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Autore: lmpaoli94    13/10/2020    0 recensioni
Sotto il rumore flebile del vento, io ascolterò le tue parole, i tuoi pensieri e i tuoi desideri.
Perché non bisogna mai smettere di sognare: i sogni sono l’anima di noi uomini ed io ti aiuterò a realizzarli.
Una piccola storia per ricordare l’ultimo istante di una donna che aveva tanta voglia di crescere e che nella sua vita ha intrapreso avventure che non avrebbe mai dimenticato.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Eppure erano passati molti anni dalle avventure che avevo avuto sull’Isola che non c’è.
Ormai mi sentivo molto vecchia e le forze mi stavano mancando sempre di più.
Ma la mia forza di volontà era talmente forte che mi sentivo giovane dentro.
Non mi rimaneva altro che leggere in solitaria pensando al mio passato che piano piano si stava offuscando per colpa della mia mente debole e molto fragile.

Inizio flashback:


Passeggiavo indisturbata stando attenta a dove mettevo i piedi.
Non ero mai stata prima d’ora sull’isola che non c’è, eppure sentivo che quel posto mi apparteneva moltissimo.
Un luogo incantevole che doveva essere vissuto con estremo desiderio, lasciando spazio alla più fervida fantasia e immaginazione.
Ma allora perché non riuscivo ad essere felice come vorrei?
Che cos’è che mi mancava?
Ero ancora una bambina agli occhi di mia madre e di mio padre, ma quando passeggiavo sulle coste dell’Isola che non c’è, sentivo che il tempo si fosse fermato.
< Perché è così che accade > mormorò Peter Pan come se avesse ascoltato i miei pensieri < Rimarrai qui per tutta la vita e nessuno di noi crescerà mai. >
Sembrava che le parole di Peter fossero un duro avvertimento che non potevo non cogliere.
< Peter, prima o poi dovrò tornarmene a casa. Non posso rimanere qui con te. >
< Ma come? Non vuoi stare con me? >
< Certo! Ma la mia famiglia si preoccuperà molto non vedendomi tornare. >
< Dimentica per sempre il tuo mondo. Ormai non ti appartiene più. >
Eppure in quelle parole di Peter sentivo che c’era un motivo oscuro che non mi piaceva scoprire.
< Peter, rimarrò con te tutto il tempo necessario. Ma presto dovrò tornare a casa. >
< Ma sei appena arrivata! Non puoi pensare di andartene proprio ora. >
< Volevo solo mettere le cose in chiaro. Tutto qui. >
Sapendo che Peter non mi avrebbe aiutato nel ritorno a casa, dovevo cercare un altro espediente per andarmene, ma dopo aver capito come si viveva su quest’isola.
 
 
A primo impatto non sembrava diversa dalle altre: alberi, vegetazione ovunque e un sacco di piante che davano vita ai lor0o frutti più variegati.
Papaya, banane, cocco e tante altre cose.
Avevano un sapore diverso, ma non saprei dire come: sapevo soltanto che era tutto buono.
< Non ti sapevo così mangiona, Wendy. A casa tua non ti danno mangiare? >
< Certo che sì, Peter. È soltanto che è molto tempo che non metto qualcosa sotto i denti. Il viaggio che mi ha portato qui è stato molto lungo. >
< Ma è stato davvero entusiasmante > replicò Peter fiero delle sue parole.
< Se lo dici tu… >
< Non ti piace volare? >
< Ma se mi hai portato tu con un braccio. Io non so volare. >
< Ma ti piacerebbe provare? >
< Io veramente… >
< Trilli! Trilli! Dove sei? >
Le urla di Peter sarebbero state udite da chiunque se avesse continuato per molto.
< Smettila, Peter! Vuoi farti scoprir da Capitan Uncino? >
< Che m’importa di quel vecchio! Non mi fa’ nessuna paura. Anzi, mi diverto molto a burlarmi di lui. >
< Lo so. Ma non voglio problemi quando sono qui sull’isola. Potrai combattere con quell’uomo con la sua banda di pirati quanto vuoi, ma adesso… >
< Cercherò di fare il bravo. Promesso. >
Peter, che si comportava come un bambino capriccioso, dovevo fare di tutto per assecondarlo senza fargli mancare niente.
< Allora Wendy, a cosa vuoi giocare? >
< Non saprei… Perchè non mi fai vedere il tuo nascondiglio? Magari potremmo giocare lì. >
Ma quando Peter alzò lo sguardo fissandomi con sguardo enigamtico, non riuscivo a capire a cosa stava pensando.
< Peter, che succede? >
Facendomi segno di fare silenzio, Peter scovò un pirata che si stava aggirando ni dintorni intanto s spiarci.
< Che cosa volevi fare, brutto… >
< Ti prego, non farmi del male > mormorò il pirata piagnucolando come un bambino.
< Allora?! È stato Uncino a dirti di seguirci? >
< Aveva detto a me e a tutti gli altri di un ospite indesiderato su quest’isola. Eravamo solo curiosi di sapere chi fosse. >
< Mi stai forse dicendo che tu non sei da solo? >
< Sì, esatto. Ma non so dove si possano trovare gli altri miei compagni. >
< Stai mentendo! >
< No! ti giuro di no! >
< Bugiardo. >
< Peter… >
< Che cosa c’è? >
Sapevo che non aveva nessuna intenzione di prendersela con me, ma quando alzava la voce mi faceva molta paura.
< Lascialo stare. E’ solo un uomo innocente. >
< Ci stava spiando, Wendy. D io questo non posso permetterlo. >
< Ha solo seguito gli ordini. Non vedi la sua faccia spaventata? >
< Non può passarla liscia. >
< Peter, ti prego… >
< Vedendo tutta la mia pietà dipinta nei miei occhi, alla fin Peter decise di non farlo prigioniero.
< Dì a tutti gli altri e a Capitan Uncino di non provar a sbarcare sull’Isola, altrimenti le brutte sorprese saranno imprevedibili. Non si ricorda che cosa ho fatto alla sua mano? >
< Che tu sia dannato, Peter… >
< Ah! Questo non ti permetto di dirlo. >
Mentre Peter si apprestava a ferirlo come segno di punizione. Lo trascinai contro la sua volontà, prima di cadere in un piccolo burrone a atterrare non molto lontano dalla costa dell’isola, dove si poteva godere di un bellissimo tramonto.
< Aveva bisogno di una bella lezione > insisteva ancora Peter < Perché mi hai fermato? >
< Perché tu non sei una cattiva persona, Peter. Tu non sei un criminale come quei pirati. Tu sei buono… >
< Buono? Che significa? Non riesco a capire. >
< Ma come? Non riesci a comprendere la differenza tra bene e male? >
< Io veramente… >
< Allora sarà meglio che ti racconti una storia delle mie. Giusto per farti capire quali sono davvero i pensieri felici. >
< Ma io questo lo so già… >
< Ne sei sicuro? >
Guardandomi dritto nel viso, capii subito che aveva tanta voglia di ascoltarmi. E di imparare.

Fine flashback

Ricordi flebili che non posso confondere su questa mia sedia malandata.
Ma allora perchè adesso mi sento così sola?
   
 
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