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Autore: mask89    18/10/2020    9 recensioni
“Questa storia partecipa a Una Challenge in Zucca indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp”
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Mentre affrontava quel terribile demone dall’alito fetido, gli vennero in mente le tre regole che erano alla base del suo ordine di cacciatori.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa a Una Challenge in Zucca indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp
 
PROMPT 7: Pistola sotto il cuscino.
 
  1. Un cacciatore deve sempre proteggere gli esseri umani. Un suo mancato intervento non può essere tollerato, pena la morte.
  2. Un cacciatore non può mai contravvenire agli ordini imposti, tranne se questi non rechino danno ad un essere umano.
  3. Un cacciatore ha il dovere e il diritto di difendere la propria vita, per questo è autorizzato qualsiasi tipo di arma.
Mentre affrontava quel terribile demone dall’alito fetido, gli vennero in mente le tre regole che erano alla base del suo ordine di cacciatori. Mentre incassava, malamente, l’ennesimo pugno allo stomaco che lo spedì al tappeto per l’ennesima volta, gli sovvenne un altro precetto:
 
4.Mai portarsi il lavoro a casa. Gli straordinari non vengono mai riconosciuti dalla corporazione.

Il possente piede del mostro, posato sulla cassa toracica, lo ancorò al pavimento. Riusciva a malapena a respirare. Vide la sua orribile bocca avvicinarsi sempre di più, poteva avvertire chiaramente il fetore dell’alito; diamine, almeno una lavatina ai denti prima dello scontro poteva darla. Invece no, oltre ad essere Krampus maledettamente forte e poco incline a rispettare gli orari lavorativi, doveva capitargli uno anche poco attento all’igiene orale. Lo osservò mentre maleficamente si passava la lingua sui denti aguzzi, pregustando di fare strazio della sua carne; ma lui, per quella serata, aveva decisamente altri programmi, ad esempio andare a dormire dopo essersi fatto un rilassantissimo bagno caldo.
Con la mano destra cercò a tentoni sul pavimento qualcosa che potesse aiutarlo ad uscire da quella spinosissima situazione. Finalmente la buona stella sembrava arridergli un po’. O almeno se così la si voleva chiamare, dato che quel pezzo di legno acuminato che aveva appena afferrato, proveniva da un preziosissimo tavolo di fine Settecento tutto rivestito in foglia d’oro; custodito e tramandato gelosamente da generazioni nella sua famiglia di cacciatori e che quella sera aveva subito una rapida, indegna e ingloriosa fine. Raccolse tutte le forze che aveva e conficcò quel dardo improvvisato nella gamba del mostro. Il fiotto di sangue lo investì in pieno, imbrattandolo del tutto. Gli avrebbe fatto anche pagare questo, ovvero aver irrimediabilmente insozzato la sua preziosa vestaglia da notte in seta nera. Mentre rantolante saliva le scale, lo sentiva guaire dal dolore. Sorrise, ebano del Madagascar di fine diciottesimo secolo, il migliore.
Salito al piano superiore si tuffò nella sua camera da letto. Chiuse a chiave la porta. Non avrebbe resistito molto, ma gli avrebbe consentito di recuperare quei secondi preziosi di cui aveva bisogno. Rovistò i cassetti del comò alla ricerca del suo prezioso cimelio di famiglia. Avvertì i pesanti passi del Krampus nel corridoio, seguite quasi subito da delle spallate contro la porta. Avrebbe presto ceduto, questione di attimi. Poi, si ricordò. Prese la sua pistola a canna lunga da sotto il cuscino, con tamburo da dieci colpi modificato per supportare proiettili d’argento. L’uscio cedette con uno schianto fragoroso e nello stesso momento fece fuoco. Il proiettile centrò perfettamente il cranio. Tutta la materia cerebrale si spiaccicò sul pavimento e sul muro. Sospirò, l’ennesima cosa da lavare per il giorno successivo. Mentre si avvicinava al cadavere, gli sovvenne una nuova norma da sottoporre al consiglio:   

5.Regola dei nove metri. Ovvero, avere una qualsiasi, fottutissima, arma nel raggio dei nove metri in qualsiasi posto della casa e non solo in camera da letto.
 
 
   
 
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