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Autore: syila    11/10/2020    3 recensioni
"Ossignore..." mormorò Yuuri "Credo di aver capito di che mostra si tratta..."
La coppia si era fermata davanti ad una teca impossibile da ignorare: all'interno un corpo maschile riproduceva un pattinatore, colto nel momento finale dell'atterraggio da un salto; che fosse un pattinatore lo aveva dedotto dai pattini, perché del resto era completamente scarnificato, fino alla colonna vertebrale, flessa per assorbire l'impatto col ghiaccio.
Il giovane giapponese notò la maniacale cura con cui era stato riprodotto il movimento; era a suo modo elegante e spaventoso, tuttavia, il dettaglio che lo sconcertò fu il titolo dell'opera: "Tribute to Victor Nikiforov, Five Championship Figure skating of the World."
Genere: Commedia, Slice of life, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II°



"Uhm..."
"Cosa c'è Lyubov moy?"
"Non ti sembra... Strano?" Yuuri mosse un cenno del capo in direzione del suo omonimo, che, in quel momento, sembrava avere occhi solo per le locandine esposte fuori dall'Ufficio Turistico cittadino.
"Se con strano intendi che non ha dato di matto dopo la mattinata trascorsa alla Rinascente, che si è lasciato comprare un maglione e una felpa senza zebrature e si è offerto di aiutarti a portare le buste... No. Non è strano... È assolutamente fantastico! Forse è il clima italiano a fargli bene, pensa se rimanesse così anche al rientro!"
Il giovane giapponese ridacchiò e scosse la testa.
"Intendevo il suo improvviso interesse per l'arte. Stamattina l'ho visto saccheggiare la reception dell'hotel di tutti i volantini informativi e adesso è fermo lì da dieci minuti a contemplare il calendario degli appuntamenti culturali."
"Ohi-ohi..." il russo spalancò gli occhi, prese le mani del compagno tra le sue ed esclamò "Il nostro bambino sta crescendo! Finalmente s'interessa a qualcosa che non siano i social, il metal e i gatti; magari sta valutando il futuro percorso universitario! Certo non pensavo che aspirasse a diventare un bibliotecario o un archeologo...Tuttavia noi lo dovremo appoggiare e sostenere in ogni scelta, alla sua età è fondamentale avere un supporto dalle figure di riferimento!"
Yuuri avrebbe voluto obiettare che forse loro non erano proprio delle "figure di riferimento" ideali per Yura e magari al ragazzo sarebbe piaciuto sceglierselo da solo il percorso universitario, ma restava sempre senza argomenti davanti agli attacchi di responsabilità genitoriale di Victor verso il "piccolo di casa", perciò al suo entusiasmo rispose con un prudente "Va bene, stiamo a guardare..."

Yura li raggiunse subito dopo, notando l'insolita espressione di speranzosa attesa della coppia.
"Allora abbiamo finito con lo shopping?" chiese con aria annoiata.
"Penso di si, ti piacerebbe fare qualcosa oggi pomeriggio?" chiese Yuuri.
"Hai qualche idea da proporci?" lo incoraggiò Victor.
Il biondino li squadrò in silenzio per un lungo istante; fu sul punto di aprire bocca, poi agitò la mancina e fece spallucce.
"Nah, lasciamo perdere, non è roba che fa al caso vostro."
"No, perché dici così?"
"Di che si tratta?"
"Davvero, non è niente d'importante" tergiversò l'interpellato "E poi con questa bella giornata di sole dubito che avreste voglia di chiudervi in un museo!"
Il ragazzo pensava d'incontrare della resistenza da parte dei suoi accompagnatori, invece, quando vide le loro facce illuminarsi di soddisfazione, capì di averli in pugno.
Temporeggiò ancora un poco, perché fare il prezioso con quei due in fondo gli piaceva, poi decise di gettare l'esca.
"È una mostra legata alle celebrazioni di Leonardo da Vinci..." iniziò vago "Avete presente chi era Leonardo da Vinci?" chiese subito dopo, ostentando un'aria di superiorità.
Gli altri annuirono vigorosamente.
"Il genio del Rinascimento!"
"Il pittore della Gioconda!"
"Hah! Proprio lui. La mostra riguarda lo studio dell'anatomia, quindi ci sono...Dei nudi."
"Oh... Leonardo ha studiato l'anatomia umana in effetti e ha lasciato molti disegni, alcuni sono raccolti nel Codice Atlantico..." convenne Yuuri, che, smartphone alla mano, era già partito con le ricerche.
"Si beh, potrebbe tornarmi utile a scuola, magari una relazione alzerebbe la media delle materie letterarie, però non mi va di andarci da solo, non vorrei che mi scambiassero per un pervertito."
"Yurotchka un giorno noi dovremo parlare del significato che tu dai al termine pervertito... Ma! Non oggi! Oggi noi ti accompagneremo a quella mostra, vero lyubov moy?"
Il compagno assentì convinto, senza sospettare nulla della trappola in cui li stava attirando il più giovane.



