Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    06/10/2020    2 recensioni
Elsa e Anna sono due sorelle di 27 e 24 anni alle prese con le proprie vite e i propri impegni. Elsa è sposata e vive la sua vita con le scatenate figlie gemelle di 7 anni. Anna, invece, è prossima alla laurea e a dire sì a un futuro roseo e carico di amore che ha sempre sognato fin da piccola.
La vita, però, non è una favola. Entrambe le sorelle vivranno dei momenti di crisi della quotidianità e, per colpa di incidenti e imprevisti, dovranno fare i conti con la cruda realtà.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO 32

Kristoff ed Elsa si siedono sul divano del soggiorno e la donna, vedendo il volto stravolto del cognato, si appresta a preparagli una tazza di camomilla.

“Tieni, ne ho fatte due…penso che ne abbiamo bisogno entrambi” commenta lei porgendogli la tazza e dando un minuscolo sorso alla propria.

“Grazie” risponde Kristoff tirando su con il naso, per poi avvolgere il recipiente con le mani e guardarne il contenuto con occhi spenti e distrutti.

“Mi ha dato dell’egoista che la voglio solo per me, ma cosa dovrei fare Elsa?!” domanda lui con il magone rivolgendole lo sguardo offuscato dalle lacrime.

“Hai fatto presente la tua opinione che del resto condivido. Lei non può perdere la propria vita. Se dovesse morire non riuscirei a sopportarlo” risponde Elsa cercando di non mostrare la sua fragilità, portandosi però una mano sul cuore, sentendolo a pezzi a causa dell’ipotesi della morte della sorella.

“Io non capisco come faccia spesso ad essere così superficiale. Lei è una sognatrice! Pensa che le cose si possano sempre risolvere e che alla fine vivremo felici e contenti! Crede che guarirà e anche se dovesse morire non le importerebbe perché avrebbe fatto nascere il bambino” continua a sfogarsi lui facendo cenno di no con la testa, non capendo.

“Kris, sai bene che Anna è così e penso che sia uno dei motivi per cui ti sei innamorato di lei. Il suo essere sognatrice è ciò che ci ha salvate quando sono morti mamma e papà e anche ciò che la fa sperare adesso. Se non avesse questa fede, si ammalerebbe il triplo” denota Elsa mettendogli una mano sulla spalla e accarezzandola.

“Hai ragione… lei sta soffrendo sicuramente ma questa forza interiore che la contraddistingue le fa credere di poter superare ogni cosa. Il bambino però… anche a me dispiace tremendamente, ma hanno anche detto che è l’unica opzione di salvezza” tenta di convincersi l’uomo, portandosi le mani intrecciate sulla bocca.

“Sono d’accordo con te Kris e cercherò di farlo capire ad Anna, anche se sarà difficile. Il corpo rimane il suo e se questo è il desiderio che ha, noi dobbiamo accettarlo. Nemmeno tu, che sei sposato con lei, puoi obbligarla a fare un gesto del genere. Sono sicura che dentro stia morendo di terrore, ma non dobbiamo spegnere il suo coraggio che la porta sempre a fare ciò che è giusto” prova a confortarlo Elsa aumentando la velocità delle carezze incoraggianti sulla schiena.

“Ci proverò…” afferma lui dispiaciuto, sospirando profondamente e ricevendo un piccolo abbraccio da Elsa.

“Tu invece? Come è andata oggi?” chiede Kristoff provando a cambiare argomento.

“Sono andata al funerale, come mi avevi consigliato” risponde lei abbassando lo sguardo.

“Davvero?! E come è andata?!” sobbalza lui energico, scrutandola in volto per ottenere più informazioni.

“Le bambine sono state contente e anche lui. Io…non lo so… rivederlo mi ha fatto piacere, ma vedo che ormai si sta ricostruendo una vita. Aveva vicino la sua migliore amica d’infanzia, una certa Stella” spiega lei imbarazzata e con rammarico.

“Mi stai dicendo che sei gelosa?! Elsa, tu ci stai ripensando!” annuncia lui felice, facendo tornare il sorriso dopo quel brutto temporale di emozioni negative.

“No, cioè, no… boh” si limita a biascicare lei per poi portarsi le mani sul volto.

“Sono pienamente confusa. Ho cercato di chiudere il mio cuore in questi mesi e speravo di poter cambiare, ma a quanto pare l’unico che lo sta facendo è proprio Jack. Non so, sento costantemente una sorta di odio e attrazione, ma credo che siano ricordi. Ieri notte non sono stata bene e l’avrei voluto accanto, ma in altri momenti della giornata mi convinco di non aver bisogno di lui” descrive lei, seguendo con il dito il bordo della tazza.

