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Autore: Shireith    15/10/2020    1 recensioni
Andrea è lo specchio di tante ragazze e ragazzi che hanno perso la voce e urlano in silenzio, che ogni giorno s’alzano dal letto con la speranza che quel giorno sia l’ultimo.
Attenzione: menzione esplicita di suicidio e altre tematiche delicate collegate al bullismo (omofobia, autolesionismo, abusi sessuali).
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Specchio di giovane


 Non ha volto né nome perché un volto e un nome non sono importanti, caratteristiche superflue che in ogni caso non possono mutare ciò che si nasconde dentro.
 Forse non ha volto anche perché non sa più chi è. Se ne avesse uno, sarebbe un volto di ragazza qualunque, tratti anonimi e occhi spenti che osservano il mondo senza capirlo davvero.
 Andrea – Andrea è un bel nome. Potrebbe chiamarsi così, se avesse importanza.
 Andrea ha un’età che si affaccia timidamente ai venti; un’età che non sente sua, un’età che anzi le sta stretta, che indossa come un abito attillato che s’avvolge tutt’attorno al corpo e si diverte a vederla contorcersi nel tentativo di catturare qualche boccata d’aria (non ci riesce).
 Andrea potrebbe avere un volto, ce l’ha, ma è nascosto da una maschera di finti sorrisi che paiono tanto veri da ingannare anche lei – quasi. Perché quella maschera la notte è pesante, grava sulle palpebre come pugni allo stomaco, e allora le scivola via come olio e rivela quello che c’è sotto, un’esplosione di lacrime e rimpianti che le bucano il petto e le graffiano l’anima.
 Andrea un nome ce l’ha ed è suo, ma Andrea è anche il nome di tante ragazze e ragazzi che vivono una bugia che non riescono a ricucire.
 Andrea è quel ragazzo che si lancia dal quinto piano perché i compagni di scuola hanno scoperto che è omosessuale e non lo lasciano in pace.
 Andrea è quella ragazza che incide solchi profondi nella carne morbida dei polsi perché i demoni che ha dentro non le lasciano scampo, proiettando sulla mente un mondo nero e spinoso da cui non c’è via di fuga.
 Andrea è quel giovane il cui respiro cede sotto la morsa strettissima di un cappio perché vorrebbe un futuro ma un futuro non ce l’ha, schiacciato da ansie e incertezze tanto violente e cattive da riuscire a spingerlo oltre il baratro.
 Andrea è quella ragazza vittima di abusi sessuali che il mondo, anziché proteggere, accusa di indecenza, spacciando la vittima per carnefice – e la vittima, che carnefice non è né mai sarà, non ce la fa più.
 Andrea è quel nome di figlio o figlia che i genitori piangono in un silenzio assordante fatto di colpe, domande, rimorsi. I genitori si disperano, si chiedono perché, riflettono su cosa hanno sbagliato; e la paura di quegli sbagli, che sbagli poi non sono, li porta a negare. Li porta a pensare che no, per Andrea era diverso, non voleva morire.
 Ma Andrea voleva morire perché Andrea non ha volto né nome proprio, è lo specchio di tante ragazze e ragazzi che di finger son stanchi e crollano all’ombra dei propri demoni.
 Andrea è lo specchio di tante ragazze e ragazzi che hanno perso la voce e urlano in silenzio, che ogni giorno s’alzano dal letto con la speranza che quel giorno sia l’ultimo.
 
Anche ora, le voci di Andrea urlano – riesci a sentirle?
   
 
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