Disclaimer: Tutti i personaggi appartengono a J.K. Rowling, al suo editore e ai distributori internazionali che detengono i diritti sull'opera. Questa storia è stata redatta per mero diletto personale e per quello di chi vorrà leggerla, non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso.
Crisalidi
parte II
Draco
immaginava che, con l’avvicinarsi dei MAGO, le cose si
sarebbero
complicate; aveva però decisamente sottovalutato la portata
di tale
complicazione.
Scorpius
ha preso l’abitudine di tornare a casa nel fine settimana;
dice che
ripassare nel silenzio del Manor lo fa concentrare. Draco
però non
se la beve più di tanto, perché i Corvonero sono
notoriamente
studiosi e ligi al dovere, perciò è abbastanza
convinto che in sala
comune non voli una mosca; inoltre Hogwarts è piena di aule
vuote
dove rifugiarsi, volendo. Pensa invece che Scorpius voglia
allontanarsi da qualcosa. Da cosa? Dalla tentazione di Rose? Dai
litigi con Rose? Da Rose stessa?
Immagina
che stiano attraverso un normale periodo di assestamento; fra poche
settimane un’enorme distanza li separerà e non
sarà possibile
vedersi e sentirsi ogni giorno. Staranno capendo cosa fare, se
provarci o lasciarsi. Sinceramente Draco non sa che pensare; certo,
potrebbero provarci, ma lei non è certo un tipo comunicativo
e suo
figlio invece lo è fin troppo. Poi sembra che abbia proprio bisogno
di
starle accanto, come se quando lei non c’è
l’elastico legato al
suo cuore tirasse; difatti è spesso nervoso e teso, se lei
non
risponde entro un certo tot di tempo alle sue pergamene inizia ad
agitarsi. A Draco questo atteggiamento non piace e non lo comprende:
Scorpius non è mai stato un maniaco del controllo, uno iper
geloso
che ha bisogno di continue conferme, e se lo fosse diventato non
sarebbe certo uno sviluppo positivo. Ma non dice niente, un
po’ per
pudore e un po’ perché ha sempre paura di ottenere
l’effetto
opposto.
La
goccia che fa traboccare il vaso cade un sabato mattina quando lo
sente urlare dal giardino. Pearl è andata a trovarlo per
ripassare
insieme Storia della Magia e si sono messi sul prato, sotto il pino:
a un certo punto la discussione dev’essere degenerata,
perché lei
scoppia a piangere e Scorpius le fa un cenno imperioso col braccio
per dirle di andarsene. Draco perde le staffe.
- Che succede? - sbotta avvicinandosi.
- Niente, zio, torno a casa - singhiozza Pearl passandogli accanto.
Draco la ferma e fissa Scorpius, che continua a guardare ostinatamente
a terra.
- Scorpius, chiedile scusa.
- Non ho niente di cui scusarmi e non ho tre anni.
- È un vero peccato, a quell’età eri
più educato. Fino a prova contraria non hai il diritto di
cacciare chiunque fuori da questa casa. Non m’interessa il
motivo della discussione ma non tollero questi atteggiamenti.
- Zio, lascia stare, è stata colpa mia - mormora Pearl,
asciugandosi le lacrime. - Ho sbagliato a parlare. Scusami, Scorpius,
non volevo fare la stronza.
Scorpius
si alza in piedi e prende un profondo respiro, tentando di
calmarsi.
- Scusami tu, non dovevo reagire così.
Draco
si allontana e li lascia chiarirsi da soli, non prima di aver
fulminato suo figlio con lo sguardo. Gli ha lasciato eccessivo spago,
va rimesso a posto. Questa ubriacatura è durata anche troppo
e non
tollera che perda le amicizie di una vita per una sbandata da
ragazzino.
***
-
È possibile sapere cosa ti prende?
Scorpius
si blocca col passo a mezz’aria, stava per salire le scale e
tornare in camera sua, ma la voce imperiosa e lo sguardo di Draco lo
fanno voltare. Il brivido di fastidio che lo scuote è
palese, ma
stavolta suo padre non ha intenzione di lasciar perdere, e lo
capisce. Sa anche che prendere di petto Draco non è mai una
buona
idea e che è capace di incassare fino a un certo punto, ma
fargli
perdere davvero la pazienza è pericoloso. E comunque ha
sempre
diciassette anni e se suo padre non lo sosterrà
finanziariamente,
almeno per i primi tempi, non potrà arruolarsi nei
cacciatori di
draghi, le attrezzature costano.
Draco
gli legge attentamente negli occhi quella valutazione costi-benefici.
Sa che non è così stupido da far saltare in aria
i suoi progetti
per il futuro per questioni di orgoglio. Non che lo farebbe lui,
ovviamente, ma lasciarglielo credere non è così
sbagliato,
dopotutto.
Scorpius
prende un profondo respiro e si siede in poltrona, fissando un punto
imprecisato sul tavolino di fronte a lui.
- Pearl ha detto una cosa che mi ha infastidito e ho reagito male. Ci
siamo chiariti, comunque.
