Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: Ninfea Blu    15/10/2020    9 recensioni
Una raccolta di piccole storie, non troppo impegnate, per sorridere un po' e non pensare a questo momento brutto che stiamo attraversando. Coppie improbabili oppure canoniche, dipenderà dall'estro del momento.
Protagonisti, un po' tutti i personaggi di VnB.
Piccole one-shot, storie brevi, divertenti, comiche o parodistiche, indipendenti l'una dall'altra... e potrebbe pure esserci qualche traccia di fantasy, oppure crossover, eventualmente lo segnalerò, sempre in base al mio estro, ma senza esagerare.
Stiamo tutti a casa... lo farei anch'io, se potessi...
Genere: Commedia, Fantasy, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

9 - Alain incontra qualcuno a Palazzo Jarjayes
 

 
 
Alain non era abituato a frequentare i palazzi dei nobili, né tantomeno i loro giardini, ma vi si trovò costretto, dovendo aspettare il suo comandante.
Era strano che madamigella Oscar non lo avesse potuto ricevere; non era solita far aspettare i suoi uomini, chissà cosa diavolo la stava trattenendo.
Doveva essere qualche bizzarria da nobile; in fondo, per quanto fosse diversa, era un’aristocratica anche lei.
Alain preferì non interrogarsi troppo, consapevole che le donne, nobili o contadine che fossero, facevano sempre aspettare, una massima che evidentemente valeva anche per il suo comandante, sperò solo di non doverlo fare a lungo.
Doveva passare il tempo in qualche modo, quindi decise di concedersi due passi all’esterno della villa, nel giardino sul retro.
Non c’era nessuno in giro in quel momento e lui poteva permettersi di curiosare un po’ nei paraggi. Un’occasione come quella, quando gli ricapitava?! Alla prima occhiata, tra fontane di marmo e siepi di bosso che delimitavano lo spazio, emise un gran fischio di approvazione e compiacimento. Era tutto ben curato e tenuto, si aspettava di trovarci pure i cigni, i pavoni e le anatre, chissà se poteva prenderne una da vendere al mercato nero! Tanto, se lo prendevano, poi interveniva lei! Già immaginava la sua faccia di disappunto.
Quanto ci avrebbe guadagnato! O magari, fare arrosto uno di quei volatili, sarebbe stata una leccornia. Il pavone in salmì in effetti non lo aveva mai mangiato, chissà se gli aristocratici erano bizzarri anche in questo.

Accidenti André, allora è qui che sei cresciuto!? Pensò ammirato, infilandosi le mani in tasca e guardandosi attorno. -  Decisamente meglio dei bassifondi di Parigi. Lì, al massimo ci trovi piccioni e topi.

E lui sapeva di certi poveracci che si erano mangiati anche quelli.
Si inoltrò lungo uno dei vialetti che portavano in prossimità di un roseto, percorse un breve tratto immerso nel verde del luogo, tra il profumo delle rose che aleggiava nell’aria. Non erano fiori che si vedevano abitualmente a Parigi, e perfino Alain ne ammirò la bellezza.
Stava osservando le rose lungo la siepe, quando si accorse della presenza della ragazza.
Non si era proprio aspettato di incontrare qualcuno, meno che mai di genere femminile, e mentalmente si diede dell’idiota.
Che scocciatura.
Adesso avrebbe dovuto anche giustificare la sua presenza di fronte ad una perfetta sconosciuta che avanzava tranquilla nella sua direzione.
Lì, quello fuori posto era lui, un soldataccio sudato e sporco in mezzo alle rose di un giardino.
Era certo che si sarebbe spaventata. Avrebbe strillato come una ossessa e si sarebbe data alla fuga.
Già si prefigurava la scena.
 
La fanciulla chissà chi era.
La giovane sembrava assorta nella contemplazione estatica dei nobili fiori; presto si accorse della sua presenza, e la sua reazione fu quanto di più inatteso Alain potesse aspettarsi.
La ragazza si aprì in un sorriso raggiante, come se avesse visto un amico di vecchia data e lo raggiunse quasi correndo.
“Siete un soldato agli ordini di Oscar, non è vero? Un soldato della Guardia come André! – Esclamò rimirandolo da capo a piedi. - Sembrate uno di quei tagliagole descritti in certi romanzi d’avventure!”

