivuole Tsukishima, è ispirato al controllo che rivoleva il carissimo e amatissimo Yuzo in Elementia, supenda fanfiction di Melanto in Captain Tsubasa (se non l'avete letta: LEGGETELA!)
Alla prossima.
Guiky80

 

   
 
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