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Autore: Marti Lestrange    15/10/2020    11 recensioni
Dal testo:
❝ «Ho perso un guanto, Teddy», miagolo, e sento il nodo duro delle lacrime condensarsi nella mia gola. Quei guanti me li ha regalati papà lo scorso Natale, sono i miei preferiti, bianchi con le stelline dorate. Mi guardo una mano e tiro sù col naso. «Ho perso un guanto.»
«Tieni, mettiti i miei», mi dici allora, sfilandoteli e porgendomeli. Io li guardo: sono rossi e lisi, da alcune dita pendono dei fili allentati, ma quando li indosso sento di nuovo caldo, ed è un po’ come tenerti la mano. ❞
[ kidfic+songfic sulla coppia Teddy Lupin/Victoire Weasley; storia partecipante all’iniziativa #giocodiscrittura del gruppo Facebook “Caffè e Calderotti”. ]
Genere: Fluff, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: Kidfic, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'GENERATION WHY.'
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Storia partecipante all’iniziativa #giocodiscrittura del gruppo Facebook “Caffè e Calderotti”.

 

Titolo: it’s nice to have a friend.
Tipo di storia: oneshot.
Rating: verde.
Genere: fluff, slice of life, song-fic.
Personaggi: Teddy Lupin, Victoire Weasley.
Coppia: het.
Tipo di coppia: Teddy/Victoire.
Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova Generazione.
Note: kidfic, missing moments.
Avvertimenti: /
Genere/nota #giocodiscrittura: kidfic 5/9 (Connor Finnigan SOSTITUITO con Teddy Lupin/Victoire Weasley).

 


 

it’s nice
to have
a friend


 

“Sidewalk chalk covered in snow
Lost my gloves, you give me one
“Wanna hang out?” Yeah, sounds like fun
[…]
Sleeping in tents
It’s nice to have a friend.”

 

Il marciapiede è scivoloso per la neve caduta nella notte e che questa mattina è diventata ghiaccio e tu ti diverti a pattinarci sopra, ridi e ridi e la tua risata fa girare alcuni passanti che ti sorridono, e i ricci ti sfuggono dal cappello di lana.

Cerco i guanti nelle tasche del cappottino e ne trovo uno solo e cerco e cerco, apro la cartella che porto sulle spalle, frugo in mezzo alle pergamene e ai libri, e intanto mi aspetti più avanti, proprio sotto una vetrina e le decorazioni di Natale ti cingono il capo come se fossi un elfo. 

«Ho perso un guanto, Teddy», miagolo, e sento il nodo duro delle lacrime condensarsi nella mia gola. Quei guanti me li ha regalati papà lo scorso Natale, sono i miei preferiti, bianchi con le stelline dorate. Mi guardo una mano e tiro sù col naso. «Ho perso un guanto.»

«Tieni, mettiti i miei», mi dici allora, sfilandoteli e porgendomeli. Io li guardo: sono rossi e lisi, da alcune dita pendono dei fili allentati, ma quando li indosso sento di nuovo caldo, ed è un po’ come tenerti la mano. 

 

⭐︎

 

Dormiamo in tenda quasi tutta l’estate. È l’ultima, prima della tua partenza per Hogwarts. Mi lascerai sola alla scuola, e non percorreremo più insieme tutta Diagon Alley alla fine delle lezioni, fino a casa tua, proprio sopra l’Emporio del Gufo, dove nelle sere estive si sentono gli animali cantare, e tua nonna ci prepara un tè e «mangia una fetta di torta, Vic, sei così magra» e il salotto profuma di biancospino; o fino al Paiolo Magico, dove attendi sempre che arrivi mamma a prendermi e a volte vieni invitato a cena e allora ti portiamo con noi; mi lascerai sola nei lunghi pomeriggi di questo lunghissimo anno in cui attenderò di raggiungerti. 

E allora quest’ultima estate la passi a Villa Conchiglia e dormiamo in tenda, sotto le stelle, e le contiamo e mi addormento guardando il tuo profilo e penso a quanto sia bello avere un amico. Un amico come te.

 

⭐︎

 

“Light pink sky, up on the roof
Sun sinks down, no curfew
20 questions, we tell the truth
[…]
Something gave you the nerve
To touch my hand
It’s nice to have a friend.”

 

Il cielo è rosa, l’ultima sera che trascorriamo insieme. A casa tua. Saliamo sul tetto anche se Andromeda ti impedisce di farlo, ma ora sonnecchia nella poltrona accanto alla finestra e russa lievemente e noi sgattaioliamo di sopra, passiamo per una scala traballante e ci arrampichiamo sulle tegole, fino a quella nicchia proprio sotto il comignolo e ci stringiamo una accanto all’altro - e sento la tua spalla contro la mia e non c’è calore più amico di questo. 

«Facciamo un gioco», proponi, i ricci ribelli dello stesso rosa-gomma-da-masticare della t-shirt lisa che indossi e che tua madre portava nei primi anni ’90. Sopra c’è scritto “Madonna” in rosso e tu la porti con orgoglio ché faresti di tutto per sentire i tuoi genitori vicino, e quasi ci sparisci dentro, da quanto sei magro. «Venti domande alle quali dobbiamo rispondere sinceramente. Senza barare.»

Annuisco e tu sorridi. «Sei pronta?» 
 

⭐︎

 

«Ti mancherò?»

Abbasso lo sguardo e sorrido tra me e me. Ti lascio sospeso e intanto ti guardo e mi allungo a spintonarti piano. 

