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Autore: Meramadia94    06/10/2020    2 recensioni
Deborah è la giovane e competente criminologa del 12th, e per tutta la squadra è come una sorella minore. Una sera però la ragazza scompare nel nulla, vittima di un serial killer. La squadra ingaggia una terribile lotta contro il tempo per salvare la loro consulente da un terribile destino, e nessuno è più determinato del fratello a riportarla a casa e consegnare il suo carnefice nelle mani di Madama Giustizia.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jackson Hunt, Kate Beckett, Kevin Ryan, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Piccola premessa: in questo capitolo c'è un accenno ad un episodio di violenza sugli animali, quindi attenzione. In secondo luogo, finita questa storia, se il peesonaggio di Deborah Ryan vi piace, stavo pensando di scrivere un paio di case-fic, per farla conoscere meglio, ovviamente ambientate prima di questa. Fatemi sapere se vi piace l'idea. Un'altra persona che non riusciva in alcun modo a darsi pace per l'accaduto, era la detective Kate Beckett. Non riusciva a smettere di pensare di essere stata l'ultima persona ad aver parlato con Debby, e di rimproverare a sè stessa per non aver insistito di più perchè andassero via assieme dal distretto per passare una '' serata fra donne'' magari a parlare per ore del ragazzo che era riuscito nell'impresa di conquistare il suo cuore... invece era andata a casa ed aveva fatto l'amore con Castle, mentre lei urlava e si dimenava in un parco pubblico per salvarsi da Nigel Malloy.
Il suo fidanzato aveva intuito subito che qualcosa non andava e si avviciò alla bella detective con una tazza di cappuccino. Aveva disegnato un cuore con la schiuma. 
- Tutto bene...?- fece Castle pur sapendo che era una domanda stupida. Come si poteva stare bene quando una persona importante era sparita, nelle mani di un delinquente pronto a tutto e che non aveva paura di niente? Qualcosa come 90 ore senza sapere dove fosse Alexis, chi l'aveva rapita, perchè, cosa voleva e soprattutto senza sapere se stavano ancora cercando sua figlia o il suo corpo ed era quasi impazzito. 
Non voleva nemmeno immaginare come si sentisse Ryan. Deborah gli aveva raccontato un sacco di volte di come, quando era piccola, le sue sorelle avevano già iniziato a pensare a come truccarsi, ad uscire in gruppo con le amiche e con i fidanzati, dei genitori che lavoravano praticamente tutto il giorno per mantenere quattro figli, fosse Kevin a badare a lei. Avevano passato bellissimi momenti insieme, sempre a rincorrersi e giocare oppure a parlare in codice tra di loro per non far capire ad amici di famiglia e parenti che stavano organizzando uno scherzo ai loro danni.
Kevin l'aveva praticamente cresciuta.
Era facile immaginare come si sentisse il poliziotto irlandese in quel momento. 
Kate rispose con la voce che tremava - No... è colpa mia.... non...- 
- Ehy.- fece Castle prendendole la mano - Non pensarlo neanche. Non è per niente colpa tua. Nigel Malloy ha preso una persona a caso che corrispondeva al profilo. E' stato solo un caso... non c'era modo di prevederlo.- 
- L'ho delusa.- fece Kate - non l'ho protetta.- 
- Da cosa avresti potuto proteggerla?- 
Kate rispose, mentre una lacrima scendeva - Dal dolore.- 
Ricordava bene il giorno che quella ragazzina quasi ventenne era arrivata al distretto. La camicetta d'organza bianca,il giubbotto rosso vermiglio, i jeans, le scarpe da ginnastica... ed un sorriso che le ricordava tanto Kevin Ryan. E quell'espressione di fresca innocenza, di bambina che aveva vissuto ancora poco che sembrava felice e allo stesso tempo devastata di poter costruire una strada solo sua. Per un attimo aveva avuto la sensazione di rivedere la Kate Beckett del primo semestre a Stamford, affamata di vita e di voglia di divertirsi, di prendere le cose con la leggerezza tipica dei vent'anni e con l'ansia di dimostrare di essere già adulta.