- Sei sempre nervoso. E per quanto mi faccia piacere non capisco
perché hai preso l’abitudine di tornare a casa
ogni fine settimana.
- Studio meglio, mi concentro di più.
- Questa è una parte della verità.
- Dell’altra parte non voglio parlare.
- Invece dovresti, perché sono la sola persona che
parlerà sempre e comunque per il tuo bene e nel tuo
interesse. Tra poco partirai e nel migliore dei casi ci vedremo due
volte all’anno, è una delle ultime occasioni che
hai per avere un confronto con e un parere sincero da parte di tuo
padre che, tra parentesi, non è un povero sprovveduto e ne
ha viste e passate abbastanza da poterti consigliare su qualsiasi cosa
tu stia vivendo. Ma la scelta è tua. Se decidi diversamente
tutto ciò che ho da dire è: vedi di darti una
calmata e fai meno lo sbruffone. I ragazzini spavaldi come te, i
cacciatori di draghi se li mangiano a colazione.
Scorpius
si irrigidisce e lo fissa con astio. Draco non batte ciglio. Restano
così per qualche minuto: Draco è sereno come un
monaco, se suo
figlio vuole giocare a braccio di ferro non farà altro che
riportarlo agli antichi fasti.
Tutto
si aspetta tranne che Scorpius inizi a piangere. Piano, un paio di
lacrime gli solcano le guance, ma sta piangendo. Il padre resta
basito.
- Scorpius…
- Ho paura, papà.
Draco
non osa muoversi. Vorrebbe abbracciarlo, stringerlo forte come quando
da piccolo si sbucciava le ginocchia, ma ormai è un uomo e
sa che
vuole restare tale, anche nel dolore.
- Di cosa?
Scorpius
lo fissa. Sta valutando se parlare. Se dirglielo.
Cosa?
Cosa non sa di suo figlio?
- Papà… se ti confido una cosa, mi giuri che non
lo dirai a nessuno? A
nessuno?
- Ma è ovvio. A chi dovrei dirlo, scusa?
- So che hai parlato con la mamma di Rose. Soprattutto lei non deve
saperne niente.
Draco
sbianca.
- Scorpius, mi metti paura così.
- No, è successo tanto tempo fa. Però Rose non
vuole che… non vuole che si sappia. Lo so solo io, suo
cugino e il suo terapista. E così dev’essere,
papà. È importante.
- Te lo giuro, non dirò una parola.
Scorpius
continua a respirare profondamente. Intreccia le dita e stringe
forte, come se volesse schiacciare un insetto velenoso nel mezzo dei
palmi.
- Ti ricordi quando al terzo anno mi hanno sospeso per una settimana?
- Sì, certo. Avevi fatto a botte con due idioti.
- Questa è la versione ufficiale. Non ho fatto a botte, li
ho massacrati,
li hanno rimessi a posto i loro amici per quanto potevano. Li avrei
uccisi, se non mi avessero fermato.
- Scorpius…
- Hai capito? - borbotta, gli occhi lucidi. - Hai capito,
papà?
Draco
ha capito. Ma non vuole capire.
- Stavano… hanno…
Non
riesce neanche a parlare. È pietrificato
dall’orrore.
- Ci hanno provato. Erano due figli di Mangiamorte… Avery e
Rusheld. Avevano preso di mira la figlia degli eroi, l’hanno
perseguitata per i primi due anni con dispetti, insulti, bullismo
vario. Io e Rose avevamo fatto da subito amicizia, lei era
così piccola… così…
terrorizzata… da tutto. Era un pulcino indifeso, allora non
sapevo perché. Io l’ho sempre protetta, li ho
sempre tenuti a bada, avevano paura di me. Quella sera avevano deciso
di fare sul serio, ne stavano approfittando perché noi
avevamo allenamento di Quidditch. Solo che aveva iniziato a piovere e
abbiamo finito prima. E li ho beccati tornando alla torre, uno la stava
tirando per un braccio in un’aula vuota e
l’altro… - si blocca, tremante. Ci manca poco che
si spezzi le dita. - Le aveva messo già le mani addosso. Lo
giuro, lo giuro su dio, non li ho ammazzati perché mi ha
fermato Ted Lupin. Glielo rinfaccio ancora, ogni tanto. Non avrebbe
dovuto fermarmi.
Scorpius
alza lo sguardo verso suo padre, che a malapena si sta ricordando di
respirare.
- Io ho sempre amato Rose. Ho… aspettato… che
fosse pronta, che sentisse di potersi fidare di me, che capisse che io
non le avrei mai e poi mai fatto del male. Tu non la conosci, nessuno
la conosce davvero, forse, ma Rose è… - sorride
brevemente, il suo viso a ballargli negli occhi - è
fantastica. È una persona meravigliosa, così
intelligente, così sensibile, così
buona… aveva e ha solo bisogno di fidarsi, di se stessa e
del mondo. Ti ricordi quando gli scorsi sabati ti dicevo che andavamo a
farci un giro?
- Sì.
