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Autore: Sia_    13/10/2020    4 recensioni
“Non dovrà mai andare via.” lo ammonì Harry con un sorriso gentile, spostando con la mano un ciuffo di capelli che aveva sul volto, “Senza questo non saresti tu e mi piaci proprio per tutti i tuoi numerosi difetti.”
“Numerosi difetti, Potter?” schioccò le labbra il Serpevedere, ghignando malvagiamente: era stato preso da una voglia matta di alzarsi e urlare, poi di baciarlo, poi di urlare di nuovo, poi di baciarlo di nuovo. Gli era venuta una voglia matta di ribadire che se di difetti ne aveva, era un po’ a causa sua: Harry era la miccia, Harry lo faceva arrabbiare, Harry era… Era…
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Coppia: Harry/Draco
Genere: Fluff


He had a lot of flaws, but he was very adaptive

 

Non aveva mai considerato la possibilità di innamorarsi – non in un modo tanto doloroso, tanto veloce, tanto prorompente. Non aveva pensato nemmeno una volta che il suo cuore potesse spaccarsi in due per far entrare un’anima, pompando sangue e troppi sentimenti. 

Sarebbe potuto morire un giorno, a furia di sedersi nel letto la mattina e voltarsi verso di lui: così tranquillo e pacato, Harry aveva l’impressione di assomigliare dannatamente ad un bambino nel suo sonno. Harry aveva l’aria di uno che al suo fianco non aveva paura, nonostante tutto. Nonostante gli insulti, i duelli, la guerra

Un rumore rotto avvisò il Serpeverde che l’uomo era tornato da lavoro, che stava camminando quasi in punta di piedi sul parquet del salotto scricchiolante, che s’era appoggiato allo stipite della porta con una spalla e aveva cominciato a togliersi la cravatta con un movimento lento, “Sei già tornato.” constatò Harry, respirando un’aria che sapeva intensamente di Draco Malfoy, “Pensavo restassi a lavoro ancora qualche ora.” 

“Ho finito presto.” confessò, impaurito di girarsi a guardarlo. Vinse la voglia di immergersi nei suoi occhi verdi, nei suoi riccioli neri appena accennati: Harry aveva la capacità di diventare un magnete, aveva la capacità di luccicare in qualsiasi stanza e lo odiava – odiava che fosse sempre al centro dell’attenzione cosicché, ogni volta che camminavano insieme, anche lui finiva nel mirino di interesse. Erano passati mesi, ma ancora non era riuscito a farci l’abitudine: qualche anno prima le avrebbe amate le occhiate degli altri, le incessanti domande, avrebbe insistito affinché il mondo girasse ai suoi piedi, ma era troppo diverso adesso. Persino il riflesso nel suo specchio odiava essere guardato.

Harry comprese al volo la consistenza di quel silenzio e s’avvicinò lentamente, prendendogli la mano sinistra, per condurre le dita di Draco sul suo volto: una carezza che aveva lenito le ferite, che aveva strappato via il dolore. Gli alzò la manica della camicia poi, abbassandosi – sia letteralmente, che metaforicamente – a baciare il Marchio Nero: quasi come una beffa, aveva sconfitto il male fatto con l’amore di due labbra, aveva rotto un maleficio e creato magia. 

“Non andrà mai via.” il sussurro di Draco echeggiò nella stanza scura: era stanco di essere stato una persona diversa, stanco di chiudere gli occhi e rivedere quello che aveva fatto. 

“Non dovrà mai andare via.” lo ammonì Harry con un sorriso gentile, spostando con la mano un ciuffo di capelli che aveva sul volto, “Senza questo non saresti tu e mi piaci proprio per tutti i tuoi numerosi difetti.” 

“Numerosi difetti, Potter?” schioccò le labbra il Serpeverde, ghignando malvagiamente: era stato preso da una voglia matta di alzarsi e urlare, poi di baciarlo, poi di urlare di nuovo, poi di baciarlo di nuovo. Gli era venuta una voglia matta di ribadire che se di difetti ne aveva, era un po’ a causa sua: Harry era la miccia, Harry lo faceva arrabbiare, Harry era… Era… 

“Osi negarlo?” alzò un sopracciglio il Grifondoro, senza staccare le mani da quel braccio che da incandescente s’era fatto completamente gelido. Fu solo per il lento movimento dell’indice sulla pelle candida che riprese calore: Draco si sentiva sempre avvampare a causa di quelle carezze e fu sicuro di essere arrossito un po’ sul volto, “Saranno un paio.” 

