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Autore: Evil Daughter    09/10/2020    7 recensioni
Una OS? No, un pugno allo stomaco. Dal Principe dei Saiyan aspettatevelo, non sarà piacevole.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
- Questa storia fa parte della serie 'ARANCE MARCE: Bulma e Vegeta, sbagliati e quindi veri.'
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Aporetico EgoTismo

 

 

Du bist so schön, so wunderschön
Ich will nur dich, immer nur dich ansehen
Du lässt die Welt um mich verblassen
Kann den Blick nicht von dir lassen
Und dieses Funkeln deiner Augen
Will die Seele aus mir saugen

 

Doveva essere un collo rotto quello.
L’innaturale torsione della testa, lo sternocleidomastoideo staccato via dalle clavicole, e ora ritiratosi in due protuberanze informi sotto la gola; non ci voleva una perizia medica per capirlo. Era rotto, o almeno doveva esserlo.
Come avrebbe dovuto essere morto il tizio che, col capo girato al pari della testa di uno strigide, ghignava di fronte al pubblico inorridito.
Vegeta non si scompose. Quella restava una prerogativa degna di Kakaroth, del suo cuore adamantino.
Goku, al contrario, aprì la bocca turbato quando il tizio nerboruto, e col collo ridotto ad una sorta di molla in tessuto umano, rimise il proprio capo nella giusta intersezione di ossa, nervi e muscoli.
Nemmeno la morte gli aveva cancellato l’irritante aspetto bonario. Pensò Vegeta.
E poi c’era Gohan che gridava... Gli dava fastidio.
Per essere una terrestre, la ragazzina combatteva, ma era inutile così quanto lo era diventato il moccioso mezzosangue con la forza saiyan sciupata come nulla. Uno spreco.
Quindi l’irritazione aumentava.

Videl cadde a terra. Tentò di coprirsi il volto con una mano, il bestione le aveva spaccato il naso e forse pure la mandibola. Sanguinava. Non riusciva più a chiudere bene la bocca e sentiva di star masticando i suoi stessi denti.
Un altro colpo atroce. Atroce per loro, non per lui, il silenzioso, dimenticato, sminuito, insignificante Principe dei Saiyan.

«Bastardo smettila!!»

Gridò uno tra gli spalti.

Oramai il match era tramutato in un macabro spettacolo a cui nessuno voleva più assistere. Nemmeno Kakaroth e il suo patetico circolo di buontemponi.


“ Sei senza cuore.”


L'accusa non giunse dallo stadio, pur se consona alla situazione.
Intanto, Videl periva sotto i colpi brutali di Spopovich.
Urlava lei, urlavano tutti.
Insopportabili.

 

“ Sei senza cuore.”


Ancora.
Fu quasi un sussurro, giunto contemporaneo alla vista di un colpo micidiale andato a buon fine e al conseguente sbocco di sangue da parte della figlia di Satan.
Violenza vera, come da tempo non ne vedeva. In qualche modo corroborante.

 

“ Sei senza cuore.”

 

La colpa era di Videl: erano le grida straziate della ragazza ad evocare incessantemente l'ingloriosa sentenza; e questa rintoccava irritante nella mente di Vegeta. Solo lui udiva quelle veraci parole.
L'aveva fatto Bulma, l'aveva condannato lei. La sua Bulma a due settimane prima di quel giorno.

 

 

– Due settimane prima di quel giorno –

 


Sulla tavola apparecchiata erano rimaste le tracce della cena: piatti vuoti, spazzolati; completamente divorata.
Vegeta mandò giù un altro sorso di caffè. Un rituale per lui. Aveva iniziato ad esserne avvezzo nel giro di pochi mesi dopo essersi stabilito alla Capsule Corporation. E assumerlo alla fine di ogni pasto era diventato uno fra i tanti discutibili retaggi della sua arresa alla vita terrestre.
Gli piaceva il gusto amaro. In quel periodo, poi, ne aveva bisogno in maniera morbosa.

Il saiyan non era solo, la quiete che riempiva il salotto veniva interrotta appena dal notiziario e c'era Bulma seduta di fronte a lui. Non spiccicava parola, stava china, con lo sguardo imbrigliato a un libro di cui Vegeta ignorava i contenuti.
Non conversavano spesso, non l'avevano mai fatto. Era lei che lo cercava, per parlare, era lei ad avere l'attitudine ciarliera. Era lei a compensare il vuoto.
Ma da giorni questo non accadeva. Da quando il figlio di Kakaroth era venuto a trovarli rivelando la sua partecipazione al nuovo torneo Tenkaichi.

