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Autore: Red Saintia    13/10/2020    10 recensioni
Questa volta non farò la classica introduzione alla storia che state per leggere. Perché questo è un periodo particolare e inusuale, per certi versi.
Halloween non è una festa che ci appartiene, culturalmente parlando, ma a noi piace pescare un po' nelle tradizioni altrui, e così l'abbiamo simpaticamente "adottata" da qualche anno a questa parte. Fatto sta, che questo periodo è particolarmente fruttuoso per chi scrive, e quindi immergetevi pure in queste atmosfere particolari e in tutto ciò che la mia mente partorirà per voi.
"Questa storia partecipa a: Una challenge in zucca, indetta dal gruppo Facebook Il giardino di Efp"
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vi è mai capitato l'incontro perfetto?

Sì esatto! Quello al quale non avreste mai pensato, quello che neppure credevate potesse esistere?

Perché dai, andiamo... queste cose accadono solo nei film romantici e strappalacrime. Quelli in cui la sfigata di turno riesce, per una gran botta di culo, a conquistare il tizio bello, super corteggiato e magari che ha pure un sacco di soldi.

Ecco, diciamo che a me queste cose non capitano mai. E dico mai!

Però il tizio che ho incontrato tre settimane fa è davvero fuori dal comune. Non è banale, è belloccio, ha i miei stessi gusti, cosa al quando rara, e ci sa fare in certe cose... non so se ho reso l'idea.
La prima volta che siamo andati al cinema a vedere un horror è stato il primo ragazzo che non ha distolto lo sguardo fingendo palesemente la ricerca di qualcosa di inesistente all'interno delle tasche. Quasi non ci credevo, non poteva essere vero, e invece... Christian non era un miraggio, ma uno splendido ragazzo moro di ventotto anni il cui unico desiderio era compiacermi.

"Senti un po'... hai pensato a cosa fare questo sabato?"

I programmi a lunga scadenza non erano di certo il mio forte, e per me il lunedì rappresentava una sorta di limbo che doveva trascorrere senza troppe riflessioni ne pensieri.

"Non è un po' presto per pensarci. Abbiamo tempo, e io devo ancora attivare il cervello." Non credo di averlo convinto. E infatti un attimo dopo prende il telefono e mi mostra la data di sabato.

"Ti ricordo che sabato è il 31 Ottobre, se vogliamo andare da qualche parte dovremmo quanto meno prenotare o dare un'occhiata in giro."

"Ma guarda... io non capisco tutto questo gran clamore per questo cavolo di Halloween. Ma diamine, siamo in Italia, questa festa da che esiste non se l'è mai cagata nessuno e adesso invece è come se facesse parte del nostro patrimonio culturale da sempre. Ma dai..." 
Finisco il mio cappuccino con relativa ciambella sperando di aver smorzato il suo entusiasmo.

"Tu si che sai come dare ottimismo a questo lunedì mattina Erika."

La delusione palese sul suo viso mi fece sentire tremendamente colpevole. Mi toccava rimediare.

"Ok senti...forse ho esagerato, ma te l'ho detto per me il lunedì dovrebbe trascorrere nel più assoluto silenzio e nell'apatia totale. Però sarò clemente, accetterò qualsiasi cosa tu voglia fare."

Ecco, queste sono le classiche parole che ad un uomo non bisognerebbe mai dire. Lasciare loro campo libero significa ritrovarsi invischiate in cose illecite o quanto meno scabrose. Però in questo caso la mia smisurata fiducia in Christian mi impedì di pensare al peggio. 
Intanto...sul suo viso si era stampato un sorriso sornione e accattivante che mi fece andare di traverso quei pensieri nel giro di pochi secondi.

"Allora senti, io avrei pensato una cosa abbastanza tranquilla. Andiamo al cinema, a mangiare qualcosa fuori e poi finiamo la serata a casa di Tony e Robby, eh? Che ne dici?"

Ci pensai un attimo, ammetto che adoravo lui, ma tollerare i suoi amici era tutt'altro discorso. Non ero portata per la vita sociale. 
"Vada per il film e la cena fuori, ma per il resto devo pensarci. "

"E su dai, ci saranno anche altre ragazze, ci divertiremo, staremo in compagnia e il cazzeggio e le birre saranno assicurate."

"Dovrai fare di meglio per convincermi..."

E lui lo fece, sussurrandomi all'orecchio di quanto fosse confortevole e spazioso l'appartamento di Tony e Robby, specificando che le pareti delle camere erano insonorizzate. 
"Noto, nelle tue parole, una velata predisposizione nel voler compiere sconcezze."

