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Autore: Legeia    07/10/2020    0 recensioni
In un Presente alternativo, vari conflitti portano alla disgregazione delle nazioni in problemi interni ed esterni. In una si queste, un gruppo di persone di presenta come Agevolatori o Risolutori per le persone o enti su vari ambiti. Tuttavia cè qualcosa di più profondo e intricato che muove i personaggi principali sia tra loro che per i Continenti e le decisioni e scelte sono fondamentali per la questione cardine. Il futuro. P.S. storia scritta anni fa, mai ritoccata e modificata, così come era scritta.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter 13 Chapter 13

Un anno e due mesi prima

Paddock orientale. Gask aveva preso l'abitudine da qualche giorno di stendersi da qualche parte, alle pendici del boschetto, a guardare i cavalli liberi che scorrazzavano, giocavano, si meritavano il momento di libertà in quel grosso pezzo di terra recintato a legna.
Era davvero rilassante, scacciapensieri, quello spettacolo di creature che vivevano con l'uomo e sembrava seri e ligi quando serviva, per poi scoprirli come cuccioli eterni e divertenti. Rapivano la tua attenzione, senza che te ne accorgessi, pensò.
o forse si stava facendo influenzare?
Fin da piccolo aveva avuto cani e altri animali intorno. Li aveva osservati, ma se alcuni facevano pena per come erano tenuti e trattati, alcuni per sfide e  per scommesse, altri erano pericolosi e poco inclini a gentilezze. Colpa dei proprietari, di come li facevano crescere, ma non erano affatto animali che, guardandoli,  ci si rilassava.
Odiava perfino il persiano peloso e dalla faccia che vagava nell'ufficio del Capo, e spadroneggiava come voleva. Se capitava qualcosa, da oggetti rotti o bisogni fatti in ogni angolo,una volta sulla scrivania o su un divano, ci andavano di mezzo gli uomini che stazionavano a turni nella stanza, come guardie.
Urla, punizioni e sopportazione di essere picchiati era routine quotidiana. A quel gatto niente, gli uomini che non pulivano o sistemavano in tempo schiaffoni, bastonate sulla schiena fino al peggio,  e pensare al vero distruttore... quelle erano cose di poco conto.
Lui non rientrava in quelle mansioni e non gli capitava mai di essere anche solo sgridato per quelle faccende, ma quelle volte che doveva restargli al fianco e fissava il gatto, tanto non cèra niente che dovesse fare, non era rapito da quel qualcosa che invece assaliva  il Capo direttamente. Passava il tempo a fissarlo mentre si toelettava, stiracchiava, assopiva, girava e dava fastidio graffiando tendaggi e mobili, aggrappandosi addosso alle guardie con unghie affilate e altre diavolerie che gli venivano in mente.
Viveva sempre là dentro, con tanto di cuccia regale, e gask non capiva cosa rilassasse nel vedere quel muso sempre scontroso, libero da ogni problema, stare in quel luogo facendo casino e rompendo le scatole.
E poi rise per l'altro giorno, ripensando al momento in cui uno dei gatti degli uomini, che tenevano in giro e che uscivano nel parco, si presentò miagolando mentre cèra un addestramento con Kianta presente, e si buttò di pancia davanti i piedi degli uomini in posizione.  Caso voleva che i giardinieri e paesaggisti stessero rinnovando alcune zone dello spiazzale laterale allo Chateau, dove facevano la chiamata mattutina , e avessero tolto i cosi, non ricordava mai cosa fossero, per scacciarle con gli ultrasuoni gli animali sotto terra.
Cosa erano, si chiese. Conigli? Quali altri animali stavano sottoterra? Comunque non erano attivi e quindi un animale sgusciò da un buco vicino e sfrecciò fra gambe degli uomini. Il gatto rimase là a miagolare, muovendo pigramente la coda e guardando tutti, compresa quella cosa che cercava di raggiungere dei bulbi messi da parte in un angolo, estratti dalla terra per essere piantati altrove.
No, proprio non ne capiva di giardinaggio! Il fatto però era che ne aveva preso uno fra i denti e cercava di tornare. Kianta fissò rabbiosamente quell'animale senza dire niente ne muoversi, mentre gli uomini avevano rotto le righe per acciuffarlo, e capitò che inciampò vicino il gatto, perdendo quella radice. Vicino il Gatto. POco distante da Kianta.
Il micio guardò la radice, fissò l'animale che prima si finse morto, e poi miangolò chiudendo gli occhi qualche volta come se non fosse successo niente.
Gli uomini chiedevano cosa fare a Kianta, la quale fissava il gatto con voglia omicida. Era chiaro.
L'animale che non sapeva definire si mise in piedi, o meglio sulle zampette, si avvicinò al gatto, si annusarono e via a prendersi la radice e andarsene, sfrecciando tra la gente.
Kianta non aveva fatto niente e non aveva dato ordini, era rimasta solo guardato il gatto dall'inizio alla fine, accigliata, angoli della bocca in giù.
Poi quando gli uomini non sapevano che fare e improvvisavano nuove file, Jd si avvicinò a lei e le disse qualcosa. A quel punto lei lo guardò, si voltò dall'altro lato guardando alle spalle Lubo e gli chiese il kit di lavanderia con il lavatoio o lava panni in legno più ondulato che trovasse.

"Kianta... perchè ti serve?" preoccupatissimo, stringendole un gomito.

"Mi serve uno spaventapasseri da regalare a zio Tommoliver per il cambio stagione. Devo però pulirlo, farmi dare un meccanismo con il ruggito di un leone e che faccia muovere la cosa come un indiavolato con denti a sciabola e occhi luminosi..." contando sulle dita cosa le serviva ma Jd la strattonò di nuovo. Ancora più preoccupato.

"per favore, è solo un gatto. Quello che vuoi..."

