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Autore: Kifuru    08/10/2020    0 recensioni
Per secoli la sconfinata e bellissima Terra del Sole è stata sconvolta da una guerra sanguinosa, scatenata tra le due potenti nazioni fondatrici. Dopo lunghi decenni di morte e distruzione, venne costruito un immenso ed indistruttibile muro, con l'aiuto di misteriosi alchimisti, suddividendo effettivamente in due parti un intero continente. Per completare l'opera, gli alchimisti crearono un unico stretto passaggio nella maestosa muraglia, l'unico punto di contatto fra le due potenti nazioni in continuo conflitto fra di loro. La guerra ebbe fine, non cancellando però l'antico clima d'odio. Diverse generazioni dopo, due giovani, cresciuti con tradizioni ed abitudini diverse, affronteranno, nel corso di drammatiche avventure, la secolare rivalità mai morta tra i loro popoli.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 4
 
La sorella adottiva
 
 
Il piccolo contingente di Guardiani procedeva la marcia a ritmi lenti e costanti, controllando scrupolosamente le condizioni delle ragazze liberate. Il comandante della truppa interrompeva spesso l’andamento della marcia con piccole soste, in modo che le ragazze potessero recuperare più facilmente il fiato. Molte di loro erano ancora fortemente debilitate fisicamente a causa dei lunghi giorni di prigionia e malnutrizione.

Una volta giunti al di fuori dai Boschi Notturni, il Sergente Timothy Carter aveva condotto il gruppo lungo le grandi pianure dell’ovest sandariano, conosciute anche come le Pianure di Maastrix. Si trattava di un’immensa distesa verdeggiante, priva di ostacoli o pericoli degni di nota, che dai Boschi Notturni proseguiva per molte miglia fino al Fiume Niur.

Durante i primi giorni di viaggio, le ragazze fecero molta fatica a fidarsi dei loro liberatori, al contrario tremavano visibilmente di fronte a loro, probabilmente pensando al fatto che anche loro, nonostante le loro intenzioni, restavano pur sempre uomini abituati a uccidere.

Alcune ragazze avevano sofferto terribilmente a causa della loro bellezza e della loro giovinezza. Gli schiavisti, anche se erano soliti mantenere integra il più possibile la bellezza delle sventurate che rapivano, non riuscivano molto spesso a contenere la loro brutalità durante i lunghi viaggi verso i Territori del Sud. La più giovane del gruppo, una bambina di nome Pauline, non aveva aperto bocca, se non in un brevissimo scambio di parole con il Guardiano Cal Dreys, avvenuto subito dopo lo scontro con gli schiavisti.

Quest’ultimo scoprì da una delle prigioniere che la bambina dai bellissimi capelli biondi fortunatamente non era stata toccata dagli schiavisti, forse perchè troppo piccola o forse perchè semplicemente non fecero in tempo a godersi anche quella parte del terribile bottino.

Ciò nonostante, il viso candido e innocente della ragazzina era visibilmente distrutto. La piccola vagava come sperduta in un mondo crudele, all’interno del quale si era ritrovata improvvisamente sola. Aveva perso entrambi i genitori, mentre la casa, dove era nata e cresciuta, era stata data alle fiamme per motivi che non riusciva a capire. Cal vide la paura di chi non ha più speranze, orribilmente scolpita negli occhi azzurri della piccola.

Nel suo mutismo, Pauline mangiava pochissimo e si teneva in disparte persino dalle sue stesse compagne di prigionia, le quali più volte avevano tentato di avvicinarsi a lei, anche solo semplicemente per confortarla. Ogni tentativo si rivelò inutile.
La notte era il momento peggiore. La piccola nel suo giaciglio tremava senza controllo e inutili furono i tentativi dei Guardiani di calmarla o confortarla. Durante la lunga marcia lungo le sconfinate Pianure di Maastrix, molte delle sventurate ragazze liberate, anche se lentamente e a piccoli passi, iniziarono ad avvicinarsi ai salvatori, i quali si mostrarono sempre gentili e vicini ai loro bisogni. Con calma i Guardiani riuscirono a trasmettere le loro buone intenzioni, così facendo le giornate di marcia divennero più distese e facili da affrontare. Alla fine le ragazze si convinsero di essere state realmente salvate.

