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Autore: Angel TR    19/10/2020    4 recensioni
There's a voice in my head
Says I'm better off dead

Bring Me The Horizon - Happy Song
Sente le voci avvicinarsi, il volume si alza, diventano più insistenti fino a occupargli il cervello, fino a riempirlo e a svuotarlo di ogni residuo di pensieri alieni. Sono come musica, stridente melodia di sottofondo. Quando osa perdere per un momento la concentrazione su di loro, la melodia si riversa nell'atmosfera, strisciando verso di lui come un enorme serpente pronto a soffocarlo.
"Wei Wuxian, vieni con noi, lascia che ripaghi il tuo debito...”

{Questa storia partecipa alla Challenge "Things You Said" indetta da Juriaka su Efp e al contest No quote, No party indetto da Scintilla19 e Mirella__ sul forum di EFP}
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lan Wangji/Lan Zhan, Wei Ying/Wei WuXian
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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10- Things you said at 1 am
25- Things you said you’ll never forget


Nome autore EFP e Forum: Angel TR
Titolo storia + Link: Happy Song
Fandom: Mo Dao Zu Shi
Note Autrice: “Rido forte e canto a squarciagola per sovrastare le urla dei mostri nella mia testa.”
È stata questa la strofa che ha acceso la scintilla. Immediatamente ho associato questa frase così festosamente disperata all’indomito combinaguai e Fondatore della Scuola Demoniaca Wei Ying. In lui si fondono una personalità da scavezzacollo e la funesta consapevolezza di figurare nel menù preferito di Sorella Morte.
E quale sequenza cade perfettamente a pennello per questa canzone se non quella dove il nostro gioioso Cultore è a un passo dall'essere servito?
La storia è ambientata dopo la Campagna dell’Eclissi e, più precisamente, quando Wei Ying libera un ramo del clan Wen e si rifugia con loro al Colle dei Sepolcri. Qui riposa Wen Ning, fratello della leader del ramo del suddetto clan, strappato alla morte tramite il richiamo del flauto di Wei Ying.
È proprio il flauto lo strumento eletto dal metodo tutt'altro che ortodosso di coltivazione di Wei Ying. Sangue, morti, spiriti: il prezzo da pagare per tale potere è la vita dello stesso Cultore. Gli spiriti si fanno beffe di lui, mostrandogli gli amati volti dei fratelli marziali che ha dovuto abbandonare a causa della sua scelta, Jiang Cheng e Jiang Li.
Lo stato pericolante in cui si trova Wei Ying viene notato dal retto e giusto Lan Zhan, il quale sembrerebbe l'esatto contrario dell'altro eppure ne ha sorprendentemente a cuore la salute. Fino all'ultimo, Lan Zhan tenta di dissuaderlo dal proteggere gli ultimi sopravvissuti del clan Wen e a convincerlo a tornare con lui, da lui, ma Wei Ying resta inamovibile e rientra, guidato dalle lanterne dei vecchi, delle donne dei bambini – ben consapevoli dei rischi che il giovane corre a causa loro, senza alcun motivo valido se non il suo senso di giustizia e altruismo –, nei meandri del Colle dei Sepolcri.


