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Autore: Pandora_chan    05/10/2020    2 recensioni
{Questa storia partecipa al #Writober2020 indetto dal sito “Fanwriter.it”}
Quando i miei pensieri sono ansiosi, inquieti e cattivi, vado in riva al mare, e il mare li annega e li manda via con i suoi grandi suoni larghi, li purifica con il suo rumore, e impone un ritmo su tutto ciò che in me è disorientato e confuso.
[Rainer Maria Rilke]
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Prompt:
Capitolo 1 - MARE
Capitolo 2 - CORDA
Capitolo 3 - BROMANCE
Capitolo 4 - OCCHIO + COINQUILIN
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ash Lynx, Eiji Okumura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al #writober2020 indetto dal sito di Fanwriter.it
Prompt 5 - Mare
 

You need me now...
 
“Sarebbe mai finito tutto questo? Si poteva porre fine a questo?”
Sapeva che per far cessare quell’odio e quell’odore acre di sangue che si portava dietro dalla partenza da New York doveva porre fine alla vita di Papà Dino, come amava farsi chiamare.
 
Arrivarono a Cape Cod alle prime luci dell’alba e si fermarono a riposare un po’ nel furgone, per poi con calma passare a chiedere le chiavi della casa che condivideva con Griffin prima della loro partenza.
Lasciò quella cittadina che aveva solo otto anni e ci rimise piede a diciassette inoltrati. L’aria era la stessa, l’odore del mare grazie al vento lo raggiungeva e ne respirava il profumo a pieni polmoni.
 
Dormivano tutti, chi con un piede in faccia al vicino, chi messo seduto con la testa penzoloni e chi sdraiato sul volante. Li osservava sorridendo da fuori. Il suo sonno era leggero, da anni ormai. Aveva imparato a dormire ascoltando ciò che intorno a lui capitava, aveva imparato che era proprio mentre chiudeva gli occhi che i mostri lo raggiungevano. Ed Eiji se ne era accorto. Le poche ore che passavano vicini a dormire erano sempre turbolente: schiaffi e calci lo raggiungevano sempre e sentiva spesso sospirare l’americano nel sonno ed imprecare. Imparò a sue spese che durante il sonno Ash era vigile, sempre.
 
“Ti prego, ti prego, ti prego. Non mandarmi via, ti prego tienimi con te. Non voglio andare via. Ho detto la verità, ti prego credimi papà. Lasciami vivere qui con te e con Jennifer. Non voglio andare da tua sorella, voglio stare con te papà.”
Fu durante uno di quegli incubi che Eiji allungò la sua mano per asciugare il sudore che si formò sulla sua fronte. Fu tutta questione di secondo. Ash bloccò il suo polso e lo strinse talmente forte da far formare sul volto di Eiji una smorfia di dolore. Si scusò, si scusò tantissimo e poi si vergognò quando il giapponese gli chiese cosa tormentasse il suo sonno. Non riuscì a rispondere quella notte. Lasciò vagare il suo sguardo nella stanza e poi lo posò su di lui. Gli sorrise Eiji, nonostante tutto gli sorrise.
 
«Buongiorno Ash… sei riuscito a riposare un po’?» Eiji si avvicinò piano ad Ash stando attento a non svegliare nessuno degli altri che riposavano.
«Sai Eiji, stavo pensando che quella sera non ti ho più detto cosa tormenta le mie notti, ti ho fatto male e non ti ho neanche dato una spiegazione. Scusami.» Abbassò la testa e la incastrò fra le gambe fissando l’erba che si estendeva sotto di lui.
«Ma quale male e male, ormai sono diventato forte. Lo ha detto anche Shorter che non sono più il mingherlino che ero quando sono arrivato!» sorrise prima guardando verso Ash e poi fissando con lo sguardo l’orizzonte e proseguì «Sai, è proprio bello il panorama da qui. Potrei svegliare Ibe-san e fargli fare delle foto. Verrebbero splendide.»
«Il mare è l’unica cosa bella di questo posto. Mi ha sempre dato un senso di pace, di calma. Una distesa enorme di acqua, che brilla al contatto con la luce del sole del mattino e che si colora di rosso col tramonto. Cambia colore, cambia il movimento. A volte lento, a volte tumultuoso. Però è sempre lì. Sempre la stessa quantità di acqua. Sempre la stessa superficie.»
«Ti somiglia.» sussurrò Eiji. Ash percepì quel suono.
«Cioè?» chiese.
«Ti somiglia… Ti dipingi di colori diversi in base alla situazione che hai davanti. Sei lento al mattino quando ti svegli, ma diventi agitato di notte. Però sei sempre tu, sei sempre Ash. Hai anche tu la stessa superficie. Proprio come il mare. E proprio come il mare sei immenso, tutto da scoprire.» Restò a fissare il mare cercando di immaginare quello che Ash potesse provare in quelle notti in cui il suo sonno era burrascoso come il mare in tempesta.
«Nessuno mi aveva mai paragonato al mare… ad una puttana magari si. Ma al mare mai. La notte sogno quel maledetto giorno.» prese un lungo respiro e proseguì evitando di incrociare lo sguardo di Eiji «Quando ero piccolo subii degli abusi da un rispettabile cittadino questo posto. Quando mio padre mi vide arrivare a casa decise di denunciare, ma sai… nelle piccole realtà una persona rispettabile non potrebbe mai fare questi schifosi atti. Allora iniziarono le ritorsioni, l’esclusione… Un giorno, stanco, presi la pistola di mio padre e gli sparai. Un intero caricatore addosso ad un solo uomo. Mostro. Mi sentivo solo, inutile, spazzatura. In quel momento mio padre decise di mandarmi via. Ed io non volevo. Ricordo gli urli e i pianti che feci quel giorno e delle braccia che mi tirano via dalla mia casa.»
 
Le sue mani tremavano mentre raccontava il suo passato, a nessuno lo aveva mai detto. Neanche a Shorter, che gli era accanto da anni.  Sapeva che di Eiji poteva fidarsi. Non lo avrebbe mai giudicato. Non avrebbe mai usato questo contro di lui. Eiji era lì senza chiedere mai nulla. Poteva e doveva sapere di lui.
Si strinsero, inconsciamente, l’uno all’altro. Le braccia di Eiji girarono intorno al corpo di Ash e lo strinsero. Gli concesse di essere abbracciato ed Eiji gli donò uno spazio nascosto nel quale solo loro due sapevano quante lacrime fossero state versate.

 
 
"All day long I can hear people talking out loud
But when you hold me near, you drown out the crowd
Try as they may they could never define
What's been said between your heart and mine"
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NdA: continuo a scrivere in questo fandom, perché non potevo mollare Ash dopo la lettera di suo padre così. Non si collegano, momentaneamente le due storie. Forse, in questi giorni si. :P
Qui viene raccontato il momento del loro arrivo a Cape Cod. La chiacchierata tra Eiji ed Ash nell'anime non esiste. Anzi, sarà il Sig. Jim Callenreese a dire loro cosa successe 10 anni prima lì. 
Però mi piace immaginarli così, capaci di parlarsi senza paura. Di mettersi a nudo.
Le strofe finali sono prese da "when you say nothing at all" di Ronan Keating, canzone che "presta" il titolo a questa storia. <3
Grazie a chi passerà e chi lascerà due righe scritte qui!
 
 
 
 
   
 
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