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Autore: Lucie_the_storyteller    13/10/2020    0 recensioni
Roma, 2022
Martino e Niccolò vivono insieme da ormai tre anni e sono più felici che mai.
Nico si è laureato e sta per iniziare il suo tirocinio per diventare insegnante di musica, mentre Martino frequenta il secondo anno di medicina.
La vita di Nico, però, viene sconvolta da una notizia inaspettata, che lo porterà ad abbandonare Roma, e soprattutto l’amore della sua vita.
Quattro anni e mezzo dopo, le loro strade si incrociano nuovamente.
Attenzione: Mpreg e tematiche delicate.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg, Tematiche delicate
Capitoli:
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Roma, venerdì 25 febbraio 2022

A ventidue anni, Martino Rametta sentiva di essere soddisfatto: aveva tanti amici che gli volevano bene e che lo accettavano, aveva un ragazzo meraviglioso con cui conviveva da tre anni,, era al secondo anno di medicina e aveva anche un lavoretto part-time per non dover dipendere solo dai suoi.
 Anche la relazione tra lui e sua madre era migliorata, e la donna stava molto meglio.
Il rapporto tra lui e Nico era la cosa di cui andava più fiero: aveva nonostante entrambi avessero molto impegni con lo studio (solo qualche mese prima Niccolò si era laureato e ora stava facendo un tirocinio come assistente di un professore di musica in una scuola media), riuscivano sempre a ritagliarsi un po' di tempo per loro due.
Il Capodanno precedente, per esempio, si erano concessi tre giorni a Londra da soli, e Marti l'aveva trovata la gita più romantica che avessero mai fatto.
Dopo la "piccola pausa" che si erano presi durante il suo ultimo anno di liceo, erano riusciti ad avere un rapporto più trasparente e felice, anche se non privo di litigi, che, comunque, erano sempre riusciti a risolvere.

Da un periodo a quella parte, però, Martino aveva notato degli strani comportamenti da parte del suo ragazzo, e il suo lato pessimista e geloso gli stava sussurrando all'orecchio i suoi peggiori timori.
Così aveva deciso di smettere di rimuginare e di andare direttamente a parlare con Nico.

Aveva deciso di affrontarlo proprio quel giorno perché entrambi erano liberi il pomeriggio: Nico finiva il suo tirocinio alle due, mentre Marti aveva lezione fino alle quattro.

Mentre era sul bus per tornare a casa, il ragazzo si preparò un discorso, ripensando alle ultime settimane.

Nella prima settimana di febbraio, Nico era stato male: era sempre stanco, aveva dei continui mal di testa, e per un paio di giorni aveva avuto uno strano mal di pancia.

Il ragazzo aveva minimizzato, supponendo che si trattasse di una banale influenza.
Col passare dei giorni, poi, non aveva più avuto problemi, a parte la stanchezza, e Marti aveva supposto che si fosse proprio trattato di un malessere passeggero.

A quel punto, però, Nico aveva iniziato a comportarsi in modo strano; era diverso dal solito.
Cercava sempre di trovare una scusa per non fare sesso, ad esempio.
Aveva smesso di cambiarsi in sua presenza.
Quando Marti si alzava, al mattino, Nico era già in piedi da un pezzo.
Non mangiava più nulla che contenesse uova (l'ultima volta che Martino gli aveva fatto la carbonara, lui era impallidito e aveva fatto la faccia di uno che sta per dare di stomaco; e alla fine non l'aveva neanche toccata) o di bere qualsiasi cosa contenesse Alcool o il caffè in tutte le sue forme.

In più, nell'ultimo periodo passava un sacco di tempo con Luai, che sembrava terribilmente in imbarazzo ogni volta che si trovava in presenza di Martino.
Il ragazzo aveva fatto due conti, e si era chiesto se non si potesse trattare di un eventuale ritorno di fiamma tra i due.
Non è che Martino fosse geloso dell'altro ragazzo come lo era stato un paio di anni prima, anzi, nel tempo erano diventati amici.
Fino a qualche mese prima non avrebbe mai sospettato di lui, ma a dicembre Luai e il ragazzo con cui stava insieme da due anni e mezzo si erano lasciati.
Insomma, era perfettamente logico: quando entrambi erano al liceo non avevano avuto una vera possibilità di stare insieme.
A dicembre, fra l'altro, Nico, Malik, Rami e Driss, avevano cercato di consolare l'amico per la rottura, magari era scattata la scintilla? In quel periodo Marti stava studiando sodo per un esame particolarmente ostico, e quindi aveva dedicato poco tempo al suo ragazzo...forse Nico si era sentito trascurato e aveva cercato conforto tra le braccia della sua prima fiamma?

Quando ne aveva parlato con Filippo, il più grande gli aveva detto che non doveva colpevolizzarsi, e che se Nico lo stava davvero tradendo con Luai, di sicuro non era colpa sua.
L'autoeletto guru aveva comunque tentato di rincuorarlo, sottolineando quanto Nico lo amasse alla follia.

