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Autore: sallythecountess    20/10/2020    0 recensioni
Lia, Zoe e Mari sono tre ragazze nate e cresciute nel piccolo paesino di Playa del Monte. Migliori amiche storiche, hanno una cosa in comune: le estati a lavorare al bancone del Chaos. Cristallizzate in storie sbagliate e ormai morte, saranno in grado di affrontare i cambiamenti che la vita gli proporrà in dodici mesi speciali?
(Tratto dal testo)
"Sono tre anni che la aspetto, tre anni in cui non ho mai avuto nessun margine per sperare, eppure l’ho amata lo stesso. In silenzio, a distanza, contando fino a cinque ogni volta che mi concedevo di guardarla, per non sembrare il pazzo che sta ore a fissarla. Tre anni che mi tormento, analizzando ogni suo gesto e ogni parola, nella speranza che lei stia cercando di farmi capire qualcosa, ma allo stesso tempo con la paura di poter fare o dire troppo e dimostrarle il mio amore, rovinando l’affetto che ci lega. L’ho consolata quando stava male, ho sorriso quando lei era felice, anche se spesso stavo morendo dentro. Ho sopportato di vederla con un altro, ho anche sperato che tornassero insieme, solo perché volevo che lei fosse felice..."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo: la fine di Lali e Sanny
“Robert?” aveva sussurrato pianissimo, alzando lo sguardo verso quell’uomo bellissimo che le aveva offerto un fazzoletto, e lui sorridendo aveva solo annuito.
“Sono in città per il matrimonio di mia sorella, ma ho saputo di te e Tony, quindi non mi aspettavo di rivederti. E invece…” le disse con un sorriso che Lia ricambiò, ma senza nessuno slancio. Si sentiva come se qualsiasi luce dentro di lei si fosse spenta, quasi apatica, e quando Robert le chiese se avesse bisogno di aiuto, lei sussurrò piano che le serviva un passaggio. Voleva affrontare Jin di persona, perché lui le aveva detto che poteva spiegare e dunque voleva sentire quelle spiegazioni, ne aveva bisogno. Voleva che lui dicesse qualcosa, qualsiasi cosa, che le avrebbe permesso di restare con lui.
Robert abbandonò subito il gruppo di amici e la riportò al Chaos continuando a chiederle come stesse, ma Lia era furiosa, disperata, ferita e provava altre mille sensazioni che non riusciva a interpretare, eppure non aveva perso totalmente le speranze. Si fidava del suo uomo, e sperava di trovare una spiegazione qualsiasi che le permettesse di dirgli “ok, sei un idiota, ma ti amo…”eppure aveva una paura folle che così non sarebbe stato. Non rispose alle domande di Robert, e lo salutò soltanto con un bacio sulla guancia quando vide in lontananza la moto di Jin che era uscito a cercarla. Lui provò a trattenerla, le disse qualcosa, ma lei non ascoltò e sorrise soltanto, ma tesa come una corda di violino all’idea di dover affrontare quella verità. 
Jin aveva ricevuto una chiamata di Zoe immediatamente dopo l’uscita di Lia, ma non si era troppo preoccupato. La rossa sapeva bene chi fosse il tizio con cui Lia aveva parlato in modo così fitto per tanto tempo, e sapeva anche del sesso tra Jin e Rosi e delle prese in giro di lei, perché Max più di una volta era intervenuto in favore della sua amica ballerina, perciò aveva immediatamente avvertito il suo capo.
Jin aveva solo provato a chiamarla per sapere cosa fosse successo e il perché di quel suo allontanamento, ma non aveva avuto risposta e si era preoccupato. Non era da Lia non rispondere, lei rispondeva sempre anche solo per dire “ora non posso” proprio perché detestava chi non risponde al telefono. Riprovò un paio di volte, cercando di non agitarsi troppo, ma superando qualsiasi limite di velocità per arrivare al Chaos il prima possibile. Lei, però, non c’era e Zoe spiegò che era rimasta parecchio tempo a parlare con Esteban. Si era detto solo “oh cazzo” perché quel cretino l’aveva minacciato più volte di raccontare alla sua fidanzata “la verità” ma lui era convinto di non avere nulla da nascondere, perciò non capiva esattamente cosa stesse succedendo a Lia.