"Poprio perchè è un gatto..." dicendo l'ultima parola comeun insulto "... e perchè o impara o smamma. Non mi interessa. Me ne frego se i gatti non si fanno addestrare facilmente. O fa qualcosa o lo faccio volare io da qualche altra parte. Il loro compito sarebbe spaventare le bestiole, tanto questi cosi con la supponenza non ammazzerebbero manco un sorcio, così che non devastino nulla. Spevantare. Eì cos difficile? GUarda, GUARDA!!!" indicando il gatto che si rotolava per terra "perfino le capre, le oche, le galline, qualunque animale abbiamo qui e alla fattoria ricambia le cure, il cibo, ogni cosa facciamo per loro. Non li sfuttiamo, prendiamo solo cosa danno senza ormoni, schifezze, allontanare i piccoli e altro schifo che fanno altrove. E va tutto bene.  Pure le piante carnivore ci pappano gli insetti molesti. Ma loro, questi botoli gonfi di senso di divinità non fanno altro che essere in ogni angolo a rompere e rovinare e pasciarsi al sole. E rompere perchè hanno fame. BASTA! Se loro vogliono i gatti per loro amore per questi figli di satana, che se li tengano nelle stanze o negli edifici appositi e non me li facciano vedere. Ma s etrovo un altro che è inutile a tal punto, lo uso come nuovo tipo di drone spia che spaventa con molti optional, ma almeno ricambia un minimo. Condivisione e scambio, ricordi? Loro non lo fanno. Avviso te, avviso loro..." rivolti agli uomini che cercavano di non fissarla "e che l o diciate a tutti. Topi, bestie infestanti e gatti non li voglio vedere. Se voglio un animale che non fa un cavolo dalla mattina alla sera mi prendo un cigno, un pavone, pure un procione che almeno è simpatico. E altri tipi di animali ma i gatti no. Adesso voglio che mi sentiate bene, vi ho mandati il programma per oggi. Alle sette e zero zero voglio che siate in mensa per la colazione dopo il riscaldamento giornaliero, poi che seguiate le istruzioni. Se avete problemi parlatene con Jd, il vostro capitano o con me. Oggi ho cose da fare che andare per tutta la residenza a controllare che siate diligenti nei vostir compiti. E abbiamo degli ospiti. Procedete e andate...."

"Kianta, ma dire queste cose agli uomini e all'alba...."

"Sanno perfettamente che nella vita ci si impegna e si ottiene. Chiedo forse troppo? Loro sono pagati per lavorare, addestrarsi, istruirsi..."

"Si, va bene..:" cercando di calmarla "ma la questione è che non puoi minacciare un gatto di farlo diventare un... qualsiasi cosa volessi fare solo perchè sta disteso a terra!"

"Si che posso, mica che ho detto che lo uccido. Gli faccio applicare le cose dopo averlo lavato, visto quanto era sporco, e lo faccio legare a un drone e lo mando in volo a controllare le zone e spaventare animali che potrebbero danneggiare qualcosa. Non uccido nessuna delle due parti, faccio in modo che quelle creature fastidiosefacciano almeno qualcosa di davvero prezioso per tutti e..."

"Senti, lo so che hanno ucciso alcuni uccelli delle voliere che lasciamo liberi alcune ore intorno e che te ne sei trovato uno in camera tua perchè aveva scalato l'albero di fronte... però non è un pò troppo? Non fai questo per nessun animale. E dire che Warden è un disastro cosmico a volte..!"

"Si, ma lui come tutti gli animali se ben addestrati, capiscono cosa devono e non devono fare e si riesce a tenerli a bada. O li fai giocare, spompare, stancare finchè non corrono loro come dovrebbe essere nel loro spazio personale per dormire e star calmi. Semplice. Quelle piccole disgrazie ambulanti invece vedono tutto come loro, rubano cose o le rovinano. Bello quel che è accaduto a decorazioni e suppellettili antiche, originali o che i nostri uomini hanno prodotto con impegno e materiali pregiati sotto unchie, denti e spruzzi di urina. Dimmi, è giusta una cosa del genere? O visto io gatti che usano con le zampe sporche e i didietro e coda sulle tavolette dei water   per distendersi e piùvolte sono finiti a sciacquettare dentro perchè caduti nel sonno, sporcando tutto. E la gente li usa senza che siano puliti e sterilizzati. Per non parlare come ho trovato una delle dispense della cucina piene di schifo come fosse la loro sabbietta. Sacchi vandalizzati con i prodotti da buttare, i cuochi si girano pensando non ci siano bestie malevole e spuntano su impasti e tavoli d'acciaio zampe come per magia. E' corretto? Se per te è corretto io ti lascio volentieri la Albert con tutte le chiavi e codici di accesso per lo Chateau e me ne vado..."

"Sai che MIlan non ti farebbe mai andare via, ma il punto è che... Si, hai ragione. Non è igienico, non è corretto vedere mobili, tene, muri rovinati a quella maniera. Ma sono gatti!"

"E io sono io e ripeto, o io o loro. Non me ne frega. Se lascio loro far quello che vogliono dovrei permetterlo a tutti gli animali e anche agli uomini. Sarebbe anarchia e casino. Come era all'inizio!"

"Va bene, ma anche alla fattoria sono viziatissimi. Vedi le capre. Se la mattina non escono e ricevono un abbaccio forte, se sono piccole alzate e strette, fanno casino. I maiali grattate quando le vogliono. Le mucche i massaggi con spazzole al posto di quelle elettriche..."

"Buon per loro, qua invece si trattano quei gomitoli isterici come dei in terra facendo cosa vogliono. E graffiano, soffiano, fanno casino... mi sono rotta. Basta. O cambiano o fuori..."

Jd sospirò e... che doveva fare? Aveva ragione anche se perdeva facilmente la pazienza su certe cose.

