09/10/2020
33 recensioniAziraphale e Crowley sono un angelo e un demone, che vivono sulla terra da millenni e, nel finale della serie, riescono a impedire l’avvento dell’armageddon grazie all’aiuto di:
-una giovane occultista, discendente dell’ultima strega di Inghilterra: Anathema
-un giovane ingegnere informatico che combina disastri con la tecnologia: Newton (fidanzato con Anathema nel finale)
-una banda di quattro ragazzini detti “I Quelli”, il cui capo, Adam, è in realtà l’Anticristo. Tuttavia Adam è cresciuto come un bambino normale, è fondamentalmente buono, al punto da ribellarsi a suo padre, Satana, per impedire l’apocalisse.
Adam possiede un cagnolino, da lui chiamato “Dog” che all’inizio della serie è stato mandato a lui dai demoni, in qualità di “segugio infernale” per servirlo e proteggerlo. Dog però, al pari del suo padrone, non ha nulla di diabolico, ed è un normalissimo cucciolotto innamorato del suo padroncino.
Crowley indossa sempre un paio di occhiali da sole, perchè, oltre a renderlo più cool, gli permettono di nascondere i suoi occhi da serpente (lui in origine era il serpente che ha tentato Adamo ed Eva.)
Non è un demone “malvagio”, inoltre soffre molto per essere “caduto” (ossia diventato un demone) affermando spesso che sia successo per colpa delle amicizie sbagliate.
Nella mia storia Aziraphale e Crowley sono ora ufficialmente una coppia e sono rimasti “amici” dei personaggi sopracitati, al punto da voler festeggiare Halloween insieme.
Buona lettura!
La mancata Apocalisse aveva dato il via a una serie di infinite prime volte, per Crowley e Aziraphale.
I primi baci, ad esempio, o le prime uscite apertamente fianco a fianco senza doversi nascondere da qualcuno.
In quell’elenco rientrò, pochi mesi dopo, anche il primo Halloween festeggiato insieme.
Come ulteriore elemento di novità, le due creature soprannaturali avevano adesso anche dei nuovi amici – sebbene Crowley fosse ancora restio a considerare tale la “libraia”, come chiamava Anathema, e il “flagello della tecnologia” come invece appellava il povero Newton.
Furono proprio questi ultimi, ormai insediatisi in pianta stabile al Jasmine Cottage ad avere l’idea di organizzare un piccolo party per la vigilia di Ognissanti – Aziraphale si rifiutava di sentire chiamare quella festa “Halloween” in sua presenza, da buon angelo qual era.
Oltre ad Aziraphale – che Anathema adorava – e Crowley – il sentimento di amicizia forzata era reciproco da entrambi i lati – i due neo piccioncini avevano invitato anche i Quelli al gran completo.
Fu così che la sera del 31 Ottobre, un angelo, un demone e sei umani si ritrovarono a Tadfield, per una serata a base di biscotti a forma di zucca e racconti dell’orrore.
Anathema rispolverò alcune leggende di famiglia, che più che spaventare lasciarono alquanto perplesso il resto del gruppo.
Aziraphale e Newt passarono il turno, mentre Pepper sorprese tutti con un piccolo racconto di sua invenzione che lasciò i presenti scossi dai brividi.
Persino Dog nascose il muso fra le zampe, uggiolando, verso il finale.
Solo Crowley non battè ciglio, e fu il lampo di sfida negli occhi di Pepper, probabilmente, unito alla voce con cui la bambina disse “vediamo se tu sai fare di meglio” che lo indusse a spolverare il suo cavallo di battaglia, non appena giunse il suo turno.
Quando il demone terminò la sua storia i bambini erano, per usare un eufemismo, piuttosto turbati. Adam era quasi sull’orlo delle lacrime, un evento quanto mai insolito per lui.
Anathema invece aveva una luce assassina negli occhi e pareva in procinto di incenerire Crowley con lo sguardo.
“Questa me la pagherà.” sibilò la strega, ma solo Newton la udì.
*
Il mattino dopo, un angelo e un demone, litigavano animatamente nella camera degli ospiti.
“Mi dispiace, va bene? Lo ammetto, ho esagerato.”
“Ah! Ha esagerato, lui! Senti senti! Ma tanto ora che ha detto che gli dispiace, è tutto a posto, no?”