Alain non rispose, ma si limitò a fissarla stranito e circospetto.
Era la creatura più bizzarra che avesse mai incontrato in vita sua: una massa impressionante di riccioli rossi più simile alla criniera selvaggia di un leone, le scendeva sulle spalle minute, in un contrasto curioso, mentre sul volto pallido e rotondo, cosparso di un mare di efelidi brillavano due occhi furbi e sorprendentemente svegli, che avevano il colore del sottobosco. (Insomma, immaginatevi Anna dai capelli rossi, adulta e senza le trecce, con una zazzera di capelli tipo Sister Act.)
“Esatto, sono agli ordini del comandante Oscar, il mio nome è Alain. Per servirvi.” Si decise, infine, quasi motteggiandola, esibendosi in una specie di inchino che aveva qualcosa d'irriverente.
“Come siete alto, Alain… - dicendolo, la strana ragazza si era alzata sulle punte dei piedini e aveva sporto la mano verso l’alto come se volesse misurare l’altezza dell’uomo. - Impressionante anche la vostra stazza. Sembrate più grosso di André… e lui non è uno smilzo.”
Ma che faceva quella tipa? Gli prendeva le misure? Veramente strane queste nobili, pensò Alain, vagamente divertito dalla situazione, mentre si chiedeva chi fosse la misteriosa creatura, apparsa dal nulla di fronte a lui.
La fanciulla lo guardava senza il minimo imbarazzo, e aveva portato le mani dietro la schiena. Sembrava più curiosa di una scimmia.
“Bene Alain, io mi chiamo Loulou De la Rolancy; sono la nipote di Madamigella Oscar. Magari André vi ha parlato di me…”
Veramente no, pensò Alain, ma non lo disse.
Lei aveva sorriso di nuovo, come se si aspettasse la sua reazione, di fronte a quella rivelazione sorprendente.
Per un attimo, lui si chiese se non lo stesse prendendo in giro. Per essere la nipote di Oscar, non gli ricordava per nulla il suo biondo comandante, aveva tutta l’aria di un folletto con quell’aria impertinente che la distingueva; chissà, forse era la svitata della famiglia, sicuramente un soggetto originale, pensò, piegando le labbra in uno sorrisetto strafottente.
Che età poteva avere? Forse era coetanea di sua sorella Diane. Magari un paio d’anni in più.
“Se state aspettando mia zia, ne avrete ancora per molto: sta posando per il suo ritratto.” Rivelò la fanciulla con aria maliziosa.
“Posso aspettare…” rispose secco, ormai convinto che la strana tipa lo stesse prendendo per i fondelli. Il comandante non poteva farlo aspettare per un banale ritratto. Doveva esserci qualcosa di più serio, ma quella ragazzina dai capelli a cespuglio non poteva saperlo.
“Come volete. Allora, mentre aspettate mia zia, mi farete compagnia. Siete amico di André, vero? È da tanto che non lo vedo, sapete? Oh, quanto vorrei poterlo incontrare. Credete che potrei venire a trovarlo in caserma?”
Per un istante, Alain immaginò quella bizzarra ragazza fare il suo ingresso in caserma e generare scompiglio; neppure la scoperta del vero sesso del comandante era stata tanto sconvolgente.
Nella mente vedeva le facce stralunate dei suoi compagni, e immaginava i commenti più audaci che l’avrebbero fatta diventare più rossa di quel che già era… o forse no?
“Scusate signorina, ma la caserma non è un luogo adatto ad una fanciulla delicata come voi. – l’apostrofò Alain in tono serio, cercando quasi di metterle paura, impresa che sembrava non troppo semplice. - Il vostro fidanzato non credo che sarebbe contento di sapervi in un posto simile…”
Lei non parve impressionata dal tono saccente del soldato.
“Oh, ma io non ho un fidanzato, non ancora almeno…” puntualizzò Loulou, con ostentazione.
Eppure sembrava in età da marito; doveva essere una creatura così bizzarra che nessuno la voleva in moglie, e ad Alain venne quasi da ridere, ma si trattenne. Non voleva rischiare di offenderla, ignorando le conseguenze. Magari era più suscettibile di un orso appena uscito dal letargo.
“Non vi hanno ancora trovato un marito? Eppure a vostro modo siete graziosa, anche se siete un po’ strana… non scoraggiatevi, troverete qualcuno anche voi…” bofonchiò Alain, senza troppa cura. E lei lo sorprese di nuovo.
“Non sposerò mai un uomo imposto dai miei genitori, ho già rifiutato diversi pretendenti. Erano tutti così noiosi e ottusi. Io sono come mia zia e non mi scoraggio affatto. Io mi sposerò per amore, e sapete chi è l’uomo che vorrei diventasse mio marito?”
Ma perché lui avrebbe dovuto saperlo! Alain per un momento ebbe paura d’indovinarlo…