Harry sorrise, facendo apparire una piccola fossetta sulla guancia sinistra – era Ron ad averla sulla destra, giusto? Sembravano essere fatti per stare insieme, Draco l’aveva pensato tante volte, e ad accompagnare quell’idea c’era sempre una fastidiosa sensazione di gelosia: Harry era miccia e desiderava che quella miccia fosse sempre e solo sua. Mai dei mille Weasley, mai della Granger, solo sua

“Non fare il difficile ora, Malfoy.” rise Harry, le labbra si divaricarono in un semplice ghigno, scaldando la camera, l’atmosfera e tutto il resto del mondo. Non fu la prima volta che Draco si rese conto che lui era una parte necessaria: era da tempo ormai che aveva capito di aver bisogno di aggrapparsi alla cosa che più aveva odiato, a quella mano che per primo lo aveva rifiutato, “Anche se sospetto che non saresti in grado di rendere le cose semplici.” s’accovacciò a terra, posando le dita sulle ginocchia di Draco, come a rassicurarlo che non c’era proprio nient’altro nell’universo se non loro due. 

“Non sarei in grado, no.” gli diede ragione, “È uno dei miei due difetti.” lo rassicurò, girando il braccio verso il basso e facendo sprofondare una mano nei riccioli del compagno. 

“E l’altro, quale sarebbe?” 

Draco soppesò per un secondo l’idea di alzarsi da quella sponda del letto e andare via, scappare, cancellare anche quello, ma rinchiuse l'istinto nella parte recondita della mente – come poteva andarsene, quando i capelli di Harry erano così morbidi, così invitanti, così familiari? Rimase lì, le dita che si lasciarono scivolare sulla guancia dell’uomo con pesantezza: non era mai stata una persona affettiva, tanto legata al contatto fisico. Era stato proprio il Grifondoro a renderlo bisognoso di una carezza, bisognoso di sentire battere un altro cuore insieme al suo, “Quello di amarti.” – con ogni fibra del corpo, con ogni pensiero, con ogni urla, con ogni litigata, con ogni respiro. Non lo disse ad alta voce, lo pensò solamente, ma gli occhi dell'altro gli fecero temere che forse l’aveva almeno sussurrato. 

Harry si alzò sulle punte, il tanto per sfiorare il naso di Draco con il suo, “Credo di essere pieno di difetti anche io, allora.” disse lievemente, prima di rompere la distanza, prima di baciarlo con la lentezza che lo aveva contraddistinto dalla fine della guerra: s’era convinto di voler davvero vivere le cose, di voler andarci piano. Così quel bacio aveva una velocità effimera, ma era profondo: raccontò di silenzi, di sguardi nascosti quando ancora frequentavano entrambi Hogwarts, di anime, di emozioni. Raccontò e più raccontava, più s’appossionavano l’uno all’altro. Doveva esser per quello che la mano di Draco si fermò dietro al collo del Prescelto, dev’esser per quello che Harry appoggiò le ginocchia al parquet di legno, spingendosi verso l’alto a cercare la rassicurazione che Draco ci sarebbe stato. Che Draco sarebbe stato seduto su quella sponda del letto anche il giorno, il mese, l’anno dopo. Che Draco, con i suoi mille difetti e le sue ferite, avrebbe fatto in modo di amarlo per sempre e che si sarebbe fatto amare a sua volta.

 
Torno a pubblicare una Drarry, perché mi mancava un goccio, anche se non sono sicura di cosa sia uscito dalle mie dita: è uno schizzo, un momento un po' rubato di un pomeriggio tardi quando fuori è già calata la sera, ma nessuno va a ancora a letto. Così breve, ma così intenso e dolce. Harry riesce a rassicurarlo, Draco a confermargli una domanda silenziosa: mi piace che ci sia del contrasto netto tra i due, ma che si riescano a trovarsi alla perfezione, nonostante tutto. 
La storia nasce anche grazie al "Gioco di Scrittura" del gruppo Caffè e Calderotti (
❤), come tutto quello che sto pubblicando utilamente ops: prevede la scrittura di una Fluff con Draco Malfoy e Harry Potter. Dovrei darmi un freno con le pubblicazioni adesso, ma quando sento che è la serata giusta mi dispiace tirarmi indietro! 
Grazie a chi è arrivato fin qui, spero che sia stata una lettura piacevole!
Sia 
   
 
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