«... Le indagini hanno portato a ritrovare il corpo della donna, ora sarà l’autopsia a decretare la vera causa del decesso. Ma gli investigatori non escludono la pista seriale, pare che la vittima, trovata appesa, sia stata prima legata e poi strangolata. È il terzo caso avvenuto a West City e attualmente il killer non è stato ancora identi-»

La tv venne spenta.
Vegeta si voltò a guardare meglio sua moglie. Era stata una mossa un tantino esagerata quella. L’aveva vista buttar via il libro, tuffarsi alla ricerca disperata del telecomando – riposto come al solito sul davanzale della finestra, accanto al pacchetto di sigarette – Vegeta aveva assistito alla neutralizzazione della voce del cronista: ritrovato l’aggeggio, Bulma aveva steso le braccia e puntato l'oggetto contro il televisore. A mo’  di pistola.
Fosse stata vera, lei avrebbe certamente premuto il grilletto.

Il saiyan non gradì quella scoperta, la tavolozza di emozioni dipinte addosso a sua moglie. Inquieta, determinata, mortale se avesse potuto.

Bulma ansimava. Incrociò gli occhi fissi di Vegeta a pochi metri da lei.
Trunks non era lì con loro, il discolo era scappato nella propria camera appena sua madre gli aveva dato il permesso di giocare ai videogame.
«Non volevo più ascoltarlo.», ammise, motivando il suo gesto. Teneva il telecomando ancora stretto tra le dita. Forte tanto che le tremavano le mani. Vegeta notò pure questo.
«Sei spaventata»
« ... Be’, non dovrei esserlo?»
«Direi di no. Non dovresti.», lui finì il caffè, calmo.
«C’è un maniaco assassino che vaga libero a West City... »
«E allora?»
Bulma non aveva motivo di agitarsi. Il perché era ovvio.
«Ha ucciso tre donne.»
Ma lo stava ignorando.
«Tu puoi stare tranquilla», ribadì nuovamente Vegeta.
«No, io non posso. Se mi trovassi in pericolo, a stento credo che qualcuno riuscirebbe ad accorgersene e verrebbe a salvarmi. Nessuno lo farebbe.»
Sua moglie, Vegeta l'aveva sempre considerata come una graziosa creatura dai denti aguzzi, che quando voleva sapeva mordere e fare male.
«Nessuno? Ne sei certa?»

«Sì, nessuno.»

Il saiyan sostenne lo sguardo cobalto incendiato della compagna. In otto anni di convivenza lui aveva imparato a parlare direttamente; mentre Bulma aveva dimenticato cosa fosse la schiettezza, preferendo a questa scorciatoie di parole e concetti che portavano il confronto a largo dal vero problema.
«Bulma, che vuoi?»
«Un verme da annientare.»
Disse immediata, con lo stesso slancio impiegato per mettere a tacere il televisore. Puntando stavolta la pistola contro di lui.
«Trunks mi ha chiesto perché, per suo padre, Son Goku sia un verme da annientare
Vegeta inspirò più aria. Ecco come iniziava ad essere tutto più chiaro e soffocante.
Era accaduto veramente. Suo figlio l'aveva colto di sorpresa, durante gli allenamenti, gli aveva chiesto innocentemente chi fosse quel Son Goku che aveva parlato nelle loro menti.
«Vegeta, non coinvolgerlo in questa storia.»
«La faccenda riguarda solo me e Kakaroth. Trunks è piccolo, non può capire, ti fai problemi per niente.»
Bulma scrollò la testa tremendamente contrariata.
«No, Vegeta, ci siamo dentro anche noi... Io ho paura»
«Ma di cosa?!», gridò furioso, scoppiando di rabbia.
«Non mi vedi e non vuoi sentirmi. Te lo leggo in viso. Nemmeno se mi mettessi a gridare mi ascolteresti, non ascolti me e non ascolti tuo figlio-»
«Io non vi ascolto? Non starei qui se non volessi-»

«Tu sei ancora ossessionato da lui!... Goku è già morto, lascialo stare.»

