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Autore: Effecrivain    10/10/2020    3 recensioni
Lui è il Capitano dei Navy Seals Cristopher Lucas Adams e lei è l'infermiera della base Riley Victoria King.
Cosa succede quando non sono più il Capitano e l'infermiera ma solo Cristopher e Riley? e soprattutto cosa succede quando l'azzurro dell'oceano incontra il marrone del cioccolato?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Riley si svegliò con una nuova consapevolezza quella mattina: si era presa una cotta per il suo Capitano dall' umore altalenante e dai modi a volte un po' bruschi, per quell'uomo coraggioso e fedele ai suoi principi, per la sua voce vellutata e per il suo forte profumo che emanava una spiccata virilità.

Le dispiaceva non poterlo conoscere meglio, fargli quelle domande che aveva avuto solo il coraggio di pensare  ma era consapevole che per lui era solo una ragazzina e che al fianco di un uomo ci volesse una donna capace di saper affrontare ogni problema, lei invece dai problemi fuggiva e ci metteva di mezzo svariate ore di aereo.

Quando si alzò avvertì una forte fitta alla testa, si misurò la temperatura e non si meravigliò che fosse così alta

"38.8 perfetto la giornata non poteva iniziare che nel peggiore dei modi"

Cercò qualcosa da prendere per abbassarla ma non trovando nulla si rese conto che l'unico modo era andare in infermeria.

Mentre cercava di raggiungerla incontrò Patricia

-Buongiorno zucchero, hai già fatto colazione?-

-buongiorno, no! Ho bisogno di prendere un antipiretico, ho la febbre alta e non posso lavorare altrimenti-

-oddio Riley non puoi lavorare in nessun caso, avvertirò io il Capitano-

-non è necessario, prenderò qualcosa e vedrai che starò meglio-

-Riley si vede che ti reggi a malapena in piedi-

Non le dette il tempo di replicare e chiamò subito Christopher

-Capitano le comunico che oggi Riley non potrà essere presente, la sostituirò io. Vi raggiungo immediatamente alla spiaggia. Come? Nono ha la febbre alta,  mhmh certo. Va bene!-

-Vai subito in camera, appena avrò la pausa passerò a vedere come stai-

-si è arrabbiato?-

-no, anzi credo che fosse quasi preoccupato. Però ora vai, altrimenti non si abbasserà mai-

-grazie-

Salutata Patricia si diresse di nuovo verso il suo alloggio e non poté fare a meno di sorridere pensando al suo capitano preoccupato per lei.

Nel pomeriggio la situazione non era migliorata, la febbre non si era abbassata e dopo che l'infermiera le aveva portato il pranzo si era rimessa a dormire.

Riaprí gli occhi verso sera per colpa di un forte rumore proveniente dalla porta.

Cercò di alzarsi ma la testa faceva ancora troppo male, pensando che fosse Patricia con la cena rimase a letto e invitò la donna ad entrare.

-Patricia entra pure, la porta è aperta-

Ma a spuntare non fu il dolce sorriso dell'infermiera anziana bensì quello del Capitano Adams

-non si lascia la porta aperta Riley, ok che qui è sicuro ma è sempre bene chiuderla-

quasi non le venne un colpo quando lo vide varcare la soglia della sua stanza.

-Capitano, io non l'aspettavo!-

Cercò di alzarsi e di darsi un contegno ma il suo fisico non voleva proprio collaborare e sicuramente la presenza di Adams non rendeva facile il tutto.

-stai a letto Riley non voglio essere la causa di un tuo svenimento-

-Puoi essere la causa di tutto quello che vuoi-

-come scusa?-

-che? Nulla io non ho parlato!-

"Fa che non se ne sia accorto, ti prego!"

A Cristopher spuntò un impercettibile sorriso sulle labbra.

-ti ho portato la cena-

-Tu?-

-perchè io non ti vado bene?-

"Solo io ho colto l'allusione? O questa febbre mi sta facendo delirare o stasera il Capitano ha uno strano comportamento"

Cristopher si avvicinò a Riley e le avvicinò il vassoio con la cena, poi si mise seduto sul letto vicino a lei, aprì il vassoio, prese la minestra e le porse il cucchiaio

-po...posso fare da me-

-hai la febbre alta e credo che questa sia colpa mia, lasciati coccolare un po' stasera-

"A fuoco, sto andando a fuoco e sicuramente non è colpa della febbre!"

