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Autore: Master Chopper    08/10/2020    0 recensioni
[Shūmatsu no Valkyrie]
[Shūmatsu no Valkyrie]Per decidere le sorti dell'umanità, gli dèi di ogni pantheon si riuniscono e, disgraziatamente, la loro decisione è unanime: distruggere il genere umano. Una voce però si leva in opposizione, ed è quella di un dio misterioso di cui nessuno sa niente, ma che sfida dieci dèi ad affrontare dieci umani prima di poter accettare quel destino crudele.
Dieci esseri umani provenienti da qualsiasi epoca affronteranno dieci dèi provenienti da qualsiasi cultura: questo è il Ragnarok.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Angolo Autore (questa volta in cima):

Welcome back! Cos’è questo capitolo, aggiornato così in fretta dopo la fine del nono scontro?

Sono solo degli omake che mi ero promesso di fare, ovvero delle scenette dietro le quinte tra i partecipanti del torneo. Come potete vedere sono sette, esattamente come sette sono i giorni che vi separano dal prossimo capitolo, e quindi dall’ingresso nella parte finale di questa storia.

Che dire, godeteveli e godetevi l’attesa!

Alla prossima!

 

(Fare Il Padre)

Era notte fonda ormai quando il faraone più amato d’Egitto rientrò di soppiatto nella sua reggia. Fece un occhiolino complice alle guardie, gli parve di udirle sbuffare, e si complimentò con se stesso per avere dei passi così silenziosi da doversi meritare il titolo di “Fantasma del Deserto”.

Quest’ultima affermazione però apparteneva solo e soltanto alla sua immaginazione, perché purtroppo divenne subito il faraone più in pericolo d’Egitto.

“Ramsess!” Lo richiamò una voce adirata, facendogli balzare il cuore in petto per lo spavento.

Ciò nonostante, provò a voltarsi per andare in contro alla morte fingendo un sorriso: “Mia adorata Nefertiti, cuore mio e luce dei miei oc-…”

“Basta, io non ce la faccio più con te!” Strillò la regina, la quale portava in braccio due bambini, più uno arrampicato sulla schiena, uno sul petto e altri due per gamba.

“Sei sempre fuori a bere, o con donne, o con donne a bere! Non ti occupi mai dei tuoi figli!”

“Ma nooo… lo sai anche tu che esageri.”

“Ah sì?! E allora dimmi che giorno è nato il tuo settantaquattresimo figlio?”

Il tempo parve fermarsi, ma in realtà ogni secondo veniva scandito nella testa di Ramses come nel countdown di un quiz a premi.

“Ehm, è una domanda a trabocchetto, vero? Io non ho così tanti figli!” E scoppiò a ridere.

Nefertiti gli rifilò uno sguardo in cagnesco: “Ramsess, tu hai più di cento figli.”

A quel punto scoppiò a piangere.

Contemporaneamente, anche altri cento bambini di tutte le età si risvegliarono nel cuore della notte a palazzo, piangendo disperati in cerca della mamma. Una mamma che, però, non accennava muoversi.

“Stasera ci pensi tu a loro!”

E dopo quelle parole, il regnante più potente ed indisciplinato del mondo non poté fare a meno che ubbidire. A testa bassa, mentre smaltiva una sbornia, si trascinò nella camera che pareva una caserma di soldati, costellata di culle per altre piccole versioni di sé.

Ad uno ad uno li cullò, li baciò, e raccontò loro una storia, finché non crollò addormentato in un mare di suoi figli.

 

 

(Viaggi Fantastici)

“Ancora con questa storia?! È così noiosa da riuscire a sterminare dalla noia pure noi dèi, figurati gli umani che sono costretti a studiarla!” Sbuffava Sun Wukong, il Re delle Scimmie, esasperato nel suo litigio contro un altro permaloso ed irascibile individuo.

“La MIA è una storia piena di passione, cultura, filosofia! Poi parli tu, che non l’hai nemmeno scritto il Viaggio Verso l’Occidente?!” Gli urlò in faccia Dante Alighieri, alimentando ancor di più l’ira dello scimmiotto.

“C-C-Cultura e filosofia, ah?! Ma se spendi capitoli interi ad insultare le persone che ti stanno sulle palle, e a fare elogi per una donna che non ti degnava nemmeno delle sue attenzioni! Sei solo un vecchio simp, ecco cosa!”

“Come osi, lurido animale? Il mio è il più grande racconto mai scritto: l’avventura per antonomasia! Ti rendi conto che ho affrontato l’Inferno ed il Purgatorio, per poi arrivare fino al Paradiso?!”

“Io da solo metto in piedi la cultura della Cina, invece. E, pensa un po’, se guardi anche negli anime e nei manga, ogni tre per due trovi un riferimento a ME! Hai presente Dragonball?!”

La diatriba sarebbe potuta andare avanti all’infinito, se solo un’ingenua voce non avesse chiesto con fermezza:

“Ehm, scusatemi la domanda, ma… questi viaggi li avete compiuti per davvero, quindi?”

