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Autore: Chiara PuroLuce    08/10/2020    9 recensioni
Quando una gita finisce per sorprenderti e l'unico mezzo di salvezza è... una corda...
(Writober 2020 - pumpNIGHT 2020 - #fanwriter2020)
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                  LA CORDA
 
                                                                               pumpNIGHT 2020 Prompt 6 – Corda
 
 
 
«Bene, bel panorama. Ma adesso mi spieghi come facciamo per tornare a valle, ora che ha smesso di piovere?»
 
«A me lo chiedi?»
 
«Come… a me! Senti, sei tu che hai insistito per fare questa scampagnata. Io me ne sarei stata volentieri spaparanzata sul dondolo della nostra baita a prendere il sole e a leggere un buon libro, mentre tu sonnecchiavi. Ma tu no, tu dovevi fare l’Indiana Jones della situazione e hai voluto trascinarmi quassù. Ma perché ti ho dato retta!»
 
«Perché mi ami?»
 
«Ti giuro, Tommaso, che appena torniamo a casa, chiedo il divorzio.»
 
«Spiritosa!» le disse lui prima di baciarla teneramente «Già vedo il titolo sulla gazzetta del paese… Sposi novelli appena rientrati dalla luna di miele, divorziano. Lo sposo voleva solo fare una gita innocente, ma non aveva fatto i conti con la pigrizia della consorte» la prese in giro.
 
Ah, Tommaso, Tommaso, Tommaso. Eppure, lo sapeva che era uno scapestrato e un impulsivo, ma l’aveva sposato lo stesso, una settimana prima. Ah, l’amore, che brutto affare.
Fino a quella mattina era andato tutto bene e il loro soggiorno in una baita a San Martino di Castrozza, procedeva nel modo più classico. Durante il giorno facevano piccole gite o incursioni a valle e la notte la passavano l’una tra le braccia dell’altro alla luce del camino, essendo autunno inoltrato le temperature scendevano drasticamente.
Quella mattina, Tommaso aveva deciso di addentrarsi un po’ più in alto del solito per ammirare il panorama mozzafiato senza impedimenti. Era andato tutto bene, fino a che un temporale improvviso li aveva costretti a rifugiarsi in una piccola grotta di fortuna, in attesa che passasse e ora… erano bloccati lì.
Il temporale si era poi rivelato una tempesta in piena regola e la furia del vento aveva divelto un albero davanti ai loro occhi. Ora che tutto era finito, dovevano rientrare alla base.
 
«Non hai un piano b? Tu di solito li hai sempre. Sei amico dei piani b, tu» gli disse, sarcastica.
 
«Maddalena» le disse «questa volta ti sconvolgerò, ma non ne ho neanche mezzo. Però…» e qui la stupì «ho questa!»
 
Lei stette a guardarlo aprire lo zaino ed estrarre qualcosa di lungo e verde e nero con un moschettone finale che le mostrò tutto soddisfatto e con un largo sorriso.
 
«Una corda!» gli disse «E che ce ne facciamo di una corda e poi… ma da dove spunta. Non l’ho mi vista prima.»
 
«L’ho comprata ieri in paese e, a quanto pare, ho fatto bene.»
 
«Ok, amore, ma a che diamine ci serve? Non è che vuoi usarla come una liana vero? Della serie… tu Tarzan, io Jane?»
 
«Aaaa ahahah ahahahahahhhhaaaaa!» urlò lui battendosi il petto e lasciandola interdetta»
 
Ma… era forse impazzito del tutto?
 
«Ok, mi stai spaventando, ora. Tu sei tutto matto. Non crederai mica che mi aggrapperò a te, mentre la usi a lazzo per legarla a un ramo, per poi fare leva, vero?»
 
«Cosa? No! Semplicemente… vedi il terreno com’è messo?»
 
«Com’era messo prima del temporale, solo più bagnato?» gli rispose.
 
«Appunto, brava. Bagnato, ovvero, scivoloso. Ci aspetta un percorso in discesa, mia cara, e anche piuttosto ripida. E se due più due fa…»
 
«Cinque?» gli disse con fare canzonatorio.
 
«E tu avresti preso la laurea in fisica e insegneresti all'università?» le ricordò, ridendo «Quello che voglio dire è talmente semplice che lo capirebbe anche un bambino della materna» concluse poi iniziando a legarsi un’estremità alla vita e passandole la seconda.
 
Lei lo guardò, dapprima confusa, ma poi…
 
«Ahhh, ok, ci sono. E dillo chiaro, no? “Amore mio, se ci leghiamo insieme abbiamo meno possibilità di finire in un dirupo da soli, così ci facciamo compagnia nella morte certa”
 
«Vedi? Bastava fare funzionare le tue celluline grigie. Dunque, ora segui il mio esempio, così possiamo andarcene da qui. Per quanto sia stato piacevole stare qui abbracciato a te per scaldarti, iniziano a calare le temperature e non vorrei trovarmi sperduto nel bosco e morire congelato o peggio.»