“Questa è proprio una bella confusione, ma io ora ti chiedo. Sei davvero disposta a buttare via tutto con questo divorzio? Non credi di doverci pensare meglio e non istintivamente?” getta la bomba Kristoff sperando di farla ragionare.

“Lo so…infatti, volevo chiedere di annullare il divorzio e se proprio trasformarlo in una separazione. Io ho ancora bisogno di stare da sola e il dolore che mi ha recato Jack, dedicandosi al lavoro e allo stress piuttosto che a me e molto altro, non riesco a superarlo. Sono però consapevole che il mio cuore non ci capisca niente e Anna mi direbbe di non fargli fare cavolate”

“Mi sembra una soluzione ragionevole. Pensaci bene Elsa, non buttare via tutto tu che puoi” conclude Kristoff soddisfatto, felice di aver ritrovato anche lui una piacevole speranza nelle parole della cognata.

“Ora vado a riprendere tua moglie. Stai tranquillo, te la riporto a casa vedrai. Tu cerca di riposarti” taglia corto la bionda alzandosi in piedi e indossando il cappotto.

“Dove è andata secondo te? Da Hans probabilmente, in genere va da lui o dalle amiche del cuore quando c’è qualcosa che non va” ipotizza lui corrugando la fronte.

“No… è andata da mamma e papà” delucida Elsa malinconica, consapevole di conoscere pienamente la sorella.

Elsa aveva pienamente ragione. Anna, pur essendo tardi, si era fermata davanti alla lapide dei genitori, osservandola e riuscendo ad aprirsi completamente con loro.

“Vi vorrei vicino a me in questo momento” dice lei con il naso arrossato e le guance irritate dal pianto.

“Spesso penso che la mia vita sarebbe molto più semplice se vi avessi accanto. Mamma, papà… scommetto che dietro a questo bambino ci siete anche voi. Tu papà mi dicevi sempre che io, secondo te, sono nata per fare la mamma e ora, a pochi mesi dal mio matrimonio, mi ritrovo incinta al primo tentativo. Però…” si sofferma lei un attimo, abbassando lo sguardo sulla fede nuziale e sui suoi altri anelli rigirandoli tra i polpastrelli.

“Perché mi è successo questo?! Io non so che cosa ne sarà di me, non so se guarirò, se vivrò! Io so solo che voglio essere mamma e voglio questo bambino con tutta me stessa. Io ho paura di morire e il mio cuore è distrutto solo all’idea di lasciare il mondo alla mia età, ma non ce la faccio ad abortire. Quanto vorrei un vostro consiglio, un vostro abbraccio…” sussurra ancora lei per poi portarsi una mano sul viso e piangere di nuovo.

“Anna…” afferma delicatamente una voce alle sue spalle.

“Sei venuta qui anche tu per dirmi di abortire?!” chiede subito Anna non riuscendo a girarsi, desiderosa, però, di ricevere un abbraccio di conforto.

“Io non ti obbligherò mai, ma è una cosa troppo delicata! Tu sei sempre stata una persona d’oro, ma in questo caso non puoi buttare via la tua vita così!” dice con dolcezza Elsa, comparendole davanti e soffrendo nel vederle il viso completamente paonazzo.

“Io non sto buttando via la mia vita!” ringhia Anna stringendo i pugni e digrignando i denti, arrabbiata nel sentirsi sottovalutata.

“Lo so! La mia non è una critica! Tu hai sempre fatto del bene, hai sempre offerto tutto! In questo caso, però, non puoi non renderti conto della gravità della cosa! Io e Kristoff siamo distrutti quanto te e non vogliamo che ti capiti nulla di male! La sola idea di perderti ci fa disperare Anna…e questo non riusciremmo a sopportarlo” si sfoga Elsa, prendendole le mani e chiudendole tra le proprie.

“Forse è proprio questo che non capite. La mia vita, per quanto legata essa sia alla vostra, non appartiene a voi. Io non voglio fare l’eroina, io non voglio essere ricordata e io non sto facendo l’altruista buonista che si sacrifica. Io sto facendo la mamma Elsa! Io, dopo tre mesi di gravidanza, non riesco a dire addio a mio figlio perché ormai è parte di me! Se tu fossi al mio posto…che cosa faresti?” sbotta Anna tagliando il contatto con le mani dell’altra attraverso un forte strattone.

“Io…penso che avrei comunque accettato le conseguenze” risponde Elsa confusa, scossa dalla domanda e non del tutto convinta.

“Va bene, allora rettifico. Tu non volevi le tue figlie, ma adesso dimmi: se loro non esistessero? Ricordi cosa è successo a Lia appena nata? Cosa faresti se lei ora non ci fosse?” stuzzica ancora
Anna, conscia di aver toccato un tassello molto delicato della vita della sorella.

Elsa si blocca istintivamente, impallidisce e si sente mangiare da una morsa stretta che le chiude lo stomaco. La bocca le si secca e la voce le si soffoca in gola, come a testimoniare la necessità di non rispondere e di ragionare.