 Vedete, a questo punto della storia, però c’è una cosa che dovete sapere: Jin aveva confessato a Lia di quelle sue notti con Rosi. Era successo poco dopo quel Natale, una volta in cui avevano bevuto troppo, ma lui ricordava nettamente di averglielo detto, e anche la reazione di lei che difficilmente avrebbe potuto dimenticare. Lia era totalmente ubriaca  e si sentì male in quel momento. Ebbe una specie di crisi di panico e gli disse solo “congratulazioni”, sconvolgendolo totalmente. Le aveva detto cose estremamente dolci per calmarla quando lei furente aveva chiesto “che diavolo vuol dire che non è la tua fidanzata? E’ una donna a cui tieni e ci fai sesso, è la tua ragazza!”.
Si aspettava una strigliata da Lia, un rimprovero perché magari Esteban le aveva raccontato di come Rosi la chiamava, ma non si sarebbe mai aspettato quello che capitò. Era uscito a cercarla con Max, ma gli era preso un colpo quando lei aveva inviato quello screenshot. Era proprio l’unica conversazione che lui non avrebbe voluto che lei leggesse, quella in cui erano già fidanzati, e Jin imprecò in mille modi. Provò a chiamarla ancora, allora, e le fece un lunghissimo messaggio vocale in cui le diceva solo “anima mia, ti prego rispondimi al telefono, c’è ovviamente una spiegazione…” e solo allora Lia rispose “tra mezz’ora al Chaos".
Gli prese un infarto vedendola scendere dall’auto di un altro uomo, e le chiese serissimo “chi era?” ma Lia con braccia incrociate ruggì “volevi spiegare, no? Spiega”.
Lui provò a prenderle la mano, perché voleva parlarne dentro da soli, ma Lia lo scacciò brutalmente e ringhiò soltanto che avrebbe ascoltato quello che aveva da dire.
 “Sì, ma sei gelata, mezza nuda al freddo, parliamone a casa o nella nostra stanzetta…” le sussurrò pianissimo con il cuore in gola, ma Lia ribattè secca che “aveva cose più importanti a cui pensare del freddo che neanche sentiva in quel momento…”
“Lia, non è stato nulla. Era una battuta stupida, come ne fa sempre lei. Era fuori luogo e irrispettoso per te, lo so, lo ammetto e me ne scuso a nome suo, ma non era assolutamente una cosa seria e…”provò a dire molto sereno, ma lei lo interruppe con una fastidiosissima risata nervosa.  “Davvero? Questa è la tua spiegazione? Magari con le inglesine bionde funzionava eh, ma io sono un’esperta di cazzate. Ne ho sentite troppe di cose simili da Tony per non capire il vero significato di queste parole…”
“Perché pensi di non poterti fidare di me, Lali?” bisbigliò piano, sentendosi morire. Non avevano mai avuto una vera lite, lei non era mai stata così dura e rigida con lui e continuava ad allontanare le sue mani,che invece cercavano disperatamente di avvicinarsi a lei e alle sue guance.
“ Perché ho scoperto mille cose che non sapevo”gli disse durissima, ma poi le lacrime la soffocarono e dovette fermarsi per un attimo prima di aggiungere “…ho scoperto che mentre io mi innamoravo di te e facevo qualsiasi cosa per fartelo capire, tu ti scopavi quella che hai sempre detto essere sempre e solo la tua migliore amica. Mentre io restavo sveglia la notte, cercando di ricordare i tuoi sorrisi che mi scaldavano l’anima, tu la mettevi a quattro zampe a quanto pare…”
“Lali, amore, ma tu lo hai sempre saputo questo…”le disse cercando di stare calmo, ma sentendosi morire perché Lia stava piangendo ed era solo colpa sua.
“Ah sì? Che strano, a me non risulta invece…”rispose risentita, e lui provando ancora una volta ad avvicinarsi le spiegò di quella notte in cui glielo aveva raccontato, che Lia aveva totalmente rimosso e solo allora, colta alla sprovvista Lia gli permise di avvicinarsi per un attimo e Jin le prese il viso con le mani con molta dolcezza.