"Real... Bodies?"
Scandì Yuuri davanti al grande pannello sistemato fuori dallo spazio espositivo che ospitava l'evento.
La didascalia non forniva molte indicazioni al di fuori di date e orari di apertura. Sul fondo nero campeggiava l'immagine dell'Uomo Vitruviano di Leonardo accostato ad un modello vivente in una posa analoga. Solo che il modello era stato scorticato e presentava muscoli, ossa e organi interni in bella vista.
"Già..." rispose Yura compiaciuto, assaporando la rivincita.
Il pluricampione platinato non aveva ancora aperto bocca, si limitava a fissare lo striscione col naso all'insù e ad aggrottare la fronte.
"È strano... Hanno organizzato una mostra su Leonardo da Vinci in periferia." brontolò alla fine.
"Cos'è? Non ti piace la location? Magari dovevano interpellarti prima di scegliere il posto!" esclamò il biondino di rimando.
"Non è la location..."
"Non verrai a dirmi che adesso ti fanno impressione anche i nudi artistici!"
"N-no, ma... Sembra un po'... Macabra come mostra." rispose Victor alludendo all''immagine presente sul banner.
"Hah! Ecco Nikiforov il conformista, che giudica il libro dalla copertina!"
"Io non..."
"Vuoi rimangiarti la parola?"
"Certo che no, tuttavia..."
"Se fosse macabra come dici porterebbero in gita le scuole?"
Yura puntò l'indice verso le porte vetrate, da cui stava uscendo un drappello di ragazzini, che ridevano e vociavano allegramente.
Davanti alle incalzanti obiezioni del connazionale Victor fu costretto ad arrendersi e si mise in coda alla biglietteria, perdendosi così l'uscita tardiva dell'insegnante che aveva accompagnato la classe; la donna, pallidissima e malferma sulle gambe, era sostenuta dalla collega, che la accompagnò a sedersi sulla prima panchina libera.