Era vero.
A Bulma non poteva mentire.
Quel morbo viveva in lui, non era mai guarito, come prova ontologica della sua imperfezione. Che il saiyan non riusciva a negare neanche dietro la maschera accogliente della famiglia.
E fingeva, aveva sempre finto.
Ma l'orgoglio maledetto si mostrò peggiore:
«Sai una cosa, vi sto concedendo più di quanto-»
«Ci stai concedendo?»
«Sì. Potrei non farlo, ma sto facendo il padre! Io! Che sono un assassino, Bulma, l'hai dimenticato? Ho ucciso più persone di quante tu ne possa immaginare... Certo, dovresti avere paura anche di me.»
Fu crudele, ingiusto. Anomalo, perché a lui non piaceva raccontare il suo passato.
Irrimediabilmente era andata; la pace che s’era preso senza pagare il prezzo delle sue colpe.
Fragile, non ci aveva mai creduto.
Anche Bulma comprese che il sogno scricchiolava, la famiglia felice esisteva solo nella sua testa.
Sarebbe crollato.

Ossessionato da Kakaroth? Sì.
Lo voleva morto? Cancellato? Almeno fargli fare la figura nel verme che era.
Era un buon padre? No. Una farsa. Pure l'abito del marito gli cascava male.
Se sua moglie non ci credeva, non poteva farlo più neanche lui.

Gli occhi di Bulma divennero patiboli, le finestre dalle quali Vegeta aveva spinto al suicidio, in poche battute, i buoni sentimenti; amore compreso.

La concrezione dei guai si palesò sul viso di lei come la prova del proprio sbaglio di saiyan rabbonito. Snaturato.


«Dopo anni torniamo a parlare di questo... Sei senza cuore.»

«Non ho mai detto di essere diverso.»

 

 

– Due settimane dopo quel giorno –

 

 

Non si respirava per via della polvere. Alla puzza di bruciato si mescolavano le grida di panico. Tra quelle c'erano anche le urla di sua moglie.
Kakaroth era davanti a lui e puntava a sua volta il palmo aperto contro Kaiohshin.
Kakaroth era il solo che vedeva.
Aveva ragione lei: non voleva sentirla e non l'avrebbe salvata.

 

 

Du bist schön wie ein Diamant
Schön anzusehen wie ein Diamant
Doch bitte lass mich gehen

 

Note:

Le brevi parti di testo presenti all’inizio e alla fine del capitolo vengono dal brano DIAMANT dei Rammstein, da ascoltare qui. Struggente, che mi ha ispirata a scrivere e che si adatta al momento e ne fa colonna sonora.
Un saluto a tutti voi ( non una parola sulle storie in sospeso e su quelle promesse, arriveranno, chiedo scusa).
Di seguito le altre mie storie per gli interessati.

NERO CILIEGIA

Questa OS è una ciambella senza il buco. Buona lettura. 
«E togliti! Se ancora non te ne sei accorto, non sono più una bambina, non devi permetterti di toccarmi con tanta leggerezza!»
Fu in quel momento che Trunks iniziò a capire.


STANDBY
Ultimo capitolo pubblicato: Rottweiler idrofobi e bambine che li salvano. 
Vegeta? Solo un folle omicida. Ma Bulma lo sa bene: mai fermarsi a giudicare unicamente la coda del mostro. 
La belva deve essere sempre osservata nella sua interezza. 
Estratto:«Quando lui si riprenderà, perché si riprenderà, fossi in te mi toglierei dalla sua lista nera. Ricordi? Per ucciderlo non basterebbe neanche una dose di quella schifezza che mi hai lasciato ieri. Ma per uccidere voi, a lui basterebbe muovere un dito. Se vogliamo evitare la strage, facciamo che adesso tu mi aiuti, ok?» 
Consiglio: non fermatevi ai primi capitoli e andate avanti con la lettura. 
Periodo trattato: triennio antecedente ai cyborg. 

La storia è accompagnata da mie illustrazioni.

ZABAIONE ECONFESSIONI
L’incubo rosa è finito. 
Bulma ha preparato una festa. Al termine di questa, la scienziata scambia un breve discorso col suo amico più fidato.
Brevissima, delicata. Quasi intima. Buona lettura


BIRRE, SCIMMIE O SIGNORI ORSI 
«Papà, tu sei arrabbiato con me?»
Domandò la piccola, con la vocina tenera e singhiozzante.
«No, Bra. Papà non è arrabbiato. Papà... ha avuto paura.»


 

   
 
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