La piccola Pauline rimase l’unica del gruppo apparentemente incapace di superare il peso delle perdite e delle sofferenze subite. Anche Cal aveva provato ad avvicinarsi a lei, ma ogni volta la bambina si era allontanata velocemente in preda al panico, urlandogli di lasciarla in pace. Il giovane provava una tristezza infinita di fronte alle lacrime infinite della piccola, si sentiva frustrato e impotente. Più proseguiva il cammino lungo le pianure, maggiore divenne il suo desiderio di aiutarla, di proteggerla e di condurla verso una vita felice.
Per più di dieci giorni la compagnia dei Guardiani sopravvissuti al sanguinoso scontro con gli schiavisti condusse il gruppo delle ragazze liberate lungo i bellissimi paesaggi delle grandi Pianure di Maastrix. Il Sergente Carter aveva già scelto il punto ideale per attraversare il fiume Niur in totale sicurezza, in modo da poter poi prendere la via più breve per Merovia. I rapimenti erano avvenuti per la maggior parte in villaggi poco sorvegliati e difesi, situati proprio a poche miglia da quella città, famosa in tutta la nazione per via delle tante attività commerciali e artigianali estremamente fiorenti.

Le miglia da percorrere erano ancora parecchie, considerando che da Merovia il piccolo gruppo di Guardiani avrebbe dovuto poi proseguire verso est in direzione di Portland, città natale della maggior parte di loro e dalla quale era partita quella lunga missione di salvataggio.
La nostalgia verso casa era forte ed evidente soprattutto nei volti dei più giovani Guardiani. Dopo il sanguinoso combattimento che aveva dovuto affrontare, Cal non desiderava altro che poter riabbracciare la sua amata sorella maggiore. Desiderava ardentemente il suo abbraccio, le sue dolci parole di conforto.
Per lui Keila era stata più una madre che una sorella maggiore, una guida saggia, gentile e amorevole. Tutto ciò che era lo doveva unicamente a lei, che si era presa cura di lui con tutto l’amore possibile dopo la morte dei loro genitori.

Cal era soltanto un neonato quando la città di Portland venne attaccata improvvisamente da alcune tribù del sud. A quel tempo le scorrerie di numerose bande di selvaggi predoni del sud avevano portato morte e distruzione in molte città Sandariane. Guerrieri brutali, in cerca di oro e donne da poter vendere poi negli innumerevoli regni senza legge del sud.
Keila aveva solo dieci anni e fu costretta a scappare con il fratellino in fasce, mentre dietro di lei i suoi genitori morivano nella brutalità implacabile della scorreria. Era stata sua madre a costringerla a fuggire, raccomandandole di proteggere sé stessa e il fratellino in fasce.

Il pensiero dell’amata sorella, adesso impegnata costantemente nell’attività politica e sociale della loro città natale, fece sorridere il giovane Guardiano, il quale vigilava, immerso nei suoi pensieri e nelle sue emozioni, sull’accampamento nel profondo buio della notte. Era rimasto un piccolo fuoco a ravvivare l’immagine dei viaggiatori addormentati, coperti in spessi e caldi sacchi a pelo, stremati dalle lunghe ore di marcia.

Cal si sedette contro un grosso albero in un punto che offriva una totale visibilità sull'ampia radura, dove il Sergente aveva ordinato di fermarsi quella notte. Era poco probabile un attacco, dato che la banda di schiavisti era stata quasi completamente distrutta.
Probabilmente i pochi sopravvissuti dovevano essere ormai in fuga ben lontano dai territori controllati dai Guardiani Sandoriani. Tuttavia il Sergente Carter non lasciava mai nulla al caso, soprattutto quando si trattava della vita dei suoi uomini.

Quella notte Cal Dreys era stato inserito nella lista dei tre turni di guardia notturni. Un suo commilitone aveva già completato il primo e a lui era toccato il secondo, per cui avrebbe dovuto rimanere sveglio per buona parte della notte prima dell’inizio del terzo e ultimo turno, che precedeva l’alba e una nuova giornata di marcia. Il ragazzo osservava attentamente il campo dominato dal silenzio, quando ad un tratto i suoi penetranti occhi grigi si posarono sulla figura della piccola Pauline, tremante nel suo sonno costantemente popolato da incubi.

