Tutto
quello che desiderano
My
characters shall have, after a little trouble, all they desire.
-
Jane Austen
Quando Charlotte aprì gli occhi quella
mattina li trovò pieni di lacrime. Non era inusuale – le capitava spesso, dal
suo ritorno a casa – ma pensava che ormai la tristezza l’avesse abbandonata. Era
passato un anno da quando la carrozza l’aveva portata via da Sanditon con il
cuore a pezzi. Un anno passato ad eliminare dalla sua testa la sua voce,
i suoi occhi e le sue labbra. Un anno passato a lasciare fuori
tutto e tutti, incurante delle molte lettere ricevute e delle incessanti
domande della sua famiglia.
Fingeva, Charlotte. Fingeva che tutto
fosse perfetto, che Willingden fosse il posto dove desiderava trascorrere il
resto della sua vita a leggere romanzi e a passeggiare per i campi. Ma quando
era sola, poteva quasi giurare di sentire la voce carica di rimprovero di
Georgiana, e le sue ultime parole: «Non fidarti di lui, Charlotte. Ti farà
solo soffrire». Una sofferenza immeritata, e per entrambi. Charlotte non
riusciva a biasimare Sydney. Non riusciva ad odiarlo per averle spezzato il
cuore; perché sapeva che, in fondo, facendolo aveva spezzato anche il proprio,
per la seconda volta.
Così, per evitare ulteriori sofferenze
si era auto-inflitta quel silenzioso esilio: non avrebbe più lasciato la
casa dei suoi genitori, si sarebbe presa cura dei suoi fratelli e della fattoria,
sarebbe andata a messa e sarebbe stata gentile con tutti. Avrebbe evitato con
cura ogni cosa che richiamasse alla memoria lui o quel luogo così carico di
speranze e di sacrifici; avrebbe evitato anche ogni pensiero. Si sarebbe
spenta, Charlotte. Perché soffrire per amore era estremamente doloroso. Non era
affatto paragonabile al cadere da cavallo o allo sbucciarsi le ginocchia. O al
tagliarsi per sbaglio pelando le patate. Era un dolore ardente quasi quanto la
passione che lo aveva preceduto; altamente improbabile spegnerlo del tutto. Lei
ne era la prova: cercando di spegnere il dolore di Sydney aveva preso fuoco
quanto lui.
E di notte, quando dormiva, sognava l’impossibile:
Sydney che arrivava trafelato, in dorso al suo cavallo, e le correva incontro. Sydney
che le prendeva il viso tra le mani e la baciava fino a farle mancare il
respiro. Sydney che era venuto a prenderla, che l’avrebbe sposata e l’avrebbe
resa felice.
E quella mattina quel sogno ricorrente
sembrava più reale del solito, mentre Charlotte si vestiva. Lanciò uno sguardo
vacuo alla pila di lettere ammucchiate sullo scrittoio e scese al piano di
sotto. La faceva sentire meglio, osservare quell’ammasso di carta e di
ceralacca; le dava l’impressione di avere ancora un minimo controllo su quel
capitolo della sua vita. Prese una focaccina al volo e corse in cucina, pronta
ad aiutare sua madre con le conserve.
Eppure, quella mattina c’era qualcosa
di diverso; qualcosa fuori posto. Charlotte non si sentiva molto presente a se
stessa. C’era qualcosa che stonava, ma non riusciva a capire proprio cosa. Ci si
dedicò con il pensiero per tutta la mattina; pensare a simili sciocchezze le
teneva occupata la mente e affievoliva il dolore onnipresente al petto, ma non
riuscì proprio ad arrivarci.
Era nella sua stanza intenta a leggere
quando lo sentì: uno scalpiccio di zoccoli sempre più vicino. In un primo
momento le sembrò solo l’eco di un vecchio ricordo. Poi vide con la coda dell’occhio
una nuvola scura avvicinarsi alla casa: era un cavallo. E in groppa al cavallo
c’era un uomo. E il suo cuore sembrò fermarsi, quando provò ad ipotizzare chi
potesse essere. Così, molto lentamente, decise di avvicinarsi alla finestra per
sbirciare chi fosse il misterioso visitatore.
Quando riconobbe quei lineamenti a lei
così familiari si allontanò, come scottata. Stava sognando. E continuava a
ripeterselo, che stava sognando, anche mentre scendeva rapidamente le scale.
Si bloccò sull’ultimo scalino, in
silenziosa attesa, lo sguardo fisso sulla porta.
Poi, sentì bussare.
E capì che non stava sognando.
Angolo dell'autrice: buonasera a tutti! Eccomi qui, con il decimo giorno del #writober2020 indetto da fanwriter.it. Il prompt di oggi è "esilio", parola non facile. Il caso vuole, però, che proprio oggi abbia visto il finale di stagione di Sanditon. E da lì questa one-shot, che vede quello che (penso) tutti avrebbero voluto vedere: un meritato lieto fine per Charlotte e Sydney, che forse non vedremo mai perché la prima stagione è stata cancellata e ci sono dei piccoli problemi su chi debba riprenderla per continuarla. Detto questo, vi ringrazio di cuore se avete letto, mi rendete davvero molto felice♥
Alla prossima!
Frix