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Autore: heliodor    08/10/2020    1 recensioni
Valya sogna di diventare una grande guerriera, ma è solo la figlia del fabbro.
Quando trova una spada magica, una delle leggendarie Lame Supreme, il suo destino è segnato per sempre.
La guerra contro l’arcistregone Malag e la sua orda è ormai alle porte e Valya ingaggerà un epico scontro con forze antiche e potenti per salvare il suo mondo, i suoi amici… e sé stessa.
Aggiunta la Mappa in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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La conoscenza è un’arma
 
Una mano la scosse con forza e lei riemerse dal sonno. Si ritrovò a fissare una luce intensa che le feriva gli occhi. Proveniva da una finestra spalancata. Il resto della parete a cui era attaccata era in rovina, bruciata e divelta, non sapeva dire che cosa fosse accaduto per prima.
Accanto a lei, Hallen la fissava con espressione compassionevole, mentre nell’angolo opposto l’erudito di nome Tymund se ne stava appollaiato su di un trespolo a sfogliare un libro.
Shi’Larra respirò a fondo, la fronte madida di sudore. “Che succede?”
“Speravo potessi dircelo tu” fece Hallen sereno. “Ti ho dovuta svegliare.”
“Perché?”
“Urlavi.”
“Cosa?”
“Parole incomprensibili, per lo più. È una lingua che conosci, un dialetto delle tue zone?”
Scosse la testa. “Mi succedeva anche al villaggio. Parlavo nel sonno e nessuno riusciva a comprendermi. Nemmeno io ne ero capace.”
“E nei sogni ti capita lo stesso?”
Si accigliò. “No, credo di parlare sempre nella mia lingua. E riesco a capire gli altri quando mi parlano.”
Hallen annuì. “Tymund, vorresti darmi una mano?”
L’altro erudito sospirò annoiato. “Permettimi di dirti che è tempo sprecato. Sogni divinatori.” Scosse la testa. “Sono solo storie.”
“Nimlothien sembra pensarla diversamente.”
“Che vada agli inferi quella dannata strega” sbottò Tymund. “Non è per questo che mi sono unito ai rinnegati.”
“Credevo che il motivo fossero le tue ricerche.”
“E tu che ne sai?” fece Tymund con tono sospettoso. “Non mi ricordo di averne parlato con te.”
“Ma ne hai fatto parola con altri.”
“Mi stai spiando?”
Hallen sorrise mesto. “Ho preso informazioni su di te. Ho dovuto farlo prima di coinvolgerti in questa ricerca.”
“Potevi anche lasciarmi fuori. Io non sono interessato.”
“Ma io sì.”
Tymund sbuffò. “Che vuoi che faccia?”
“La tua accademia” disse Hallen. “È famosa soprattutto per le sue ricerche sulla mente umana. Studiate il carattere delle persone, il comportamento.”
“E con questo? Molte altre accademie seguono queste ricerche.”
“Sarebbe interessante se tu le condividessi con noi. Specie in questo caso.”
“Che c’è da indagare su questa selvaggia?”
Shi decise di ignorare l’offesa. Tymund aveva un pessimo carattere e l’aveva redarguita già un paio di volte.
Hallen sembrava meno tollerante di lei. “Attento a come parli.”
“Sei il protettore di questa qui?”
“Io no” disse l’erudito. “Ma Nimlothien, sì. Ha preso in simpatia questa ragazza e sarebbe dispiaciuta se ti sentisse chiamarla in quel modo.”
“Come vuoi che la chiami allora?”
“Mi chiamo Shi’Larra” disse.
Tymund fece una smorfia. “Perché dovrebbe importarmi qualcosa di lei?”
Hallen assunse la solita aria calma. “Per i sogni che fa. Non sono forse i sogni una finestra aperta sulla nostra mente?”
“Non citare le parole di maestro Vyrren” disse Tymund. “Era considerato un pazzo anche da molti dei miei compagni.”
“Ma altri lo considerano un visionario. E un genio.”
“Il confine tra pazzia e genialità è breve. Ci vuole poco a superarlo. In entrambi i sensi.”
Hallen annuì. “Tu credi che la nostra amica sia pazza?”
“Io credo che abbia un potere e che questo c’entri poco con la sua mente” disse Tymund cono tono superiore. “E non mi riferisco alla sua presunta capacità di prevedere il futuro, quello è impossibile, ma alla sua abilità nel convincere gli altri di esserne capace.”