Cal non riuscì a distogliere lo sguardo da quella visione. Il tormento della bambina lo faceva sentire impotente, dilaniato nell'animo da un’opprimente sensazione di dolore. Desiderava ardentemente poterla aiutare, aiutarla a riscoprire la bellissima sensazione di vivere, la confortante consapevolezza di essere al sicuro, protetta da qualsiasi pericolo. In quel momento, osservando la bambina preda di chissà quali orrendi incubi, Cal giurò a sé stesso che l’avrebbe fatto o almeno ci avrebbe provato. Quella bambina aveva sofferto abbastanza, aveva visto parte di quelle crudeltà che troppo spesso l’uomo è capace di compiere. Ora stava a lui farle scoprire un'altra parte del mondo.

Con una nuova determinazione in corpo, il giovane Guardiano si alzò, dimenticando completamente i propri doveri di sentinella. Attraversò il campo, facendo attenzione a non svegliare nessuno e si avvicinò silenziosamente alla bambina stesa nel suo sacco a pelo.

Quest’ultima si lamentava nel sonno, il suo viso angelico pieno di lacrime.

< < Vi prego……….Non fatemi del male…….Aiutatemi > >.

Cal la guardò in silenzio e di nuovo provò una rabbia cieca verso gli uomini che aveva già combattuto. Si sedette vicino a lei, sperando con tutto il cuore di non spaventarla. Allungò una mano e con tutta la tenerezza possibile accarezzò i capelli biondi della bambina ancora immersa nei suoi incubi peggiori. Pauline si svegliò di soprassalto, sbarrando gli occhi azzurri in un’espressione di puro terrore.

Quando la bambina si accorse di lui, provò subito ad allontanarsi, ma i suoi movimenti venivano limitati dal grosso sacco a pelo. Tentò di urlare, ma Cal riuscì ad anticiparla. La prese tra le braccia, abbracciandola con tutta la dolcezza di cui era capace. Ricordava da bambino i caldi abbracci di Keila, così simili a quelli di una madre e sperò davvero di essere capace di trasmettere la stessa sicurezza che aveva provato lui durante tutta la sua infanzia.

Per alcuni secondi la bambina rimase ferma e rigida tra le braccia del giovane. Persino i suoi pianti cessarono.

< < Io ti giuro su ogni divinità conosciuta e sulla mia stessa vita > > sussurrò Cal all’orecchio della piccola < < che ti proteggerò sempre. So bene che non ti sarà facile dimenticare ciò che hai passato, ma io ti giuro che nessuno ti farà più del male. Se tu lo vorrai e se me lo permetterai, mi sforzerò al massimo per donarti la vita che meriti, una vita serena e felice, dove sarai sempre protetta e amata. Ti senti sperduta e distrutta, perché pensi di non avere più nessuno in questo mondo, ma non è così. Se lo desideri, potrai venire con me a casa mia. Non voglio prendere il posto dei tuoi genitori o dei cari che hai perso, ma io ti amerò come un fratello e lo farà anche mia sorella Keila. Starai bene con noi, vivrai una vita tranquilla e serena e prometto che molto presto tornerai a sorridere. Farai parte della nostra famiglia > >.

La piccola Pauline restava rigida e immobile nel caldo abbraccio del giovane. Per un attimo, Cal provò la terribile sensazione di stringere tra le braccia un corpo vuoto e seriamente iniziò a temere che l’anima della bambina fosse già irrimediabilmente perduta. Un’ondata di dolorosa impotenza minacciò di spezzare la determinazione del giovane Guardiano, il quale, però, continuava a tenere la bambina stretta tra le sue braccia, consapevole di non poter far altro per lei.