 
Alcuni anni prima…

“Ok, ci siamo! Forza Elsa spingi!” incita l’ostetrica davanti alla giovane che aveva ormai affrontato 8 ore di contrazioni. Il volto sudato, i nervi tesi, le occhiaie visibili, i capelli sporchi e disordinati e le vene bene in vista erano un chiaro segnale della sua fatica.

“Coraggio amore, ce la farai!” la incoraggia Jack ponendole una garza bagnata sulla fronte e stringendole forte la mano.

Elsa non risponde e, concentrata sul compito, strizza gli occhi e, con tutta l’energia che possiede in corpo, spinge al massimo delle proprie potenzialità, accompagnata da un urlo lacerante.

“Bravissima Elsa! Complimenti, una è nata! Congratulazioni! Ora bisogna pensare all’altra!” afferma l’ostetrica orgogliosa, sollevando la bambina piangente e affidandola a una collega.

“No, no, non riesco! Mi sento troppo male!” urla la giovane facendo segno di no con il capo, guardando la bambina appena nata e non riuscendo a distinguerla a causa della vista offuscata.

“Sì che ce la fai! Solo una spinta, la strada è già spianata ormai! Forza! È quasi finita te lo prometto!” incita la dottoressa guardandola negli occhi e infondendole coraggio, facendo segno a Jack di dire qualcosa e aiutarla.

Elsa concentra tutte le sue forze per dare alla vita il suo secondo figlio anche se, dentro di sé, avverte un dolore lancinante e una strana sensazione che la fa sentire debole. Comincia a vedere diversi puntini e la vista si fa offuscata, mentre i capogiri iniziano ad invaderla.

“Oh, Elsa?! Ci sei, stai sveglia!” si preoccupa Jack muovendole delicatamente il volto e stringendole molto forte la mano.

“Andiamo in sofferenza fetale tra un po’! Venite qui subito” grida l’ostetrica facendo segno a due infermieri di raggiungerla con degli strumenti appositi.

Elsa riesce ad utilizzare le proprie energie e, una volta emesso l’ennesimo urlo, avverte un pianto propagarsi per la stanza.

“Congratulazioni! Ecco la vostra seconda bambina!” comunica l’ostetrica, appoggiando la piccola sul ventre di Elsa che, ancora senza fiato e in mancanza di forze, riesce a stento a tenere gli occhi aperti.

“Dottoressa, venga subito!” annuncia all’improvviso un collega dal camice bianco entrando in sala parto.

“L’altra bambina, è il caso che venga messa nell’incubatrice e…” spiega l’infermiere uscendo dal luogo accompagnato dalla dottoressa, senza preoccuparsi di comunicare ai neo genitori tutte le novità del caso.

“Cosa, cosa? La bambina? Cosa c’è che non va?! Cosa succede?!” chiede all’improvviso Elsa scattando in avanti e sentendo un dolore straziante al basso ventre che la obbliga a strizzare gli occhi e ad appoggiarsi allo schienale del letto.

“State tranquilli, andrà tutto bene!” li rassicura un’infermiera prendendo l’altra gemella tra le braccia e consegnandola alle cure delle colleghe per tutti i controlli e la pulizia.

“Jack…” riesce a sussurrare Elsa, completamente a terra, sudata e paonazza.

“Non sarà nulla di grave vedrai, non ci sarà niente che non va!” cerca di rasserenarla lui, stringendole tremante la mano e baciandogliela.

“No, se qualcosa non va io…” continua a dire Elsa per poi venire interrotta dall’ostetrica stessa.

“Vostra figlia purtroppo sta avendo delle aritmie cardiache e stiamo cercando di risolverle. Scusateci per queste poche indicazioni, ma dobbiamo cercare di risolvere la situazione” rivela con freddezza la dottoressa, con quella calma professionale che però sembra cancellare qualsiasi traccia di emozione umana.

“Jack, no, Jack! No, no, che cosa succede?!” strilla improvvisamente Elsa, aggrappandosi alla maglietta di lui, trovando ancora forze per lottare e correre in difesa della propria creatura.

“Non lo so Elsa, non lo so! Stai tranquilla!” prova a tranquillizzarla lui, letteralmente sbiancato e in panico.

Visto il delirio della donna, le infermiere optarono per darle un sedativo che riuscì a farla cadere in un sonno profondo per diverse ore.

Elsa si risveglia in una camera di reparto, completamente diversa. Indossava una nuova vestaglia bianca, era stata medicata e pulita e aveva il braccio collegato a ben due flebo. Accanto a lei era presente un lettino con appeso un foglietto rosa, recante il nome Sofia, la data di nascita e il peso.