Non riuscendo a rispondere l'unica cosa che fu in grado di fare fu aprire la bocca e lasciò che Cristopher la imboccasse, per la prima volta notò negli occhi dell'uomo una certa premura che fino ad allora non aveva mai visto.

-capitano non so ora chi è fra i due ad avere la febbre-

-Riley te l'ho già spiegato non sono così spietato come pensi, sono un uomo come molti, faccio un determinato tipo di lavoro e questo mi porta ad avere un certo atteggiamento ma non lascerei mai una ragazza indifesa senza cena-

-sempre la solita storia- disse sbuffando

-come?-

-dite sempre tutti la stessa cosa-

-non ti seguo-

Sarà stata la febbre, la stanchezza ma Riley non riuscì a rimanere in silenzio, forse più che un senso di rivalsa aveva solo voglia di farsi conoscere da Cristopher, forse voleva che lui andasse oltre l'apparenza, almeno per una volta.

-tutti mi vedete come una ragazzina indifesa in mezzo ad un branco di lupi, sarà perché sono timida, perché dimostro meno anni della mia età ma io non sono Cappuccetto rosso che si è persa nel bosco, sono una donna che ha un passato, ho lottato con le unghie e con i denti nella mia vita, ho visto cose e vissuto situazioni così brutte da non augurarle al mio peggior nemico.

Il compagno di mia madre mi picchia da quando sono piccola, al posto del bacio della buona notte ricevevo botte. Mi sono laureata frequentando corsi serali perché il giorno dovevo lavorare per far sì che mia madre non perdesse la casa, io Capitano Adams non sono una ragazzina indifesa, sono una donna!-

Non aveva mai raccontato a nessuno ciò che era successo nella sua vita, questo perché si era sempre ritenuta responsabile di quello che accadeva a casa sua, ma sapeva che se non faceva vedere chi era a quell'uomo seduto sul letto lui non avrebbe mai visto la vera Riley.

I suoi occhi ora erano lucidi ma aveva il cuore più leggero.

Cristopher non rispose, si avvicinò di più e la strinse in un abbraccio.

-non ho detto certe cose per farti pena-

La lasciò e la guardò dritta negli occhi

-tu non mi hai mai fatto pena-

-cristopher io...-

Non la lasciò nemmeno finire che le sue labbra furono subito su quelle di lei.

Un bacio da prima dolce poi veloce e impetuoso, brividi in tutto il corpo ecco quello che sentiva, brividi e un fuoco divampare.

La distese meglio sul letto e si mise sopra di lei, dalle labbra gonfie scese sulla gola, lambì ogni centimetro di pelle scoperto.

Riley stava toccando il cielo con un dito, non pensava a quello che stava succedendo se lo voleva soltanto vivere.

Cercò di ribaltare la situazione ma Cristopher la schiacciò ancora di più sul materasso, staccò le labbra da lei e la guardò

-fatti coccolare da me stasera-

non se lo lasciò ripetere due volte e lasciò che continuasse quell'opera divina.

Scese più giù fino a raggiungere i seni della ragazza, continuò a venerare il suo corpo ancora per un po'.

-stasera non andremo oltre-

come se avesse ricevuto una secchiata gelida addosso si tirò su e guardò l'uomo

-come? No! perché?-

Cristopher rise e lei si accorse di non averlo mai visto così bello

-credimi piccola ho intenzione di continuare quello che ho appena iniziato ma quello che ti vorrei fare potrebbe alzare ancora di più la tua temperatura e non voglio rischiare-

-ma io sto benissimo-

L'uomo rise e la baciò ancora una volta.

-mettiti giù, per stasera va bene così-

Quella notte Riley poté respirare il profumo del Capitano direttamente sulla pelle di lui. Non fece e non si fece domande, si lasciò cullare dalle braccia dell'uomo fino a lasciarsi andare in un sonno senza incubi.

   
 
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