All’improvviso, finalmente il piccolo corpo della ragazzina si mosse tra le braccia del guerriero. Cal temette di averla terrorizzata ulteriormente e che avrebbe urlato di lasciarla andare. Invece la bambina si sistemò meglio tra le sue braccia, trovando la posizione più comoda. Dopo alcuni minuti di rilassato silenzio, Pauline parlò con un tono di voce basso e timoroso, colmo di tristezza e stanchezza.

< < Hanno ucciso i miei genitori > >.

< < Mi dispiace, Pauline > > rispose lui, mentre le accarezzava dolcemente i capelli.

< < Quando quegli uomini sono arrivati al nostro villaggio, i miei genitori hanno cercato di fuggire. Ho visto morire molte persone che conoscevo > >.

La bambina, pur tremando come una foglia, finalmente si abbandonò al quell’abbraccio caldo e così protettivo. Provò una sensazione di benessere completamente nuova per lei. Nessuno l’aveva mai abbracciata così, i suoi genitori le avevano sempre detto che lei non meritava il loro affetto, perché non era mai stata parte dei loro desideri. Loro avevano chiesto agli spiriti antenati un maschio e invece avevano avuto soltanto lei.

Col tempo Pauline aveva cominciato a sentirsi in colpa per la sua stessa esistenza, per il fatto di non aver regalato l’estrema felicità ai propri genitori. Di nuovo il pianto della ragazzina si aggiunse ai rumori della notte. Cal la strinse ancora di più, facendole poggiare la testa sulla propria spalla.

< < Mi hanno lasciata indietro > > balbettò tra le lacrime la bambina < < Sono inciampata durante la fuga. Non sono riuscita a tenere il passo, mentre loro hanno continuato a correre per uscire dal villaggio in fiamme. Sono stati sorpresi da quegli uomini e li hanno uccisi davanti ai miei occhi. Non ho potuto fare niente, è stata colpa mia > >.

Questa volta fu Cal a rimanere paralizzato. Faceva fatica ad accettare una cosa del genere, il rifiuto totale di una madre e di un padre verso la propria stessa figlia. Lasciarla indietro nel bel mezzo di un attacco di assassini. Come potevano accadere fatti simili a Sandor, la nazione che lui aveva giurato di proteggere con la vita, la terra dove Keila l’aveva cresciuto con lo stesso amore di una madre. Il giovane guerriero comprese che le sofferenze della bambina avevano radici molto più profonde.

Probabilmente l’ultima terribile esperienza era stata soltanto l’ennesima crudele prova nella vita di quella bambina. Di colpo Cal perse leggermente la propria sicurezza, riuscire nell’impresa di guarire un cuore così profondamente ferito poteva rivelarsi estremamente difficile, se non impossibile.

Tuttavia, egli non aveva perso la forte volontà di impegnarsi al massimo pur di aiutarla. Era determinato a proteggerla e sicuramente sua sorella Keila l’avrebbe supportato come sempre, anzi era certo che proprio lei poteva essere in grado di regalare a quella bambina un po' di quell’amore materno che le era stato negato dalla vera madre.

Sempre tenendola al sicuro tra le braccia, Cal girò delicatamente il corpo impaurito della piccola, in modo da poter incontrare direttamente i suoi bellissimi occhi azzurri coperti di lacrime.
< < Niente di ciò che è accaduto è colpa tua. Pauline, tu sei una bambina coraggiosa e gentile, questo lo posso vedere chiaramente. Hai vissuto terribili esperienze, ma queste non segneranno la tua vita. Avrai una casa se lo vorrai. La mia casa diventerà la tua e soprattutto avrai una famiglia vera. Io e mia sorella ci prenderemo cura di te, avrai degli amici e vivrai come desideri in una città tranquilla e sicura > >.

La bambina continuava a piangere in silenzio tra le braccia possenti di Cal. A piccoli passi il corpo della ragazzina si rilassò sempre di più nel caldo abbraccio del giovane uomo. Anche se conosceva poco il suo salvatore, Pauline giunse alla conclusione di potersi fidare ciecamente, di aver finalmente trovato un posto in quel mondo che le era sempre sembrato così freddo e meschino. Si trattava di una sensazione completamente nuova per lei, una sensazione di calore, che nessuno le aveva mai donato prima, nemmeno suo padre.

