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Autore: Aya88    11/10/2020    0 recensioni
"L’uomo appoggiò la schiena al muro, socchiudendo gli occhi con un respiro profondo, poi alzò il polso e guardò il quadrante dell’orologio. Per conoscere il risultato erano sufficienti alcuni minuti, o almeno così gli avevano riferito, quindi osservò con attenzione gli spostamenti delle lancette, sforzandosi di conservare la tranquillità che aveva mostrato alla ragazza."
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Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Maybe'
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Notizie improvvise
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Prompt: Chiudersi in una stanza e contare i minuti che passano.
 


Quando Sakura aveva telefonato, Kakashi era ancora all’università e aveva da poco terminato l'ultima lezione. In teoria, doveva ritornare al dipartimento di Scienze naturali per proseguire alcune ricerche, in attesa che anche Tenzo terminasse la giornata di lavoro, però la voce tesa di sua nipote, dall'altro capo del cellulare, aveva scombussolato i suoi piani.
Dopo aver avvisato il compagno con un breve sms, si era precipitato all'appartamento in cui la ragazza conviveva con Naruto, colui che sarebbe diventato suo marito tra poco più di un mese.
Arrivato a destinazione, Sakura gli aprì la porta con un'espressione ansiosa e un po' spaventata sul viso e l’uomo sentì di nuovo lo stomaco contorcersi per la preoccupazione.
"Cos'è successo?" chiese nel modo più tranquillo che gli riuscì.
Sua nipote non rispose, ma si limitò a farlo entrare e poi a guardarlo, mordendosi il labbro inferiore, un'abitudine che aveva fin da piccola ogni volta che era nervosa.
Fu solo allora che Kakashi si accorse di una scatola che teneva stretta in una mano; prima che potesse chiederle cosa fosse, la ragazza gliela mostrò arrossendo.
"Io dovrei fare questo," lo informò imbarazzata.
Lui fissò il disegno del test di gravidanza sulla confezione, con le pupille dilatate per la sorpresa: era consapevole che sarebbe potuto capitare, tuttavia se lo aspettava almeno un po' di tempo dopo il matrimonio. Forse era quello uno dei timori di Sakura, ma temeva che la paura più grande fosse legata al passato piuttosto che al presente.
Cercò di rimanere saldo sui propri piedi, raccogliendo tutta la calma necessaria per esserle d'aiuto.
"Ecco, Ino è in viaggio con Kiba, nonna credo sverrebbe all'istante e Naruto affronterebbe la situazione come se fosse lui a fare il test," spiegò la ragazza, di fronte al suo improvviso silenzio.
"Non devi giustificarti, va bene così," si affrettò a risponderle, stringendole affettuosamente una spalla.
Non erano necessarie spiegazioni, perché ci sarebbe sempre stato per lei, di qualsiasi cosa avesse avuto bisogno.
Sua nipote rialzò lo sguardo e lui le rivolse un sorriso di incoraggiamento, provando un sollievo istintivo quando notò i suoi lineamenti rilassarsi.
"Ora vediamo di fare questo test," la esortò con tono rassicurante.
Sakura annuì e raggiunse il bagno, seguita dallo zio che rimase nel corridoio in attesa.
L’uomo appoggiò la schiena al muro, socchiudendo gli occhi con un respiro profondo, poi alzò il polso e guardò il quadrante dell’orologio. Per conoscere il risultato erano sufficienti alcuni minuti, o almeno così gli avevano riferito, quindi osservò con attenzione gli spostamenti delle lancette, sforzandosi di conservare la tranquillità che aveva mostrato alla ragazza.
Ricordava ancora il giorno in cui sua sorella Ame aveva scoperto di essere incinta: c’era stata un po’ di confusione generale, ma alla fine tutti erano stati felici per la lieta notizia. Se il sospetto di Sakura si fosse rivelato fondato, non avrebbe permesso che le cose andassero diversamente, nonostante l’evento fosse in anticipo rispetto alle aspettative di chi la circondava.  
