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Autore: RickishMorty    18/10/2020    1 recensioni
L’aria era profumata, frizzante. L’aroma di fiori era ovunque e aleggiava nell’aria come un regalo della natura. La temperatura era perfetta, né troppo calda, né troppo fredda. La primavera era finalmente arrivata. Gli unici a cui poteva non piacere erano gli allergici.
Era senza dubbio la stagione preferita di Vespa Rick.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola fanfiction fluff fatta per gli OC di Fry https://twitter.com/yurusanzo_ram
Scusate per gli eventuali errori o se i nomi switchano da inglese a italiano e viceversa


L’aria era profumata, frizzante. L’aroma di fiori era ovunque e aleggiava nell’aria come un regalo della natura. La temperatura era perfetta, né troppo calda, né troppo fredda. La primavera era finalmente arrivata. Gli unici a cui poteva non piacere erano gli allergici.
Era senza dubbio la stagione preferita di Vespa Rick. Certo, non era particolarmente originale per un insetto, ma in fondo lui era un imenottero semplice. Non aveva troppe pretese; ciò che preferiva era sdraiarsi nella morbida corolla dei fiori, nascosto grazie ai petali dal resto del mondo. Rimaneva a dormire lì per interi pomeriggi, finché non scendeva il tramonto. Le zampe dietro la testa, quelle anteriori accavallate, mentre succhiava ad occhi chiusi i sottili filamenti staminali del fiore prescelto per il riposino.
Se un insetto provava a venire a disturbarlo per poter rubare il polline del fiore, bastava che Vespa Rick aprisse un occhio per fargli passare la voglia. Tutti se ne andavano, impauriti. Nessuno aveva voglia di disturbare le vespe: non erano come le api, ossessionate dall’alveare e dal far un buon lavoro per la regina. Certo, anche loro erano degli insetti sociali, ma meno delle api o delle formiche. Specialmente i maschi tendevano ad essere più distanti, apparendo solo nel momento riproduttivo.
Un’altra differenza con le api era il pungiglione: Vespa Rick aveva sempre portato loro rispetto. Se un’ape pungeva, moriva. Era il sacrificio estremo, l’atto di coraggio più importante per chi, per difendere la propria regina, decideva di morire. Non doveva essere facile, ma c’era anche una buona dose di istinto dietro quelle scelte. Per le vespe, invece, era diverso: la loro aggressività era maggiore rispetto alle api e il loro pungiglione non si staccava né le portava alla morte.
Vespa Rick in realtà era diverso anche dai suoi simili: non era un insetto particolarmente socievole, se non con la sua famiglia. Amava stare da solo e non soffriva la solitudine; amava la tranquillità sopra ogni cosa, sebbene lo stare sdraiato nei fiori fosse una cosa che teneva per sé. Non poteva rinunciare alla reverenza che gli altri avevano verso di lui. Valeva più di tutto il resto.
Era più facile stare da soli, rilassarsi, se si era temuti.
Un urlo riempì il silenzio del prato, facendo spalancare gli occhi di Vespa Rick.
Ecco, appunto…
L’insetto li richiuse, cercando di recuperare la calma. Stava quasi per addormentarsi…
Un altro urlo spezzò di nuovo l’aria, facendo smettere di cantare perfino gli uccellini.
Vespa Rick si alzò, con le palpebre a mezz’asta, scocciato e indispettito. Il relax era finito.
L’insetto si alzò in volo, ronzando rumorosamente con le grandi ali che sollevarono sia lui, sia il polline del papavero dove stava riposando.
In volo, Vespa Rick osservò il prato verde, in cerca della fonte del rumore. Un altro urlo, acuto e quasi ridicolo, lo raggiunse: l’insetto si voltò, guardando a terra un assembramento di insetti che sembravano coprire qualcosa.
Vespa Rick planò verso l’erba, avvicinandosi al gruppetto. Curcululionidi. Quattro. Quegli stupidi coleotteri mangia merda facevano sempre casino. Stupidi, lenti e maleodoranti. Con chi se la stavano prendendo adesso?
“Lo mangio io!” disse uno, spingendo via l’altro con violenza.
“L’ho trovato io, levati!”