Hallen si accigliò. “Quindi tu pensi che stia mentendo? Che reciti una parte, come un’attrice?”
“Un’imbrogliona sarebbe la definizione migliore. Una che approfitta del bisogno innato degli uomini di conoscere l’ignoto per trarne vantaggio per i propri fini.” La guardò con sguardo accigliato. “Quali sono? Puoi dirceli e finire questa commedia, ragazza?”
“I miei sogni sono reali” disse Shi cercando di restare calma. “Lo sono così tanto che mi hanno scacciata dal villaggio dove sono nata. E Nimlothien ha ottenuto due vittorie a sorpresa usando le mie divinazioni.”
Non era contenta di quella cosa ma in quel momento voleva dare una lezione a Tymund.
L’erudito abbozzò un leggero sorriso. “Stolida e arrogante, non mi aspettavo niente di meno da te. E per quanto riguarda quelle vittorie, puoi provarmi che non sarebbero giunte lo stesso senza la tua presunta divinazione? In fondo, i tuoi sogni sono stati considerati profetici solo dopo che la profezia stessa si era avverata. Molto comodo, se vuoi il mio parere.”
“È proprio per questo che siamo qui” disse Hallen. “Dobbiamo capire se i sogni di Shi’Larra sono davvero divinazioni e, se sì, come interpretarli nel modo corretto.”
“E perché dovremmo?”
“Perché prevedere il futuro può darci una grande conoscenza e una conoscenza è essa stessa un’arma. Una delle più potenti.”
“Armi” disse Tymund alzandosi in piedi. “Non sapete pensare che a questo. Voi e le vostre maledette armi.”
“Stiamo combattendo una guerra.”
“Voi state combattendo” disse l’erudito con tono sdegnato. “Io sono qui per studio.”
“Allora studia i sogni di questa ragazza” disse Hallen calmo. “La tua opinione sarà tenuta in grande considerazione.”
Tymund si avviò alla porta. “La mia opinione è che sia una perdita di tempo. Se è stregoneria, allora non è il mio campo. E se invece si tratta di ciarlataneria, devi rivolgerti a un giudice. Io qui ho finito.”
Quando fu uscito, Hallen trasse un profondo sospiro. “Non avercela con lui. Sono sicuro che non avesse intenzione di offenderti.”
“Non sono offesa” disse Shi’Larra, anche se dentro di sé avvertiva un leggero risentimento. Aveva cercato di dare una mano a quelle persone, almeno per ringraziarle di averla salvata e protetta per tutto quel tempo, ma in cambio stava ricevendo solo accuse e offese. E Nimlothien sembrava volesse solo sfruttarla per il suo potere.
Si chiese per l’ennesima volta che cosa sarebbe accaduto se, nonostante uno dei suoi sogni, le cose non fossero andate come lei aveva predetto.
Hallen si alzò a sua volta. “Devo andare anche io” disse con tono di scuse. “Quando tornerò, mi parlerai del tuo sogno.”
Shi si limitò ad annuire. Quando l’erudito fu uscito, si sdraiò sulla branda con gli occhi chiusi, ma lottò per non addormentarsi di nuovo.
Non voleva dormire, perché dormire significava sognare e quei sogni potevano causarle dei grossi guai, come al villaggio.
Ma se non sogno diventerò inutile, si disse. E se Nimlothien si convince che non le sono utile, che cosa ne sarà di me?
La strega le incuteva timore più di chiunque altro lì al campo. C’erano almeno mille persone e la maggior parte non erano combattenti e non portavano il mantello.
Erano persone semplici che svolgevano compiti come annotare cose nei libri o prendersi cura dei feriti che arrivavano da altre zone.
Quando ne arrivavano molti, di solito dopo una battaglia, venivano erette delle tende in più per ospitarli. La maggior parte veniva guarita, ma molti morivano per le ferite.
Nimlothien non si faceva vedere spesso, ma quando lo faceva interrogava lei per prima. “Hai fatto altri sogni?” le chiedeva.
Shi cercava di spiegarle che i sogni non arrivavano a comando e non dipendeva dalla sua volontà. Dopo una Luna senza sogni, aveva notato un lieve cambiamento in Nimlothien.
La donna sembrava meno entusiasta di incontrarla e la convocava dopo aver parlato con i responsabili del campo.