E a quel punto i due litiganti ammutolirono come due stoccafissi, per poi decidere di non toccare mai più quel discorso in vita loro e di non vantarsi di viaggi che in realtà non avevano mai fatto.

 

 

(Buona Sorella)

Un dubbio tormentava la Dea dei Morti, Hel, ponendola al pari delle anime dannate in suo dominio, e quel dubbio riguardava nientemeno che il suo amato fratello Fenrir. Voleva molto bene anche a Jormungandr, certo, però il Lupo era quello costantemente più esposto al pericolo, soprattutto a causa della decisione di collaborare con lei.

Per questo motivo era nato il quesito: “Io sono una brava sorella?”

Decise di indagare sui rapporti di parentela altrui, in modo da informarsi di quali fossero gli standard di un buon fratello/sorella.

Trovò Prometheus chiacchierare allegramente con suo fratello, Epimetheus. Erano quasi simili nell’aspetto, e quando ridevano e scherzavano parevano due gocce d’acqua. Ma di cosa stavano parlando?

-Ah…- ascoltò Hel -Parlano di quando Prometheus lo ha ucciso, dandogli dello stupido.-

Forse non era stato un buon fratello, ma almeno poi avevano fatto pace.

In seguito vide Quetzalcoatl assieme agli altre tre dèi mesoamericani. Tezcatlipōca si era morso la lingua dopo aver provato a pronunciare il nome di Acuecuyoticihuati, ed ora si rotolava a terra per il dolore. Quetz aveva le lacrime agli occhi per le risate, Acu per il dispiacere di aver fatto indirettamente male al suo amico e Tlaloc invece per la sua tristezza esistenziale.

Tutto sommato, anche senza legami di sangue, quei quattro erano come una famiglia.

-Certo…- pensò -Hanno anche distrutto la Terra per più volte…- però almeno erano contenti.

Tra le divinità fu soddisfatta dei risultati ottenuti, però, mossa da una profonda curiosità, provò a sbirciare anche nelle vite degli umani.

Scoprì così il passato di Mengele, e da quel preciso istante fu convinta più che mai di essere la migliore sorella che Fenrir potesse avere.

 

 

(Ninja Dies Twice)

“Shuriken Caricato! Castagnola Shinobi!” Era iniziata come semplice passione per i ninja.

Guy Fawkes trasformò il suo braccio sinistro in un lanciafiamme e mirò il manichino d’addestramento: “Getto Ardente!”

La differenza tra passione ed ossessione era stata superata facilmente dopo che l’inglese aveva scoperto un certo videogioco, e così era nato il desiderio di modificare il suo corpo per integrare le armi di quella affascinante casta di guerrieri.

Dopo aver fatto centro, portò le braccia al petto e un paio d’ali di acciaio gli sbucò dalla schiena, accompagnando la sua planata. Dopodiché, queste si chiusero a bozzolo attorno al suo corpo, rilasciando una nube di fumo nero.

“Mi servono più strumenti ninja!” Una volta diradata, lui era sparito.

Non ci volle molto prima che un mostro si presentasse alla porta di Masutatsu Oyama. Persino il grande karateka ne ebbe terrore: era ricoperto da una corazza di ferro da cui spuntava una lancia, due katane al posto delle braccia, il rotore di un aereo sulla schiena ed una dozzina di canne di armi da fuoco lungo tutto il corpo.

“Maestro! Eccomi, ora sono il ninja definitivo!”

 

 

(Servizi)

La Bestia Divina Enkidu, nella sua silenziosa permanenza tra gli altri dèi combattenti, passava molto tempo da solo. Non che si trovasse a disagio nella solitudine, però quella situazione non dipendeva soltanto da lui: gli altri non lo avevano mai avvicinato, né per un dialogo, né per compiere una qualche attività insieme.

Sapeva di essere un tipo schivo, e che senza Gilgamesh non appariva di certo come una figura rassicurante con cui intrattenere una conversazione, però ad un certo punto iniziò a nutrire una certa invidia verso il titano Prometheus.

Prometheus infatti, dall’essere disprezzato da tutte le divinità superiori, pareva molto popolare tra quelle che avrebbero combattuto nel Ragnarok. Era sempre chiamato a destra e a manca, e di buona leva si impegnava per risolvere i problemi di tutti con più efficienza possibile. Così, Enkidu iniziò a spiarlo di nascosto.

Vide il titano mettere a posto la stanza di Quetzalcoatl, spolverando e lucidando gli strumenti d’allenamento mentre ancora il piccolo dio li stava usando, non facendosi problemi a sollevarlo senza però interromperlo.

Dopodiché si premurò di spalmare l’antiossidante sulle catene di Fenrir e consigliare ad Hel quale fosse la maschera a due colori migliore per il suo viso.

Venne salutato cordialmente da Baphomet mentre gli accendeva tutte le candele nel suo tempio oscuro, e persino quando fece lo stesso con le candele dell’altare di Uriel, non venne incenerito all’istante dall’arcangelo. Il che, sembrava una grande impresa.