I primi ambienti erano effettivamente dedicati agli studi anatomici del Maestro rinascimentale, ma ogni attardarsi della coppietta su riproduzioni, pannelli esplicativi e pezzi in esposizione costringeva il giovane russo a pungolarli per farli avanzare.
"Insomma Yurotchka siamo venuti fin qui, lasciaci leggere le didascalie almeno!" protestò Victor.
"Le cose interessanti sono nelle prossime sale, voi fate un po' come volete, io vado avanti!"
Yura s'infilò nella stanza successiva e venne inghiottito dalla fitta penombra in cui era avvolta.
Gli altri due, per non perderlo, affrettarono il passo, varcarono la soglia e si trovarono catapultati letteralmente in un altro mondo; una specie di girone infernale in cui dall'oscurità assoluta emergevano corpi umani bloccati in pose grottesche o colti nell'atto di compiere banali azioni quotidiane, come andare in bicicletta o giocare a pallacanestro.
Illuminati dalla luce cruda dei faretti quei corpi rivelavano ciò che di norma veniva celato sotto lo strato di pelle; ogni muscolo, tendine, cartilagine, organo risaltava nei più piccoli dettagli, con un realismo che andava al di là di una pur perfetta imitazione in cera o materiale sintetico.
"Ossignore..." mormorò Yuuri "Credo di aver capito di che mostra si tratta..."
La coppia si era fermata davanti ad una teca impossibile da ignorare: all'interno un corpo maschile riproduceva un pattinatore, colto nel momento finale dell'atterraggio da un salto; che fosse un pattinatore lo aveva dedotto dai pattini, perché del resto era completamente scarnificato, fino alla colonna vertebrale, flessa per assorbire l'impatto col ghiaccio.
Il giovane giapponese notò la maniacale cura con cui era stato riprodotto il movimento; era a suo modo elegante e spaventoso, tuttavia, il dettaglio che lo sconcertò fu il titolo dell'opera: "Tribute to Victor Nikiforov, Five Championship Figure skating of the World."
"Forte, vero? Un po' gli somiglia, ha lo stesso colore degli occhi..." bisbigliò il biondino, che apparve dal nulla accanto a lui e prese ad ammiccargli con aria complice "Ma la cosa davvero forte è che non sono manichini o riproduzioni, si tratta di veri cadaveri. Corpi umani donati alla scienza, imbalsamati e tagliati a fette! Riuscite ad immaginarlo? Gelatinizzati, caramellati, affettati e infine esposti in vetrina!"
Invece di replicare il giapponese allungò un'occhiata alla sua sinistra "Victor?"
L'interpellato non rispose, sembrava pietrificato sul posto.
Il fatto che fosse bianco come un lenzuolo non lasciava presagire niente di buono.
"Ops, credo che abbia avuto una visione del suo possibile futuro!" constatò il giovane, iniziando a sghignazzare senza ritegno.
"Lo porto fuori." dichiarò Yuuri, offeso da quella mancanza di sensibilità.
"Si portalo a prendere un po' d'aria, se sviene adesso è un casino tirarlo su!"
"Yura è stato uno scherzo di pessimo gusto! Sai che Victor è impressionabile!"
"Perché vi avrei portato qui altrimenti?" rispose l'altro ridendo.
"Sei stato molto cattivo! Ci tenevamo tanto ad accompagnarti, invece tu volevi solo divertiti alle nostre spalle." lo redarguì l'omonimo, con un'aria delusa che lo indispose ancora di più, perché alla petulanza del vecchio c'era abituato, ma allo sconforto di Katsuki no.
"Ha cominciato lui! Prima col film e poi facendomi perdere il rientro di Beka! Chi la fa l'aspetti, non è che perché si chiama Victor Nikiforov può sempre passarla liscia!"
Yuuri smise di ascoltarlo, prese il suo fardello di un metro e ottanta e si accinse ad accompagnarlo fuori, incoraggiandolo con delle affettuose pacche sulle spalle.
"Gliele dai sempre tutte vinte!" sbottò indispettito il ragazzino, vedendo ignorata l'ennesima provocazione.

Ancora una volta restava con l'amaro in bocca; la vendetta che aveva escogitato con tanta cura non gli aveva dato la prevista
soddisfazione; contava sul fatto che Victor desse di matto e Yuuri andasse nel panico, poi, passato lo tsunami, ci avrebbero riso sopra e sarebbero usciti a mangiare una pizza.
Di solito funzionava così nel loro "menage a trois" e, anche se Yura si divertiva a tiranneggiarli, sapeva che la coppia lo aspettava sempre a braccia aperte. "Fanculo, la mostra me la vedo da solo!" dichiarò deciso a tenere il punto; se il giapponese assecondava i capricci della Prima Donna lui non era disposto a farlo, stavolta non sarebbe tornato in albergo coi suoi paparini. Della mostra in fondo gl'importava poco, l'aveva scelta solo per fare lo scherzo a Victor, tuttavia gironzolando da una sala all'altra scoprì curiosità tanto spaventose quanto interessanti; scattò un selfie davanti alla teca che conteneva il cuore di una balena, il più grande del mondo, poi volle provare il brivido di farsi chiudere in una capsula di sospensione crionica, trovandola piuttosto comoda per un sonnellino, magari non eterno.
Nel suo girovagare scoprì anche un angolo bar e, siccome si avvicinava l'ora di cena, si avventò su quanto rimaneva dei panini esposti al banco, come se avesse patito la fame per un mese.
Forse fu a causa di qualche condimento avariato o forse il fatto che si fosse strafogato in fretta e furia, ma una decina di minuti dopo, mentre era alle prese con l'aggiornamento della galleria di Instagram, fu costretto a correre in bagno, da cui uscì qualche tempo dopo bianco come uno straccio e notevolmente alleggerito.
Una cazzo di giornata da cestinare... Concluse tra sé e sé quando gli sovvenne che doveva tornare da solo, arrangiandosi a chiamare un taxi o optando per le incognite della metropolitana.
Dopo un rapido controllo delle sue finanze risultò chiaro che la metropolitana era l'unica opzione praticabile.
Cosa poteva esserci di pericoloso nella Metro di Milano?
Avendo frequentato quelle di Mosca, Parigi e New York il giovane russo sentiva di essere a prova di borseggiatori, maniaci e malintenzionati.
Annuì deciso e pronto a farsi guidare dal navigatore del cellulare fino alla fermata più vicina, però nell'alzare lo sguardo al di sopra dello schermo, si accorse che fuori dai bagni le luci erano spente e le serrande del punto di ristoro abbassate.
Di riflesso controllò l'ora, erano le venti e trenta e la mostra chiudeva alle venti, poco male, avrebbe trovato qualcuno all'ingresso per farsi aprire.
In luoghi del genere c'era sempre un visitatore che si attardava o si perdeva; ovviamente lui non si era perso e la tappa ai bagni era dovuta a cause di forza maggiore; ciononostante allungò il passo e attraversò le sale deserte facendosi luce con la pila dello smartphone.