Lura, la ragazza che le faceva da valletta e che provvedeva a ogni suo bisogno, veniva a trovarla due volte al giorno, la mattina presto e la sera tardi.
Quel giorno invece si presentò alla sua capanna quando il sole era alto nel cielo. Shi era ancora adagiata sulla branda quando la ragazza bussò alla porta.
“Entra” le disse Shi ricordando la formula di cortesia che si usava nella valle. Al villaggio l’ospite avrebbe atteso cortesemente che lei si alzasse e la invitasse a entrare, se ne aveva voglia.
Lura fece il suo ingresso con passo esitante. “Ti disturbo? Se stavi dormendo posso ripassare dopo.”
“Sono sveglia” disse cercando di mostrarsi amichevole. “E tu non disturbi mai” aggiunse con un sorriso cortese.
“Ti ringrazio. So che sei una persona importante e molto impegnata, non ti ruberò molto tempo.”
Rubare tempo voleva dire farle perdere tempo, ricordò. “Sono sicura che sei venuta per una questione importante.”
Lura arrossì.
“Ho detto qualcosa che ti ha offesa?”
“Pensavo solo a quanto sono sciocca.”
Shi si accigliò.
“Il motivo della mia visita non è per nulla importante. Non se paragonata alla guerra e a tutto il resto.”
“Di che si stratta allora?”
Lura sospirò. “Lui si chiama Ashen.”
“Lui?”
Lura annuì. “È un ragazzo buono, cresciuto senza genitori e che si è unito alla nostra causa poco prima di me.”
“Combatte per voi?”
Lura annuì. “È un valido guerriero, ha già combattuto in due o tre battaglie.”
“Capisco.” Shi si accigliò. “Sei preoccupata per lui?”
“So che non dovrei essere così egoista” disse con tono dispiaciuto.
“Non lo sei affatto” esclamò Shi. “È normale essere in pensiero per la persona a cui si tiene. E tu sembri tenerci molto a lui, non è vero?”
Lura annuì decisa.
“Che cosa posso fare per aiutarti?”
“Ho sentito dire che vedi il futuro.”
Shi si sentì fremere. “Non sono esattamente visioni.”
“Ma puoi prevedere le cose che succederanno tra molti giorni e Lune, vero?”
“In un certo senso” rispose cercando di rimanere nel vago.
“Puoi vedere se ad Ashen succederà qualcosa di brutto?”
Voleva risponderle che i suoi sogni profetici non funzionavano in quel modo e che se anche avesse visto il destino di Ashen, non era certa di riuscire a riconoscerlo come tale.
Ti servono degli amici, disse una voce dentro di lei. Sei sola tra gente straniera. Questa ragazza vuole essere rassicurata. Vuole sentirsi dire ciò che desidera. Che il suo Ashen starà bene e che non gli capiterà niente di brutto, anche se tu non lo potrai mai sapere con certezza.
Shi prese la mano di Lura nella sua. “Vuoi molto bene a questo Ashen?”
Lura annuì. “È stato buono con me. Ogni volta che torna al campo mi porta dei fiori o un regalo.” Tirò su col naso.
“Solo questo?”
La ragazza arrossì. “Ci siamo scambiati qualche bacio, sotto uno degli alberi, dove nessuno poteva vederci. Lo so che è stupido e che non sono più una ragazzina…”
“Non è stupido” disse Shi cercando di rassicurarla. “E non sei una ragazzina. Io vedo una donna innamorata che si preoccupa per il suo amato.”
“Puoi fare qualcosa per lui? Vedere il suo futuro, intendo. Così potrò avvertirlo, la prossima volta che verrà.”
Shi annuì. “Stanotte sognerò di lui, mia cara.”
“Davvero?”
Shi si sforzò di sorridere. “Lo troverò nei miei sogni e domani stesso ti riferirò.”
“Sarebbe meraviglioso.”
Ciarlatana, disse una voce dentro la sua testa.
Zitta.
“Solo” accennò.
“Cosa?”
“Questo ci renderà amiche, Lura?”
La ragazza esitò. “Direi di sì.”
Sei sola. Di nuovo quella voce. Una ciarlatana sola.
Taci.
“Gli amici si aiutano, non è vero?”
“Sì” disse Lura senza esitare.
“Un giorno potrei chiederti un favore in cambio” disse Shi.
“Mi sembra giusto.”
Shi le sorrise.

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