E anche Gask aveva capito, anche con discorsi con Alaric, che poteva essere la calma fatta persona per poi diventare più velenosa di una serpe s ele giravano.  E ammetteva che, come per quel gatto, non trovava i felini poi così simpatici.
Ma anche con altri animali non andava meglio. Aveva da sempre avuto poca interazione con la parte animale, solo visti da lontano e usati per scopi umani. Con le persone sempre diffidente, vi stava lontano e trattava poco chiunque.
Ma con le persone bastava stare alla larga o fare come volevano, e tutto era apposto. Con gli animali che aveva scoperto ovunque in quel posto...

Si era ritrovato dubbioso e incapace con quella femmina di cavallo che quella testarda femmina gli aveva appioppato.

Strinse le labbra. Stava di nuovo inconsciamente quasi scimmiottando la gente per cui lavorava, prima etichettando le persone con certe parole, poi considerandole meno di niente. Si grattò la testa rabbioso, mentre un cavallo nitrì così forte da portarlo a fissarlo.
Che cavallo era quello? Poteva essere... Luma? No, non pareva quello. Poteva essere di Orson, l'uomo che lo spalleggiava da qualche giorno con un'emozione negli occhi inquetante?
No, forse il cavallo che raspava con la zampa e nitriva doveva essere di Silvain o Travis, due nuovi che erano del gruppo... si sistemò con rabbia con il corpo contro il tronco, non riuscendo a ricordare i nomi assurdi che il Leader dava a ogni cosa. Erano della divisione C, nome base che almeno ricordava, ed erano dell'Arme dell'aereonatica.

"Che casino..." incrociando una sull'altra le gambe distese, cercando di capire meglio il posto dove si trovava e come vi vivevano.

Quel dannato posto constava di migliaia e migliaia di persone, non tutte presenti ma dislocate in vari luoghi sia della Francia che del mondo, e suddivisi per prima cosa in quale formazione militare servissero. Si mise a guardare il cielo per ricordarsi le cose che gli aveva spiegato Orson.   Fanteria,  Cavalleria, Divisione corazzata, Marina, Aeronautica, Carabinier o Gendarmeria. Erano tutti? Boh, non gli veniva in mente altro. E questi erano solo i miliari. Cèrano così tante categorie di lavoro che gli venne voglia di pensare ad altro. Si erano messi a  suddividerli in tantissimi gruppi più piccoli detti Specializzazioni, ognuno con caratteristiche diverse. E lui che abituato a un migliaio di persone buone.

"E chi se li ricorda. Io ero abituato alla semplice..."

"Adesso parli da solo?"

Gask quasi si strozzò con la sua stessa saliva per il colpo. Si voltò verso Jd, che camminava piano e silenzioso come uno come lui sapeva fare. Di quale vecchio squadrone specializzato veniva? Forze speciali tipo navy seals o  altro? Erano francesci comunque, ricordò.

"cercavo solo di rilassarmi..." borbottò col broncio.

Jd rise e si sistemò a terra vicino, con un ginocchio piegato a sostenere una mano e la testa. Nel mentre i cavalli si inseguivano, li guardavano o facevano versi come per chiamarli.

"Come mai sei qui? E' successo qualcosa?"

Gask voltò gli occhi verso l'altro, tenendo le braccia alte e mani incrociate, per non poggiare la testa contro il tronco.

"Volevo solo staccare un pò dopo oggi. Tutto qui."

"Lo facevi anche prima?" armeggiando con le tasche dei pantaloni come in cerca di qualcosa.

"Quando non dovevo lavorare me ne stavo nell'appartamento o girovagavo per la casa. Cèra qualche posto che... insomma, me ne stavo là da solo, per non vedere gli altri e quel che facevano"

"Mh..." uscendo un coso di legno che Gask aveva già visto. Sembrav a una scatoletta di legno formata da varie parti e con dei buchi.

"Mi spieghi cosè? L'hai suonata varie volte e sembra che a Kianta piaccia"

"Davvero non la conosci? E' una CH Double Ocarina, uno strumento a fiato generalmente in terracotta o legno. Ma questo non è una semplice ocarina, ma una doppia. E in legno di valore. Ossia ha due camere e quindi due imboccature che equilvagono a due strumenti. In base a cosa si suona, è possibile suonare questa al posto di due strumenti..."

"... ok..." poco convinto. " E senti... che sarebbe Camova?"

Confuso, jd lo fissò incerto, non capendo cosa potesse significare la domanda.

"Oggi Milan mi ha spedito in una nuova Torre dove Kianta stava iniziando i lavori di restauro. Credo. Sono successe delle cose e alla fine ne ho parlato con lui. Mi ha detto tante cose e mi ha fatto vedere delle cose..."

"Tanto cose, eh?" ridendo di gusto, anche se Gask sembrava crederlo uno sfottimento.

"... E ha parlato di un Certo Camova che aveva usato dei marmi... qualcosa sulle statue..." restando sempre vago.


"Ah, Canova! Si tratta di un grandissimo artista. Uno scultore. So che non sai nulla, o meglio, molte cose  io stesso le conosco per via di Milan e Kianta. QUindi non preoccuparti...."

"Vuoi dire che era come Bronson?"

"bravo... anche se il nostro scultore è particolarmente suscettibile. Iroso, collerico e crede che le sue doti pittoriche meritino la medesima stima delle opere scultoree.  Ma è chiarissimo che non lo è... è solo geloso"

"Geloso di cosa? Da quello che so in molti gli hanno chiesto vari lavori, tanto è bravo..."

"Si, ma con la pittura non ci sa fare. Come me. Non so perchè, ma dammi una chitarra o un'ocarina e so arrangiarmi. Dammi qualunque altro strumento, un computer o armi bianche e sono negato. Anche se te, Kianta, Milan, Lubo e via dicendo vedete altrte particolarità in me. Col corpo a corpo sono vergognoso" sorridendo amaro "Mi è bastato l'altro giorno con un addestramento straordinario per te. Sei bravo in quasi tutto, con le armi da fuoco, i fucili pesanti te la cavi meglio. Però lasciami dire che se con armi come bastone e a lama non sei male, con arco e corpo a corpo non ravvicinato degli lavorare... Per il resto sei un'ottimo acqusito. Davvero molto, e sei così bravo che tieni testa ai migliori con armi più leggere e più facili da impugnare. Ma col corpo a corpo, anche grazie al tuo  Acinaces o Akinakes è tutta un'altra cosa. Quella spada persiana sembra da ridere, ma è per quella che sei stato Egeo. No?" ridendo beffatamente.