A dire il vero neanche lei e così lo fece. Si legò stretta la corda, si assicurò che ce ne fosse abbastanza, non era certo un figurino e ne servì abbastanza per farla sentire sicura, e poi gli sorrise.
Cavoli, il terreno era davvero scivoloso e le pietre lisce erano un continuo pericolo, specie in una ripidità del genere.
 
«Ricordati, mia cara, di scendere di traverso, come faccio io. Serve per avere una maggior presa sul terreno e non aumentare la velocità, perché poi è difficile fermarsi, ok?»
 
«Ha parlato l’esperto alpinista!» lo prese in giro lei.
 
«Ehi. Mi sono documentato, ok? Lo sai che amo essere preparato su tutto. Allora, adesso la smetterai da ridire e ti concentrerai sulla discesa?»
 
«Sì, papino» e quando lui la guardò inarcando un sopracciglio, gli mandò un bacio soffiato che lo fece ridere. «Non vorrei mai essere la causa della tua caduta. Metti che poi ti casco sopra, ti riduco le ossa a un colabrodo.»
 
Lui, per tutta risposta si fermò, la trasse a sé e la baciò con passione, a lungo.
 
«Adoro le tue curve e ti confesso che ti ho sposata per averle tutte per me, in esclusiva. Sarebbe un onore rimanerne vittima» poi le fece l’occhiolino e riprese a scendere.
 
Maddalena, suo malgrado, arrossì come una scolaretta. A volte le sembrava ancora troppo bello per essere vero eppure… Tommaso, trentacinque anni, si era innamorato di lei all’istante – così le aveva detto – mentre era al parchetto sotto casa, intenta a mangiare un gelato immersa nella lettura di un libro di Stephen W. Hawking, piuttosto impegnativo e davvero molto interessante. Alto, longilineo, mossi capelli scuri come la notte e grandi occhi blu nascosti dietro un paio di occhiali dorati, Tommaso – se pur l’aveva colpita dal primo sguardo – ci aveva messo un po’ a conquistare lei e la sua diffidenza. Bassa – non arrivava al metro e sessanta – molto formosa, capelli rossi corti e occhi marroni scuro, trentasette anni – lei non gli aveva reso la vita facile. Ma alla fine, l’aveva conquistata e sposata. Due anni dopo.
Si era sempre fidata di lui, fino a quel momento. Ma l’amore era anche quello, fidarsi, no? E lei, del suo amore, si fidava e molto anche.
La discesa fu davvero ardua e insidiosa e per arrivare alla baita, ci misero un paio d’ore. Dopo avere acceso il camino ed essersi fatti una bella doccia calda, prepararono qualcosa di veloce e si sedettero sul grande tappeto posto lì davanti per godersi il cibo in pieno relax. L’atmosfera era talmente tranquilla e rilassata che ben presto, con la pancia piena e sfiniti dalla loro avventura, si diressero all’enorme letto e si ritrovarono addormentati ancora prima di accorgersene.
 
 
 

Il mattino dopo, Maddalena si districò dall’abbraccio del marito – ancora nel mondo di Morfeo – e si diresse sul portico, dove amava sostare per ammirare le montagne. Uscendo notò la corda usata per il rientro, che giaceva sul tavolino all’ingresso. Maddalena aveva tutta l’intenzione di tenerla come ricordo, una storia da raccontare ai posteri, magari da abbellire a suo vantaggio.
 
«Non ci pensare neanche.»
 
La voce del marito la fece sobbalzare. Ma non stava dormendo?
 
«Ti credevo addormentato. A cosa non dovrei pensare?» gli chiese.
 
«Non ci riesco, se mia moglie se ne va e mi lascia al freddo» le rispose abbracciandola dal dietro e baciandole il collo, facendola ridacchiare e poi riprese «so a cosa stai pensando. A come infarcire la storia della nostra mini avventura con la corda, a tuo favore. No, no, no. È proibito.»
 
«Che brutta cosa da dire. Dubiti di me, vedo, da bravo poliziotto quale sei. Deformazione professionale o…»
 
«No, semplicemente ti conosco, mia cara. Abbastanza per sentirti inventare le tue prodezze anche stando zitta. La corda è stata una mia meravigliosa idea e stazionerà appesa all’ingresso di casa nostra come monito per te. Così ogni volta che ci passerai davanti dirai…» fece una pausa, si schiarì la voce e cercò di imitare la sua voce «Oh, ma che marito adorabile che ho, il mio salvatore, il mio eroe!»
 
«Ma smettila, ma quando mai» gli rispose schiaffeggiandolo sul braccio.
 
E poi rise, forte e a lungo, prima di voltarsi a baciarlo, per poi trascinarlo dentro la baita e dimostrargli quanto, nonostante il suo ego gigante, lo amasse.
   
 
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