Passò anche in rassegna il divano su cui alloggiava Sun Wukong, ovviamente ronfando profondamente, e gli rimboccò le coperte facendo attenzione a non svegliarlo.

Dopo aver constatato che Hastur non necessitasse di niente, anche perché non si faceva mai vedere in giro, il titano dai capelli rossi si sedette in un angolo a riposare.

“Enkidu.” Chiamò, rivelando la posizione del suo osservatore nascosto. La divinità, nascondendo il forte imbarazzo dietro al suo viso duro, si fece avanti.

“La prossima volta…” Prometheus sorrise, asciugandosi il sudore dalla fronte con un fazzoletto. “… puoi aiutarmi anche tu, se ti va!”

 

Entrambi non sapevano però, che dal lato dei combattenti umani, Mordred e Boudicca si destreggiavano come un padre ed una madre casalinghi esperti.

 

 

(I Due Burloni)

Quando si annoiava, Guy Fawkes tendeva a fare degli scherzi che colpivano indiscriminatamente tutti gli altri combattenti umani.

“Aaah, finalmente è arrivato il libro che avevo ordinato!” Esclamò raggiante Dante, aprendo il pacco che gli era stato spedito. Sfortunatamente, ad attenderlo ci fu soltanto un’esplosione di cenere che gli annerì la faccia, bruciandogli anche le sopracciglia.

“Anche a te, eh?” Domandò Boudicca, lì di passaggio, con in bella mostra i capelli tirati all’indietro sfidando la forza di gravità, anch’essi neri di fuliggine assieme al suo volto. Entrambi poterono udire l’inglese ridacchiare, nascosto dietro un angolo.

Al contempo, dal lato degli dèi, anche Quetzalcoatl aveva simili modi di passare il tempo.

Infatti, quando vide Sun Wukong dondolarsi distrattamente su di un’altalena, decise di dargli una spinta con una folata di vento. Sfortunatamente, non sapendo controllare il suo potere molto bene, lo spedì così lontano da farlo sparire nel cielo, mentre l’urlo atterrito della scimmia si affievoliva sempre più.

 

 

(Teatrino Degli Dei)

“Questo è il più grande spettacolo di tutti i tempi!” Annunciò una voce, quando il sipario si spalancò.

La voce del narratore apparteneva ad un personaggio in scena, ovvero un agnellino nero dalle lunghe ciglia.

“La pecorella camminava per la foresta assieme al suo amico, il grande e possente toro.” Disse Baphomet, nascondendo male un tono divertito.

Enkidu apparve in scena con un ridicolo campanaccio da bestiame al collo, e palesemente controvoglia seguì il compagno.

“Ad un certo punto però, la pecorella ed il toro si persero! Faceva tutto così paura!” Si udì un frusciare di foglie tra le cime degli alberi.

“Per fortuna un amico era dalla loro parte: la scimmia, che della foresta faceva la sua casa!”

Piovve dal cielo Sun Wukong, il quale non perse tempo prima di ridere borioso: “Eccomi qui! Il Signore delle Scimmie, il bellissimo scimmiotto, il campione degli dèi…!”

“Tuttavia!” Lo interruppe Baphomet: “Anche la scimmia tremò di paura quando apparve il terribile e grande lupo!”

Non accadde niente.

“Ehm… il terribile e grande… lupo!” Fenrir apparve sul palco con la coda tra le gambe.

“Bravo! Bravissimo!” Esultava Hel dagli spalti, con le lacrime agli occhi per la commozione. “Sei il più grande attore del mondo, sono così fiera di te!”

A quell’affermazione la scimmia dorata si accigliò: “Ehi! Sono io il più grande attore di tutti i tempi, non lui!”

“Ti cedo volentieri il posto.” Dichiarò mogio mogio il lupo grigio.

“Non l’hai mai avuto!”

Però Baphomet aveva già ripreso a narrare: “In realtà il lupo non era cattivo, si era solo perso anche lui! Ma grazie all’aiuto di un uccellino…”

Quetzalcoatl volò sopra tutti loro, facendo appena in tempo a salutarli prima di schiantarsi contro una parete, bucandola.

“… trovarono la via d’uscita dalla foresta. Spuntarono allegramente in riva al lago, dove il polipo…”

“Io non ho più voglia di vivere dopo tutto ciò.” Commentò Hastur, a mollo nell’acqua.

“… ed il fagiano…”

“Questo è intollerabile!” Sbraitò Uriel, infiammando la sua spada ed iniziando a distruggere il palco “Noi esseri divini dovremmo essere regali, non dei buffoni che si dilettano in queste pagliacciate!”

“… festeggiarono tutti assieme! Evviva! Fine!” Concluse Baphomet con un grande sorriso, mentre Hel continuava ad applaudire alla velocità di un jet e Prometheus accorreva a soccorrerli, vedendo l’intera impalcatura crollare sugli attori.

   
 
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