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Autore: Helen_Book    06/10/2020    1 recensioni
Eileen ha perso la voce e la capacità di trasformarsi. Sente di non aver nulla da offrire al proprio branco. L'incontro inaspettato con un lupo randagio cambierà totalmente la sua esistenza e la porterà ad addentrarsi nei più oscuri ricordi del suo passato.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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Eileen fissava la sua figura riflessa nello specchio: i capelli rossi, una volta intrecciati, ricadevano sulle spalle, sciolti. Sua madre era solita acconciarle i capelli prima di uscire: per praticità, diceva. Eppure, quella vecchia abitudine si era persa negli anni, sempre per lo stesso motivo: per praticità.
Certo, la mamma non lo diceva esplicitamente, ma i capelli rappresentavano un ottimo stratagemma per coprire i segni sulla gola. L’idea era venuta in mente ad Eileen anni prima e sua madre non aveva mai protestato a riguardo. In più, aveva deciso di indossare durante ogni stagione una piccola sciarpa verde. Nonostante in estate soffrisse enormemente il caldo, almeno il colore dell’indumento riprendeva chiaramente quello dei suoi occhi. Dosi di puro ottimismo, ripeteva a se stessa.
 
Dopo aver infilato un coltellino nello stivale destro, aprì il cassetto della scrivania e indossò il regalo che la mamma le aveva fatto anni prima: una collana dotata di un campanello dorato. Pratico, come la donna che glielo aveva donato.
Tuttavia, non era stato facile accettarlo. Inizialmente Eileen l’aveva ritenuto un vero e proprio insulto, tutti al Foro si sarebbero presi gioco di lei, soprannominandola “un lupo addomesticato”.
Eppure, tutti i suoi timori erano svaniti nel tempo: nessuno si azzardò ad affibbiarle alcuna etichetta. Inoltre, non essendo più in grado di trasformarsi, era inutile preoccuparsi di essere catalogati come “lupi”. Furono questi i motivi che portarono Eileen ad indossare senza problemi quel campanello: in momenti di emergenza, poteva rivelarsi la sua unica salvezza.

Appena prima di uscire dalla porta di casa, Eileen fece oscillare la collana per tre volte, avvisando la mamma della sua partenza. “Buona giornata, mi raccomando!” ottenne come risposta.
Uscì di fretta, senza guardarsi indietro. Il rumore del suo stomaco vuoto le ricordò che non aveva ancora mangiato nulla. Con tristezza abbandonò l’idea di raccogliere qualche frutto dalla foresta: non aveva tempo per una deviazione, era già in ritardo. Nonostante fosse una giornata gelida e ventilata, Eileen non si scoraggiò: il Foro non era molto distante da casa sua, in dieci minuti ce l’avrebbe fatta a raggiungerlo.

Appena raggiunta la radura, rinominata “il Foro”, punto di ritrovo del suo branco, notò subito un gruppo di persone radunate al centro. La voce del capobranco giunse alle sue orecchie:

“Oggi, per voi novelli, è un grande giorno. Da oggi inizierà il vero addestramento che porterà ognuno di voi a ricoprire un certo ruolo all’interno del branco. Verrete divisi in gruppi e darete prova delle vostre abilità attraverso alcune attività…”

Eileen aveva ascoltato questo discorso un milione di volte, lo avrebbe potuto recitare a memoria, se solo avesse avuto la capacità di farlo. Il famoso incidente avvenuto dodici anni prima, le aveva sottratto la possibilità di far parte dei novelli.
Raggiunti i 18 anni, Eileen si ritrovò senza voce e senza l’abilità di trasformarsi. II trauma subìto aveva danneggiato irrimediabilmente una parte di lei e nonostante ci avesse provato più volte, non era più riuscita a mutare. Un enorme buco nero al posto del suo istinto di lupo.