- In realtà siamo, e sono, andato dal suo terapista. Mi ha
voluto conoscere e una volta ha voluto parlarmi da solo. Mi ha detto
che si vede che l’amo, che le faccio bene, che sono una
persona positiva nella sua vita, però devo…
mollare un po’ il colpo. Non posso proteggerla per sempre, e
lei non deve sempre sentirsi sicura di avermi accanto. Ma non
è facile. Quando tarda a rispondermi io… mi
spavento. So che non le succederà niente, non
più, ma non riesco a tollerare neanche l’idea che
qualcuno possa… ci devo prendere un po’ la mano.
Per questo torno a casa, per farle acquisire indipendenza, per
abituarci pian piano a stare lontani, a studiare per fatti nostri. E
sì, lo so che non posso essere il salvatore del mondo o il
crocerossino di turno - mormora, anticipando quella che pensa possa
essere la replica del padre - ma non mi interessa il mondo, non sono
così altruista. Mi interessa lei.
Sono il primo a spronarla perché vada all’estero,
ne ha bisogno, deve vivere da sola, ma non posso evitare di avere
paura. E non perché voglio tenerla sotto il mio dominio o
perché voglio che stia con me per sempre…
cioè, questo lo voglio, ma non come un obbligo. Ho solo
paura che qualcuno le faccia del male.
Draco
lo fissa stralunato, tramortito da quella tempesta che infuria sul
salotto di casa sua.
- Ma… bisognava denunciare, andavano denunciati…
- Lo so. Lo so. Non sai quanto ne abbiamo parlato, quanto ho insistito.
Ma i suoi si erano da poco rimessi in carreggiata e lei non voleva
buttare un’altra bomba, non voleva ne parlasse la
scuola… anche allo psicologo l’ha detto a
novembre, dopo aver compiuto diciassette anni, anche se lui ovviamente
all’epoca aveva intuito. E comunque sono sicuro che
l’abbia fatto anche la McGranitt, infatti poco dopo
l’episodio entrambi sono stati “cortesemente
invitati” a trasferirsi a Durmstrang. Uno è morto,
l’anno scorso, ha sfidato a duello un tizio che
l’ha seccato in meno di un minuto. L’altro
purtroppo non lo ha ancora seguito.
Un
ricordo balza nella testa di Draco; dopo quella faccenda della
sospensione aveva incontrato Avery al Ministero che gli aveva detto
tutto sdegnato che spostava l’erede a Durmstrang,
perché “Hogwarts
ormai ha perso qualità”. L’aveva bollato
come il solito idiota
pompato. Invece non era solo un idiota, ma anche un delinquente
schifoso come il figlio.
- Non so che dire… mi dispiace…
- Non c’è niente da dire. Le cose si sono
riassestate, ora, Rose sta bene e tra poco partirà. Non so
come andrà in futuro, ma ci proveremo e sono fiducioso. Alla
fine i draghi ci sono anche in Alaska - sorride, speranzoso.
Draco
cerca disperatamente di mantenere il controllo, ma alla fine non
resiste: si alza e si avvicina per abbracciare Scorpius, che lo
stringe forte.
Ogni
tanto, ironicamente, pensa che non è possibile che sia
figlio suo,
ma in quel momento si rende conto che anche se, per uno strano
scherzo del destino, non condividesse il suo DNA, sarebbe in ogni
caso onorato di chiamarlo figlio. È un uomo buono. Buono.
È molto
raro poterlo dire di qualcuno. È un giusto. E lo ama
più di quanto
si possa immaginare.
- Sono fiero di te, tesoro - gli dice. È una delle ultime
volte nella vita che potrà tenerlo fra le braccia e
parlargli così: non è più un bambino,
ma sarà sempre il suo bambino. E, si ritrova ridere di se
stesso, lui sta diventando un vecchio sentimentale.
- Grazie, papà. Ti voglio bene - gli risponde Scorpius,
emozionato. Poi cerca di ricomporsi, di riprendere la sua aria distante
da adolescente indipendente.
- Torno su.
- Va bene. Senti… ma perché hai litigato con
Pearl?
Scorpius
sbuffa, scocciato.
- Pearl è davvero ottusa, quando ci si mette. Per lei Rose
è una mammoletta piagnucolona senza personalità.
Lo pensano tutti, ma se io dico che non è così,
un motivo ci sarà.
L’ha
pensato anche Draco. Vorrebbe scavarsi una fossa dalla vergogna.
- Pearl ti vuole bene, non essere troppo severo con lei. Non sa e non
può immaginare.
- Lo so, per questo la scuso. Spero solo che la smetta.
- Avrà capito, oggi. Non pensarci più.
Scorpius
annuisce sorridendo e poi si volta per salire le scale. Draco si
risiede in poltrona, gli occhi e i pensieri persi nel buio del
caminetto spento.
***
Non ce l’ha fatta. Non ha resistito. Vuole vederla.