"Solo velata? La tua perspicacia ha fatto cilecca stavolta tesoro?"

C'era poco da dire, ci sapeva fare, ed io ci cascavo sempre come una scema. "Devo andare mi aspettano al corso..." Gli stampai un bacio sulle labbra, raccolsi i miei appunti e fogli vari e corsi via.

"Lo so che la cosa ti intriga. Ehi! Hai le labbra sporche di zucchero." disse, mentre si puliva le sue leccandosi le dita in un modo che trovai tremendamente sexy.

 

È incredibile come dopo il lunedì i giorni della settimana sembrassero volare senza accorgermene. 
Le vetrine dei negozi del centro ormai facevano a gara da giorni alternando addobbi di Halloween con quelli natalizi. Giuro che mi venne addosso una tale ansia che avrei voluto accecarmi gli occhi.

Tra il corso di grafica pubblicitaria e impegni vari io e Christian ci vedemmo poco in quei giorni. Per questo forse l'attesa di quel sabato, pseudo festivo, fu più desiderata che mai.

Alla fine però, nonostante le mie riserve, la serata assunse tutto l'aspetto di voler decollare alla grande, ne fui sollevata in un certo senso.

"Allora? Ti è piaciuto il film?" davvero me lo stava chiedendo? Lo fulminai con gli occhi.

"È morta troppa poca gente per i miei gusti." risposi.

"Sul serio? Beh... non credo che avrebbero potuto ammazzare anche il regista o lo sceneggiatore, temo sarebbe stato un problema poi."

"Io lo avrei fatto, vedendo i risultati. E poi scusa... non mi sembra che ti interessasse tanto la trama alla fine, visto che non tenevi mai le mani apposto."

Mi guardò risentito. "Non credevo ti dispiacesse?" disse quasi offeso.

"Ma stiamo guardando un horror?"

"Appunto, non credi che sia ancora più eccitante?"

"Tu sei scemo davvero..."

Mi incamminai verso l'auto, e la nostra conversazione non fu dissimile da quella schermaglia, dopo film, neppure davanti ad un mega hamburger della nostra pizzeria storica, il Set Up. 
Christian riusciva a calamitare l'attenzione di chiunque, conosceva praticamente qualsiasi cosa, seppur semplicemente accennata. Trovava punti in comune con qualunque persona si trovasse a contatto. Era così affabile, premuroso e perfetto che spesso mi fermavo a pensare cosa ci facesse con una come me.

Eppure lui mi voleva, mi desiderava, e non perdeva occasione per dimostrarlo.

"Sei splendida stasera, e giuro che ti stavo spogliano con gli occhi in quel cinema."

Avvampai istintivamente a quelle sue parole, anche se non era mia abitudine esternare ciò che sentivo. "Eppure hai bevuto solo una cola. Pensa se ti fossi già scolato le birre di Tony." dissi scherzando.

"Scema...non sono ubriaco, sei tu che ti sottovaluti sempre. Non riesci a vedere in te ciò che vedo io."

"Davvero? E cos'è che vedi, sentiamo?"

Si fece serio, perdendo quell'aria leggera e scanzonata che lo caratterizzava sempre.

"Io vedo ogni fibra del tuo essere, vedo ciò che senti e che tenti di nascondere. Io sento il pulsare ritmico del tuo cuore quando ti agiti. Sento il calore che emana la tua pelle quando ti emozioni. Sento l'odore della tua paura quando sei incerta su come agire. Puoi mascherare quella che sei agli occhi degli altri, ma non ai miei."

Quella disamina inaspettata e minuziosa non solo mi lasciò senza parole ma in breve dissipò anche l'appetito che avevo.
Davvero mi aveva inquadrata così bene da esprimere un tale giudizio su di me? E le sue parole erano veritiere? Onestamente preferì non saperlo, non quella sera almeno.

Evidentemente lui percepì il mio disagio perché per il resto della cena cercò di essere più gentile e premuroso del solito. Un atteggiamento che considerai onestamente un po' forzato.

Il tutto divenne ancora più pesante quando il silenzio dell'abitacolo nella sua auto prese il posto del vociare dei clienti del locale. Cercai di spezzare l'atmosfera silente mettendo su un po' di musica, ma non appena alle mie orecchie giunse la voce di una gallina starnazzante che cantava imperterrita la solita canzonetta estiva decisi di spegnere lo stereo.

"Proprio non la reggi quella lì è?"

"Oddio no...tutti ma non lei per favore." Finalmente sorrise, ed io ritrovai nel suo sguardo il Christian che mi aveva conquistata settimane prima.

 


La caciara che proveniva dall'appartamento di Tony e Robby ci fece capire che la festa era già bella che cominciata.