Beh, amico mio, chiunque tu sia, con le donne non sei per nulla fortunato…                                                                                      

“Non saprei… uno come voi?” Azzardò.
“Vi sembro così ordinaria?”
“No, in effetti…” Capricciosa, magari.
“Ebbene, André è il mio uomo ideale da portare all’altare.”
Questa volta fu Alain a restituirle un sorrisetto malizioso e allusivo.
“Beh, capisco che vi piaccia; André è un bel giovanotto, un potenziale rubacuori, ma credo sia troppo vecchio per voi, madamigella. E non sarebbe l’unico problema…”
“Oh, lo so già, André è sempre stato innamorato di mia zia. – E mosse la mano con noncuranza, come a voler minimizzare. - Ma io non demordo; lo adoravo già da bambina, e la differenza d’età o di classe non mi spaventa. Secondo voi, Alain, potrei conquistarlo?”
“No, direi di no…”
“Oh, diamine, perché mai dite così? Non sono abbastanza carina?” Esclamò un po’ indispettita, esibendo un broncio adorabile e birichino.
“L’avete detto voi, poco fa: André è innamorato di Oscar. E lui è uno di quelli che portano i paraocchi come i cavalli, e se ve lo dico io, potete crederci. Sceglietevi un altro marito, tra i nobili che conoscete ci sarà qualcuno alla vostra altezza…”
“Come se fosse semplice; non ci sono tanti uomini interessanti sulla piazza…”
Doveva darle ragione, tra i nobili perfino lui aveva trovato una pletora di molluschi senza spina dorsale.
“Voi però siete simpatico e possedete un fascino un po’ ruvido, immagino che non siate abituato a sentirvelo dire…”
Questa volta Alain rise di gusto.
“Sono abituato a molto peggio, e voi certo, non incontrate spesso tipi come me.” Le rispose indicando sé stesso con il pollice.
“Questo è vero…- Parve riflettere qualche istante, poi incrociò le braccia di fronte a lui. -  Io vi piaccio, Alain?”
La domanda lo spiazzò; quella ragazzina cespuglio sapeva essere sorprendente quanto i suoi capelli; diretta e sfacciata, avrebbe dato filo da torcere a chiunque. Si chiese come facesse il comandante ad interagire con lei, doveva essere una bella lotta, chissà se andavano d’accordo zia e nipote. Non poteva immaginare due personalità più diverse.
“In che senso?”
“Come donna intendo; io vi piaccio? Mi trovate attraente? Vi autorizzo ad essere sincero, ma non offensivo.”
“Non lo sarei mai… Come vi ho detto, vi trovo graziosa, ma non siete il mio tipo. Sono abituato ad un altro genere di donna…”
“Scommetto che frequentate le prostitute, eh?” Ammiccò Loulou, lanciandogli un’occhiata d’intesa, ma senza mostrarsi scandalizzata.
“Anche le locandiere, le contadine, e la moglie di un mugnaio… siete un bel tipetto, voi, a fare certe domande. Vi hanno educata in maniera strana, come vostra zia del resto… - strane usanze aristocratiche, penso Alain. – O questa stramberia è una vostra caratteristica?”
Loulou si mise a ridere.
“Siete uno spasso, Alain. Mi trovate meno attraente di questo tipo di donne?”
“Siete troppo magra, - disse il soldato, grattandosi il mento - dovete mettere un po’ di ciccia nei punti giusti, agli uomini piace.”
Loulou, un po’ sconsolata, si portò le mani sul petto.
“Dovrei mettere dei fazzoletti nel corsetto, dite? – ma subito, lasciò cadere le braccia, e lanciò ad Alain la sua incredibile richiesta. – Sentite Alain, vorrei concedervi l’onore di baciarmi.”
“Eh?”
“Non ho mai baciato un soldato, e mi piacerebbe provare. Vi andrebbe di darmi un bacio?”
“Avete mai baciato un uomo, ragazzina?”
“Una volta ho baciato mio cugino, un mio coetaneo.”
“Non è la stessa cosa…”
“Voi mi piacete Alain, e io vorrei provare a baciarvi. Vi costa così tanto?”
“A me no, ma voi siete sicura di volere un bacio da me? Credevo vi piacesse André… non vi facevo così volubile.”
“È vero, ma lui... Ho provato a chiedergli un bacio, ma non ne ha voluto sapere…”