Non
dirà una parola, ovviamente, l’ha promesso a suo
figlio, ma sono
giorni che la cosa gli inquina i sogni e lo rende nervoso, in
laboratorio ha rotto due fialette perché il pensiero gli
è balenato
in testa all’improvviso e ha reagito con uno scatto rabbioso.
Quella povera bambina… sarebbe potuta essere sua figlia. E
indipendentemente da tutto era una bambina fragile, innocente,
già
traumatizzata di per sé. Tredici anni… lui non
aveva nemmeno dato
il primo bacio, a tredici anni, e quegli schifosi già
pensavano…
Bestie, mostri. Peggio dei mostri.
La
rabbia lo fa andare in escandescenze. E il senso di colpa
altrettanto. Ma chi poteva immaginare? Non avrebbe mai, mai
ipotizzato una cosa del genere. È orgoglioso di Scorpius,
della sua
sensibilità, della sua premura, della sua determinazione,
della sua
pazienza.
Ma
vuole vedere la Granger. Pensa che sarà agitata e triste, i
ragazzi
hanno dato l’ultimo esame il giorno prima, aspetteranno due
giorni
i risultati definitivi e torneranno a casa solo per un breve periodo.
E poi entrambi i genitori si ritroveranno soli. Certo, erano soli
anche quando erano a scuola, ma era un tipo di solitudine diverso,
tranquillo, pacato, li sapevano in un posto sicuro. Adesso invece i
figli andranno chissà dove a fare chissà cosa e,
almeno per i primi
tempi, aspetteranno trepidanti un gufo, un messaggio dal camino, una
telefonata, qualsiasi cosa per respirare un po’.
La
vede dalla vetrina del bar ancor prima di entrare. L’istinto
gli
dice che sa.
Ha due occhiaie spaventose, è bianca come un cencio, si
mangia le
unghie, fa tremare una gamba nervosamente, ha tre tazze di
caffè
vuote davanti. Ma non dirà niente se non lo dirà
lei.
Tamburella
leggermente sul vetro e la Granger si gira. Resta un attimo senza
fiato, poi scatta in piedi e si precipita fuori dalla porta. In un
attimo gli è tra le braccia e sembra che debba sputare il
cuore a
furia di singhiozzi.
Draco
indietreggia un po’ e nasconde entrambi nella rientranza di
un
portone; il vicolo è piccolo e non passa mai nessuno, ma
è meglio
evitare di essere visti. La stringe forte per la vita, lei sembra non
riuscire a reggersi in piedi, la coccola, le bacia i capelli, sente
la pancia attorcigliarsi e gli occhi inumidirsi. Prova il suo stesso
identico dolore. Alla fin fine Rose è diventata un
po’ anche
figlia sua.
Ci
mette parecchi minuti per calmarsi, ma a Draco non dispiace. Prova
qualcosa per lei, che non è compassione né
pietà, ma comprensione.
Non crede di essere migliore né come persona né
come genitore. È
stato solo un caso se ha avuto un maschio, se non ha divorziato da
Astoria prima che morisse, se non è stato Scorpius ad essere
aggredito, magari dai figli di nemici di suo padre. Solo fortuna,
niente di più. Nella maggior parte dei casi la gente non
riesce ad
accettare che il caso e la fortuna siano tanto influenti nella vita.
Draco lo sa da sempre, invece: essere vicino ai quaranta e avere la
vita che ha viste le condizioni di partenza non si può
chiamare
altrimenti se non fortuna.
Pian
piano la Granger si tranquillizza, si asciuga le guance, gli chiede
scusa per essersi lasciata andare così ma Draco la stringe
fra le
braccia e spegne sul nascere quelle parole inutili. Lei lo guarda
come se fosse l’unica cosa bella che abbia nella sua
esistenza in
quel momento.
- Lo sai, vero?
Draco
ci va cauto.
- Cosa?
- Te l’ha detto Scorpius.
Restano
a guardarsi. Draco non ha più dubbi, ma…
- Cosa, Gran… Hermione?
- Quello che è successo al terzo anno.
- Sì, lo so.
- Mio dio… la mia bambina… - singhiozza,
devastata.
- So che è impossibile, ma… non ci devi pensare.
Per fortuna non è successo e… non puoi
martoriarti e non è colpa tua. Non è colpa di
nessuno se non di quei due pezzi di merda.
- Non l’ho capito, non l’ho immaginato,
quell’anno ebbe una regressione ma non avrei mai…
non capivo, pensavo fosse la scuola…
- Come potevi capire? Come potevi immaginare?
- Ted non mi ha detto niente…
- Sono stati leali fra loro. Era importante per tua figlia.
- Sono una madre orribile, non sono stata di supporto, non mi ha potuto
parlare… dio…
- Non è vero e lo sai. Non lo sei, Hermione, non lo sei. Sei
una persona e quello che è successo va al di là
delle normali responsabilità da genitore. Rose non voleva
sollevare un polverone a prescindere da tutto. Andavano denunciati,
senza ombra di dubbio, ma non se l’è sentita. Non
è colpa sua, nulla di quello che è successo
è colpa sua, né tua.
