Prompt #3 "No, aspetta, era una battuta? Non l'ho capita..."
“Scusami….
Potresti ripetere, tesoro?” Samantha, seduta ad un tavolo in
disparte della
birreria, chiese al
figlio, senza
staccargli gli occhi di dosso. Eliot era arrossito, e si stava
grattando il
collo, imbarazzato e sentendosi leggermente in imbarazzo.
“Il
tizio che ti ha rapita, ecco… lui ce l’aveva con
me ed i miei amici perché noi
gli avevamo mandato a monte un affare.”
“Non
capisco….” Lo guardò, confusa.
“Quindi voi siete anche, cosa, speculatori
finanziari? Oltre che baristi?”
“Mastri
birrai, signora, noi siamo mastri birrai. Io
lo sono.” Hardison sentì il bisogno di
precisare, tutto tronfio e
soddisfatto. “ Eliot qui è uno chef che la guida
Michelin assaggiasse i suoi
manicaretti, gli darebbe dritta tre stelle, e Becks fa dei drink con la
birra
che sono un’esplosione per le papille gustative.”
L’hacker
alzò la mano aperta verso il compare, per farsi dare il
cinque, ma Eliot lo
fulminò con lo sguardo, nemmeno avesse
avuto a che fare con un pazzo idiota- okay, Hardison aveva una decina
d’anni in
meno di lui, ma a volte si comportava come se fosse ancora un
adolescente, e
sapeva essere peggio di Parker.
Sibilando
a denti stretti, Eliot si voltò verso la madre, e le fece un
sorrisino di
circostanza, tamburellando nervoso con le dita di entrambe le mani sul
tavolo.
“No,
in realtà, Hardison se la cava in borsa, e pure parecchio,
motivo per cui ci
possiamo concedere dei piccoli lussi, ma, vedi
mamma…” si schiarì la gola,
quasi dire la parola gli costasse ancora fatica. “Io
sono… un
ladro. Noi
siamo ladri. Tutti noi sei, intendo.”
Samantha
scoppiò a ridere.
E
smise solo quando vide che il figlio non faceva una piega e non si
univa alla
sua risata, anzi, la guardava imbarazzato.
Ah.
Non era una battuta, allora. Cavolo. Suo figlio era un mezzo criminale.
Se non
un criminale completo, con fiocchi e controfiocchi. Avrei
dovuto capirlo, con quella testa di capelli che gli arrivano alla
schiena ed i tatuaggi…
“No, aspetta,
era una battuta, vero? Perché,
sul serio, Eliot, non l’ho capita…”
Eliot
ripeté la frase, scandendo parola per parola. Più
o meno come se stesse
parlando con un bambini di cinque anni. “Siamo ladri, mamma. Noi siamo una squadra
di ladri. Ognuno
con la sua specialità- Nathan è il pianificatore,
Sophie l’attrice, Parker
conosce tutti i sistemi di sicurezza del pianeta mai esistiti, Hardison
è un
hacker, Becks è un’esperta di esplosivi,
neurotossine e ogni tanto ci ricuce, e
io sono una specie di guardia del corpo. Lavoravamo tutti da soli, poi
abbiamo
capito che l’unione fa la forza e che la somma dei singoli
eccetera, eccetera
ed eccoci qui.”
“Cioè,
fammi capire, tu, cosa fai, rapini banche e negozi?” si
strinse la borsetta al
petto, e iniziò a guardarsi intorno, nemmeno si trovasse nel
più malfamato
quartiere della città più malfamata del paese- se
non fosse stato tragico,
Becks lo avrebbe trovato comico.
(In
realtà era comico, ma
non le sembrava
il caso di esternare le sue opinioni. Eliot sembrava essere piuttosto
sensibile
al riguardo…)
“Non
siamo quel genere di ladri, mamma. Noi non derubiamo banche”
Eliot si pizzicò
il naso, ad occhi chiusi, respirando profondamente.
“In
realtà,” Hardison lo fermò prima che
potesse proseguire, alzando la mano
nemmeno fosse stato a scuola. “C’è stata
la volta in cui abbiamo derubato una
banca. E poi se guardi bene, quando andiamo a svaligiare una specifica
cassetta
di sicurezza, quella tecnicamente è
una
rapina in banca e…”
“Dannazione
Hardison, ma lo vuoi chiudere il becco?” Eliot gli
sibilò contro, minaccioso.
Sembrava un toro scatenato a cui avessero fatto vedere la banderuola
rossa.
Sembrava pure che gli uscisse il fumo dal naso, tanto era incavolato.
Hardison
si fece piccolo, piccolo, e mimò il gesto della cerniera
chiusa sulla bocca.
Eliot
si ricompose, facendo di nuovo quel sorrisetto di circostanza, e si
schiarì la
voce. “Come dicevo, mamma, noi siamo ladri, ma non i tipici
ladri, noi siamo…
siamo come Robin Hood. Quando ricchi e potenti fanno qualcosa di
sbagliato e se
la prendono con la gente comune, noi interveniamo e li mandiamo sul
lastrico,
ridistribuendo la loro ricchezza tra le loro vittime.”
“Robin
Hood.” Samantha lo guardò, seria, come se non si
stesse bevendo quella storia
assurda (cosa di cui Becks, che se la stava ridendo a crepapelle, lo
aveva
avvertito). “Il tizio in calzamaglia verde, con arco e
frecce. L’Occhio di
Falco dei poveri.”
Hardison
alzò la mano, da bravo nerd che amava i fumetti, pronto a
sottolineare che
tecnicamente anche Occhio di Falco aveva fatto il Robin Hood per un
po’, usando
i soldi dei malavitosi per fare del bene, ma prima che potesse dire una
sola
sillaba, si letteralmente piegò in due, dopo una bella e
sonora gomitata di
Eliot nel fianco, che gli fece mancare il respiro.
“Preferisco
jeans e flanella e prendo a pugni quelli che mi stanno sulle scatole ma
sì, in
spicci sono Robin Hood. Siamo Robin
Hood. Ognuno di noi ha la sua specializzazione, ma lavoriamo insieme
per il
fine ultimo di rubare ai ricchi e corrotti e ridare ai poveri
disgraziati che
il sistema non considera.”
“Con
la sola differenza che, dato che non viviamo in un bosco, ci teniamo
una
piccola percentuale dei ricavati delle nostre operazioni da reinvestire
in modo
da poter campare degnamente.”
Stavolta
Hardison non aveva alzato la mano per parlare -ma si beccò
comunque un’altra
gomitata nella bocca dello stomaco, subito prima che l’amico
e collega gli
mettesse un braccio sulle spalle, tirandoselo a sé fingendo
un cameratismo che
in quel momento era ben lungi dal provare. “Non gli ho fatto
male davvero.
Siamo come fratelli. Vero, Alec? Diglielo anche tu che siamo come
fratelli.”
“Si….”
Hardison sibilò, guadando Eliot un po’ stupito- ma
soprattutto un po’
terrorizzato, non volendo contrarialo.
Becks
schioccò la lingua contro il palato, lieta di vedere che,
nonostante tutto,
alcune cose non sembravano destinate a cambiare- e che, tutto sommato,
Eliot
stava bene, nonostante la bomba (questa volta metaforica) che gli era
esplosa
davanti.
“Andiamo
Alec,” disse dando una pacca all’amico,
“lasciamoli soli. Abbiamo un mucchio di
lavoro da fare.”