Si avvicinò con cautela alla folla e la costeggiò fermandosi vicino ad un enorme pino. Il discorso di Adamo, il capobranco, si era concluso e dal gruppo si elevarono urli di approvazione. I novelli erano in fibrillazione, non vedevano l’ora di testare e mostrare le loro abilità.
Eileen era così concentrata sulla folla davanti a sé che non percepì la sagoma che le si avvicinò. Una ragazza alta circa 1.70cm, bionda e chiara di carnagione le rivolse la parola:

“Non capisco tutta questa eccitazione, alla fine veniamo catalogati per un ruolo che non scegliamo neanche noi. Tutta questa messinscena è architettata per farci digerire meglio la medicina amara. Piccoli momenti di gloria, per cosa?”

Eileen rimase piacevolmente sorpresa dalla sua schiettezza, non le capitava da tempo di ascoltare un discorso così duro e tagliente. Le ricordò vagamente alcune parole origliate pronunciate da suo padre, alcuni anni prima che morisse.

“Non è assurdo?”, la domanda della bionda riportò Eileen alla realtà.

Rivolse lo sguardo verso la ragazza, pronta a spiegarle l’impossibilità di risponderle, ma gli occhi chiari erano incatenati alla folla. Eileen si chiese se fosse lei la destinataria effettiva della domanda o se piuttosto la bionda l’avesse rivolta a se stessa.

Prima di poter appurare questa ipotesi, una mano si poggiò sulla sua spalla. Riconobbe all’istante l’unica donna con cui solitamente parlava. Sì, parlava, dato che era la sola ad aver imparato il linguaggio dei segni, oltre sua madre. Bentlam era una vecchia amica famiglia, dalla morte di suo padre, era diventata una colonna portante sia per Eileen che per sua madre. Per qualsiasi problema, sapevano di potersi rivolgere a lei.
Bentlam le sorrise e le segnò chiedendole come stesse. Tutto bene, le rispose sorridendo. Solo dopo si accorse che la bionda aveva seguito tutta la scena con grande interesse:

“Figo! Anche io voglio apprendere il linguaggio dei segni. Credo sia la cosa più interessante che abbia visto da stamattina.”

Bentlam guardò confusa prima me e poi la ragazza: “E tu chi saresti?”

“Scusate, effettivamente non mi sono presentata. Il mio nome è Mala e purtroppo faccio parte del gruppo dei novelli. E voi siete…?”

Bentlam rispose: “Io sono Bentlam, corporazione 4, Medici e Speziali e lei è Eileen, amica e mia assistente, dà una mano al Foro quando può.”

La spiegazione non sembrò soddisfare la curiosità di Mala che però venne interrotta dalla voce del capobranco: “Novelli, seguitemi, inizieremo l’addestramento nel cuore della foresta.”

La ragazza sospirò sonoramente e si incamminò verso il gruppo. Eileen si congedò da Bentlam con l’intenzione di addentrarsi nella foresta e seguire i novelli.

“Stai attenta, non ti allontanare dagli altri”, furono le ultime parole di Bentlam che riuscì ad udire. Aveva perso un padre, ma sicuramente aveva acquisito una seconda madre.

Cercò di stare al passo con il gruppo, ma allo stesso tempo di mantenere una certa distanza. Mala sembrò fare la stessa cosa ed ecco perché si trovarono a camminare fianco a fianco. La ragazza schietta e loquace di prima era scomparsa. Un’espressione corrucciata e vagamente preoccupata adombrava il suo viso. Eileen non sapeva cosa fare per consolarla, per distoglierla dai pensieri negativi. La gente usava le parole, ma lei non aveva questa possibilità.
Alla fine, agì d’istinto e toccò lievemente il suo braccio con la mano. Mala sobbalzò leggermente e si girò verso l’altra. Eileen le rivolse un sorriso timido, cercando di infonderle con gli occhi, oltre che con il tatto, calma e tranquillità.
La ragazza non sembrò convinta, ma rispose con imbarazzo al sorriso e sussurrò a se stessa, più che a Eileen:

“Sono pronta.”

  
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