***


Happy Song




There's a voice in my head
Says I'm better off dead


Sente le voci avvicinarsi, il volume si alza, diventano più insistenti fino a occupargli il cervello, fino a riempirlo e a svuotarlo di ogni residuo di pensieri alieni. Sono come musica, stridente melodia di sottofondo. Quando osa perdere per un momento la concentrazione su di loro, la melodia si riversa nell'atmosfera, strisciando verso di lui come un enorme serpente pronto a soffocarlo.
Wei Wuxian, vieni con noi, lascia che ripaghi il tuo debito...
Ah, sono tentatrici, subdole, ma no. Wei Ying rivolge un ghigno alla piscina; una figura spettrale dalle iridi rosse come il sangue ricambia il sorriso birichino.
Wei Wuxian, basta poco. Cos'altro hai da perdere? Il tuo clan è decimato e ti ha ripudiato, gli altri Cultori ti ritengono un pericolo pubblico e progettano la tua disfatta. Sai chi si unirà a loro?, sussurrano ancora, maliziose, le voci. Quelle parole si affollano nella sua testa come numerosi ragni zampettanti, minacciando di confonderlo. Ha una vaga idea di chi potrebbe unirsi a loro. Si lascia andare e sorride, reclinando la testa all'indietro, i capelli lunghi e bagnati gli accarezzano la schiena ossuta. Sa bene che non deve permettere alle voci di confonderlo troppo o lo trascineranno giù, giù nelle acque rosse della piscina. Sa bene che potrebbe trasformarsi nel loro schiavo, nella loro macchina assassina.
Eppure, a volte, sono l'unica compagnia che ha.
«Non oggi, non oggi. Ancora non è il mio turno... e poi c'è il Festival delle Lanterne, non posso mai perdermelo! Anzi, per dimostrarvi che questo Patriarca in modalità festiva è patrimonio mondiale, vi suonerò una bella canzoncina che un retto uomo di mia conoscenza» e qui si sporge e copre un lato della bocca con una mano, come se stesse rivelando un segreto che solo loro potevano ascoltare «per altro bellissimo, il più bello che abbia mai visto, eh, ha suonato qualche annetto fa» al ricordo, scoppia a ridere. «Avreste dovuto vedere la sua faccia…»
Le voci sibilano e battono in ritirata per una breve tregua, lasciandolo solo con i suoi ricordi felici di una gioventù volata troppo in fretta. «Non volete proprio ascoltarla? E io la suonerò lo stesso!» afferma energico, afferrando il flauto che riposa a bordo piscina. Note nostalgiche riempiono la grotta vuota e fredda.
Manca solo un giorno al Festival delle Lanterne. Si conclude l'anno vecchio.


But if I sing along
A little fucking louder
To a happy song
I'll be alright



E ne comincia uno nuovo, esattamente com'è terminato quello precedente.
«Wei Wuxian!»
Wei Ying si volta, un sorriso luminoso sulle labbra spaccate a sangue che per un attimo gli riempie le guance scavate. Il riflesso della Piscina di Sangue sulle mura dona un alone rossastro alla sua pelle candida, facendolo somigliare a uno di quei cadaveri esangui sotto il comando della musica di Chenqing. L'ombra di ciò che è stato una volta – uno dei due fratelli orgoglio del clan Jiang di Yunmeng – affiora sul suo viso ormai smunto a causa della fame. Gliel'aveva detto lui a Wen Qing che non si vive di sole radici ma lei, inflessibile come pochi, non gli aveva dato retta. Quale Generale Fantasma? Era lei la vera Generale, non certo suo fratello!
«Jiang Cheng, sei tornato finalmente! Festeggiamo insieme anche quest'anno, come ogni anno!» esulta, agitando un indice verso il vuoto, senza ottenere risposta.
«A Xian» chiama questa volta la voce.
Il sorriso si allarga, l'espressione si intenerisce. «Shijie, ci sei anche tu» risponde lui, il tono dolce.
Il suo sguardo sfocato intravede una figura femminile in quella grotta fredda e buia ma, quando la vista si snebbia, la figura sparisce e tutto ciò che ne resta è una risatina tintinnante nelle orecchie. Il meraviglioso sorriso gli muore sulle labbra e Wei Ying resta imbambolato per un po'. Ma solo per un po', eh, non vi pensate, perché poi scuote la testa, divertito, e torna alle sue cianfrusaglie. Le lunghe ciocche scure gli scivolano sulle spalle e gli piovono sugli occhi, simili a sbarre di una prigione. Si unisce anche lui alle voci sghignazzanti.
«Questa era bella, lo ammetto!» ammette, ridacchiando, alzando il tono di un'ottava per sovrastare le altre. Sapevano essere chiassose, davvero! Quasi quanto il loro evocatore che, all'una di notte precisa, se ne stava lì, rintanato in quella cava a smanettare con qualche nuova diavoleria. E rideva, rideva un po' a voce alta, un po' a voce bassa, rideva così forte che il suo corpo magro sussultava. Se qualcuno l'avesse colto di sfuggita avrebbe pensato che stesse piangendo a singhiozzi. O che stesse tramando un attacco furtivo alle spalle dei virtuosi clan di coltivatori o qualsiasi altro intrigo. E, invece, il Patriarca di Yiling stava solo giocando con gli spiriti, non fatevi strane idee.