"Smettila di usare quel nome.  Me lo avevano dato ai rastrellamenti e non mi piace. Mi ricorda troppo quegli anni" imbruttendosi nel viso per le smorfie come di dolore che faceva.

"Bhe, non è che Gask sia meglio. Sappiamo bene che significa. Ma perchè ancora te lo tieni?"

"Non l oso, ormai lo sento più mio che Egeo. E poi è stato il Capo a darmelo quando rilevò tutti quanti. E' il nome che mi ha dato lui..." sussurrando con la testa chiaramente persa altrove.

"Capisco. A me non dispiace, è solo che non capisco perchè darti un come così. Milan l'ha trovato interessante per come alla fine suona bene su di te. E..."

"Se ho capito bene, tutti qui avete nomi che vi siete dati o che vi hanno dato per il vostro lavoro..."

"Si e no... quando fai un mestiere come il nostro capita, spessissimo come vedi qui, che alla fine per come ti senti o gli altri ti vedono, di cambiare il nome di nascita con qualcosa di più adatto o che abbia un significato in qualche modo. Milan stesso ha un soprannome, Lubo, Alaric, Bronson..."

"E Kianta? E riguardo al mio?"

"Uhm... riguardo al tuo, per come lo vede? Niente direi. Per lei un nome, è quello e lo usa. magari le può venire la domanda nella testa del ma come hai visto non giudica in base ai nomi. Anzi credo che anche lei lo trovi adatto come suona a te. Tutto qui..." vedendolo stupito "Credevi che ti odiasse per il significato del nome? Naaa... solo per quello che hai combinato quel giorno! E' stata grossa, per uno come Milan se fosse accaduto al suo avrebbe detto ..."

"Davvero direbbe questo? Lui...!?!"

"Non ti credere.  Può sembrare affabile, gentile, interessato e premuroso... ma per ogni sua azione cè sempre un motivo. Ah! Se Kianta fosse qui inizierebbe un suo monologo sulla questione... rispetto a Kianta, Milan davvero aiuta e si dimostra vicino a tutti solo per delle motivazioni. Ma la vera preoccupazione, interessamento... lo ha dimostrato veramente solo con due persone. Facciamo tre..." guardando Gask serio "... resta il fatto che, come ti ho detto, ed essendo tu, avrebbe manifestato profondo fastidio ma anche  soppiantato cosa ha perso. Anche se ammetto che dall'arrivo di Kianta è cambiato un pò e credo che la sua affezione per te sia dovuta a questo.  Non per dire qualcosa di male ma lui ti vede... per fare un paragone, come Kianta senza tette, versione maschile in toto. Metà questo e metà suo fratello maggiore. Dorde..." pronuncia quel nome con un tono e un modo di dirlo quasi schifato, rabbioso o altro. Gask non capiva.

"Non ti seguo..."

".... non dovrei dire certe cose. Insomma, sono i miei capi, chi mi da il cibo, soldi, un posto fastastico come questo. Anche se cè da dire grazie a Kianta per questo... il succo è che Dorde non mi piace. E questo l'ho capito per Kianta. Lei...non si fida facilmente. Anzi, per niente. Studia e analizza tutti e tutto quel che fanno e, se prima per me Dorde foss euna figura extra, che stava sempre fuori dallo Chateau e l'organizzazione... Dopo è diventato più centrale che il leader stesso. Milan, per Kianta, è come succube di Dorde. Almeno così mi ha detto.  E Milan esegue cosa Dorde decide, dice, ordina. La stessa questione della religone che abbiamo qui è per Dorde. Milan è più neutrale. Crede alle basi ma non al resto. E' Dorde il marionettista. Almeno, Kianta crede questo. Milan prova una sorta di ammirazione per il fratello maggiore, da quando scapparono dal paese dove erano nati. Un posto medievale, come direbbe Kianta, troppo attaccato a tradizioni e a tempi decantati dai vecchi ai nuovi, per giungere anche solo a metà dei centri urbani meno moderni. Milan e Dorde fecero tutto quel che poterono per scappare e sopravvivere, insieme. Se ci fu un momento in cui Milan divenne grande e capace da essere pari del fratello, fu scoprendo e migliorando le sue abilità di base. Eppure, nonostante Milan sia in grado di fare ed essere più del fratello in certe cose, come l'essere un ottimo militare e aver creato tutto questo... Dorde ha sempre supremazia. Chi lo ha aiutato alle spalle per avviare tutto? Dorde. Questo è quello che ho capito io in anni al suo servizio. Milan desiderava essere chi sta al fianco del fratello maggiore, mentre non è così. Non conosco Dorde affatto, mai visto, ma so che è straordinario su molti aspetti e che Milan nutre sempre un senso di inferiorità, nonostante tutto. Eppure Kianta... eppure lei pensa che..." riflettendo, stringendo la mano sul ginocchio a pugno sotto il naso, dopo aver alzato un pò il mento.

"Spiegami..."

"Meglio se ne parliamo un'altra volta. Inoltre ho paura che Kianta scopra una discussione del genere..."

"Kianta... Milan mi ha detto una cosa oggi. Ma non l'ho capita..."

"Cosa..." chiaramente sofferente alla cosa.

"ha detto delle cose su quanto è arrivata. Che a causa di un'amnesita era... aspetta... Era pura e innnocente come doveva essere... una cosa del genere. Perchè?"