«Certo, scemo.»

«E io?» ti chiedo subito dopo fissandomi le Converse gialle tutte rotte. «Io ti mancherò? Anche se avrai un sacco di cose da fare, a Hogwarts… Neanche ti ricorderai di me, ci scommetto.»

«Ora chi è la scema?»

Mi volto di scatto e mi guardi con un sopracciglio alzato, e con quell’espressione che ti rende meno bambino di quello che sei e che mi fa sentire meno bambina di quella che sono. Per la prima volta sento il bisogno di baciarti, solo per sentire che sapore hai. Non so perché non lo faccio. 

«Fino alla Luna, ricordi?»

Annuisco solo. Sorrido.

«E a Saturno.»

Annuisci anche tu, ora. I ricci ti ballano sulla fronte. La mano mi prude ma la tengo in grembo. 

Il cielo è rosa proprio come la tua t-shirt; come i tuoi capelli; come le tue labbra quando te le mordi, nervoso. 

«Manca una domanda, Teddy.»

«Lo so.» Annuisci e ti appoggi al muro. Ora le nostre spalle non si toccano più, finché non allunghi una mano a toccare la mia. 

«Sei la mia migliore amica?»

«Sì. E tu sei il mio?»

«Sì.»

 

⭐︎

 

“Church bells ring, carry me home
Rice on the ground looks like snow
Call me bluff, call you “babe”
Have my back, yeah, every day
Feels like home, stay in bed
The whole weekend
It’s nice to have a friend.”

 

Le campane suonano a festa nella chiesetta abbarbicata sulla roccia. Muri bianchi di calce e tetti di ardesia e sabbia che si mischia alle felci. Risate di petto e un lieve profumo di salsedine e lo sciabordio delle onde là sotto. 

Il riso a terra ricorda la neve sulla quale scivolavi a dieci anni, e ora mi tieni le mani proprio come da bambino mi porgevi i tuoi guanti, e ora ti chiamo “tesoro” e tu solo “amore”. 

Una mano scivola alla base della mia schiena proprio come mi avevi stretto una mano quell’ultima sera estiva sul tetto di casa tua, cielo rosa che ora è azzurro e mi dici che è uguale ai miei occhi, e mi hai sempre sorretta, ogni giorno, anche quando non c’eri, e io ho sorretto te, anche quando c’era tempesta e gridavi nella notte scappando da un incubo fatto di denti e sangue e ferro. 

Casa nostra sa di biancospino, e tua nonna sonnecchia sulla nostra poltrona, ora, quando viene a trovarci qualche domenica d’inverno. E quando piove e siamo soli, allora ce ne stiamo solo a letto, tutto il giorno, e facciamo ancora quel vecchio gioco delle domande, e siamo a casa. 

«Sei la mia migliore amica?»

«Sì. E tu sei il mio?»

«Sì.»

E penso a quanto sia bello avere un amico. Un amico come te.

 


 

N.d.A.

Come specificato in alto, questa storia partecipa all’iniziativa #giocodiscrittura del gruppo Facebook “Caffè e Calderotti” e QUI potete trovare le regole del gioco e le altre storie partecipanti. Questa oneshot è stata liberamente ispirata dalla bellissima canzone “It’s Nice to Have a Friend” di Taylor Swift, che mi ha anche fornito il perfetto titolo. 

 

Ora qualche piccola precisazione sul testo. La prima parte si svolge durante l’inverno a cavallo tra il 2OO8 e il 2OO9, Teddy ha 1O anni e Vic 9 e stanno tornando a casa dopo aver seguito le lezioni alla Scuola per Piccoli Maghi e Streghe, con sede a Diagon Alley, che ho bellamente inventato, perché ho pensato che, in tempi moderni, i piccoli maghi non in età da Hogwarts frequentassero una scuola, tipo scuola elementare, che insegnasse loro le basi, a partire dalla lettura e la scrittura e la matematica, per arrivare a dei veri e proprio rudimenti delle materie che andranno poi ad affrontare in modo più approfondito a Hogwarts, ovviamente tutto senza magia (anche perché non hanno ancora la bacchetta). I successivi tre paragrafi si svolgono durante l’estate del 2OO9, l’ultima prima che Teddy parta per Hogwarts, a settembre di quello stesso anno (Teddy ha compiuto 11 anni ad aprile e Vic ne ha fatti 1O a maggio). Sono rimasta proprio al limite, con questa kidfic, me ne rendo conto, così come mi rendo conto che sia proprio una libera interpretazione, ma è uscita così e quindi ormai era fatta, non avrei potuto scriverla e pensarla diversamente, non più. Lo scambio di battute «Fino alla Luna, ricordi?»/«E a Saturno.» è ripresa da un verso di “seven” di Taylor Swift che recita “Love you to the Moon and to Saturn”; ormai avete capito che Miss Swift è la mia fonte d’ispirazione quotidiana, sopportatemi. L’ultima parte è un’aggiunta, un di più che esula dai confini della kidfic: è un bel salto in avanti per Teddy e Vic, al giorno del loro matrimonio, che sinceramente non ho ancora deciso quando collocarlo, ma sicuramente è successivo agli eventi del 2O23, anno in cui si svolge la mia long “Death in the Night”, nella quale potrete ritrovare, se vi va, proprio questi Teddy e Vic, ma in versione adulta. 

 

Detto ciò, penso di aver specificato e detto tutto; lascio a voi la parola, come sempre ♥︎

   
 
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