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Autore: idrilcelebrindal    14/10/2020    1 recensioni
La Battaglia dei Cinque Eserciti è terminata, ed è stata una strage; ed anche se nessuno dei Durin ha trovato la morte sul campo, i Nani sono privi di guida. Thorin, menomato dalle ferite, in preda a spaventosi rimorsi e sensi di colpa, straziato dall'ansia per la sorte dei suoi ragazzi, medita di rinunciare al Trono per cui ha tanto combattuto.
Kili, privato di suo fratello disperso in battaglia, profondamente deluso dallo zio, si aggrappa disperatamente alla vita; in questa lotta, ha come solo conforto la presenza della sua dolce Liatris, e la convinzione che Fili non è morto, e prima o poi tornerà.
E intanto, molto più ad ovest, gli Orchi in fuga trascinano con loro alcuni prigionieri: uno, con un'astuta messinscena, prepara una rocambolesca fuga, senza sapere quali ostacoli incontrerà e se l'impresa non gli costerà la vita; un altro, alla disperata ricerca del suo passato, scoprirà che l'amicizia può fiorire anche in luoghi e momenti del tutto inaspettati. Non sa che questa amicizia lo trascinerà su una via oscura e piena di pericoli, ma anche di sorprese, ed alla fine potrebbe anche ritrovare se stesso ed il suo destino.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bilbo, Fili, Kili, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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.... ma ci riesce solo troppo tardi

65… ma ci riesce solo troppo tardi

 

Il Nano snocciolò una sfilza di imprecazioni  molto colorite. Sono mesi che lo seguo in questa dannata foresta, ed ora che ho capito tutto e sono pronto a portarlo via, lui rovina tutto, maledetto orecchie-a-punta!

 Dopo il colloquio con Gwennis il  Nano era uscito per mettere in atto il suo piano, non senza averle fatto una serie infinita di raccomandazioni, finchè lei non l’aveva spinto via sbuffando:
“Mastro Nano,  se vai avanti così passeremo qui la Festa di Mezza Estate!”
Aveva risalito la frana, più velocemente di quanto pensasse perché la sua discesa del giorno prima, per quanto precipitosa, gli aveva permesso di notare alcuni passaggi  interessanti e facilmente percorribili; e si era cercato un punto di osservazione.
Aveva anche potuto verificare che sì, in effetti i Nani possono arrampicarsi sugli alberi, se ne hanno bisogno, e senza nemmento troppa fatica ed  aveva notato, con  soddisfazione, che la vegetazione primaverile gli consentiva di occultarsi ma non era tanto folta da non permettergli di vedere lontano.

E aveva visto.

 

Una pattuglia di Goblin trionfanti trascinava con sé un prigioniero lacero ed arruffato; dovevano avergli anche fatto pagare cara la fatica e la beffa di tutto quel tempo, perché il viso del prigioniero recava alcuni vistosi lividi. Nel complesso, Lirien appariva abbastanza miserabile.
Accidenti, e adesso?
Il Nano seguì con lo sguardo il gruppo che si avvicinava al suo nascondiglio. I Goblin erano ancora più di quelli che pensava, forse una trentina. Far fuggire l’Elfo era escluso.

Le malefiche creature non erano più all’erta, quindi non videro il  Nano mimetizzato  nel folto della chioma della quercia, nemmeno quando passarono proprio sotto il suo nascondiglio. Procedevano rapidamente verso la frana, proprio  come aveva immaginato.
Non ho altra scelta. Devo seguirli, e tentare il tutto per tutto quando si fermeranno.
Scivolò lentamente lungo il  lato del tronco opposto rispetto a quello rivolto verso i Goblin; non sembravano intenzionati a voltarsi, ma meglio non correre rischi.

 

Gwennis stava esaminando il mucchio delle  loro proprietà; si era infatti resa conto che, senza Billy, non avrebbero mai potuto portarsi dietro tutta quella roba. La maggior parte di essa doveva essere abbandonata.
D’altra parte, i piani del Nano erano piuttosto precisi:  adesso o mai più. Quindi, con l’Elfo o senza l’Elfo, entro pochi giorni avrebbero fatto rotta verso la civiltà,  sotto forma dei villaggi che, lo ricordava dalle mappe studiate a scuola, punteggiavano tutta la Valle del Grande Fiume. Ricordava pure che si trovavano quasi tutti sulla riva opposta rispetto  a quella dove si trovavano loro, ma questo era un problema  che al momento non voleva considerare,  anche perché non sapeva  esattamente a che altezza del Fiume si trovassero.
Al momento si occupava di dividere i loro averi in tre gruppi, che aveva chiamato rispettivamente “Da tenere” , “Non posso tenerli” e “Ci provo”.

Teiera?...  “Ci provo”. Sarebbe stata dura fare a meno di qualsiasi tisana, anche se fatta con le erbe più svariate, dal finocchio selvatico alla melissa alla valeriana, essendo da tempo finito il tè.
Abiti di ricambio?... qualcosa sì, qualcosa no.