André, amico mio, sei proprio un santo… o un idiota.

“Forse se vi baciassi, mi toglierei lui dalla testa, ed è un’esperienza che vorrei provare a fare con voi, Alain.”
In effetti, come scusa non faceva una piega.
In fondo, Alain non aveva nulla da perdere e la cosa poteva rivelarsi piacevole. Tanto valeva accontentare il capriccio di quella stravagante ragazzina, che adesso gli faceva molta tenerezza.
Non poteva esserne sicuro, ma forse, un capriccio non era.
Lei era di fronte a lui, piena di qualche aspettativa; nonostante l’innocente malizia che ostentava, ora le gote pervase da rossore tradivano il suo lieve turbamento.
Lui le cinse la vita – era davvero sottile, tanto che temette di spezzarla – e l’avvicinò a sé, accostando le loro labbra. Per fortuna, quella mattina si era sbarbato. Appena prima di posare la bocca sulla sua, si fermò un istante.
“Volete un bacio passionale?” le chiese in un sussurro.
Lei avvertì un brivido, e lo invitò con un , a cogliere il momento.
Alain cercò di essere dolce e appassionato, voleva che le restasse un bel ricordo di quello che era probabilmente un primo bacio; le accarezzò le labbra e si lasciò accarezzare, mentre Loulou si dimostrò curiosa, vivace, tenera e intraprendente. La ragazzina imparava in fretta.
Quando la lasciò andare, lei scivolò a qualche passo da lui, toccandosi le labbra gonfie con la punta delle dita.
Gli sorrise.
“Alain siete davvero bravo; baciate benissimo. – Poi arrossì vistosamente, e distolse lo sguardo. La frase che aggiunge, Alain non se la sarebbe mai aspettata. - Dovete essere bravo anche a fare tutto il resto…”
Lui piegò le labbra in una smorfia ironica, portando le mani avanti.
“Le lezioni sono finite, madamigella.”
A quel punto, Loulou si voltò in direzione opposta e in uno svolazzo di seta rosa pallido, corse via. Guardò solo un momento indietro, poi alzò una mano per salutarlo con l’ultimo sorriso. Lui era immobile, accanto alla bordatura delle rose, e la osservava con le mani in tasca.
“Arrivederci, Alain! È stato bello incontrarvi, non vi dimenticherò!”
 
Addio ragazzina, è stato bello anche per me… sposa un brav’uomo, mi raccomando.
 

*****

 
Di questo delirio che ne pensate? Non so bene come io abbia partorito questa idea bizzarra. Forse è stata la visione di questa immagine a ispirarmi.

https://www.pinterest.it/pin/746823550702874481/
Loulou de La Rolancy è la nipote di Oscar, figlia della sorella maggiore Hortense, un personaggio che si trova nelle storie gotiche della Ikeda, disegnate con un tratto che a me personalmente non piace troppo; in realtà si tratta di una bambina, vivace, intelligente e piuttosto sveglia, ma qui l’ho immaginata adolescente. Per il finale, per un momento avevo pensato a uno scambio breve di battute tra Alain e Oscar sulla nipote, poi ho cambiato idea e ho lasciato quell'unico pensiero di Alain a chiudere la storia. Un saluto a tutti.
 
 
 
 

   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: Ninfea Blu