Erano trascorsi più o meno cinque minuti, che aveva contato uno per uno come sicuramente aveva fatto anche sua nipote, però la ragazza era ancora chiusa in bagno; un po’ preoccupato, bussò ed era sul punto di aprire la porta quando Sakura uscì dalla stanza.
Aveva lo sguardo basso e i capelli le coprivano in parte il viso, ma l’uomo era abbastanza vicino da scorgere le lacrime che le bagnavano le guance.
“Sakura?” la chiamò dolcemente.
Allungò una mano e le scostò alcune ciocche dalla fronte; lei lo guardò con gli occhi offuscati dall’incertezza e i pugni stretti lungo i fianchi.
“E se non ne fossi capace?” gli chiese in tono sommesso.
La sua voce incrinata dall’inquietudine gli procurò un tuffo al cuore e istintivamente le appoggiò entrambe le mani sulle spalle, sperando di riuscire a calmarla.            
La domanda che gli aveva posto confermava i suoi timori iniziali: la paura di diventare genitori era naturale e forse inevitabile, ma sicuramente lo era ancora di più per chi come lei era rimasta orfana molto presto.
Nelle sue iridi verde smeraldo, Kakashi intravedeva la stessa paura che aveva provato anche lui, quando Ame era morta e si era ritrovato a prendersi cura di sua nipote. In quel periodo, non aveva la più pallida idea di come comportarsi con una bambina piccola; i ricordi dei suoi veri genitori erano ormai sbiaditi dal tempo e, anche se quelli adottivi erano sempre stati presenti, qualcosa dentro di lui aveva cancellato dalla sua mente la possibilità di un figlio e tutte le sue implicazioni.         
“Sakura, non si nasce genitori, si impara a esserlo. E sono sicuro che ci riuscirai,” le rispose con pacata sicurezza, incurvando le labbra in un sorriso.
Come spesso accadeva, la ragazza sentì di potersi affidare alle sue parole e avvertì la tensione che le opprimeva il petto svanire lentamente, insieme alle lacrime. Di riflesso, avvicinò una mano al viso stropicciandosi gli occhi; Kakashi le porse un fazzoletto di stoffa e lei lo accettò ringraziandolo.
L’uomo la vide asciugarsi le lacrime e soffiarsi il naso, riflettendo che avrebbe dovuto rassegnarsi definitivamente all'idea che era diventata una donna.
Anche se era davvero convito che avesse ereditato abbastanza da Ame da poter essere una brava madre, per lui non era facile immaginarla sposata, né tanto meno con un bambino tra le braccia. Promise però a se stesso che avrebbe metabolizzato una volta per tutte quella nuova realtà, in modo che i mesi successivi non lo cogliessero impreparato.
“In ogni caso, non sei sola, e confido nella buona volontà di Naruto,” aggiunse dopo qualche istante di silenzio, ribadendole implicitamente il proprio sostegno.
Sakura gli indirizzò un timido sorriso, il primo da quando era arrivato.
“Lo so,“ disse con una luce di gratitudine negli occhi, “ma per quanto riguarda Naruto, appena glielo dirò, sarà subito apprensivo."
"Non sospetta nulla?" le chiese curioso.
"Eh, no, volevo essere prima sicura."
"Capisco, allora vorrà dire che avrà un bel regalo di compleanno," osservò Kakashi, ricordandosi dell'invito per la sera successiva.
"Vero, non ci avevo pensato," sorrise Sakura con un pizzico di sorpresa nella voce.
Istintivamente, l'uomo le scompigliò i capelli con affetto, sollevato nel sentirla finalmente più serena.





Note dell'autrice
Con un po' di ritardo, buon compleanno a Naruto, anche se ancora non sospetta che diventerà padre ^^'
Questa idea è nata un po' all'improvviso e si ricollega ad una storia scritta ormai una vita fa, spero tuttavia che si comprendano facilmente il contesto generale e le relazioni tra i personaggi, anche senza bisogno di leggere altro.


  
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