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Autore: Nereisi    18/10/2020    0 recensioni
[Great Pretender]
[Great Pretender]Makoto partecipa controvoglia al primo colpo dopo aver scoperto la verità su suo padre e Laurent.
Stavolta tutti i dettagli del piano gli sono stati spiegati in anticipo, ma nonostante questo l'imprevisto può sempre capitare e la coppia si ritrova a dover improvvisare per non far saltare il colpo. Ma quanto peso ha dato Laurent alle parole che si è dovuto inventare? E se avesse detto sul serio?
(Ambientato dopo "Case 4 - Wizard Of Far East")
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Partecipante al #pumpFIC indetto da Fanwriter.it per il #writober.
Day 11 - Fake Relationship
Day 17 - Marriage
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Writober 2020 - PumpFIC'
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Tutto sembrò andare per il meglio.

Ammaliata dalla loro storia strappalacrime – e ovviamente dalle loro tasche piene – l’agente immobiliare non ci mise molto per concludere l’acquisto. Il trasloco fu gestito da una compagnia di trasporti creata appositamente per l’occasione da Shiwon. I suoi ragazzi si occuparono velocemente dei convenevoli, dedicandosi poi alla loro vera mansione: ricoprire l’intero circondario della casa di telecamere e microfoni.

Una volta che se ne furono andati, i due truffatori rimasero soli nella casa ora completamente rifornita.

“Beh.” Disse allegramente Laurent. “Direi che possiamo finalmente iniziare la nostra tanto agognata convivenza!”

Makoto sospirò, andando a cercare qualcosa da mangiare nella credenza. Il francese lo guardò andare via, con una strana espressione sul viso.
 
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Tutto sommato non sta andando poi così male, pensò Makoto Edamura poche ore prima che la sua proverbiale sfortuna lo colpisse, smentendolo.
Il piano filava liscio, a parte qualche intoppo. Erano riusciti ad avvicinare il circolo sociale che gli interessava, conoscendo la signora Weber. Il lato negativo, però, era che dovevano continuare a fare finta di stare insieme in ogni momento della giornata, specialmente se in pubblico. Questo significava complimenti smielati e nomignoli ogni due per tre, contatto fisico costante e abbracci che si prolungavano anche troppo, se poteva dire la sua. Laurent, prevedibilmente, non aveva nessun problema a lasciarsi andare in effusioni anche quando non c’era nessuno per strada. Makoto riusciva a sopportarlo sorprendentemente bene, anche se dopo un po’ la vergogna e l’imbarazzo prendevano il sopravvento e lo portavano a spingere via il francese, che si limitava a ridere come se gli avesse fatto il solletico.

Tutto cambiò quando la signora che gli aveva fatto da agente immobiliare si presentò a casa loro senza annunciarsi. La donna si avvicinò alla finestra del soggiorno, la sua natura di impicciona che prendeva il sopravvento sulla privacy altrui, e li vide seduti l’uno di fianco all’altro, i visi particolarmente vicini. Makoto la notò con la coda dell’occhio e saltò sul divano, allontanandosi da Laurent con un’espressione orripilata. La signora si mise una mano sulla bocca e scappò via, probabilmente convinta di averli sorpresi in un momento intimo. Quello che lei non sapeva era che Laurent stava facendo vedere alla leva più giovane del loro gruppo di truffatori il suo asso nella manica: un dente incapsulato che poteva staccarsi, contenendo all’interno un microchip che poteva fungere da archivio di emergenza in caso venissero colti con le mani nel sacco e preziosi dati in tasca. Il francese stava cercando di convincere il ragazzo a farsene uno anche lui, quando l’intrusa si era fatta scoprire.

Quando la incontrarono la volta successiva, la donna si sperticò in scuse a non finire. Laurent, come al solito, la ammaliò con i suoi modi cavallereschi. “Non si preoccupi, è solo che il mio compagno è molto timido ed è ancora preoccupato per come ci può vedere la gente. Sa, ci sono molti preconcetti per le coppie come la nostra, ad esempio che non stiamo insieme per amore ma solo per promiscuità.”

“Capisco.” Disse lei, uno sguardo di pietà condiscendente negli occhi. Makoto resistette all’istinto di fare qualcosa perché la smettesse di guardarlo come se fosse un cucciolo zoppo. “Se posso chiedere, come mai non vi siete ancora sposati?” Continuò lei.