"...uff. Kianta è quella che è per... quell'amnesia. Amensia! " sorridendo come se non ci credesse "Comunque, per quel che le era accaduto prima di arrivare lei... provava rabbia e odio, insicurezze e senso di inutilità. Kianta, hai presente no? Per la società là fuori lei era un problema, un niente, qualcosa, bada bene non qualcuno, da cambiare a forza perchè sbagliata. Invece dopo quell'amnesia lei divenne... cosa doveva essere. Senza quelle esperienze e accadimenti che le procurarono tutte quelle cose. Per loro lei era niente, per noi qui è una persona insostituibile. Qualcosa che sembra impossibile. Lei là non era che sbagliata e incapace di niente, eppure l'hai vista...."

"Si. Quindi voleva dire questo. Perchè la vedevano come inutile?"

"perchè la società là fuori... molte cose non sono cambiate in secoli. Ecco perchè. E di nuovo, non aprire quei discorsi con lei per favore. Evita..."

"Sei già il secondo che me lo dice"

"Si e saremo in tre con Alaric. Il punto è che sono temi... negativi, non parlarne con lei o davanti a lei. Ok?"

"Si, ho capito..." guardando i cavalli "eppure non capisco come il capo dopo Milan di questo posto, che sa tante cose, è stata capace di..."

"Quello che tu sai adesso non è quello che cè là fuori. Tu stesso la prima volta non l'hai trattata per come merita, solo perchè donna...." vedendo la sua faccia mortificata e colpevole "Anche tu, adesso, stando qui, la pensi così. Ma come all'inizio e come vivono là, una persona che nasce è un nuovo membro della comunità che dovrà essere in un certo modo. Se non lo è, diverrà sbagliato. Tutto quello che volevano su e per lei, non le era adatto. E così era inutile. In passato la gente inutile veniva sbattuta per strada o negli istituti per malati mentali. Non che adesso vada meglio, ti mandano dallo strizacervelli. La questione è però che per Kianta relazioni, matrimonio, sesso e figli sono cose così assurde e distanti da lei, come essere, che poco tollera chi le ricorda cosa il suo corpo dovrebbe fare.  Per lei pensare a queste cose è come... un orso che balla. Non so se ne hai mai visto uno, ancora adesso in molte parti li sfruttano e maltrattano per la bile e spettacolini per soldi, ed è una cosa contro natura. E per lei la stessa cosa. Fin da piccola doveva trovare un uomo che la sposasse e con cui fare figli. Doveva procreare la nuova generazione della famiglia. Ma per una come lei, che trovava una sofferenza l'esser vista e considerata per aspetto e necessità, l'idea, solo l'idea, di ricevere attenzioni sessuali, proposte e inviti a fidanzamenti e matrimonio era orribile. E peggio fare figli. Poco accetta tutto il sistema biologico della procreazione..."

"E' per questo che non assiste mai ai periodi della riproduzione degli animali? Ne ho sentito parlare gli stallieri l'altro giorno, affermavano che di nuovo lei non avrebbe per nulla al mondo assistito, che fossero cavalli o altri animali."

"Si, prova ripugnanza e orrida repulsione al pensarlo o assistervi. E una cosa  per lei, se fosse stato per i secoli passati ove si cercava con ogni mezzo di obbligare a queste cose... sarebbe finita in due soli modi "voltandosi a guardarlo "farla finita o cadere in disperazione, depressione pre e post parto e peggio. Non avrebbe retto. E ama poco i bambini come i cuccioli. Raramente vuole avere a che fare con soggetti troppo piccoli che siano uccelli, cani, cavalli e via dicendo. Odia il concetto di essere piccoli e ignoranti..."

"Ignoranti?"

"lei si rifugia in una sorta di studio pazzo e disperato per conoscere ogni cosa del mondo, vanno bene solo le basi, ma che sappia. L'idea che si è piccoli, ignoranti, incapaci di sapere, la porta alla rabbia. Ecco perchè poco tollera te e altri che dimostrano di non sapere molte cose. Ma bada bene, non chi è ignorante perchè non ha potuto come te ad esempio, ma chi lo è perchè... perch non voleva.  Per lei molti mali del mondo esistono proprio per questo. Perchè la mente becera della società pensa che donne e bambini non debbano sapere certe cose per l'età e il sesso. E così vi sono rapimenti, violenze e morte. Per lei non spiegare già da piccoli, con le parole giuste, ma  insegnando è come considerare stupido, incapace di usare il cervello e impossibilitato in molte cose il bambino, ragazzino o adolescente. La negazione di tante cose ha portato alla fiducia o debolezza e alla fine che... sappiamo cosa capita a molti bambini, no? Kianta odia con tutta se stessa il periodi dell'infanzia e l'ingnoranza. Se fosse per lei si dovrebbe nascere già adolescenti. E con una certa conoscenza. Ma non è così..."

"capisco..." ma sembrando incerto.

"Ti dico una cosa. Se vuoi migliorare le cose qui per sentirti a tuo agio, cerca di non farti considerare maggiormente negativo da Kianta. Gli uomini si fidano di lei e, anche se stravedono per te adesso,  molti di loro le sono legati. Lei non lo sa, o meglio non lo ha voluto vedere o capire mai, ma sono tantissimi quelli che le devono molto e le vogliono bene. "

"Per la Raccolta, vero?"

"Anche, ma non solo per quello. Lo stesso Bronson deve la sua bravura e abilità a Kianta. Prima usava la creta ma lei ha sempre spinto la gente a provare altre cose e... facendo una Lezione sulla scultura e pittura, Bronson è partito in quarta. Ha scoperto di saper scalpellare il marmo, il granito, lavorare e lisciare questa materia rispetto alla creta e pennello. Cosa interessante è Kianta che ha abilità di modellazione con la creta sintetica. ha la capacità di creare sculture con il metodo dell'aggiunta... ma non come Bronson!"