Vespa Rick alzò gli occhi al cielo, guardando come quei quattro idioti si stavano accalcando. Per cosa poi? Non riusciva neanche a vederlo. Sarà stato sicuramente un minuscolo pezzo di merda. Di sicuro, qualsiasi cosa fosse, non valeva il suo sonno.
“Avete finito di fare casino?”
I coleotteri non si girarono nemmeno, troppo impegnati a contendersi il pasto.
“Ma che cazzo vuoi?”
Vespa Rick si mise a braccia conserte, assottigliando gli occhi con le ali che ronzavano pericolosamente.
“Pungerti il culo a morte”.
I coleotteri finalmente si voltarono, aggressivi, pronti a prenderlo a botte. Non appena videro che era una vespa, e precisamente QUELLA vespa, si fermarono, terrorizzati.
“O-oh… Oh, scusaci, n-non ti avevamo visto” disse uno di loro, mentre anche gli altri si giravano per guardarlo. Vespa Rick ancora non riusciva a guardare cosa avessero dietro di loro.
“Mi avete rovinato il sonnellino pomeridiano, idioti…”
“E chissene fr-mmf!” uno dei coleotteri più giovani parlò, venendo bloccato dagli altri tre, che gli intimarono di tacere.
“C-ci dispiace, s-signor Vespa, le giuriamo che n-non sapevamo che si stava riposando qui vicino…”
“Beh, ora lo sapete. Quindi perché non alzate il culo e volate via a cercare altra merda da litigarvi?”
Il coleottero che aveva provato a rispondere fu l’ultimo ad alzarsi in volo. Aveva bisogno di vedere il lungo, largo pungiglione della vespa per aprire le ali e darsela a gambe.
Vespa Rick li seguì con lo sguardo, con un sorrisetto soddisfatto, osservandoli fuggire veloci. Maledetti mangia merda.
Quando la vespa abbassò lo sguardo, si aspettava di vedere un escremento smangiucchiato. Nulla di più lontano dalla realtà. L’insetto aprì la bocca stupito, guardando il più bel fiore che avesse mai visto.
Era una semplice margherita, piccola, dai petali bianchi e candidi. Vespa Rick poteva sentire il suo profumo da lì: era il più buono che avesse mai odorato ed era… irresistibile. Era come se qualcuno avesse creato un aroma apposta per lui e solo per lui. Se avesse mai dovuto dire di cosa odorava la felicità, era quello il profumo.
La cosa assurda era che quella margherita era posata sulla testa di un umano, grande quanto lui. Sembrava giovane ed aveva lo sguardo terrorizzato e gli occhi gonfi di lacrime. La sua maglietta gialla era sporca di terra e delle zampate di quei coleotteri. Anche il fiorellino sulla sua testa, sebbene stupendo, sembrava un po’ appassito, piegato su sé stesso. Come riflettesse la paura del ragazzino.
Vespa Rick si rese conto all’improvviso di essere rimasto immobile e in silenzio per un bel po’ a fissarlo. Si schiarì la voce, lievemente a disagio, prima di parlare.
“Stai bene?”
Il ragazzino lo guardò, con gli occhi enormi spalancati e velati di lacrime e il fiorellino che si rialzava appena; sembrava curioso, speranzoso, ma anche timoroso.
Vespa Rick allungò una delle sue quattro zampe verso di lui, per aiutarlo a rialzarsi. Flower Morty trattenne il respiro, impaurito.
“Tranquillo. Non voglio farti del male. Se ne sono andati…”
Flower Morty spostò lo sguardo dalla zampa fino al viso di Vespa Rick, prima di poggiarsi a lui per rialzarsi. Era molto più basso di lui e l’insetto lo sovrastava. Il ragazzino tremava ancora, facendo vibrare tutti i petali del fiorellino.
Vespa Rick ritirò la zampa e si sentì nuovamente a disagio: era bravo a fare il duro e a far paura agli altri. Ma come ci si doveva comportare quando si voleva rassicurare qualcuno?
Si schiarì la voce, sentendosi la gola secca: quel profumo era inebriante, gli faceva diventare le zampe molli e la testa leggera.
“S-stai bene?” chiese di nuovo, incerto su cosa dire.