“Ho chiesto scusa una decine di volte, angelo! Che altro avrei dovuto fare?”
“Imparare a usare il cervello, tanto per dirne una! Il racconto della tua Caduta, Crowley? Davvero?! Davanti a quei poveri bambini, davanti al figlio di Satana! Come ti aspettavi che reagisse Adam ascoltando una cosa del genere? Non ti è venuto in mente che si sarebbe potuto immedesimare pur non avendo nessuna colpa per le sue origini?”
Crowley sentì una fitta al petto, mentre il rimorso per l’espressione terrorizzata del giovane Anticristo lo investiva di nuovo.
Si era affrettato a chiedergli scusa, la sera prima, una volta accortosi di cosa aveva combinato.
Con sussiego gli aveva ricordato che lui ora era libero e al sicuro dall’influenza del suo padre satanico, ma Adam aveva impiegato diverso tempo a calmarsi.
Alla fine aveva ritrovato il sorriso solo quando Dog gli era saltato in grembo leccandogli il viso.
Crowley riaprì gli occhi: Aziraphale stava ancora borbottando ma la sua rabbia era ormai scemata.
“Poteva andare peggio,” pensò il demone, ricordando alcune vecchie sfuriate dell’angelo, ma spostando poi lo sguardo verso il comodino del suo lato del letto si accorse in quel momento di un particolare inquietante.
“Aziraphale,” sibilò, piano, “dove sono i miei occhiali da sole?”
*
“Li ha presi lei, lo so!”
“Caro, stai delirando, perché mai Anathema avrebbe dovuto-”
“Dove li hai messi, strega?! Ridammeli subito! Mi hai già obbligato a chiedere scusa ai ragazzini e l’ho fatto!”
Anathema rivolse uno sguardo di sufficienza al demone rabbioso, per nulla impressionata dal suo linguaggio e dalla sua furia.
“Modera il linguaggio, Bentley-boy. Ti ho già detto che non ho la più pallida idea di che fine abbiano fatto i tuoi stupidi occhiali. Considerato il proprietario non mi sorprenderebbe se se la fossero data a gambe di loro spontanea iniziativa.”
“Te lo chiederò solo un’altra volta.” Crowley sembrava non aver ascoltato una sola parola di quella risposta. “Dove.li.hai.messi?!”
“Caro, davvero, controllati,” borbottò Aziraphale, mentre il demone ormai non faceva neanche più finta di cercare di tenere a bada i sibili, “dopotutto ne hai altre decine nel cruscotto della macchina.”
“NON MI INTERESSSSSA, ANGELO, NON PARTIREMO DA QUI FINO A CHE LA MEGERA NON MI AVRA’ RESSSSTITUITO QUELLI CHE HA PRESSSSSO!”
Il termine “megera” evidentemente fu la goccia che fece traboccare il vaso stregonesco.
“Sentì un po’, inutile rettile!” vociò infatti Anathema, mentre Newton cercava senza successo di calmarla, “quante volte dovrò ancora ripeterti che non ho la più pallida idea di che cosa tu stia dicendo?! Vedi di calmarti prima di subito o giuro che…”
Aziraphale si stropicciò gli occhi, improvvisamente esausto.
Sarebbe stata una lunga giornata.
A Hogback Wood, in quel preciso momento, una buca venne scavata nel terreno umido del bosco e un paio di occhiali da sole vi fu fatto velocemente cadere.
Delle zampette canine procedettero poi a riempire nuovamente il solco di terra, nascondendo le tracce di ogni misfatto.
Dog scodinzolò e guaì, soddisfatto.
Dopotutto, vendicare o proteggere il padroncino da qualunque minaccia era il compito di ogni degno segugio infernale.
Si ringrazia Artnifa per avermi proposto il prompt "finale a sorpresa" (spero davvero che la storia abbia soddisfatto le tue aspettative!) e Soul per aver indetto le due iniziative a cui la storia partecipa ♥
Un grazie di cuore anche a Carmaux per il piccolo parere in anteprima.
Infine grazie a tutti voi per aver letto, spero di avervi strappato una risata ^^
Se vorrete lasciare un segno del vostro passaggio farete una Bennina felicia.
Buon week end lovies!