Don't wake us up, we'd rather just keep dreaming
Cause' the nightmares in our heads are bad enough
And I really wish that you could help
But my head is like a carousel


Lan Zhan è dietro di lui, un baluardo di luce nell'oscurità più lugubre. È venuto a trovarlo con la scusa di porgergli i suoi auguri, visto che proprio quella giornata si chiude il capodanno. Lo guida fiero nel suo regno, un luogo nascosto e inospitale tra i Colli dei Sepolcri a Yiling, dove i fiori di loto non crescono e, se per questo, neppure le patate. Lo guida con il petto ossuto in fuori, a testa alta e con un sorriso ancora capace di abbagliarlo, saltellando come un cervo irrequieto. Lan Zhan segue la sua schiena con lo sguardo, senza mai perderlo di vista. Wei Ying emana una strana aura, l'aura di un branco di bestie feroci e furbe che si nascondono nell'ombra, che terrorizzano la loro preda fino a quando questa è troppo esausta per correre. Solo allora, le bestie balzeranno fuori per divorarla. Lan Zhan studia Wei Ying che in quel momento si gira per scoccargli un altro sorriso. Un sorriso innocente.
Sei tu la loro preda, Wei Ying, pensa atterrito Lan Zhan.
Attorno a lui, le donne e i vecchi di ciò che resta del clan Wen sono intenti a coltivare quel poco che la terra arida e marcia consente. Avvolti nei loro stracci consumati, le unghie sporche di terreno, i volti segnati dalla fatica, scavano e scavano. A Yuan, che fino a quel momento era abbarbicato alla gamba di Lan Zhan, molla la presa e sgambetta tra quelle figure accovacciate, disturbando il loro lavoro e ricevendo solo sorrisi e dolci rimproveri. Lan Zhan osserva quella scena come se volesse fermare il tempo.
Segue Wei Ying nella sua caverna dove lui gli indica le varie aree, nominandole. Sembra divertito ma non può nascondere quanto sia spossato, non a lui, non a Lan Zhan. «Non ti sembra ingegnoso? Visto che i Cultori mi ritengono il diavolo impersonificato, perché non dare questo nomignolo alla grotta dove dormo?» chiede, un'ombra di giocosità nella voce.
«Wei Ying, fino a quando potrai reggere?» indaga Lan Zhan.
La risposta che ottiene è una risata e una mano delicata che si agita nell'aria. Troppo delicata. La manica larga dell'abito scivola, rivelando il polso sottile. Gli occhi di Lan Zhan si affilano. Wei Ying ha appena vent'anni e il suo nucleo è potente, com'è possibile che si sia ridotto in quello stato nonostante la dieta povera e frugale? Stringe il pugno mentre la realizzazione si fa strada nella sua testa. La Coltivazione demoniaca se lo sta mangiando vivo, lembo di pelle per lembo di pelle finché di lui non sarebbero rimaste nemmeno le ossa.
«Se ti riferisci a Wen Ning, certo che posso. È già tornato in sé» afferma sicuro Wei Ying.
«E se dovesse impazzire di nuovo?» insiste Lan Zhan.
«Wen Ning dipende da me. Non succederà niente» ribatte prontamente l'altro.
«E se qualcosa dovesse succedere a te?» trova la falla nel discorso Lan Zhan.
«Non succederà!» scatta Wei Ying, gli occhi iniettati di sangue, e, sotto quello sguardo annebbiato, Lan Zhan lascia cadere il discorso.
«Vuoi stare qui, dunque?» domanda.
Wei Ying si rilassa, l'aria attorno a lui smette di tremolare. «Ehi, non disprezzarci! Sai che si mangia meglio che a Gusu!» scherza, incrociando le braccia e alzando il mento.
Quando il sole inizia a calare, Wei Ying sembra tentennare. Lan Zhan non vuole metterlo in imbarazzo per cui si alza in piedi e si congeda. È un momento quasi comico: nessuno dei due vuole realmente lasciar andare l'altro.