Si
abbracciano, si stringono forte, cercano di consolarsi. Draco sa che
per quanto possa parlare e spiegare Hermione non si
convincerà mai
che non ha responsabilità. Sarà il fardello che
si porterà dietro
per tutta la vita.
- Te l’ha detto Rose?
- Sì, sabato scorso. Ha detto che prima di partire voleva
che non ci fossero segreti tra noi e che voleva spiegarmi
perché… perché Scorpius è
così importante per lei. Ha scelto l’Alaska anche
per avere più possibilità di far combaciare i
loro percorsi. Ha detto che mi vuole bene e che non ha niente da
rimproverarmi. Ma come può essere vero? - piange, con le
mani davanti al viso. - Come può…
- Non sottovalutare tua figlia, è più
intelligente e matura di quanto la sua età possa far
supporre. Sa che la ami più della tua vita e che hai fatto
del tuo meglio. Sa che sei umana, è ormai passata
l’età in cui i genitori sono divinità
infallibili e onnipotenti, e avrà apprezzato il fatto che
sei andata in terapia con lei, che ti sei messa in discussione, non
tutti sono capaci di farlo. Se te l’ha detto vuol dire che lo
pensa, non è una che parla solo per dare aria ai
denti.
Hermione
abbozza un sorriso e si soffia il naso.
- Grazie per i tentativi di consolazione.
- Capisco che per ora li consideri solo tentativi. Ma ricordati le mie
parole, riascoltale. Col tempo ti accorgerai che è la
verità.
Lei
si asciuga le lacrime per l’ultima volta e prende un profondo
respiro, poi lo guarda con due occhi splendenti, i più
sinceri che
Draco abbia mai visto.
- Sarò sempre grata a Scorpius per tutto quello che ha
fatto. Gli vorrò sempre bene indipendentemente da come
andranno le cose in futuro. Avrà sempre, sempre un posto
speciale nel mio cuore e nella mia casa. Ha salvato mia figlia, in
tutti i modi e in tutti i sensi. Gliel’ho già
detto ma lo dico anche a te. Grazie per averlo reso l’uomo
che è, per averlo educato. È meraviglioso,
è un faro di speranza.
- Io davvero non ho meriti, è nato così. Ho avuto
una incredibile, sfacciata fortuna.
Hermione
gli si avvicina e lo bacia appena, un petalo di rosa fra le labbra
calde.
- Ricordati le mie parole, riascoltale. Col tempo ti accorgerai che
è la verità.
Rose
ha voluto organizzare un piccolo pranzo per salutare amici e
familiari. Ovviamente con i Weasley il concetto di
“piccolo”
diventa molto relativo, ma la maggior parte degli zii aveva degli
impegni e quindi ci sono solo i genitori, il fratello, i nonni, i
Potter, lo zio gemello e lo zio che lavora con i draghi, che Scorpius
sta tempestando di domande. Rose l’ha invitato personalmente
e
Draco non avrebbe mai potuto non andare, anche se si sente un
po’ a
disagio, sia per la situazione ambigua che c’è con
Hermione sia
per la presenza di Potter e Weasley. Il padre di Rose è
stato
comunque molto cordiale, ha salutato Draco con sincera gentilezza e
ogni tanto getta un’occhiata affettuosa a Scorpius. Draco
ipotizza
che Rose ci abbia parlato, magari non gli ha detto tutto ma gli ha
spiegato ciò suo figlio ha fatto per lei, e Weasley non
è così
stupido da non accorgersi di quanto pieni d’amore siano gli
occhi
di Scorpius quando la guarda.
Alla
fine, dopo il dolce, Rose batte leggermente il cucchiaino contro il
bicchiere. È rossa come un pomodoro ma si fa forza per
parlare. Per
una timida come lei tenere un discorso davanti a più di una
persona
dev’essere una bella sfida.
- Ecco, io… beh, volevo ringraziarvi tutti per essere venuti
e… ecco, prima di tutto mamma e papà,
perché so che si sono sempre impegnati tanto e…
mi mancherete, davvero, ma tanto mi potete venire a trovare quando
volete.
Weasley
già piange, Hermione le manda un bacio volante.
- Hugo, anche a te, grazie, ma non ti azzardare a entrare nella mia
stanza. Poi i nonni, ovviamente, e lo zio Harry e la zia Ginny che mi
sono sempre stati accanto… ringrazio Albus ma non James
perché è un idiota, e questo lo sa.
Ovviamente
scherza, ridono tutti e James le fa una linguaccia.
- Lily, sei la mia migliore amica, ti adoro e devi venire a trovarmi
anche tu. Grazie a tutti, insomma, gli zii e i cugini presenti e
assenti. E, come si dice, dulcis in fundo… grazie
a Scorpius, perché… - continua ormai viola,
girandosi verso di lui - ecco, perché.... perché
mi sei sempre stato accanto e hai avuto tanta pazienza anche se ti ho
stressato per mesi con la storia dei voti, perché sei buono
e gentile e perché sei meraviglioso e… ti amo,
Scorpius. Ti amo tanto. E grazie perché mi ami anche tu.