"kianta sa creare sculture?" sorpreso calando le braccia

"Si, è una cosa che faceva per dimenticare. Ed era brava. Da quando è qui lo fa di rado e in posti tranquilli. Come nella zona ristoro davanti le rose blu. Cè un tavolo e delle sedie come molt angoli nel giardino, e ci passa qualche ora. Non è affatto male,  devo dire. Ma è solo un passatempo. Adora guardare gli altri creare, finanzia molti artisti e creatori nel mondo, ovviamente per arte che ha senso. Non moderna e simili, ma pittori e scultori capaci di veri capolavori degni dei migliori artisti passati. Non hai idea di quanta gente ha avuto aiuto da lei. "

"Ma quanto spende? Ha davvero tutti quei soldi? Quanto la paga Milan?"

"Ah ah, no. Lei non riceve una sorta di stipendio come noi. NOn viene pagata da Milan, non ha mensilmente una retribuzione per il lavoro svolto...."

"In che senso? non ha un compenso?" mettendosi a sedere esterrefatto.

"No, è così. Giuro. Lei ha una sorta di patto con Milan. ottiene una sorta di dono quando va a Milan, che lei usa per sue spese personali e per i suoi animali. Quelli personali intendo. O per donarli a chi ha bisogno o ha necessit di un sostegno per continuare il lavoro, come gli artisti di cui ti parlavo. Ma è raro... forse non raro, ma solitamente usa dei soldi messi in un conto da Milan per l'amministrazione dello Chateau e spese necessarie. A volte civili, specialisti in vari campi, docenti e ricercatori e via dicendo, sono tutti sul libro paga di Kianta con i soldi conservati in quel  conto.  Non hai idea quante perosne hanno avuto aiuto, vero, da lei nel mondo e sono riusciti a rialzarsi mentre il mondo a loro vicino li guardava e voltava il capo schifati. Se hai e fai, sei considerato un Signore. Se hai problemi, potresti essere chissà che figura che davvero da al mondo ma non puoi, o accade qualcosa tutti spariscono. Ma il discorso è troppo lungo. Lei agisce. Riceve soldi da chi vuole protezione, ricerche di vario tipo, e tanto altro che offriamo e li mette a disposizione di chi ha bisogno davvero. NOn hai idea di qwuante gang, spacciatori e gruppi pericolosi nel mondo ha fatto fuori e salvato zone o quartieri... altro che la polizia locale. Lei..."

"Li ha fatti fuori?"

"Ormai dovresti sapere che lei non uccide nessuno. Ha solo..."

"Si, questo ormai lo so ma trovo assurdo che abbia..."


"Senti, volevo dirtelo da prima. Ma tu non dovresti essere dagli Handler? Anche se Milan gongola che ti ha nell'organizzazione, capiscimi... Dorde e Kianta non sono molto felici..."

"Cazzo! A che ora era?... perchè Kianta non è felice?" iniziando ad alazarsi.

"lei odia quelli come te...." rispose piano, candidamente, guardandolo alzando gli occhi dall'ocarina.

"Perchè...?"

"Credevo che lo avessi capito anche dalle sue stesse parole. Oltre il casino di quel giorno, e anzi credevo che finisse davvero male, lei odia quelli come te. Quello che sei. Poco importa tutto il resto, il suo odio per ciò che rappresenti la porta a vederti solo una piaga, un chiodo nello stivale, un fastidio pericoloso. Tu incarni quello che lei odia..."

"Ma perchè, non lo capisco!"

"Davvero? Eppure lei mi èsempre sembrata chiara dal primo momento. Presta attenzione a cosa, chi ti sta intorno e cosa viene detto. Tendi troppo a vedere solo te stesso e odi le complicazioni. fai come ti dico e capirai. Ora corri, o gli Handler faranno rapporto, se hanno troppa paura di Kianta"

"E tu che farai?"

"Io... sono qui perchè il mio Zool ha perso stranamente un ferro. Messo male, dicono. ANche se sembra strano, visto che Batter è bravo nel suo mestiere. Ma lo ha perso tornando e ora è stato messo qui nel paddock in attesa che i cavalli da mostra e competizione fossero pronti. Prima loro, ha detto il nostro Battitore. Mangiamo anche per queste cose, il mio invece Zool può giocare tranquillo qui! E quindi..."

"Ma anche tu usi solo i cavalli?"

"No, ovviamente. Rispetto ad altri io ho un solo cavallo. Ottimo esemplare e bello da vedere, non sarà al livello di Rasmusen di Milan ma ci siamo affezionati a vicenda. Ho anche una macchina mia ma ammetto che è da tanto che è nel parcheggio dello Chateau. Insomma, vado dove mi mandano o vado in giro con i paesini e cittadine qui vicino. Giro poco da solo. E ci conoscono, quindi non è strano che andiamo con i cavalli e non inquiniamo. Anche se andiamo ad idrogeno... adoro però più che le macchine , i motocicli. infatti ho un Motociclo Bmw con Sidecar e un scooter Manurhin . Vivendo qui da anni, li tengo qui, ovviamente. Li uso alcune volte al mese entro un certo tot di kilometri, ma sai... ho imparato con Zool che se hai un buon rapporto con un cavallo, questi è un'ottima compagnia. Anche se la gente riderebbe,  non sa cosa significa. Una motocicletta la usi, la fermi, la lasci lì e basta. E' solo un mezzo. Un cavallo è diverso..."

"Se lo dici tu. Io con quella cavalla che chi sai tu mi ha imposto, non mi sono ambianto per niente"

"perchè vedi il cavallo come faresti con una macchina o scooter o altro. Non sono , come ho detto. Ascolta bene, ricordi?" vedendo l'altro fare un'espressione quasi offesa.

"Come mai il tuo si chiama in quel modo? I nomi li inventate?"

"Ah aha ha... sai, cè stato qualcuno che ha detto qualcosa del genere. Tempo fa " mostrando un sorriso come un pensiero felice "in questo caso è stata proprio quella persona a darglielo. Vedi? "indicando un cavallo maculato bianco e nero "è un paint e si chiama così sia per il suo carattere che colori. E la smania di mangiare zucchero. Lei diceva che le ricorda un gioco dell'infanzia, Zool appunto. E così ha deciso di lasciarglielo. Tutto qui..."