“Amore, ciao” saluta Jack tranquillo, spuntando da dietro la culla e avvicinandosi al letto della fidanzata.

Solo in quel momento Elsa ricollega tutto ciò che ha appena vissuto e, disperata, sente il cuore esploderle nel petto e una forte angoscia farsi strada dentro di sé.

“Cosa è successo!? Dov’è Lia?! Io non l’ho ancora vista, dov’è!?” si altera Elsa guardandosi in giro, sperando di non ricevere brutte notizie e di svegliarsi da quell’orribile incubo.

Jack non fa in tempo a rispondere che, da una porta laterale, avanzano un’infermiera e Anna con un altro lettino dal foglietto rosa.

“Frost, ecco l’altra gemella. Sta bene! Elsa, non ti preoccupare. L’anomalia è stata risolta e dopo un piccolo intervento dell’equipe la piccola ha ripreso colore e riacquistato tutti i parametri corretti. Anzi…dovrei dire che è una bella peperina e il suo cuore è forte come quello di un leone stando a vedere come batte ora” spiega dolcemente l’infermiera, sollevando il batuffolo dalla tutina bianca e la copertina rosa e adagiandola sul petto di Elsa.

La donna, per la prima volta a contatto con la sua bambina, non riesce a trattenere le lacrime e scoppia in un pianto struggente, nel quale miscela la profonda gioia e la paura vissuta nelle ore prima.

La donna si porta una mano sul volto per poi osservare, tra i singhiozzi, la piccola che dormiva tranquillamente appoggiata al suo seno. Era così piccola, con i pugni chiusi, le sopracciglia chiarissime, i pochi capelli in testa e la pelle morbida e rosea. Era semplicemente una meraviglia.

Jack, vista la scena, non può che lasciarsi andare all’emozione e, tra le lacrime, avvicina al letto anche l’altra piccina, in modo da tenere unita la propria famiglia.

“Sei stata bravissima Elsa” comunica la giovane Anna, sedendosi accanto a Elsa e osservando con occhi lucidi le sue nipotine.

“Ho avuto paura Anna, pensavo di perderla! Io non le volevo, non ho mai accettato questa gravidanza, ma ora che le vedo è cambiato tutto. Non so cosa avrei fatto se mi avessero detto che Lia stava male! Non voglio mai più vivere un momento del genere!” si sfoga la maggiore tra i singhiozzi, senza il minimo timore e vergogna.

“Adesso è tutto passato Elsa!” la calma Anna asciugandole le lacrime con un fazzoletto di carta, mentre rivolge un sorriso a Jack che continuava ad accarezzare la testa della bionda in modo da darle conforto.

“Sì ma ora che cosa devo fare? Se lei starà male ancora? Che cosa ha il suo cuore? E cosa devo fare io, manco so come si fa a prenderle in braccio!” esterna Elsa preoccupata, mostrando tutte le sue perplessità.

“Elsa, calma! Con il tempo imparerai tutto. Ti verrà naturale e noi saremo sempre con te” commenta Anna, stringendole forte una mano.

“Amore, adesso non ti devi più preoccupare. Lia sta bene, hanno detto che non ha nessun problema ed è stato risolto tutto! Ora guardale e godiamocele, almeno ora che ancora non piangono” conclude poi Jack, guardando profondamente la fidanzata negli occhi e riuscendo a baciarla con dolcezza, sancendo così un momento di serenità che permette alla neo mamma di rilassarsi e convincersi delle loro parole.

Fine del Flashback…

Elsa rimane impietrita di fronte alla domanda di Anna e i fotogrammi del parto delle gemelle scorrono velocemente nella sua mente. Una forte stretta al cuore pare divorarla dentro di sé, motivo per cui la sua mano si porta istintivamente sul petto, come a voler dire all’organo più importante del corpo di tranquillizzarsi. Lei cosa avrebbe fatto se il problema al cuore di Lia si fosse trasformato in una patologia, portandogliela via per sempre? Per quanto non accettasse la gravidanza, l’incontro con le bambine aveva alimentato il suo amore materno che le aveva permesso di legarsi profondamente al sangue del suo sangue.

“Per quanto io sia fredda e incompetente come madre, devo dire che la mia vita senza Lia non avrebbe senso. Sì Anna…quindi sì…ti capisco” riesce a dire, con il fiatone, abbassando lo sguardo distrutta da tali parole.

“Non voglio più farti cambiare idea perché qualsiasi cosa tu scelga io ti starò accanto. Non esiste un giusto o sbagliato, ma ammiro il tuo punto di vista e mi commuove vederti così donna…e così mamma. Ti voglio bene sorellina” conclude poi la maggiore con il groppo in gola, avvicinandosi alla minore e stringendola tra le braccia accogliendo il suo ennesimo pianto di disperazione, ma anche di serenità nel sentirsi finalmente capita e appoggiata.
  
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