Deborah Elise Ryan aveva tutto quello che Bracken, Coonan e tutti coloro che erano coinvolti nell'omicidio di sua madre le avevano tolto: innocenza, fiducia nel futuro, serenità. Nel momento in cui quella ragazzina era entrata nel distretto e nella loro famiglia acquisita aveva promesso che non avrebbe mai lasciato che lei provasse il suo stesso dolore e che passasse gli anni migliori della sua vita a cercare una risposta che magari non avrebbe mai avuto. 
Ma quello era quasi peggio. 
Se Deborah fosse tornata a casa viva, e con tutti gli arti, avrebbe dovuto convivere con il ricordo delle torture di Malloy finchè fosse stata in vita.
- Kate... non è colpa tua.- fece Castle - L'unico da incolpare per tutto questo è Nigel Malloy. E quando lo prenderemo gli faremo pagare ogni secondo che ha inferto ad ognuna delle sue vittime.- 
- Certo, Castle, certo.... come l'abbiamo fatta pagare a Bracken, vero?- commentò Kate con la voce piena di rassegnazione. 
Non voleva arrendersi all'idea che Debby poteva non esserci già più. Ma la verità era che la vita reale non era un libro di Castle dove i cattivi avevano ciò che meritava ed i buoni potevano godersi la meritata pace e tranquillità. 
Era il posto dove quasi mai si poteva dire '' E vissero tutti felici e contenti''.
...
...
...
Ryan, Esposito ed O'Halloran arrivarono in Connecticut in un'ora e mezza e si diressero subito all'ospedale pschiatrico di Greenwich e chiesero di parlare con Leopold Malloy. 
Vennero date loro le solite regole: non avvicinarsi troppo al vetro, non consegnargli niente ne accettare nulla da lui.
Poi chiesero di vederlo. 
- Chiariamo subito le cose.- fece Leopold - dopo che i tre si furono presentati come un procuratore e due poliziotti- Non ho ucciso nessuno ne spedito qualcuno a fare il lavoro sporco per me.- 
- Come mai dice questo?- fece Dominick. 
- L'ultima volta che ho ricevuto visite dalla polizia, mi hanno accusato di aver fatto ammazzare due persone per '' perpetrare il mito dell'immortalità di mio fratello''- fece Leopold - capisce, se lei fosse me e ricevesse una visita da parte di polizia e procuratori, non penserebbe ad un invito ad una festa.- 
- Senta...- fece Kevin facendo uno sforzo enorme per contenere la crisi di nervi che stava per avere - Ci spiace averla sospettata per quelle morti, ma non siamo qui per parlare di questo.- 
- E quindi a cosa debbo l'onore?- fece Leopold. 
- So che per lei probabilmente sarà uno shock...- fece Esposito - Ma suo fratello Nigel è vivo.- 
Leopold, se poteva essere possibile, sbiancò. 
- Cosa....? Come sarebbe a dire....- poi ci pensò - oh. Certo, capisco.- 
- Non mi pare così sconvolto.- fece Dominick. 
- Infatti. E se lei conoscesse mio fratello come lo conosco io, nemmeno lei si stupirebbe.- fece Leopold - quando i nostri genitori provavano a contenere i suoi atteggiamenti da psicopatico con punizioni e roba simile, lui trovava sempre il modo per aggirare l'ostacolo.-
- Quindi già quando eravate piccoli suo fratello ha dato segni di squilibrio mentale...?- fece Kevin. 
- Quando avevo nove anni e Nigel undici, avevo riportato a casa un cagnolino che avevo trovato abbandonato per strada.- fece Leopold - erano mesi che supplicavo i nostri genitori di farmi tenere un animaletto. Promisi loro che me ne sarei occupato di persona e quindi acconsentirono.... due settimane dopo il cane sparì.- 
I tre si guardarono quasi intimoriti, mentre sentivano chiaramente gli uni lo stomaco dell'altro ribollire come se fosse una pentola di fagioli, immaginando quale macabro destino fosse capitato a quel povero cane. 
- Lo cercammo per tre giorni... poi lo trovammo. Era appeso a testa in giù ad un ramo di un albero del bosco vicino a casa nostra... pieno di tagli, bruciature e la gola tagliata.-
- Oh Madre de Diòs...- commentò Esposito bianco come un lenzuolo, pregando in tutte le lingue che conosceva che Debby non finisse in quel modo barbaro. 
- Domanda scema...- fece Kevin sul punto di vomitare - era... era stato Nigel?- 
Leopold annuì.