“In realtà stavamo aspettando di trovare un posto tranquillo per sistemarci. E devo dire che questo quartiere sembra fare al caso nostro. Non è vero, fagiolino?”

Makoto pregò i suoi avi per un altro briciolo di pazienza e sfoderò il suo miglior sorriso dolce. “Sì, amore.”

La donna si premette le mani sul petto, sognante. “Avete tutto il mio appoggio!” Esclamò. “Anzi, sapete che vi dico? Ne parlerò con la signora Weber. Lei ha molti contatti, sono sicura che può trovare qualcuno che faccia al caso vostro.”

Laurent non si fece sfuggire l’occasione. “Oh, davvero? Mi dica, è così influente la signora Weber? L’abbiamo incontrata più volte, ma non ci siamo ancora entrati in confidenza. L’unica cosa che sappiamo per certo è che ha una bellissima casa.” Disse, facendole un occhiolino.

La donna si sciolse in un brodo di giuggiole e si lanciò in un’accurata descrizione delle conoscenze più altolocate dell’amica. Makoto ascoltò solo con un orecchio. Qualcosa non gli tornava nell’ultimo scambio, ma non sapeva cosa. Laurent non sembrava per niente scosso e anzi stava inseguendo la loro preda con rinnovato vigore; quindi dopo un po’ il giapponese lasciò perdere e concentrò tutta la sua attenzione sull’interpretare perfettamente la sua parte e carpire quante più informazioni possibili.

Forse avrebbe fatto meglio a dare ascolto al suo istinto.
 
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“Edamame…” Esordì Laurent, una punta di incertezza nella voce. Makoto drizzò subito le orecchie. Laurent non era mai incerto.

“Che c’è?”

“Ho trovato questa nella posta.” Disse, porgendogli una busta.

Makoto lo guardò con malafede prima di prenderla. Era già aperta. “Che roba è?”

“Un invito.”

“Per cosa?”

“Un matrimonio.”

“Di chi?” Chiese, tirando fuori la cartolina.

Laurent esitò. “Il nostro.”

Makoto sbarrò gli occhi. Sul cartoncino, vergati in inchiostro dorato, c’erano data e luogo.

Il francese si schiarì la voce. “Sembra che la signora Smith abbia tenuto fede alla sua parola e abbia parlato della nostra situazione alla signora Weber.” Disse.

“Ma è la settimana prossima!” Esclamò Makoto, scandalizzato. “Ma che dico, non è nemmeno quello il problema! Come si permettono di organizzare un matrimonio a degli sconosciuti?!” Berciò. “Non esiste, non lo farò!”

“Edamame, non fare così. Sai che tanto basterà falsificare il foglio che ci faranno firmare e addio certificato. Oppure, se proprio non vuoi, possiamo sempre divorziare più tardi. O far finta di niente. So bene che per te una cosa del genere è impensabile.”

Makoto non fece troppa attenzione alle parole usate dal francese, iniziando a girare per la camera come una tigre in gabbia. “Se scopro che questo è un altro dei tuoi inghippi…!” Minacciò, puntando un dito accusatorio verso il partner. “È la volta che ti lascio nella merda, hai capito, maledetto gigolò? Nella merda! Merda! Merde!”

Laurent alzò le mani, tentando di placarlo. “Te lo assicuro, non è opera mia.”

Makoto ringhiò, poi fece un sospiro. “E sia. Finzione in più, finzione in meno, tanto la messinscena del giapponesino riservato non poteva durare per sempre. Quella tizia sembra essere particolarmente interessata alla nostra vita privata.”

L’uomo gli tese giocosamente una mano. “Mi concedi questo ballo pre-matrimoniale?”

Makoto sbuffò, cedendo a quella farsa. “Stai già cominciando a pensare alla festa in ristorante?”

Laurent lo strinse a sé, mettendogli una mano sul fianco. “Mio caro Edamame.” Disse, un po’ troppo serio. “CI stavo già pensando da tempo.”
 
 
Note autrice:  raga porca vacca sono in ritardo sto giorno rischiava di saltare EDIT: niente raga, sono tornata dal lavoro e sto scrivendo ste note sul cesto della biancheria in bagno, ancora che puzzo, ho fatto una volata ma la mia lotta contro l'orologio si è conclusa. A quanto pare se pubblichi alle 00:00 te lo conta come giorno dopo. Rovinato il prompt di oggi, porco cane. 
PumpFIC day 17 – Prompt: Marriage

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