8#
— Specchio; 9# — Rapimento
Personaggi: Kōyō
Ozaki
Canzone: Soffio di Attimi ~ Folkstone
Numero parole: 503
Soffio di attimi,
Ricordi ed empatie,
S’incendiano nel fuoco…
…Chiusa in trappola,
Giro intorno a te
Non sfugge via niente.
Lo sai di essere bellissima;
tutto il mondo lo riconosce, e lo farebbe anche se tu fossi invisibile
e ti si
potesse percepire solamente dall’ombra che ti fa da strascico.
Lo specchio rifulge dei
colori che gli porti e si tende mentre avvicini il volto,
s’increspa quando lo
baci con il tuo spietato respiro — e il meriggio
già diviene sera.
Ti si ammira e teme,
s’invidia e sussurra il tuo nome come preghiera o pensiero
sconvolto, perché non
c’è alcun ritorno da te; e tu, intoccata, affoghi
questo e altro nel sorriso
accennato con cui osservi il mondo, perché sai che le
tenebre tutto divorano e
nulla tengono, perché sei la nera metà di quella
luna a cui tanti ti
paragonano.
O
non è così, mia regina?
Il tuo
cuore di ghiaccio
ignora amore e compassione, la tua figura non mostra mai aperture:
sarebbe più
facile scalfire un diamante che trovarti debole, farti a pezzi prima di
sentire
la tua voce implorare pietà. Come ci si aspetta da una dama
della Morte.
O
non è così?
C’è
forse qualcosa che ti
segna il cuore?
Perché a volte,
nell’abbraccio dell’oscurità, rivedi la
bambina piangere mentre guarda i
suoi sogni cadere; pioggia di vetri insanguinati, un fiore appassito
tra orrore
e disperazione, qualcuno che ti riporta indietro, nell’abisso
— c’è solo silenzio
per me?
Perché a volte, quando nessuno
ti è intorno e la coscienza allenta un po’ la sua
morsa d’acciaio, dalle labbra
di velluto quasi sfugge un nome, un’invocazione a quella mano
che ti stava
guidando fuori dalla notte. Questa ritorna per te; dove ti porti di
preciso non
lo sai, neppure lei conosce la meta, ma ti prende e trascina con
sé — eppure i
tuoi piedi corrono veloci, per raggiungerla prima.
Perché a volte, mentre il
primo mattino canta la sua venuta e ti sveglia da un sogno, hai la
sensazione
che qualcuno stia per rapirti: ma a farlo sono visi che conosci, voci
che
ascolti sempre, mentre dall’altra parte
c’è chi ti hanno strappato — e
là vorresti restare.
Ora tu neghi, neghi una
volta ancora, distogli il volto con disprezzo e ti giri rabbiosa:
attenta, la
notte non potrà sempre coprire la verità, la
caduta non ti lascerà senza graffi.
Evita di guardare troppo
a fondo nell’anima — sai già cosa dorme
là dentro — e tieni alta la maschera; contemplati
pure nel tuo specchio, gelida dea… nell’angolo
più lontano al tuo sguardo, dove
il vetro è scheggiato come te, un sorriso perduto continua
ad agitarsi, e non
importa il tenerlo il più distante possibile dal cuore
perché rimane là, ombra
tra le ombre, per rapirti quando sarai troppo stanca per fuggire da te
stessa.
Tieni a bada la luce e la
speranza che porta con sé: ci sono fuochi che bruciano
più di altri e promesse
che dormono nel sole, in attesa di essere rispettate.
ANGOLO
DI MANTO
Salve
a tutti *^*
Questa volta è tosta, lo so… e per renderla
ancora più così ho unito il
prompt di oggi a quello di domani, perché, a mio parere,
entrambi perfetti per il
personaggio.
Forse questa caratterizzazione della bella Kōyō non è
usuale, ma io
continuo a pensare che, nonostante quello che è diventata e
forse proprio a causa
di questo, l’uomo che ha cercato di salvare la bimba che era,
e per la quale ha
perso la vita, a volte torni a farle visita nei sogni e nei pensieri.
La considero uno dei personaggi più tristi e inquieti
dell’opera, al
pari di Dazai, e per tale motivo non mi ha lasciato di certo neutra: se
c’è
dell’angst su cui giocare, non mi lascio scappare
l’occasione.
Anche i prossimi due prompt saranno uniti, poi temo di dovervi salutare
per un po’: impegni importanti chiamano a rapporto
interrompendo una stesura
regolare della raccolta, che nonostante ciò
proseguirà e verrà pubblicata,
anche se fuori tempo.
Un abbraccio,
Manto