- Quando la mamma gli chiese '' Nigel, ma perchè l'hai fatto?'' lui rispose una cosa che mi fece gelare il sangue nelle vene.... '' Volevo vedere se poteva vivere senza sangue''.- 
I tre tremarono leggermente.
Tutto corrispondeva a quello che sapevano di Nigel Malloy: torturava le vittime fino allo stremo delle forze per '' testare i loro limiti'' prima di ucciderle, ed era ossessionato dall'idea che la morte fosse solo il principio. Questo voleva dire che avrebeb tenuto Deborah in vita quanto più a lungo fosse possibile. 
- E nonostante tutti questi problemi i vostri genitori non hanno mai fatto nulla?- 
- Terapia di confronto, correzione del comportamento, farmaci... hanno provato di tutto...- fece Leopold - ma Nigel è un sociopatico. Non c'era e non c'è niente che si possa fare per fargli capire che ciò che fa è sbagliato. Quando è diventato maggiorenne, mamma e papà hanno ipotecato la nostra casa di famiglia per comprargliene una a diversi km di distanza, pur di non averlo più attorno.-
'' E chi può biasimarli?''- fu il loro comune pensiero.
- Leopold...- fece Dominick - Lei... ha realmente collaborato con suo fratello?- 
Leopold scosse la testa. 
- No, questa è stata una bugia di Nigel.- fece Leopold - vedete, quando i nostri genitori si sono accorti che Nigel non sarebbe mai migliorato, hanno continuato a permettergli di vivere con noi, ma a poco a poco hanno smesso di considerarlo un loro figlio ed hanno concentrato affetto e speranze su di me.- 
- E in pieno delirio di onnipotenza suo fratello ha deciso di coinvolgerla nella sua '' opera'' per farle pagare i privilegi che lui stesso inconsciamente le aveva conferito.- fece Esposito - tutto torna. Ma sono curioso... perchè lei è stato chiuso qui dentro?-
- Perchè non lo chiede ai poliziotti che hanno fatto pressione su tre testimoni per indentificare un'altra persona?- fece Leopold - o al procuratore che ha lasciato correre il fatto che il cadavere di un assassino sparisse nel nulla? Quel tizio, su me e mio fratello, ha costruito la sua carriera.-
Sacrificando però molte vite umane. 
Kevin tirò fuori una foto di Deborah - Suo fratello ha fatto sparire mia sorella.- 
Leopold lo fissò triste - Mi dispiace. Ma temo che dovrà rassegnarsi a non rivederla mai più. Non in vita per lo meno.- 
Kevin fece per andare contro il vetro, ma Esposito lo trattenne.
- Vuole uscire di qui, giusto?- fece Dominick - Le faccio un'offerta: lei mi dice tutto quello che sa di suo fratello e dei posti in cui sente di poter essere al sicuro... ed io al suo appello testimonierò di come lei abbia aiutato la polizia a catturare un serial killer in fuga e abbia salvato la sua ultima vittima.- 
- Ma che si è fumato prima di venire qui?- fece Leopold  con gli occhi grandi il doppio- E'. Escluso.- 
- Leopold....- fece Esposito - è scomparsa una ragazza. Ed è in pericolo. Lei sa di cosa è capace suo fratello, forse lo odia anche più di noi, l'ha fatta rinchiudere qui dentro per cinque anni non ci credo che non provi il desiderio di fargliela pagare, almeno un po'.- 
- Si, ma tengo anche alla mia vita.- fece Leopold - Vi ho detto cosa ha fatto al mio cane si? E sapete che ha torturato ed ucciso dodici donne solo per il gusto di farlo. Provate a pensare a cosa potrebbe fare a qualcuno che ha aiutato ad incastrarlo.- 
- La farò proteggere.- fece Dominick.
- Come ha fatto proteggere quelle ragazze?- fece Leopold - ascolti, mi dispiace per la vostra amica. Ma non c'è niente che potete fare per lei.- 
E purtroppo temevano che avesse ragione.
...
...
...
Era bastato osservare le facce dei due detective e del vice procuratore di ritorno al 12th per capire che la visita a Leopold Malloy non aveva sortito i risultati sperati. 
- Come sarebbe a dire non vuole collaborare?- fece il capitano Gates stringendo forte i bordi della scrivania. 
