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Autore: Rosette_Carillon    14/10/2020    3 recensioni
Gli anni passano, e il ricordo di Albafica accompagna sempre Agasha, ormai donna. Non ha mai dimenticato lo sguardo triste del cavaliere, la sua nobiltà e il profumo di rose che lo accompagnavano sempre.
Un mazzo di fiori scarlatti riporta a galla vecchi ricordi, e la necessità di dare voce a quella memoria con qualcuno che possa comprendere.
[Personaggi: Agasha e Pefko.]
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Personaggi Lost Canvas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                           Ghost of a rose
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



 
Agasha sollevò la testa e fissò lo sguardo verso un punto lontano.
Davanti a lei c’erano i tetti cittadini, le montagne e il cielo; il Grande Tempio era ben più lontano e protetto dagli sguardi indiscreti.
Abbassò lo sguardo sul mazzo di rose che aveva fra le braccia e sospirò: erano passati anni, eppure quei fiori richiamavano alla mente sempre e solo un volto.
Non era mai riuscita a dimenticare il cavaliere dei Pesci. Certo, si era detta più volte, era stato eroico, aveva salvato Rodorio dagli Specter, aveva salvato lei. Era ovvio che il suo ricordo fosse ancora vivo in lei.
Aveva sempre trovato affascinante quell’uomo coraggioso, dal cuore nobile e incredibilmente buono, che nascondeva la sua delicatezza dietro un’armatura d’oro e un muro di spine.
Aveva trascorso la sua intera vita sacrificandosi per gli altri, e nello stesso modo era morto. Era stato solo fino al suo ultimo istante.
Quel pensiero l’aveva sempre resa triste. Aveva desiderato poter fare qualcosa, qualsiasi cosa per alleviare quella solitudine, ma cosa avrebbe potuto fare lei, semplice fioraia?
Quel cavaliere, quell’uomo, l’aveva affascinata quando era solo una ragazzina, e continuava a restare nei suoi pensieri anche ora che era diventata donna.
Avrebbe voluto sapere tante cose su di lui, ma non c’era più nessuno che potesse rispondere alle sue domande. Di tutti quelli che l’avevano conosciuto, di tutti quelli che erano riusciti ad avvicinarlo, ormai non era rimasto più nessuno.
<< Buongiorno. >>
Una voce la riscosse dai suoi pensieri. In un primo momento pensò di essersela immaginata poi, voltandosi, si accorse dell’uomo appena entrato nel negozio.
<< Vorrei delle rose. >>
<< Subito, >> sorrise la giovane.
Il nuovo medico di Rodorio era ormai un cliente fisso. Era arrivato al villaggio da circa un mese, e sei era già guadagnato il rispetto di tutti, nonostante la giovane età. Amava delle rose, quelle rosse.
<< La donna che le riceve sarà contenta, spero. >>
Il giovane uomo rise di cuore, poi si grattò la nuca imbarazzato << non c’è nessuna donna ad ammirare i vostri fiori. Li prendo…li prendo per ricordare, >> il suo sguardo si fece triste e sfocato, come se stesse guardando qualcosa di molto lontano e poco piacevole. Ridacchiò amaramente e si scusò per l’improvvisa tristezza. << Le rose rosse mi ricordano una persona che ho conosciuto tempo fa, quando ero solo un ragazzo. Lui odiava le rose, in un certo senso gli aveva rovinato l’esistenza, e io gli promisi che avrei trovato una cura per aiutarlo. >>
<< Non l’avete trovata? >>
Il medico sospirò << lui è morto prima. >> Un altro sospiro << avrei voluto incontrarlo almeno un’altra volta. Sapete, è stato allievo del fratello del mio maestro…era l’unica persona più vicina a ciò che potevo chiamare una famiglia. >>
Agasha gli porse le rose con un triste sorriso di comprensione.
<< Era.. forse vivendo qui a Rodorio l’avete conosciuto, era Albafica dei Pesci. >>
<< Il...sommo…Albafica? >> boccheggiò la donna, colta di sorpresa, certa che non avrebbe più sentito pronunciare quel nome. << L’avete conosciuto? >>
Il medico annuì vigorosamente, una luce che brillava negli occhi << ero solo un ragazzino in realtà, lui era in missione… >> iniziò a spiegare.
Agasha rise, una risata cristallina bagnata di lacrime << l’avete conosciuto, >> ripeté << l’avete conosciuto. Non ho più nessuno con cui parlare di lui, >> mormorò, non dando voce alla richiesta di poter condividere i suoi ricordi col giovane medico.
<< Ricordo che era molto triste, >> mormorò l’uomo.
<< Si era imposto la solitudine per non fare del male agli altri, era un animo nobile. >>
<< Avrei davvero voluto fare qualcosa per aiutarlo. >>
Si scambiarono un muto sguardo di comprensione, la silenziosa promessa di condividere ricordi, tenere viva la memoria del sommo Albafica, cavaliere dei pesci.










 
  
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