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Autore: Freaky_Frix    10/10/2020    1 recensioni
[Sanditon]
Una carrozza che si allontana e che porta Charlotte via dalla sua libertà e dal suo amore è davvero il finale che si meritava?
Io penso proprio di no.
Dal testo: "Era passato un anno da quando la carrozza l’aveva portata via da Sanditon con il cuore a pezzi. Un anno passato ad eliminare dalla sua testa la sua voce, i suoi occhi e le sue labbra. Un anno passato a lasciare fuori tutto e tutti, incurante delle molte lettere ricevute e delle incessanti domande della sua famiglia."
[Questa one-shot partecipa al #writober2020 indetto da fanwriter.it!]
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tutto quello che desiderano

Tutto quello che desiderano

My characters shall have, after a little trouble, all they desire.

-         Jane Austen

Quando Charlotte aprì gli occhi quella mattina li trovò pieni di lacrime. Non era inusuale – le capitava spesso, dal suo ritorno a casa – ma pensava che ormai la tristezza l’avesse abbandonata. Era passato un anno da quando la carrozza l’aveva portata via da Sanditon con il cuore a pezzi. Un anno passato ad eliminare dalla sua testa la sua voce, i suoi occhi e le sue labbra. Un anno passato a lasciare fuori tutto e tutti, incurante delle molte lettere ricevute e delle incessanti domande della sua famiglia.

Fingeva, Charlotte. Fingeva che tutto fosse perfetto, che Willingden fosse il posto dove desiderava trascorrere il resto della sua vita a leggere romanzi e a passeggiare per i campi. Ma quando era sola, poteva quasi giurare di sentire la voce carica di rimprovero di Georgiana, e le sue ultime parole: «Non fidarti di lui, Charlotte. Ti farà solo soffrire». Una sofferenza immeritata, e per entrambi. Charlotte non riusciva a biasimare Sydney. Non riusciva ad odiarlo per averle spezzato il cuore; perché sapeva che, in fondo, facendolo aveva spezzato anche il proprio, per la seconda volta.

Così, per evitare ulteriori sofferenze si era auto-inflitta quel silenzioso esilio: non avrebbe più lasciato la casa dei suoi genitori, si sarebbe presa cura dei suoi fratelli e della fattoria, sarebbe andata a messa e sarebbe stata gentile con tutti. Avrebbe evitato con cura ogni cosa che richiamasse alla memoria lui o quel luogo così carico di speranze e di sacrifici; avrebbe evitato anche ogni pensiero. Si sarebbe spenta, Charlotte. Perché soffrire per amore era estremamente doloroso. Non era affatto paragonabile al cadere da cavallo o allo sbucciarsi le ginocchia. O al tagliarsi per sbaglio pelando le patate. Era un dolore ardente quasi quanto la passione che lo aveva preceduto; altamente improbabile spegnerlo del tutto. Lei ne era la prova: cercando di spegnere il dolore di Sydney aveva preso fuoco quanto lui.

E di notte, quando dormiva, sognava l’impossibile: Sydney che arrivava trafelato, in dorso al suo cavallo, e le correva incontro. Sydney che le prendeva il viso tra le mani e la baciava fino a farle mancare il respiro. Sydney che era venuto a prenderla, che l’avrebbe sposata e l’avrebbe resa felice.

E quella mattina quel sogno ricorrente sembrava più reale del solito, mentre Charlotte si vestiva. Lanciò uno sguardo vacuo alla pila di lettere ammucchiate sullo scrittoio e scese al piano di sotto. La faceva sentire meglio, osservare quell’ammasso di carta e di ceralacca; le dava l’impressione di avere ancora un minimo controllo su quel capitolo della sua vita. Prese una focaccina al volo e corse in cucina, pronta ad aiutare sua madre con le conserve.

Eppure, quella mattina c’era qualcosa di diverso; qualcosa fuori posto. Charlotte non si sentiva molto presente a se stessa. C’era qualcosa che stonava, ma non riusciva a capire proprio cosa. Ci si dedicò con il pensiero per tutta la mattina; pensare a simili sciocchezze le teneva occupata la mente e affievoliva il dolore onnipresente al petto, ma non riuscì proprio ad arrivarci.

Era nella sua stanza intenta a leggere quando lo sentì: uno scalpiccio di zoccoli sempre più vicino. In un primo momento le sembrò solo l’eco di un vecchio ricordo. Poi vide con la coda dell’occhio una nuvola scura avvicinarsi alla casa: era un cavallo. E in groppa al cavallo c’era un uomo. E il suo cuore sembrò fermarsi, quando provò ad ipotizzare chi potesse essere. Così, molto lentamente, decise di avvicinarsi alla finestra per sbirciare chi fosse il misterioso visitatore.

Quando riconobbe quei lineamenti a lei così familiari si allontanò, come scottata. Stava sognando. E continuava a ripeterselo, che stava sognando, anche mentre scendeva rapidamente le scale.

Si bloccò sull’ultimo scalino, in silenziosa attesa, lo sguardo fisso sulla porta.

Poi, sentì bussare.

E capì che non stava sognando.


Angolo dell'autrice: buonasera a tutti! Eccomi qui, con il decimo giorno del #writober2020 indetto da fanwriter.it. Il prompt di oggi è "esilio", parola non facile. Il caso vuole, però, che proprio oggi abbia visto il finale di stagione di Sanditon. E da lì questa one-shot, che vede quello che (penso) tutti avrebbero voluto vedere: un meritato lieto fine per Charlotte e Sydney, che forse non vedremo mai perché la prima stagione è stata cancellata e ci sono dei piccoli problemi su chi debba riprenderla per continuarla. Detto questo, vi ringrazio di cuore se avete letto, mi rendete davvero molto felice♥
Alla prossima!

Frix

   
 
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