Al pari delle altre ragazze liberate, Pauline si rese conto di sentirsi finalmente al sicuro, protetta da ogni pericolo. Poggiò la testa sulla spalla del suo salvatore e pianse tutte le sue lacrime, lacrime di dolore per il passato, ma anche di speranza per il futuro. Il giovane guerriero non smise mai di stringerla ed accarezzarle la schiena, accompagnando delicatamente il suo pianto.

< < E’ tutto a posto, Pauline. Andrà tutto bene > > le sussurrò Cal dolcemente. La mano libera del ragazzo si muoveva teneramente tra i lunghi capelli biondi e disordinati della bambina.
< < Ti prego > > disse Pauline con la voce inclinata dalla paura e dalla stanchezza < < Non lasciarmi da sola. Ti prego > >.

< < Non lo farò mai > > rispose prontamente il Guardiano, sistemando meglio il corpo tremante della ragazzina tra le sue braccia < < Fai già parte della mia famiglia. Sarai la nostra sorellina > >.

Nelle ore successive della notte, Cal continuò a parlare con la bambina, che nel frattempo non volle assolutamente abbandonare il suo posto tra le calde e confortanti braccia del giovane.
Cal le raccontò della sua città, dei tanti verdeggianti giardini di Portland appositamente costruiti per i bambini. Le parlò dei cibi più squisiti e delle maestose biblioteche, che erano il principale vanto della sua città natale. Pauline lo ascoltò per ore, incapace di riprendere sonno, rapita dalla sua voce calda e dolce, conoscendo finalmente la sicurezza e il calore che solo una persona realmente fidata poteva dare.
Era vero che l’aveva conosciuto solo pochi giorni prima, ma la gentilezza dell’uomo riuscì a sciogliere il suo cuore ferito e ora Pauline desiderava soltanto restare al suo fianco.
La voce delicata di Cal continuò a cullare l’animo della bambina, la quale si sentiva sempre più comoda e rilassata tra le sue braccia. Alla fine, senza rendersene conto, Pauline si addormentò pacificamente nel dolce abbraccio del suo salvatore. La sua nuova famiglia. Suo fratello.
 
 
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La mattina seguente, il gruppo riprese la marcia con rinnovata energia dopo la lunga nottata di riposo. Tutto il gruppo rimase sorpreso nel trovare la piccola Pauline dormire pacificamente fra le braccia di Cal.
Durante il corso della notte, era stato Jake Middle a dargli il cambio in pieno turno di guardia. Inizialmente il giovane arciere dai capelli lunghi e neri si era allarmato fortemente a non vederlo nella sua postazione di sentinella, ma quando lo vide nel bel mezzo del campo ben sveglio a prendersi cura della bambina, sorrise iniziando serenamente il proprio turno.
Anche le stesse compagne di prigionia di Pauline poterono ammirare lo straordinario cambiamento della bambina. Dopo ciò che aveva visto e vissuto, Pauline non si era mai fatta avvicinare da nessuno, nemmeno dalle stesse ragazze che avevano condiviso la medesima e terribile esperienza.

Il cambiamento della piccola fu incredibile. Quando si svegliò, un bellissimo e timido sorriso illuminava il volto finalmente riposato di Pauline e sebbene ella restasse sempre un po’ chiusa e riservata, cercò nei giorni successivi di non allontanarsi mai da Cal, restando al suo fianco durante le ore di marcia e soprattutto nel corso delle fredde nottate. Persino durante i turni di guardia del giovane Guardiano, la bambina preferiva rimanere sveglia con lui, in attesa di potersi poi addormentare con lui nel suo caldo e protettivo abbraccio.

Senza incidenti o spiacevoli incontri, il gruppo guidato dal Sergente Carter raggiunse il burrascoso fiume chiamato Niur, situato nel pieno del selvaggio sud Sandoriano. Era stato chiamato così in onore di un celebre Consigliere del passato, autore di molte riforme che avevano migliorato fortemente il tenore di vita di molte città della zona e in generale l’intero sistema della democrazia Sandoriana. Le rapide tempestose del fiume attraversavano le Pianure di Maastrix, proseguendo oltre il confine sud-ovest di Sandor verso le famigerate Terre Nere.