"Stai un po' meglio adesso?"
Yuuri si sforzò d'ignorare l'aggressiva vibrazione della suoneria e tornò a rincalzare il cuscino sotto la nuca del compagno.
Sapeva chi lo stava chiamando ed era deciso a non rispondere, nonostante il chiamante fosse già al decimo tentativo.
Victor esalò un brontolio lugubre, come se avesse già un piede nella fossa e il giovane giapponese riprese ad agitargli sotto al naso la boccetta di Rescue Remedy a base di Fiori di Bach che gli aveva propinato la receptionist, quando erano rientrati in albergo.
O quello o il ricovero al Pronto Soccorso e se c'era una cosa che spaventava il russo più degli zombie erano i camici bianchi.
Il telefono non aveva smesso un attimo di squillare e le vibrazioni lo stavano spingendo giù dal comodino; Yuuri lo recuperò al volo prima che precipitasse e vide lampeggiare sullo schermo l'icona della Tigre, che pretendeva attenzioni.
"Ti sei deciso a rispondere, cazzo!"
L'esclamazione gli rintronò nella scatola cranica e mise a dura prova la sua pazienza.
"Se hai chiamato per sapere di Victor e metterti la coscienza in pace ti tranquillizzo, è sopravvissuto." fu la concisa replica a cui fece seguito il cavernoso lamento del soggetto in deliquio.
"Non me ne frega un cazzo del vecchio!" strepitò Yura con un tono di voce insolitamente nervoso e alterato "Ho un problema!"
L'omonimo inspirò ed espirò imponendosi la calma, due russi da sopportare erano troppi in quel momento e Victor aveva la priorità.
"Allora dovrai risolverlo da solo."
"Eh?"
"Se sei stato in grado di organizzarci quello stupido scherzo, sei abbastanza grande da riuscire a cavartela senza di noi. Adesso devo occuparmi di Victor, perciò evita di chiamarmi, perché non ti risponderò."
"No aspetta!"
Tutto inutile, Katsuki chiuse la conversazione e stavolta tenne fede al proposito, infatti, nonostante svariati tentativi, il cellulare continuò a suonare a vuoto.
"Oh cazzo..."
Una volta appurato che il giapponese non sarebbe andato in suo aiuto Yura fu costretto a guardarsi attorno e a prendere atto della situazione: era chiuso dentro al museo degli orrori, in una città che non conosceva, in compagnia di qualche decina di cadaveri dissezionati.
Che giornata di merda...


Fine seconda parte


⋆ La voce dell'adolescenza ⋆

Ed ecco finalmente svelato il diabolico piano ordito da Yura ai danni dei due paparini: trascinarli ad una mostra per "stomaci forti" facendola passare come pomeriggio culturale!
Va detto che questa mostra esiste davvero; Real Bodies è un evento itinerante che ha giò fatto tappa a Milano, a Venezia e anche all'estero ed è qualcosa che vale davvero la pena vedere, non fosse altro che per la cura estrema e maniacale con cui sono stati trattati i corpi in esposizione.
Certo Victor appartiene alla categoria delle persone impressionabili e trovarsi davanti al suo doppio scorticato e servito come omaggio non deve essere stata una bella esperienza, ma il Tigrotto (complice qualche salsa avariata nei tramezzini) si trova infilato in un bel pasticcio adesso!
Come farà ad uscire dal museo chiuso?
Naturalmente risolverà la cosa alla Plisetsky!
Restate sintonizzati, perché ne vedremo delle belle e l'epilogo sarà davvero... Sorprendente!
Approfitto per ringraziare chi legge e preferisce il mappazzino museale e vi rimando a mediamente presto sempre qui ^^



   
 
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