Flower Morty annuì piano, guardandolo come ipnotizzato. Unì le mani al centro del suo petto, deglutendo e torturandosi le dita nervoso.
“G-grazie, s-signor V-Vespa”.
Vespa Rick si sentì scaldare a quel timido balbettio. Ora che lo sentiva parlare era sicuro che le urla appartenevano a lui: la sua voce era acuta e alta. L’insetto guardò di nuovo il fiorellino sulla sua testa, che sembrava rifiorire, più tranquillo.
“Sono… Sono Vespa Rick. Puoi chiamarmi così. Chi sei tu?”
Flower Morty abbassò la testa, intimidito.
“S-sono Fiore Morty”.
Giustamente. Non faceva una piega. Entrambi non avevano nomi particolarmente fantasiosi. Anzi, sembravano piuttosto stupidi ora che ci pensava.
“G-grazie per avermi salvato”.
Vespa Rick sentì ancora quel profumo arrivargli addosso. Era meglio di qualsiasi pisolino pomeridiano e di qualsiasi corolla dove aveva mai riposato dentro. Aveva il potere di rilassarlo all’istante.
“Dovere”.
Flower Morty alzò il volto, sembrando notare il lungo pungiglione di Rick. Lo guardò di nuovo in viso, col fiorellino che si abbassava di nuovo, impaurito, quasi richiudendosi su sé stesso.
Vespa Rick lo guardò, come avendo paura di aver fatto qualcosa di male. Non era da lui sentirsi così, preoccuparsi delle sue azioni, preoccuparsi degli altri. Quel profumo lo stava rimbambendo, sicuramente.
“Cosa c’è?”
Flower Morty si morse le labbra, stringendo le mani e ricominciando a tremare appena.
“L-lei… Anche lei vuole mangiarmi?”
Vespa Rick aggrottò la fronte, preso in contropiede.
“Cosa?”
“V-vuole… Vuole il mio fiorellino anche lei?”
Flower Morty lo guardò, con la speranza che gli illuminava lo sguardo. Vespa Rick si sentì improvvisamente debole e senza difese di fronte a quegli occhi.
“… No, io… No, piccolo”.
Vespa Rick sorrise, alzando una zampa verso Flower Morty, che chiuse gli occhi per la paura. L’insetto la posò piano sulla sua testa, in una carezza rassicurante, quasi giocosa. Quel ragazzino aveva la capacità di intenerirlo. Com’era possibile?
“Sei troppo piccolo, per me… Sei fuori pericolo”.
Vespa Rick ridacchiò, mentre Flower Morty riapriva gli occhi, guardando la zampa che gli stava accarezzando i capelli, così vicina al suo fiore. Arrossì, impreparato a quella carezza.
Vespa Rick ritirò la zampa, con la paura di non sapere più cosa dire e che il loro incontro si sarebbe chiuso lì. Come poteva lasciarlo andare, però? Era piccolo, indifeso ed impaurito: non ci avrebbe messo molto a cacciarsi di nuovo nei guai.
E poi, come avrebbe fatto senza quel profumo vicino a sé? Aveva il potere di farlo sentire bene. L’insetto si sentì egoista, all’improvviso.
“A-allora… G-grazie a-ancora” il ragazzino sorrise per la prima volta, guardando il grande insetto davanti a sé; “M-mi dispiace a-aver disturbato i-il suo sonno, n-non succederà p-più”.
Flower Morty abbassò appena la testa, in un piccolo cenno del volto che era un saluto rispettoso. Vespa Rick si sentì mancare il fiato quando vide il ragazzino voltarsi per andarsene. Le sue mascelle schioccarono, nervose. Cosa faceva? Come poteva trattenerlo?
Rick scelse la migliore strategia della sua specie: l’aggressività.
“Certo che non succederà più”.
Flower Morty si voltò verso la vespa, interrogativo. La vespa si avvicinò di nuovo, imperiosa.
“D’ora in poi ti terrò d’occhio io”.
Flower Morty sbattè le palpebre più volte, stupito da quella decisione imprevista. Vespa Rick era stupito tanto quanto lui, nonostante non potesse saperlo. Incrociò le braccia, inarcando il monociglio.
“Le tue urla sono talmente acute che dovunque andresti mi sveglieresti lo stesso”.