L’unico ponte, che avrebbe consentito un facile passaggio, era stato distrutto dagli schiavisti durante la loro fuga in quelle terre. Ciò non impedì ai Guardiani il proseguimento della caccia implacabile, che aveva portato alla distruzione dell’intera banda.

Il Sergente Carter conosceva bene il territorio e anche se furono necessari alcuni giorni di ricerca, alla fine i Guardiani sotto la sua guida avevano trovato il punto ottimale per attraversare il fiume. Ora la stessa impresa doveva essere compiuta con le ragazze al seguito.

Osservando le rapide implacabili e i resti del ponte distrutto, Pauline si strinse di più al fianco di Cal, il quale la circondò con un braccio intorno alle spalle per tranquillizzarla.
< < Come faremo a passare? > > gli chiese la bambina con voce tremante.

< < Tranquilla, Pauline, le acque del fiume tendono a calmarsi in alcuni momenti della giornata. Non guaderemo il fiume con queste rapide > > rispose lui rassicurante < < Attenderemo il momento propizio e potremo attraversarlo in sicurezza. Il Sergente Carter conosce bene queste terre e ci aiuterà a trovare un guado sicuro. Lo abbiamo già fatto quando siamo venuti a cercarvi > >.

Pauline continuò ad osservare lo scorrere tempestoso del fiume con un’espressione più serena sul suo viso.
Era una mattina calda e torrida. Le ragazze liberate avevano marciato stoicamente sotto il sole, ma accolsero con gioia l’interruzione della marcia nei pressi della riva del fiume. La maggior parte delle giovani erano ormai pienamente inserite nel gruppo e alcune avevano addirittura legato parecchio con i loro salvatori, segno che finalmente si sentivano realmente al sicuro.

Mentre il Sergente Carter studiava la strada più sicura, il gruppo poté rinfrescarsi con le gelide acque del fiume Niur. Jake Middle era rimasto sulla retroguardia insieme ad altri due abili arcieri. La prudenza era un elemento fondamentale nella sopravvivenza di un gruppo e il Sergente Carter non aveva alcuna intenzione di farsi sorprendere alle spalle da nemici sconosciuti.

 < < Cal > > chiamò debolmente Pauline, aggrappandosi al braccio muscoloso del giovane Guardiano < < Come fai a restare sempre così calmo? > >.

Il giovane la fissò confuso < < Che vuoi dire, Pauline? > > le chiese con calma.

La bambina si mostrò titubante nella ricerca delle parole giuste, impaurita che Cal potesse considerarla una codarda. Alla fine, però, decise di liberarsi completamente.

< < Sono sempre così terrorizzata. Potrei mentirti, dicendoti che provo questa sensazione a causa di quanto accaduto al mio villaggio e ai miei genitori, ma non è così. Fin da piccola ho sempre provato una paura orribile e opprimente, che mi impedisce di pensare o agire. Una paura che non riesco a spiegare. Io non voglio che tu mi consideri una vigliacca. Vorrei tanto essere come te: coraggiosa e senza paura > >.

Ancora una volta il cuore di Cal si gonfiò di affetto per la ragazzina stretta al suo fianco. Una bambina che aveva conosciuto solo da poche settimane, eppure sapeva di avere già un legame forte e sincero con lei. L’avrebbe protetta con tutte le sue forze ed era pronto a fare del suo meglio per cercare di guarire il suo cuore sofferente. Una sofferenza che andava ben oltre l’esperienza terribile appena vissuta.

Cal la strinse di più a sé, carezzando la disordinata chioma di capelli dorati della bambina. Quest’ultima continuava a fissare impaurita la forza inarrestabile delle rapide, come se da un momento all’altro le acque burrascose del fiume Niur potessero inghiottirla per sempre.
< < Spesso ho molta paura anch’io, Pauline > > le disse il giovane guerriero con voce dolce.

Pauline alzò di scatto lo sguardo su di lui. Lo osservò sorpresa, cercando di capire se parlasse sul serio. Gli occhi grigi e accesi dell’uomo le mostrarono quanto fossero vere le sue parole.
< < Ma tu sei stato in battaglia. Hai affrontato molti pericoli. Come fai a combattere se hai paura > > esclamò la ragazza sempre più confusa.

