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Autore: neril    12/10/2020    0 recensioni
[Il paradiso delle signore]
[Il paradiso delle signore] "Vuoi sposarmi?"
"In ogni momento."

Quelle parole aleggiavano intorno a loro, circondandoli in una promessa conosciuta solo a loro, ma non per questo meno valida. E quel bacio, il primo da marito e moglie, pensò Clelia - sembrava diverso. Forse perché loro stessi erano diversi adesso. Più uniti che mai e sicuri dei loro sentimenti, che nonostante vivessero nascosti, erano sempre pronti a brillare alla prima occasione.
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(o ciò che è successo secondo me dopo il finale della 4x160)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Vuoi sposarmi?"

"In ogni momento."

Quelle parole aleggiavano intorno a loro, circondandoli in una promessa conosciuta solo a loro, ma non per questo meno valida. E quel bacio, il primo da marito e moglie, pensò Clelia - sembrava diverso. Forse perché loro stessi erano diversi adesso. Più uniti che mai e sicuri dei loro sentimenti, che nonostante vivessero nascosti, erano sempre pronti a brillare alla prima occasione.

Clelia percepì anche un’urgenza diversa nel modo in cui Luciano la baciava, quasi una voglia di volersi accertare che gli ultimi minuti non erano stati un bellissimo sogno, che sarebbe svanito a momenti, ma la realtà, una realtà ancora più bella di qualsiasi sogno o fantasia. Fu quindi stupita di ritrovare quella stessa urgenza anche nei suoi movimenti, nelle sue mani che si insinuarono sotto la giacca di Luciano per stringere la camicia ed attirarlo più vicino a se.

“Clelia...” sussurrò Luciano quando, controvoglia, si separarono. Lei gli sorrise e inclinò la testa in modo da far toccare le loro fronti.

“Dimmi che non sto sognando...” sussurrò nuovamente Luciano, stringendo la presa delle sue mani sui fianchi della donna, che lo prese come un invito ad avvicinarsi ancora di più. Ormai i loro corpi erano incollati l’uno all’altro e combaciavano perfettamente come due pezzi di un puzzle.

Clelia aprì gli occhi e si ritrovò a fissare quelli di Luciano, così simili ai suoi in colore. Verde incontrò verde, e le parole con cui voleva rassicurarlo non uscirono. Allora, Clelia si alzò sulle punte dei piedi e lo baciò ancora una volta, rassicurandolo così del fatto che no, non era un sogno. Anzi, tutto quello che avevano sognato di vivere insieme era solo all’inizio.

~*~

Con un sospiro le loro labbra si separarono di nuovo. Durante il bacio si erano spostati, e ora Clelia si ritrovava seduta sulla scrivania, con Luciano in piedi tra le sue gambe. L’orlo della gonna le era salito fino a metà coscia, e lui stava percorrendo con tocchi leggeri e timidi la pelle lasciata scoperta.

Ultimamente era diventato sempre più difficile per loro separarsi: ogni bacio, ogni tocco erano come una scarica elettrica, che li lasciava sempre più desiderosi di spingersi un po’ più in là, ma c’era sempre qualcosa che li fermava prima di passare quel limite sottilissimo. Quella sera invece, si sentirono liberi da tutte le remore, e quel desiderio che da sempre avevano spinto indietro, ora era tornato più forte che mai. Nulla ormai poteva impedire ciò che da quasi due anni chiedevano i loro sentimenti.

“Luciano...” iniziò Clelia, arrossendo al pensiero di quello che stava per chiedere all’uomo, che nel frattempo le aveva spostato i capelli dal collo e lo stava percorrendo con le labbra.

“Mmm?”

“Carlo è a casa da solo e devo tornare da lui. Resteresti con me stanotte?”

Luciano si tirò indietro velocemente, fissando Clelia dall’alto. Il respiro gli si fece più veloce all’implicazione di quella richiesta. Se avesse accettato non sarebbero più tornati indietro.

Clelia attese trepidante una risposta da parte sua, diventando sempre più nervosa a mano a mano che i secondi passavano. Infine, quel flebile “Si” sussurrato prima di un nuovo bacio, arrivò e lei pensò di non essere mai stata così felice in vita sua.

Mezz’ora dopo, la porta del suo appartamento si richiuse dietro di Clelia, e Luciano non perse tempo a spingerla contro di essa. La stessa passione che li aveva travolti in quella camera della pensione li stava travolgendo adesso, e rese i loro baci da dolci ad un infuocato miscuglio di labbra che si rincorrevano, lingue che esploravano e denti che mordevano.

“Letto...” mormorò Luciano tra un bacio e l’altro, e Clelia riuscì a guidarlo fino in camera, anche se con qualche difficoltà, dato che lui insisteva nel premerla contro ogni parete libera che passavano.

Una volta che la porta della camera si chiuse, Clelia spinse la giacca di Luciano giù dalle sue spalle, presto raggiunta dalla cravatta e dal panciotto. Luciano colse al volo l’invito e in pochi minuti tutti i loro vestiti formarono una pila disordinata di tessuti e colori diversi.

Non appena le loro mani sentirono la pelle dell’altro, l’urgenza che li aveva spinti fino ad allora si trasformò in una voglia di scoprire ed esplorare, di prendersi tutto il tempo del mondo ed imparare quali punti provocassero brividi, sospiri e gemiti.

“Luciano...” singhiozzò Clelia quando finalmente i loro corpi si unirono e Luciano appoggiò la fronte sulla spalla di lei. Entrambi erano sopraffatti dalla consapevolezza di essere infine tutt’uno, stretti talmente forte insieme da non capire dove finisse uno e iniziasse l’altro. E poi, la pura sensazione fisica di tutto ciò. 

Sembrava quasi che i loro sensi facessero a gara a chi percepiva di più. I capelli di Clelia gli sembravano più morbidi adesso che erano sparsi sul cuscino, e la voce di Luciano le sembrava più profonda mentre lui iniziava a muoversi e le sussurrava nell’orecchio quanto la amasse. La pelle era più liscia e le labbra più piene e i profumi più intensi e gli occhi più verdi.

Quando trovarono il loro ritmo, Clelia non potè fare a meno di inarcare la schiena stringendo più vicino a se Luciano, che ne approfittò per tracciare scie di baci giù per il collo, lungo la clavicola, fino ad arrivare al seno.

Minuti interminabili passarono mentre si muovevano insieme, e la dolcezza lasciò il posto all’urgenza, alla disperazione di trovare nel corpo dell’altro sollievo per quelle fiamme che li avvolgevano. Sollievo che, tra un ultima spinta e un gemito malamente trattenuto, infine arrivò come un’onda del mare. Ondate di piacere scorrevano incessanti nelle loro vene, lasciandoli senza fiato. Poi, un profondo senso di contentezza prese il loro posto.

Luciano ebbe giusto la forza di stendersi sul letto e attirare a se Clelia. Con un ultimo bacio, chiusero gli occhi e si addormentarono, per la prima volta stretti nelle braccia della persona che amavano di più al mondo.


Se oggi non ho recuperato le lezioni per scrivere questo è colpa di Daniela (principalmente), e di Nunzia (che l'ha appoggiata).
Qualsiasi errore deriva dal mio non sapere l'italiano nonostante i miei 19 anni di vita in Italia (i'm a clown).
   
 
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