Flower Morty rimase in silenzio, senza dire nulla. Vespa Rick mantenne il suo contegno altero e indifferente, nonostante avesse segretamente paura di una sua risposta negativa. Che se ne andasse, insieme a quel profumo meraviglioso e ai suoi occhi grandi.
Non fu il ragazzino a rispondere, ma il suo fiorellino: divenne nuovamente dritto, aprendo i petali come mai aveva fatto prima, schiudendosi come un girasole la mattina. Immediatamente dopo venne un altro bellissimo sorriso, luminoso e aperto come quel fiorellino rigoglioso. Vespa Rick sentì il pungiglione fremergli.
“Da-davvero?”
Vespa Rick rimase in silenzio per un attimo, incerto o no se chiedergli qualcosa in cambio. Il suo egoismo vinse di nuovo.
“… Ma solo se mi farai odorare più da vicino il tuo fiore”.
Flower Morty rimase interdetto per un attimo, prima di arrossire fortemente, coi petali che vibravano insieme a tutto il suo corpo. Gli aveva chiesto una cosa molto intima, lo sapeva. Ma non gli importava.
Doveva farlo. Almeno una volta.
Flower Morty abbassò il viso, intimidito e terribilmente in imbarazzo. Non rispose a voce, annuendo impercettibilmente con la testa. Con lo sguardo abbassato, il fiorellino era sporto verso Vespa Rick, già in posizione perché lo potesse annusare.
L’insetto lo guardò insistentemente, chiedendosi più volte se stava facendo la cosa giusta. E se quel profumo lo avesse fatto impazzire? Se non avesse saputo frenare i suoi istinti, succhiandone il nettare nonostante fosse così piccolo? Se gli avesse fatto del male?
Vespa Rick respirò profondamente, prima di chinarsi verso il fiorellino. Flower Morty aveva gli occhi chiusi, il viso rosso e il corpo che tremava.
L’insetto chiuse gli occhi, con le mandibole e il volto vicinissime alla margheritina bianca. Inspirò piano, lasciandosi cullare da quell’aroma, sentendolo più forte che mai, senza altri odori che si intromettessero fra lui e il fiore.
Era la cosa più buona che avesse mai sentito.
Aveva visto girasoli, papaveri, margherite, azalee, gigli, tulipani, rose, mimose e mille altri fiori, ma i loro profumi rispetto a quello di Flower Morty impallidivano, scomparendo.
Non aveva eguali.
Vespa Rick non si accorse di aver sollevato la zampa, andando vicinissimo al fiorellino del ragazzo, sfiorandone piano un petalo. Flower Morty rabbrividì, forte, facendo tremare l’insetto a sua volta.
Era irresistibile. Totalmente e completamente irresistibile.
Wasp Rick era insaziabile, egoista… Non poteva resistere. Doveva assaggiarlo. Almeno una volta.
Chiuse gli occhi, lasciandosi andare ed aprendo la bocca, con la lingua che leccò piano la sua corolla, assaggiandone il polline.
Era… delizioso.
Era unico.
“Ah!!” Flower Morty sussultò a quel tocco, rabbrividendo ed arrossendo ancora di più di prima. Vespa Rick si scostò, accorgendosi in quell’istante di cosa stava facendo ed imbarazzandosi a sua volta.
“Oh… M-mi scusi, è… È s-solo che… So-sono un po’ i-ipersensibile l-lì”.
Flower Morty lo guardò a disagio, con le guance rosse e gli occhi umidi. Si stava vergognando da morire, era palese. Il pungiglione di Vespa Rick vibrò di nuovo, insieme a tutto il suo corpo: stava provando un’eccitazione di cui non era a conoscenza. E non era solo quel profumo a dargliela.
“Questo sarà il mio compenso, per la tua protezione… Potrò leccarti ed odorarti quando e come vorrò”.
Sorrise, prima di avvicinarsi ancora e prendere in braccio il ragazzino. Era leggero ed esile. Flower Morty si aggrappò a lui, con un sussulto sorpreso, prima di guardarlo negli occhi. Vespa Rick sogghignò, aprendo le ali e facendole vibrare.
“Sei pronto a volare, piccolo?”
  
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