Ciò nonostante, il comportamento distante del suo ragazzo non aveva convinto Martino, portandolo alla sopracitata decisione.

Perso nei suoi pensieri, il ragazzo aveva quasi perso la sua fermata, ed era saltato giù al volo.
Nel tragitto aveva delineato una linea da seguire, e si diresse sicuro verso l'appartamento che condivideva con il suo ragazzo.
Le sue argomentazioni erano convincenti ed era del tutto intenzionato di far sputare a Niccolò fino all'ultimo briciolo di verità sulla questione, e ciò lo aveva portato a domandarsi per qualche secondo se non avesse dovuto studiare legge, al posto di medicina.

Una volta in casa, non perse tempo e iniziò subito a chiamare ad alta voce l'altro ragazzo.
Dopo un paio di richiami senza risposta, iniziò a preoccuparsi, e si affacciò alla porta della cucina. 
Nico non era lì; e Martino immaginò che il ragazzo fosse in camera a dormire (come faceva spesso da un periodo a quella parte) o a guardare qualcosa sul portatile con le cuffiette.
Si diresse quindi in camera, passando davanti al bagno, che era vuoto.
La porta della camera era socchiusa, e il ragazzo pensò di averci visto giusto.

Aprì la porta, chiamando di nuovo Niccolò, per poi rimanere paralizzato sulla porta.

Il suo ragazzo non era lì, ma la cosa che sconvolse Martino fu vedere l'armadio e la cassettiera aperti, e svuotati per metà. 
Dalla stanza, infatti, mancavano gran parte degli effetti del suo ragazzo.
Non c'era più gran parte dei suoi vestiti, la scatola delle medicine era sparita, il blocco da disegno che Nico teneva sul comodino aveva lasciato dietro di sé la maggior parte del suo contenuto.
Martino, che fino a qualche attimo prima era infastidito dal silenzio del suo ragazzo, iniziò a preoccuparsi sul serio.
Che diavolo significava tutto quello?
Senza quasi rendersene conto, prese il telefono e selezionò il contatto dell'altro ragazzo.
A risvegliarlo dal suo shock fu la suoneria del cellulare di Nico, proveniente dal salotto.
Fece dietrofront, sperando che si trattasse di uno stupido scherzo, ma il panico iniziò a montargli una volta realizzato che il Galaxy nuovo del suo ragazzo era adagiato sul tavolo.
Prese in mano il cellulare, come se volesse accertarsi che fosse effettivamente quello di Nico, e iniziò a guardarsi attorno senza un motivo vero, come se sperasse che l'altro sbucasse da una parete per spiegargli il motivo di tutto quello.
Mentre il panico cresceva, e a Martino tornava in mente la sera a Milano di quattro anni prima, fece l'unica cosa sensata che avesse fatto negli ultimi minuti: mise giù la chiamata a Nico, che non aveva ancora chiuso, e compose il numero di Giovanni.


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Giovanni stava rileggendo per l'ennesima volta lo stesso trafiletto, e aveva tanta voglia di sbattere la testa sul tavolo, peccato che fosse in biblioteca, e la bibliotecaria non avrebbe apprezzato il gesto.
Stava per ricominciare da capo la frase, quando il suo cellulare iniziò a trillare.
L'arcigna donna che coincideva perfettamente ad ogni stereotipo sulle bibliotecarie gli scoccò un'occhiataccia.
Si era completamente dimenticato di silenziare il telefono.
Afferrò l'oggetto incriminato mentre faceva segno ad un suo compagno di corso di tenergli d'occhio la roba, e corse fuori.
<< Ciao zì, senti ti posso richiamare che sono in biblioteca? >>
<< Gio... >> il tono del suo migliore amico lo fece scattare sull'attenti.
Sembrava a metà tra un attacco di panico e una crisi isterica.
<< Marti, che succede? >>
<< Se n'è andato, Gio... >>
<< Chi se n'è andato? >>
<< Niccolò, sono tornato e la sua roba è sparita... ha lasciato il telefono... cosa devo fare Gio? >>
<< Cosa? Come mai è andato via? Che ti ha detto? >>
<< Niente... non lo so... io... Gio, è andato via... cosa devo fare, non so dov'è andato... >> a quel punto Martino iniziò a dire frasi sconnesse e senza senso, disse qualcosa riguardo Luai, il mal di testa, i vestiti spariti, e continuava a ripetere che Nico era andato via; chiaramente nel panico.
<< Marti, ascoltami, devi stare calmo, ok? >> lo interruppe Giovanni: << Recupero la mia roba e arrivo, ma voglio che tu adesso ti calmi. Cerchiamo di capire cosa è successo insieme. >>
Gli ci volle un altro minuto prima di riuscire a calmare un po' l'amico, poi corse nella sala dove stava studiando e recuperò le sue cose, ficcò con malagrazia i libri e i quaderni nello zaino, e cose fuori, diretto alla prima fermata della metro disponibile.