- E' spaventato a morte da suo fratello.- fece Esposito - e con quello che ci ha raccontato non lo biasimo. E' talmente terrorizzato da quello che il fratello potrebbe fargli che preferisce rimanere in istituto.-
Castle intervenne - Avvocato, gli faccia un'offerta.- 
- Già fatto.- fece Dominick - gli ho detto che avrei messo una buona parola con i giudici al suo appello, che avrebbero valutato bene il suo esci gratis di prigione se avesse collaborato alle indagini per salvare una vita, ma non ha voluto saperne.- 
- Capisco...- fece la Gates iniziando a temere seriamente per la vita della consulente del suo distretto nonchè membro più giovane della squadra. 
- Ritenterò però.- fece Dominick risoluto - ho delle conoscenze in Connecticut, in tribunale... nessuno potrà dire che non abbiamo tentato...- 
A quel punto Kevin non resistette più. 
Non aveva idea del perchè quel tizio si fosse parcheggiato nel loro distretto, perchè partecipasse attivamente all'indagine sulla scomparsa di una donna che aveva fatto delle consulenze per un caso che seguiva, e nemmeno perchè parlasse di lei come se la conoscesse da chissà quanto, ma quel che sapeva era che non aveva intenzione di ingoiare rassicurazioni o le psicoballe che propinavano ai parenti di una vittima di rapimento per prepararli al peggio. 
- E questo secondo te mi dovrebbe confortare???- fece Kevin - pensi che sapere che hai fatto qualche telefonata mi aiuterà a stare meglio? Tanto a te cosa cambia? Una che ti manda in malora i casi in meno, no?- 
Il capitano Gates, Beckett, Esposito e Castle sgranarono gli occhi davanti a quell'accusa.
- Scusami....?- fece Dominick O'Halloran non troppo certo di aver capito bene. 
- So cosa pensano i procuratori di psichiatri e psicologi. Che è gente che non dovrebbe entrare in un  tribunale nemmeno per chiedere come si arriva a Le Cirque...- e a seconda dei casi pure lui lo pensava. Sette processi su dieci finivano con un'assoluzione o un '' non colpevole per infermità mentale'' proprio perchè qualche psicologo ci metteva lo zampino - però Debby non è come la gente che immagini tu. Non si sognerebbe mai di... firmare la giustificazione per un assassino o un molestatore di bambini.
Forse per te è solo una con cui hai scambiato due parole ogni tanto, ma fidati che per me e gli altri è molto di più!- 
- NON OSARE DIRMI CHE NON M'IMPORTA DI LEI!- fece Dominick punto sul vivo - Stai facendo tutto da solo, se hai così tanta energia da buttare per scaricarti su di me, prova a trovare qualche pista per salvare tua sorella, che fidati, apprezzerebbe di più!- 
A quel punto Kevin gli tirò un pugno sull'occhio destro.
Dovettero intervenire Castle ed Esposito per bloccare il collega prima che la situazione degenerasse.
- ADESSO BASTA!!!- tuonò la Gates facendo tremare anche le pareti guardando in cagnesco sia Ryan che O'Halloran - Ryan. So che sei arrabbiato e che ti senti frustrato per la situazione, ma arrabbiarti con i colleghi e prendere a pugni la gente non aiuterà tua sorella. Ti do mezz'ora per calmarti. Poi ti voglio lucido e scattante. Altrimenti sei fuori dal caso.-
Ryan annuì piano ed uscì sbattendo la porta.
Esposito quasi guardò male il procuratore prima di seguire il partner. 
Castle e Beckett invece iniziarono a farsi due domande in merito al vice procuratore che li stava affiancando. Che Ryan avesse dato di matto non era certo un mistero, in fondo si trattava di sua sorella, ma quello che tornava strano era che anche O'Halloran si fosse preso a cuore il caso, visto che da quello che aveva detto loro lui e Deborah si erano conosciuti in tribunale e perchè lui le aveva chiesto di incontrare la vittima di uno stupro per farle da supporto emotivo e compilare una perizia. Un rapporto di lavoro puramente professionale quindi.
Dunque perchè se la prendeva così a cuore?
- Castle...- sussurrò Beckett - Debby ha un fidanzato....- 
- E pensi che sia...?- 
- Non lo so. Chiediamoglielo.-
  
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