 

Mentre lavorava, con la mente Gwennis tornava al problema del suo Nano che aveva perso  la memoria, e più ci pensava più si convinceva che non sarebbe stato difficile risalire alla sua  identità. Liquidato il dubbio “sono un assassino condannato”, palesemente assurdo, Gwennis era sicura che la battaglia avrebbe costituito la chiave per risolvere l’enigma.
Di sicuro i militari avranno elenchi… li fanno sempre! Elenchi dei combattenti divisi per plotoni.. o quel che diavolo erano  nei Colli Ferrosi… elenchi dei caduti, dei presenti, dei feriti.. e dei dispersi. Sono sicura che esiste un elenco  di quelli presenti sul campo di battaglia che non risultano né tra i sopravvissuti né tra i caduti.
Non poteva essere un elenco troppo lungo, visto che i Nani venuti con Dàin dai Colli Ferrosi non erano moltissimi, di sicuro non più di  un migliaio. E da quell’elenco bastava depennare coloro che non erano né giovani, né nobili, né biondi. Era quasi sicura che il suo Nano dovesse essere un ufficiale; e i capelli biondi sarebbero stati un elemento importante. Negli Ered Luin sarebbe stato decisivo, visto che i biondi lì erano rarissimi; ad est forse un po’ meno, vista la prossimità con gli Stiffbeards, ma in ogni caso era convinta che in quell’elenco non potevano essere più di due o tre.
Giovane, nobile, biondo… non ce ne sono tanti comunque!

Superata la frana, i Goblin si dirigevano verso  il fiume che dava origine alla cascata; per alcuni minuti, il loro pedinatore stette fermo, raggelato, trattenendo il respiro. I mostricciattoli procedevano in ordine sparso, senza alcun ordine, come una comitiva in vacanza, ed in qualsiasi momento uno di loro poteva scendere giusto un po’ troppo a valle, finire tra i cespugli che coprivano la fessura dove era caduto lui stesso e trovarsi  dritti nella grotta dove doveva trovarsi Gwennis.  
Poi il momento passò. Nessuno scese troppo a valle, si radunarono e guadarono il fiume, diretti verso la zona scoperta.

 

Il Nano si rese conto che doveva pensare in fretta. Fino ad ora aveva proceduto in relativa sicurezza, da un albero all’altro, nascondendosi dietro tronchi,  fogliame e cespugli, e la totale rilassatezza dei Goblin aveva fatto il resto: nessuno si era accorto di lui. Ma tra poco le cose sarebbero cambiate.
Cosa fare?

Abbandonare dopo tutto questo tempo?
Tutto in lui si ribellava. Sono stato così vicino, così vicino…
Impulsivamente decise che avrebbe provato ad andare avanti.

 

I Goblin avevano ormai oltepassato l’ultima fila degli alberi e si erano addentrati nella zona morta. Il Nano si fermò dietro l’ultimo albero, e lasciò che procedessero; tanto sarebbero rimasti visibili per centinaia di metri.
Raccolse alcuni rami carbinizzati e si annerì faccia e mani; si rialzò il cappuccio  della grezza cerata nera e si avventurò nella zona bruciata. Si teneva basso, gli occhi fissi sul gruppo lontano ma ancora ben visibile, cercando di passare da un’ombra di un troncone ad un ammasso di arbusti anneriti, felice che il  sole al tramonto allungasse l’ombra delle montagne su tutto il pianoro, rendendolo confondibile con i residui carbonizzati.
Nessuno dei Goblin si voltò mai, nemmeno allora.  

 

Fu solo dopo un’ora di cammino che i Goblin si radunarono e si fermarono.  Il nano continuò a procedere, con cautela, per vedere esattamente cosa stava succedendo; e fu allora che si accorse che il gruppo si stava assottigliando.

Cosa? Stanno sparendo!

Ma dove?

Si arrischiò ad uscire allo scoperto, e corse tenedosi basso mentre i Goblin diminuivano di secondo in secondo.

La terra li ha inghiottiti?

Quando l’ultimo Goblin sparì alla vista, il Nano corse apertamente, più veloce che poteva, tenendo gli occhi fissi sul punto dove l’aveva visto l’ultima volta; e solo quando fu più vicino, vide che nella parete rocciosa si apriva una stretta spaccatura.
Si avvicinò con cautela,  spada e coltello tra le mani; si sporse oltre l’ingresso.
L’apertura portava ad un  sentiero, stretto anche quello, che si inoltrava nella profondità della montagna.
Nessuno in vista. Ascoltò con attenzione esentì l’eco di passi di numerose persone.

Era il  momento di decidere.

 

Esitò un attimo. Poi raddrizzò le spalle; si aggirò per qualche minuti raccogliendo piccoli pezzi di rami carbonizzati e se ne riempì le tasche.
Quando fu soddisfatto, spada in una mano e carboncino nell’altra, si inoltrò nell’oscurità.
In quel momento il sole tramontava dietro  le Montagne.

 

Lo choc fu talmente forte che Gwennis si trovò seduta per terra completamente senza fiato.

Perché improvvisamente le era apparso chiaro chi poteva essere un  Nano  piuttosto giovane, biondo, certamente con educazione superiore ed  addestramento da ufficiale, che era inspiegabilmente sparito dal campo di battaglia: uno  che tutti stavano cercando da mesi.

 

 

ANGOLO AUTRICE

Capitolo corto, lo so: dopo tanto tempo una delusione. Ma devo cambiare argomento!

 Nonostante il gran tempo trascorso, vedo ancora accessi alla mia storia. Posso solo ringraziare di cuore.

Alla prossima

Baci

Idril


  
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