"Odia ricevere regali?"

Jd lo guardò incerto, restando qualche secondo a riflettere sulla domanda. Guardò i cavalli, poi in direzione dello Chateau e sospirò.

"Perchè lo chiedi..."

"Uno dei ragazzi mi ha consigliato di farmi perdonare, e da sempre so che i regali sono ben accetti dalla gente. Così ho deciso di regalarle una cosa che le può servire. Così ho fatto fare questo pagandolo con il primo stipendio, ma mi ha aggredito..." mostrando il coltello, per poi guardandolo amareggiato, fra le sue dita.

"Aspetta.... ahhh!" grattandosi il naso "on dovresti mai, con lei, agire senza sapere. odia le sorprese, odia la gente che fa le cose per proprio tornaconto, odia... come ti viene in mente di chiederle scusa regalandole cose? per carità, è un bel gesto, ma lei non è come gli altri. NOn cambia idea o cade nell'amicizia per cose regalate o gesti gentili. Devi essere... cerca altri modi per farle perdere l'odio. Lavora sodo, impegnati, fai cose giuste. E mettilo da parte, un giorno magari... ma occupati di cambiare per far parte di questo posto." gestisolando, mostrando apprensione.

"Hm...."

"Sbrigati, se cè Kianta agli addestramenti lo sentirò da qui, il suo incazzamento.  Non peggiorare le cose"

Gask sospirò, lo salutò con la mano e lo lasciò là, seduto sotto un albero intento a suonare il suo strumento in legno, mentre i cavalli nitrivano e camminavano seguendolo, finchè il recinto del paddock lo permetteva.
Jd restò a suonare ma lo faceva meccanicamente, guardandolo andar via, ripensando  amomenti come Zool, i requisiti per l'introduzione di nuovi membri e... quel giorno.


Un anno e quasi nove mesi prima

Inquetanza. Ecco come la chiamava lei. Quel mix di inquetante e incapacità di adeguarsi subito a quanto accadeva, che rendeva irrequeti.
Mentre se ne andava, una mano nella tasca che stringeva le siringhe, osservava le facce degli uomini che, fianco a fianco, formavano una fila compatta come un plotone di saluto, per tutta la strada mezza asfaltata fino all'uscita. Anche se ancora non la vedeva, tanto era lontana dall'edificio.

"E io che mi lamentavo delle stravaganze degli scemi che dicevano di essere una gilda di magia. Andiamo, pare di essere di un horror fatto da ragazzini con attore incapaci di tutto"

Lo diceva tra sè sussurrando, o meglio borbottando amaramente mentre vedeva le facce che le scorrevano da entrambi i lati. FAcce bieche posavano gli occhi su di lei.  Chi di traverso, chi visibilmente male, chi altro minacciosamente, anche storto e torvamente. Anche se sembravano espressioni simili, si notava quando uno guardava malamente da uno in maniera minacciosa. E tutta quella gente sembrava guardarla negativamenteper qualche motivo o spiegazione. Eppure a loro non aveva fatto niente.
E ancora ad aggravare la cosa, il modo in cui parlavano era cantilenante, annoiato, scocciato, sputato come per presa in giro e alcuni pure sorridevano selvaggiamente.  Ad un uomo che sorrideva e basta, guardandola direttamente, lei salutò mimando il saluto militare con il dito medio, facendogli cancellare il ghigno all'istante. Come confuso.

Dopo aver superato quel tizio di altri due colleghi, si avvertì un fischiare e chiamare dallo Chateau, tanto che gli uomini in fila si voltarono a guardare.  Lia si voltò per capire, chiaramente il tranbusto non era normale da come si comportavano gli uomini intorno. E poi si sentì come un passarola, qualcosa biascicato tra le fila.
"E' Milan."
"Jd si sta sbracciando"
"ma non aveva una spalla rotta?"
"Il leader chiama dalla finestra?"

Tra lo sbigottimento generale, perchè non si capiva chi chiamassero e perchè, giunse Ribert di corsa col fiato corto, fermandosi con una slittata che lo fece chinare in avanti. Respirò a pieni polmoni e alzò un braccio verso lo Chateau.

"Lia... anf... ti... vuole..! Jd dice... anf... che devi andare... il... Leader... vuole.... parlare... conte!" soffiò le parole a intervalli,  cercando di farlo velocemente, mentre Lia restava a fissarlo accigliata.

"Perchè devo ritornare?"

"per favore, mi sono fatto dal suo ufficio fino ad ora al massimo della velocità, e ho bevuto un pò perchè in pausa. Torna... per favore..."

"Quanti anni hai per bere al punto che una corsa ti fa stare così? Non dovresti essere allenato?"

"Carina, Ribert al massimo sa fare le scale e per lui è già troppo. AH ah ah! Se non fosse per la sua bravura con l'elettricità sarebbe fuori. E' un peso morto!"

"primo, chiamami carina di nuovo e ti faccio spuntare le due cose che credi preziose dalle orecchie. Secondo, il fatto che uno non sia portato per le attività fisiche non significa che sia inutile o stupido. Anzi, a volte valgono due volte di quelli che si pompano solo per apparire... " proruppe lei, confrontandosi faccia a faccia con il tizio che aveva parlato "chi lo sa che chi si pavoneggia solo per i muscoli un giorno non finisca a pedate nel culo fuori da qui, perchè troppo vecchio e questo qui non diventi il vice del Leader. A ognuno la sua caratteristica. Ragiona così e sei solo stronzo..."

La discussione si interruppe, mentre l'uomo si incavolava come un pazzo, per qualcosa che si conficcò vicino a loro. Quasi un metro, forse poco più prima di dove stava discutendo e l'uomo arretrò, guardando l'oggetto. Lia fissò la cosa. Una freccia con un piumaggio particolare tremolava dove era riuscita a conficcarsi, mostrando qualcosa di bianco, legato.