Arrivò a casa di Martino e Niccolò un quarto d'ora più tardi, preoccupato a morte.
Dovette suonare il campanello due volte prima di riuscire a farsi aprire, e quando vide in che stato versava l'amico si preoccupò ancora di più.

Il ragazzo era riverso a terra, in posizione fetale, accanto al citofono, che fissava il vuoto mentre delle lacrime silenziose gli attraversavano il viso.

<< Marti, che cosa è successo? >>
Martino sembrò metterlo a fuoco per la prima volta da quando era entrato nell'appartamento, e iniziò a singhiozzare.



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Caro Martino,
quando leggerai questa lettera io me ne sarò già andato.
So che questo ti ferirà, e che non mi crederai, ma lo faccio per te, perché ti amo più di ogni altra cosa al mondo.
L’ultima cosa che voglio, soprattutto dopo i primi mesi della nostra storia, è farti stare male, ma non ho alternative.
Ovvero, ne ho una, ma ti causerebbe molto più dolore di quello che provi ora.
Ti lascio ora perché l’ultima cosa che voglio è che tu rimanga incastrato con me per gli anni a venire, senza via d’uscita.
Ti lascio ora perché se rimanessi dovresti rinunciare ai tuoi sogni, e non voglio che tu lo faccia per me.
Ti lascio ora perché non voglio svegliarmi, tra qualche anno, vicino ad un uomo che ha dovuto sacrificarsi per me e che potrebbe provare del rancore nei miei confronti per questo.
Il fatto è che sono uno scherzo della natura, e se restassi ti trascinerei a fondo con me.
Ti amo, e voglio solo il meglio per te.
Oggi ti ho ferito, ma sono sicuro che presto troverai qualcuno che ti ama quasi quanto faccio io e che, al contrario di me, si meriti tutto l’amore che gli darai.
A quel punto, te lo assicuro, io sarò solo un’ombra nelle tue memorie, come è giusto che sia.
Non rispunterò nella tua vita, te lo giuro.
Ti prego, non pensare che per me sia facile. Nelle scorse settimane ci ho pensato parecchio e, anche se mi fa male quanto ne sta facendo a te, penso che questo sia l’unico modo.
Perdonami per non averti detto queste cose in faccia, ma non sarei riuscito a lasciarti guardando quei tuoi bellissimi occhi da cerbiatto diventare tristi a causa mia.
Sono un codardo, tanto che, mentre scrivevo questa lettera, avrei voluto farla a pezzi, disfare i bagagli e aspettare che tornassi come se non fosse successo niente.
Perché qualcosa è successo, e una parte di me vorrebbe dirti tutto.
So che ti ho promesso che non ti avrei più mentito, ma se ti dicessi la verità ti tarperei le ali, e tu non te lo meriti; ti amo troppo per lasciare che il tuo amore per me ti convinca che riusciremmo a superare anche questo problema insieme.
La nostra filosofia del “minuto per minuto” non può funzionare in questo caso, e se penso al futuro, non mi piace il Martino che vedo, perché non sei quello che potresti essere.
Per questo, per una volta, voglio essere io quello che si prende cura di te, che si sacrifica, che fa la cosa giusta per te.
Sappi che per me rimarrai sempre l’unico ragazzo che mi farà battere il cuore, e spero con tutto me stesso che tu riesca a trovare qualcun altro che lo faccia battere a te.
Ti amo,
per sempre tuo,
Niccolò















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Note dell'autrice:

Allora che dite?
Per quale motivo Nico avrà lasciato Marti? (Lo so che lo sapete, visto che è scritto negli avvertimenti e nell'intro, ma è giusto per fare un po' di suspance... ok, la smetto.)
Prima che lasciate questa pagina, due cose:
1. Spero di non offendere nessuno con questa storia del mpreg, è un opera di fantasia che ha come unico scopo l'intrattenimento. Se, quindi, vi da fastidio, vi prego di non leggere, grazie. Inutile sottolineare che, se non diversamente specificato, i personaggi fanno parte della serie Skam Italia i cui diritti NON mi appartengono, e che questa storia non ha fine di lucro.
2. Lo ripeterò, ma premetto già che tutte le spiegazioni mediche date per giustificare il mpreg all'interno della storia sono fittizie. Non sono un medico, nè studio medicina (sì, è proprio una frecciatina ad un certo personaggio...); percui la maggior parte delle informazioni l'ho presa da siti su gravidanze femminili (ovviamente -.-'). 
In sostanza si tratta di pure invenzioni al fine di far stare in piedi la baracca; ergo, consideratele alla stregua di fantascienza.

Bene, ho detto tutto.
Cercherò di pubblicare almeno una volta alla settimana, il martedì; abbiate pazienza se non mi riesce, andare all'Università fuorisede col Covid è più complicato che far scrivere a Marti "sto a Bracciano" senza faccina triste :(...

Per oggi è tutto, a presto!!
 
   
 
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