Il Guardiano Cal Dreys si inginocchiò accanto a lei per poterla guardare meglio. Mise le mani sulle spalle della ragazza con fare protettivo, ma anche per cercare di spingerla verso una nuova consapevolezza, verso una verità non facile da comprendere.
Ragionò a fondo sulle parole giuste. Era una lezione importante, che lui aveva imparato molti anni prima grazie alla sapiente guida di sua sorella. Ora spettava a lui lo stesso arduo compito di Keila. Doveva dimostrare una verità chiara e semplice, eppure così difficile da comprendere per la maggior parte degli esseri umani.

< < Ho sempre avuto paura, Pauline > > esordì Cal sempre con dolcezza, ma anche con una certa risolutezza che sorprese la bambina, la quale pendeva completamente dalle labbra del suo nuovo fratello maggiore < < Soprattutto in battaglia o quando devo affrontare un pericolo che mette a rischio la mia vita o quella dei miei cari > >.

< < Ogni volta che sono costretto a combattere, a mettere in gioco la mia vita, la paura diventa sempre più forte. Ho paura di fallire, paura di non poter difendere un innocente, paura di perdere una persona cara e ovviamente anche paura di perdere la vita. Pauline, la paura fa parte dell’animo umano, ci ricorda che non siamo invincibili, che dobbiamo affrontare la vita con prudenza. Possediamo una sola vita, meravigliosa e degna di essere vissuta. Spetta a noi proteggerla con tutto ciò che siamo in grado di offrire. Chiunque affermi di essere immune da ogni paura mente soltanto a sé stesso, Pauline > >.

< < Come fai a superarla? > > chiese debolmente la ragazzina < < Voglio dire……. Come riesci a fare quello che fai pur avendo paura? > >.

< < Non è sempre facile, Pauline > > rispose il giovane, posandole una mano su una guancia arrossata. Con il pollice le asciugò una lacrima solitaria.

< < Il vero coraggio sta nel saper controllare la paura che proviamo. Il modo attraverso cui si può raggiungere questo importante traguardo può essere diverso da persona a persona. Molti riescono a trovare la forza necessaria nella rabbia, nell’odio o nella vendetta > >.

Cal si fermò un attimo, osservando le reazioni confuse e ancore colme di timore della ragazzina.

< < Io, invece, > > continuò il Guardiano sorridendo leggermente, sperando di confortarla < < ho preferito trovarla in tutt’altra direzione. Nella bellezza che offre questa vita. Mia sorella Keila mi ha cresciuto con amore e questo mi ha portato ad amare la vita con tutto me stesso. Per questa unica ragione sono disposto ad impugnare un’arma quando è necessario difendere la vita. Ogni vita è sacra ed è per questo che posso anche arrivare a uccidere, pur di proteggerla. Ti potrà sembrare una contraddizione, ma anche un uomo giusto può essere costretto a compiere l’atto più brutale che possa esistere, ma per quanto mi riguarda combatterò sempre al solo scopo di proteggere i miei cari e chiunque meriti di essere protetto > >.

< < Proteggere la vita da chi invece tende a proteggere la morte > >.

Pauline si accoccolò meglio sulla spalla possente del guerriero, riflettendo attentamente su quanto aveva appena sentito. Nessuno le aveva mai parlato in quel modo. L’avevano sempre trattata come una bambina incapace di comprendere, incapace di interagire con il mondo. Ancora una volta la ragazzina si sentì sicura, pronta ad andare avanti. All’improvviso si convinse seriamente di poter cambiare, di poter superare le sue paure accanto al suo nuovo fratello e alla nuova famiglia che presto avrebbe conosciuto.

In quel momento, stretta nell’abbraccio caldo e forte di Cal, Pauline iniziò ad osservare con occhi differenti l’impetuoso scorrere delle acque del fiume Niur. Non provò più alcuna paura, anzi sentì di essere finalmente libera di vivere una vita vera.

La sua vita.
 
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