Il vento che li accoglie fuori dalla grotta soffia così forte che ogni folata ha l'intensità di uno schiaffo. Gli occhi intensi di Wei Ying si fissano su di lui e il cuore perde un battito. «Lan Zhan, prima mi hai chiesto se intendessi restare qui. E io ti chiedo: cos'altro potrei fare? Tradirli? Consegnarli? Non posso farlo. E se tu fossi me, faresti lo stesso» le parole scorrono come un fiume in piena. «Mi puoi dare un'alternativa, una soluzione per proteggerli senza ricorrere alla Coltivazione demoniaca?»
Nonostante le sue parole sembrino disperate, Wei Ying non tentenna minimamente. Resta lì, fermo, forte e inamovibile – eppure Lan Zhan avverte l'instabilità della sua aura, il potere latente e suicida che cova nel profondo del suo essere.
È solo che non può dirglielo; può solo abbassare lo sguardo e restare in silenzio.
«Lan Zhan» sussurra Wei Ying. «Grazie per la tua compagnia, davvero.»
Lan Zhan solleva la testa. Vorrebbe imprimersi quell'espressione riconoscente nella mente. Vorrebbe sporgersi verso di lui, stringere tra le braccia quel corpo evanescente ma nemmeno questo gli è concesso.
«Fratello ricco, fratello ricco! Resta con noi stasera!» supplica un bambino in lontananza, lanciandosi sulla gamba di Lan Zhan.
«A Yuan!» giunge stanca la voce della nonnina che cercava di tenere il passo del bambino.
Wei Ying fa un cenno della testa e la nonna lascia perdere. «A Yuan, questo fratello ha una casa che lo aspetta» gli fa notare, tirandolo a sé.
«Ma A Yuan sa un segreto: ci saranno tante cose buone stasera!» protesta A Yuan, sgranando gli occhi per sottolineare l'offerta imperdibile.
Wei Ying lo riprende eppure il suo sguardo si perde in quello di Lan Zhan, sembra volerlo trattenere nonostante sappia che non è possibile. Con un ultimo cenno della testa, Lan Zhan lascia Wei Ying.
E il baluardo di luce si allontana fino a essere inghiottito dal buio che avanza. Il Patriarca di Yiling è nuovamente solo, può già sentire le risatine delle voci alla ribalta che graffiano il suo udito.
Wei Wuxian, Hanguang Jun non è voluto restare.
La prossima volta che lo vedrai sarà per ucciderti.
Una manina gli tira la manica per ottenere la sua attenzione. Wei Ying sussulta e volta la testa ma inizialmente tutto ciò che vede sono ombre che cercano di ghermirlo. Sbatte le palpebre finché non mette a fuoco il piccolo A Yuan.
«Tornerà il fratello ricco?» chiede, lamentoso.
«Non credo. Semplicemente ognuno ha le sue cose da fare» taglia corto Wei Ying, la mente lontana, troppo lontana per fornirgli una spiegazione migliore.
Il flauto tanto temuto dal mondo dei Cultori è stato rosicchiato dal bambino e, quando Wei Ying lo fa roteare nella mano, le sue dita si bagnano di saliva e dalle sue labbra sfugge una risatina. Lan Zhan l'osserva risalire il Colle mano nella mano con A Yuan, abbracciato dalla prime tenebre della notte che sta per calare su Yiling, i lunghi capelli sciolti che gli accarezzano la schiena, il passo quasi saltellante, allegro. Lo tiene d'occhio mentre comincia a canticchiare un motivetto e fa dondolare il braccio che accompagna A Yuan.
«A chi importa dell'ampia strada affollata? Io proseguirò lungo lo stretto sentiero solitario fino alla fine!»
E, mentre canticchia, sembra quasi che il sentiero stretto e solitario si illumini e si affolli mentre ciò che resta del clan Wen si affaccia dal promontorio, lanterne in una mano e fiasche di vino in un'altra, per accogliere il Patriarca di Yiling.


We are possessed
We're all fucked in the head
Alone and depressed
But if we sing along
A little fucking louder
To a happy song
Maybe we'll forget
And pretend it's all OK

Bring me the Horizon - Happy Song


  
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