Suo
figlio si pietrifica per un momento, gli occhi sgranati: Rose non si
è mai esposta così davanti agli altri. Forse
è addirittura la
prima volta che se lo sente dire. E di certo è la prima
volta che
lei dimostra di essere sicura, convinta che lui la ami, talmente
tanto da dirlo ad alta voce, chiaro e tondo, davanti ad amici e
parenti.
Si
volano addosso in un secondo, si stringono forte mentre tutti
applaudono e piagnucolano e sospirano. Scorpius la guarda come se gli
avesse appena donato il più grande miracolo della storia
dell’umanità.
Persino
Draco non può evitare di sentirsi emozionato. Certo, sono
due
ragazzini, e hanno tutta una vita davanti, e chissà tra un
anno dove
e come saranno, e le illusioni della gioventù… ma
se dovesse
rappresentare l’amore scatterebbe una foto a quei due.
Guarda
Hermione.
E
lei guarda lui.
Sono
contenti che le cose abbiano seguito il loro corso.
***
-
Signor Malfoy...
Draco,
che ammirava le begonie del giardino (quella varietà
è ottima per
le pozioni mediche, chissà se la Granger gli
consentirà di far
scorta), si volta. Rose accenna un sorriso, appena un po’ in
imbarazzo.
- Dimmi, Rose.
- Volevo… ecco… chiederle scusa se non
l’ho nominata nel discorso, lo volevo fare, glielo giuro, ma
poi mi sono fatta prendere la mano con Scorpius e...
Draco
ride di cuore e le fa una mezza carezza sul braccio.
- Ma figurati, certo non mi offendo. E poi di cosa dovresti
ringraziarmi?
- Di tante cose. Ha avuto pazienza quando venivo a casa sua
e… non dicevo mezza parola e… ero un
po’ noiosa, però lei è stato sempre
molto gentile e…
- Ma è il minimo, sei la ragazza di mio figlio, sei brava ed
educata e gli vuoi bene. Per me è questo
l’importante.
Rose
sorride davvero, palesemente felice. Draco apre appena le braccia e
lei accetta volentieri quella stretta tanto breve quanto sincera.
- Buon viaggio, Rose. Sono certo che ti farai onore. E per qualsiasi
cosa sai che io sono sempre a disposizione, basta mandare un gufo, non
farti problemi.
- Grazie.
Hermione
e Scorpius si avvicinano portando una panchina che hanno spostato
prima per far sedere gli ospiti e che ora stanno rimettendo a posto
sotto il ciliegio. Tra Rose e Scorpius passa uno sguardo
d’intesa
che Draco non riesce a decifrare.
- È stato tutto perfetto, signora Granger.
- Io non ho fatto niente se non apparecchiare, il merito è
del catering e di Rose che ha preparato la torta.
- Beh, mamma, se vuoi ti lascio la ricetta.
- Tesoro, sai che non sono proprio un asso in cucina, non mi
verrà mai buona come è venuta a te.
- Bah, chi lo sa… magari, se ti fai dare una
mano… - mormora Rose sottintendendo qualcosa. Hermione la
guarda perplessa.
- Sì, magari… - continua Scorpius, occhieggiando
verso il padre. - E poi si può fare qualche picnic, una
merenda all’aperto…
- Magari nei pressi del Millennium Bridge…
- Con il sole alto nel cielo…
- Sapete che bello? Potreste provarci insieme. Signor Malfoy, lei
è bravo con le pozioni, sarà bravo anche con le
torte, no?
Draco
è sbiancato, Hermione è scarlatta. I ragazzi si
stanno trattenendo
dal ridere.
- Ti piace il Millennium Bridge, Scorpius?
- Certo. A te?
- Sì, tantissimo. Piace proprio a tutti, qui.
- Puoi dirlo forte.
Hermione
spalanca la bocca e fa per parlare, ma Rose saltella vicino Scorpius
e lo tira via per un braccio.
- E ti piace quello che succede vicino al Millennium Bridge?
- Sì, certo, non ho niente in contrario. Tu?
- Ah, io nemmeno, anzi, un picnic è sempre una bella idea!
Non
riescono a non scoppiare a ridere mentre si allontanano. Draco e
Hermione restano a fissarsi imbambolati, imbarazzatissimi ma, in un
certo senso, più tranquilli; entrambi ci hanno pensato,
divisi tra
la voglia e il senso di colpa, con i figli lontani sarebbe stato
forse possibile, ma fare le cose di nascosto come due ladri…
invece
è un sollievo, una gioia, sapere che Rose e Scorpius
approvano.
Anche se bisognerebbe capire chi li ha visti e chi gliel’ha
detto.
Sono stati incredibilmente stupidi, irresponsabili, a baciarsi in
mezzo alla gente in un posto non distante dal Ministero. Sarebbe
potuto essere un disastro.
Ma
a quanto pare la fortuna ha deciso di soffiare anche un po’
nella
loro direzione.
Hermione,
con le guance in ebollizione, butta fuori qualche sillaba
sconclusionata e poi torna di gran carriera verso casa.