"Buon Halloween ragazzi, e che gli spiriti incuieti tornati a farci visita vi accompagnino in questa notte di tenebra."

Che teatralità, davvero sorprendente. La performance di Tony strappò una risata generale, e anche noi ci unimmo alla festa in compagnia sua di Robby e altre due ragazze, di cui scordai i nomi esattamente trenta secondi dopo che me li ebbero detti. 
Cercai di rendermi partecipe, ma il senso di disagio che sentivo addosso non era sparito, era rimasto nascosto sotto la mia pelle spaventato dall'eventualutà di poter riemergere.

"Sei ancora arrabbiata lo so."

Mi voltai di scatto deglutendo troppo velocemente l'ultimo sorso di birra che quasi mi andò di traverso. "Ti sbagli non sono arrabbiata." dissi la verità, eppure mi sembrò di mentire spudoratamente.

"Lo dici per farmi piacere, ma ti sei incavolata eccome."

"Ascolta... apprezzo la franchezza e la spontaneità, un po' meno chi cerca di psicanalizzarmi credendo di poter sezionare il mio subconscio. Tutto qui." Cercai di essere diplomatica e sincera, ma non so se ci riuscii.

"Sei stata chiarissima. La prossima volta cercherò di fare meno il Patrick Jane della situazione." era sinceramente mortificato, e quel paragone con uno dei miei attori preferiti mi fece sorridere e tornare di buon umore. Così mi venne istintivo tirarlo verso di me e baciarlo nel modo che solo noi conoscevamo, che solo lui sapeva essere il preludio per qualcosa di più intimo.

"Ragazzi...il solo guardarvi mi ha ustionato gli occhi. Ci sono tre camere da letto di sopra, potete anche continuare altrove il vostro accoppiamento."

Christian rise, evidentemente abituato al modo di fare di Tony, un po' troppo sopra le righe invece per i miei gusti.

"Ma tu sei sempre così fastidiosamente invadente?" mi venne spontaneo, e devo dire che l'espressione contrita che gli provocò la mia affermazione mi diede grande soddisfazione.

"Mia cara... ci vuole una certa predisposizione ad essere come me, in molti vorrebbero riuscirci, ma in pochi riescono a tenermi testa, puoi scommetterci." Guardò Christian mentre diceva qelle parole, e Robby osservò entrambi dal divano nel quale era sprofondato già da un po'. Al contrario di Tony lui era più taciturno, forse perché le continue chiacchiere delle due ragazze dopo un po' lo avevano esasperato.

Decidemmo di seguire il consiglio di Tony e salimmo al piano di sopra, se non altro per avere un po' di privacy e far in modo che quei due potessero agganciare per bene le oche che si erano scelte come accompagnatrici per quella serata. 
Lo spettacolo che si presentò ai nostri occhi era da togliere il fiato. C'erano candele profumate sparse in giro, le finestre dell'intero piano superiore erano immense vetrate in cui una pallida e gigantesca luna si rifletteva all'interno. Avevano gusto quei due, e anche molti soldi a giudicare dall'arredamento e dai vari oggetti sparsi in giro che rimandavano ad esotiche provenienze.

"Ma di cosa si occupano nella vita i tuoi amici?" la domanda mi venne spontanea.

"Di preciso non lo so... ma le loro famiglie hanno un mucchio di soldi, lavorano nel settore edilizio o cose del genere."

Più osservavo intorno e più domande mi sorgevano in testa, non so perché ma una vocina malsana nella mia mente mi diceva che c'era qualcosa che non andava. Christian però la mise subito a tacere cingendomi i fianchi e baciandomi sul collo. Aveva un profumo estremamente penetrante e il suo fiato caldo sul collo mi provocò un brivido lungo la schiena.

Mi voltò cercando le mie labbra e le trovò pronte ad accoglierlo in un profondo bacio. Il discorso su quei due e le mie relative domande caddero nel vuoto, se tutto ciò fosse causale o premeditato non ebbi tempo di pensarlo. Lui mi prese tra le braccia e mi condusse sul letto di una delle camere. 
Era dolce ed estremamente delicato, quasi avesse timore di farmi male. Io mi sentivo persa e confusa allo stesso tempo, preda dell'eccitazione che lui mi provocava e a disagio per il luogo in cui mi trovavo.

La luce delle candele metteva in evidenza qualche addobbo di Halloween messo lì per l'occasione. Fu proprio soffermandomi su questi particolari che mi resi conto di quanto fosse pungente e fastidioso il profumo di quelle candele.