"Ma in questo posto fate tutto fuori dall'ordinario? Un telefono? Un messaggio? Qualcosa di istantaneo?" disse Lia rivolta al ragazzo e guardandosi intorno, fissando chi la attorniava.

"Il tiro con l'arco è..."

"Si, si. Sarei stata più colpita se avessero preso qualche tacchino pomposo anche su una coscia, non proprio su una chiappa..." guardando l'uomo con lui stava discutendo sorridendo "ma mi aspettavo  cose più veloci di una strepitata alla finestra, spolmonandosi da un kilometro. Sono sicura che tutti voi avete un telefono. Per carità, di questi tempi è più sicura e privata una lettera sparata con una freccia, fa molto altri tempi, ma in questo caso pure Giulietta e Romeo si sentirebbero mortificati per voi..."

Si avviò, dopo aver sbuffato, verso lo Chateau e rifece al contrario il percorso, vedendo man mano avvicinarsi Milan alla finestra e si chiese cosa gli passasse per la testa per far scoccare frecce e urlare da decine di metri. E notò Jd alla porta. Perchè stava tornando indietro, si chiese? Poteva benissimo andarsene e tanti saluti.
Eppure fu una decisione fatta d'impulso.
Raggiunse il giovane sulla soglia del portone principale e, alzando la mano per farlo tacere, lo superò, avviandosi per le scale. Perfino la donna che l'aveva accompagnata strampolava sui tacchi per raggiungerla sulla scala, ricevendo un silenzioso proseguire non degnandola e indirizzarsi verso l'ufficio di quella persona.
Assurdo lui, assurdo questo posto, assurdo quanto le persone più strambe siano quelle che erano capaci di grandi cose. Come far cadere in ginocchio il mondo a quel modo.
E a me, cosa importa? Fu una domanda intima comprensibile, eppure era perplessa. lei doveva andarsene, punto. Perchè le era sembrato strano quel comportamneto solo per attirare la sua attenzione? E fermarla?

"ma chi ha scoccato la freccia?" sbottò tra sè ma che fu udita dalla donna,

"Oh, il nostro Leader. E' un ottimo arciere, tanto che ha vinto molti tornei, anche perchè lui utilizza archi e frecce vecchio stampo, non quegli arnesi moderni che lavorano per te..." poi vedendosi guardata malamente dalla ragazza rispose più piano "così dice lui!"

"Ha un arco in ufficio? Seria?"

"Ha una stanza attigua dove mette in mostra le armi che ha collezionato, personali, di un certo pregio.  Credo che abbia usato quello fatto a Mano di  Legno mongolo, di pregio che usa solo per dimostrazioni con amici  e clienti. O magari era quello..."

"Si, ok. grazie. ora può andare, conosco ormai la strada..." disse tagliente verso la donna che sembrava adesso quasi incerta su cosa fare.

Non la sentì per niente finchè non raggiunse l'ufficio, bussò con le dita e si fiondò dentro, senza aspettare l'invito. Un'azione che fece infuriare la donna, lamentandosi di maleducazione. E questo non piacque a Lia.

"Senta, conosco benissimo, e perchè sono io, la giusta educazione e come comportarsi ni molte situazioni. Ma direi che, dopo aver visto un tizio scapicollare come un indivolato per chiamarmi, mentre una freccia gli sfrecciava sul capo per fare la stessa cosa, rendano la diligente attesa della risposta del padrone dell'ufficio, irrilevante. Ora, se vuole retrocedere e permetterci di conferire..."
allungando una mano tesa verso la porta, aperta dopo che era entrata,  fissando la donna con severità. La stava mandando fuori meglio che poteva, ma lei era ancora sulla soglia, sfregandosi le mani.

"FUORI!" facendola sobbalzare e scappare, sbattendo la porta.

Una risata cristallina proruppe nella stanza e Lia si voltò, mezza infuriata. Quella donna prima la trattava con superiorità e poi, perchè era stata richiamata, come se dovesse accompagnare qualcosa di pericoloso che non sa gestire. E Lui rideva.

"Se continui così finirai davvero per litigare malamente con qualcuno. E rischi davvero che una delle tue paure prenda forma..."

"A cosa devo i tuoi richiami... folcloristici"

"EH, lo so. Guarda, guarda questa meraviglia..." mostrandole un grosso arco sopra la scrivania, poggiato su panni che sembravano velluto. Tre tipi di legno di colori diversi svettavano contro il tessuto " Preciso, magnifico, di valore... Arco Tradizionale Mongolo in fibra e legno, adatto anche ad allunghi superiori e fino a 32 pollici, ambidestro. Non è uno dei più preziosi per legni e materiali, ma ha il suo costo e comprato proprio da un vero artigiano. non quelli che si trovano adesso che sono fatti in serie e non calibrati per il portatore. Questo... è personalizzato! Ma... si, ok. Ti ho chiamato perchè avrei bisogno di parlare con te. " accorosi alla fine che sembrava offesa e scalpitante per l'attesa.

"Di cosa. Della tua collezioni di armi? Mi hai fatto tornare per questo? Io dovrei.."

"Si, si. E' proprio di lui e alcune cose che hai detto, che vorrei... chiarire?!? Discutere? O..."

"Cosa vuoi..." incrociando le braccia nervosa e stanca.

"Mi auguro che già l'effetto non sia svanito. Vorrei parlarti dei discorsi su questo posto che ti sei lasciata sfuggire...  Ho riflettuto, mentre tu parlavi con Jd di sotto ho chiamato velocemente  mio fratello e... Ho deciso di trattare certe cose con te per capirle meglio. Come ha detto mio fratello, mi hai aperto un mondo..."

"Ah... addirittura..."

"Non fare la polemica. Siediti qui" indicandole una delle poltrone "perchè ho bisogno di un altro parere, mente, occhi... Su, non abbiamo tutto il giorno!" prendendo carta e penna dalla scrivania e dirigendosi verso la zona con divani e poltrone.

"Eh, anche per me!"



Continua





















   
 
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