Draco
si volta a guardare di nuovo le begonie, diviso fra l’euforia
e una
specie di soggezione ridicola, da ragazzino che si trova colto sul
fatto con le mani nella marmellata.
Avrà
tutto il tempo per far scorta di fiori.
In
neanche cinque mesi a Rose è stata offerta una seconda borsa
di
studio e carta bianca per un progetto di ricerca molto impegnativo.
Hermione è andata a trovarla ed è rimasta
affascinata da quei
paesaggi maestosi e selvaggi, anche se il freddo è davvero
una
sfida. Com’era previsto, staccarsi dal nido ha fatto bene
alla
ragazza: dopo un primo periodo di assestamento ha fatto amicizia con
tutti, ha imparato a essere più sicura di se stessa e a
gestire
eventuali imprevisti. Ha persino attirato l’attenzione di un
ricercatore americano (a cui lei non ha dato la minima corda) che si
dice l’abbia corteggiata con enormi mazzi di rose; in ogni
caso,
nel giro di una settimana Scorpius è andato a mettere i
puntini
sulle i. Alla vista di quel colosso dai muscoli possenti, pieno di
cicatrici e bruciature che, nel giro di un mese, è riuscito
ad
addomesticare un Ungaro Spinato diventato praticamente il suo
cagnolino da compagnia, l’americano ha battuto dignitosamente
in
ritirata. È molto probabile che a dissuaderlo più
di tutto sia
stato lo sguardo di Scorpius; gli occhi dei Malfoy sanno essere
veramente spaventosi, quando ne hanno l’intenzione.
Il
Natale si avvicina e Draco e Hermione fremono; i ragazzi riusciranno
a tornare per pochi giorni, ma meglio di niente. Hanno deciso che per
il momento terranno le cose tranquille: per il pranzo di Natale
ognuno con la propria famiglia, nei giorni successivi si
vedrà. In
generale stanno procedendo con molta cautela, entrambi ci tengono
troppo per rischiare di rovinare tutto accelerando i tempi. Sono
adulti, ormai, non giovanotti con gli ormoni scombinati, sanno
gestirsi. In ogni caso nelle rispettive case c’è
lo spazzolino
dell’altro, un pigiama di riserva, un cambio
d’emergenza. Per
adesso va bene così.
Allo
stesso tempo, proprio perché adulti, non vedono il senso di
nascondersi, non hanno nulla di cui vergognarsi. Gli amici
inizialmente sono rimasti un po’ perplessi, ma non hanno
messo
bocca più di tanto, ognuno è troppo preso dalle
proprie vite per
preoccuparsi di quelle altrui; Weasley ha borbottato qualcosa su una
certa “sconvenienza”, ma il fatto che anche lui
abbia una nuova
compagna lo ha fortunatamente distratto nel giro di poco. Draco e
Hermione sono sereni: i figli lo sanno e sono contenti, è
tutto ciò
che a loro importa.
Sono
andati insieme a comprare i regali di Natale: a Rose hanno preso due
stupendi maglioni di cachemire, a Hugo una scopa più
moderna, a
Scorpius delle attrezzature nuove, visto che con i draghi ci vuole
poco per ritrovarsi tutto distrutto.
Hanno
incontrato varie persone, ovviamente, a Diagon Alley, e gli sguardi
che hanno ricevuto sono stati i più disparati: straniti,
dubbiosi,
curiosi, accesi, qualcuno anche schifato. Un paio di signore della
società purosangue bene hanno rivolto loro due occhi
sfavillanti,
impazienti di spettegolare sulla nuova strana coppia. Che lo facciano
pure, se è l’unico divertimento delle loro
vite.
Fa
freddo ed è l’ora giusta per una cioccolata calda.
Sanno dove
andare.
- Buon pomeriggio, Charles.
- Ben tornati, ragazzi. Due cioccolate calde, scommetto.
- Grazie mille.
- Con panna?
- Ma sì, perché no.
A
Draco fa quasi ridere sentirsi dare del “ragazzo”,
ma capisce che
per il signor Charles loro lo sono; tutto è relativo,
è la grande
lezione che ha imparato nell’ultimo anno e mezzo. E ha
ricordato
anche un’altra cosa che nel corso del tempo aveva
dimenticato: mai
giudicare un libro dalla copertina. Anche quando è la cosa
più
immediata da fare, la più semplice, la più
facile, quella che
consente di evitare di farsi troppe domande. E dire che l'aveva
imparato a caro prezzo; Piton è sempre presente nei suoi
ricordi.
Hermione
sorseggia lentamente la cioccolata, soffiando per evitare di
bruciarsi, e la panna le lascia i baffi bianchi. È
bellissima,
splendente, è la sua rinascita, lo sono l’uno
dell’altra. Caduto
e intrappolato, negli anni precedenti, nella routine
lavoro-casa-figlio, Draco aveva scordato anche quanto può
essere
bello passeggiare in riva al mare, fare una gita, correre sotto la
pioggia battente, decidere di andare a prendere un gelato
all’ultimo
momento. Meglio, lo sta sperimentando solo ora, perché non
l’ha
mai fatto prima.