"Rilassati Erika...sei troppo tesa, così non c'è gusto." disse, catturando nuovamente la mia attenzione mentre mi aiutava a sbarazzarmi dei miei vestiti.

"È solo che... non mi sento a mio agio qui, forse dovremmo andarcene." non mi sembrò di aver detto nulla di male eppure il suo sguardo si incupì come se lo avessi mortalmente offeso.

"Non dire sciocchezze. Da un'amante dell'horror e del brivido come te mi aspetto un po' più di intraprendenza. Non fare la vigliacca."

Si stese su di me baciandomi avidamente, il suo corpo aderì al mio come un guanto, ed mi accorsi subito di quanto mi desiderasse. Lasciai che fosse lui a guidare quel gioco, e Christian non si fece certo pregare. 
Ci trovammo nudi e avvinghiati l'uno all'altra, mi sentivo la mente annebbiata e il corpo intorpidito, come se fossi cera nelle sue mani.

"Non sento più le voci provenire dal basso. Che staranno facendo quei quattro?" un campanello d'allarme che risuonò nella mia testa.

"Probabilmente anche per loro sarà arrivato il momento di giocare."

 

Mi ci volle qualche secondo per afferrare la sottigliezza di quelle parole.

"Giocare?" ripetei

Ma lui non rispose, mi guardò con occhi che non avevo mai visto stampati sul suo viso. 
Mi bloccò i polsi facendo scorrere la sua lingua lentamente fino ad arrivare al basso ventre. Non seppi come interpretare quel atteggiamento, poi d'improvviso mi sentii come fossi una preda in balìa di un predatore mascherato da agnello.

Mi sollevò dal letto facendomi voltare di schiena, il suo corpo contro il mio era talmente caldo che sembrava dovesse prendere fuoco da un momento all'altro.

Non vidi ciò che stava facendo perché si premurò di bloccarmi il collo. Poi... dopo pochi istanti quella sensazione di calore venne sostituta da qualcosa di freddo, inanimato e sottile. Cercai di voltarmi ma lui me lo impedì, intravidi solo il manico di qualcosa di lungo e lucente che scorreva lentamente lungo la mia schiena.

Tremai e cercai di parlare nonostante le forze mi venissero meno.

"Non mentivo quando ho detto che potevo vedere come sei fatta dentro. Solo che adesso immaginarlo non mi basta più."

Non era possibile, non stava davvero accadendo, non a me!

"Ma cosa diavolo stai facendo, sei forse impazzito?"

"Shhh...non muoverti, meno ti agiti e più sopportabile sarà il dolore. Ti prometto che sarò delicato non sentirai che un leggero fastidio."

Provai ad urlare a divincolarmi, ma il mio corpo era pesante come un macigno e per niente collaborativo. Sentii un pizzicorio lungo la spina dorsale, che presto cominciò a bruciare, seppur in modo lieve. Qualcosa cominciò a sporcare le lenzuola, non ne percepivo la consistenza ma vidi minuscole gocce cadere sempre più velocemente.

Era il mio sangue. Mi paralizzai.

"Avanti Erika, mostrami cosa nascondi dentro, fammi vedere come sei fatta realmente..."

C'era un silenzio irreale, poi mi ricordai delle sue parole, di ciò che aveva detto riguardo quell'appartamento e le sue mura. Mi ricordai dei suoi discorsi, di quella perfezione che nascondeva una perversione oscura e malata.

Vidi me stessa, la mia buona fede tradita, i miei sentimenti calpestati, le mie difese abbattute. Vidi la mia vita lentamente sfuggirmi dalle mani, vidi il luccichio di una lama che trafficava accorta e indaffarata sulla mia schiena.

D'un tratto compresi che le vetrate ampie e luminose di quella stanza stavano proiettando il film della mia morte direttamente nei miei occhi prima che questi si chiudessero per sempre.





PROMPT 61: "SENTIRE LA LAMA DI UN COLTELLO DIETRO LA SCHIENA"




Che ne dite? Ho rispettato il prompt? Spero di sì. Come vedete il vecchio detto "fidarsi è bene, non fidarsi è meglio" vale sempre, soprattutto in serate come queste. La perfezione esiste? Può essere... ma non in questo mondo, e non certo per la povera Erika (spero non me ne voglia mia figlia per aver preso in prestito nuovamente il suo nome) 
Come siamo fatti dentro è sicuramente una frase che si presta a più di un'interpretazione, Christian l'ha preso un po' troppo alla lettera, diciamo che è uno al quale piace andare a fondo nelle cose.
Ok, ho parlato già troppo, buona lettura e buona permanenza da queste parti. Ci sentiamo al prossimo delirio, un abbraccio a tutti.

 

   
 
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