Rimangono
lì un sacco di tempo, a chiacchierare di minuzie, a
raccontarsi
stupidi aneddoti, a ridere delle più disparate sciocchezze.
Lo
facevano anche quando hanno iniziato a conoscersi, ma
l’atmosfera è
completamente diversa: allora c’era sempre una sorta di
cautela, di
ritrosia, di bilanciamento faticoso fra la voglia di parlare e quella
di abbandonarsi, perché la posta in gioco non era ancora
stata
stabilita. Adesso hanno capito che in realtà non ce
n’è mai stata
una, non occorre: non hanno più bisogno di calcolare, di
giocare a
carte coperte.
- Buoni propositi per l’anno nuovo?
- Non è un po’ presto per questa domanda?
- Sai che sono una organizzata.
Draco
ridacchia. Quello sbaffo di panna sul suo labbro superiore lo attira,
vorrebbe portarlo via con un bacio, ma il pudore da adulto serio,
maturo e responsabile non lo abbandona.
- Nessuno, in realtà. Non sono uno da buoni propositi.
Diciamo che mi ripropongo di proseguire in questa direzione: la salute
c’è, mio figlio sta bene e fa quello che gli
piace, il lavoro prosegue e… - ma forse non è
così azzardato prenderle la mano e stringerla forte. - Non
potrei chiedere di meglio.
Hermione
sorride, felice.
- I tuoi?
- Io al tuo contrario ne ho forse troppi. Dovrei ristrutturare casa,
dare una mano di bianco alle pareti, sistemare il bagno del
pianterreno… poi Hugo avrà i GUFO, ci
sarà da prestare più attenzione, e poi vorrei
iscrivermi all’Accademia…
- Ancora?
- Se davvero Kingsley vorrà propormi come successore avere
una specializzazione in più non guasterà.
Sarà una responsabilità enorme, dovrò
essere impeccabile, pronta in tutti i sensi…
- Posso farti una domanda?
- Certo.
- Ma tu vuoi
fare il Ministro?
Hermione
accenna un sorriso titubante.
- Non lo so. Da un lato mi sento lusingata, ovviamente, e so che, senza
falsa modestia, ne sarei in grado meglio di tanti altri idioti, e ho
sempre avuto, e sempre avrò, un peso differente dentro il
Ministero che non posso ignorare… Ma ammetto di essere
così stanca, così stanca… Sono anni
che lotto, che combatto, in casa e al lavoro, che ingoio veleno, che mi
addormento sul divano… Adesso potrei respirare un
po’ di più, godermi la vita, alzarmi alle undici
nel fine settimana, godermi questo… - mormora, intrecciando
le dita alle sue - … senza altre preoccupazioni. Non lo so.
Sono stanca e allo stesso tempo il senso del dovere mi chiama e non
riesco a fare finta di niente.
Draco
annuisce. Sarà sempre una Grifondoro e lui non
riuscirà mai a
capirla in tutto e per tutto, a capire cosa la frena dal mandare
tutto quell’ammasso di burocrati falsi e corrotti a quel
paese, di
far crollare il tempio se non riescono a reggerselo da soli, di
vivere per se stessa e basta. È indipendente, benestante, ha
due
figli sani e ancora tanti anni davanti, la società
è un elemento
accessorio in cui Draco è costretto a vivere ma che non gli
è mai
interessato. Ma d’altronde per i grandi amori della sua vita
funziona così: non li comprende fino in fondo, ma non
potrebbe
immaginare la sua esistenza senza di loro. Forse è proprio
questo
che glieli fa amare così tanto.
Sorride
e le accarezza il polso.
- Hai tempo per pensarci. Deciderai quando ti troverai nelle condizioni
di farlo.
- Giusto. Adesso mi voglio godere il pomeriggio senza pensare a niente.
Salutano
il signor Charles ed escono dal bar. La neve ha iniziato a cadere,
lenta ma fitta. A Hermione è rimasto l’angolo
destro della bocca
sporco di cioccolato e Draco non riesce a resistere; lei fa finta di
scostarsi, ridendo, ma lui non demorde. Si ritrovano a inseguirsi
come due ragazzini sciocchi, a rubarsi baci che sanno di cacao, a
urtare le borse degli acquisti contro i muri, a inciampare nei propri
stessi passi, incuranti della gente, degli sguardi, dei giudizi, di
tutto quello che non sia loro due.
In
passato è stato troppo drastico: non è vero che
c’è un limite
d’età per vivere la pienezza dell’amore.
Quella
tacca dal suo bastone dei rimpianti si può anche cancellare.
______________________
Aaaaaah, aiut. È stata una cosa cervellotica, complicata e contorta, lo ammetto. Però mi è piaciuto da morire scriverla. Grazie a tutt* coloro che hanno letto, seguito, preferito a commentato. EFP si conferma un'isola felice dove è davvero bello stare. See you soon folks! :)