“Allora ti chiedo scusa, va bene? Ti chiedo scusa per non avertelo detto, e per qualsiasi cosa possa aver fatto piangere quegli occhi così belli che amo da impazzire…” le sussurrò piano, e fece per baciarla perché pensava che il discorso fosse chiuso, ma Lia aveva appena iniziato.
“Stronzate, come tutte le parole che mi hai detto. ‘Non ne sarei uscito senza di te Lali, sei stata il mio angelo’ come no. E intanto scopavi con quella…”
Sussurrò amaramente, divincolandosi dalla sua presa. Aveva con il cuore in migliaia di pezzi e Jin sospirò e le disse piano “…se è questo il problema, se è questo a farti tanto male, ti ricordo che mentre tu ti innamoravi di me, mia piccola, io ero innamorato di te già da un pezzo. E se è vero che ho toccato un’altra donna in un periodo in cui noi eravamo vicinissimi, e tu facevi ogni cosa per risollevarmi il morale, è anche vero che tu passavi tutta la giornata con me, ma poi tornavi dall’unico uomo che aveva il diritto di toccarti e stare con te e io mi sentivo morire…”
“Certo, perché ovviamente è colpa mia…”ribattè Lia caustica, e Jin provò solo ad avvicinarla, ma lei si allontanò.
“Non è colpa tua, amore, ma vorrei che capissi che se sono andato a letto con un’altra è solo perché ero troppo pieno di dolore e rabbia, perché non potevo averti eppure eravamo così uniti…”le disse pianissimo, ma Lia pensò “…come se non avessi mai sentito questa cosa da Tony” ma per qualche minuto non disse nulla, rimase a respirare profondamente, cercando di calmare il dolore che aveva dentro.
“E le altre cose Jin? Come le giustifichi?” chiese, con le mani che le tremavano, ma cercando di non mostrare troppo le sue emozioni e Jin si strinse nelle spalle perché non capiva di cosa stesse parlando, così Lia gli porse il suo cellulare dicendo solo “leggili tutti…”.
“Sì, ok, è vero mi ha scritto quel messaggio stupido quando noi due stavamo insieme, ma io non ho fatto nulla Lali…”le sussurrò piano, cercando di afferrare quelle sue piccole mani tremanti, ma lei si scansò. Lia era in un miliardo di pezzi e lui non l’aveva mai vista così, ma Jin era ancora tranquillo, perché era certo che avrebbero trovato un modo per risolvere.
“Le hai solo detto ‘non puoi così, lo sai…’. Mi spieghi cosa significa una cosa del genere?” ribattè furiosa e con molta calma Jin le spiegò soltanto che significava esattamente quello che aveva scritto, ossia che non poteva fare quelle offerte a lui, ma Lia scosse la testa e disse piano che gli sembrava una reazione assurda perché avrebbe dovuto quanto meno risentirsi.
 “…se ti fosse dispiaciuto davvero…” aggiunse rigidissima e Jin sorridendo si scombinò i capelli e le disse piano “amore, davvero mi stai chiedendo questo? Davvero non sai che da tre mesi io vivo, esisto e respiro solo per te?”
“Non so chi sei in questo momento…”sussurrò lei pianissimo scuotendo la testa e Jin per la prima volta iniziò a temere davvero che quella lite fosse più seria di quanto non si aspettasse, ma provò comunque ad avvicinarla e Lia aggiunse pianissimo “…e poi quanto pensi che possa ferirmi il fatto che tutti i tuoi amici mi insultino costantemente alle mie spalle e tu non faccia assolutamente nulla per difendermi?”
“Guarda che questa è una bugia enorme. Non sai quante volte ci ho discusso, perché non potevano chiamarti stronza, non potevano accusarti di essere ipocrita o altro, e Max lo sa. Ovviamente, però, quello stronzo ti ha fatto leggere solo le conversazioni che facevano comodo a lui e adesso sembro uno che se ne frega dell’unica cosa al mondo che io abbia mai voluto con tutta l’anima…”le disse nervoso, perché non era riuscito a restare calmo ascoltando quell’accusa di lei e poi tirò fuori il cellulare e glielo porse dicendo solo “…leggile tutte. Leggi di come gli parlavo di te, di come gli ho raccontato il nostro primo bacio. Leggi tutte le liti con Rosi perchè ti chiamava la stronza, di tutte le cose che gli ho detto sulla donna che amo e di tutti i progetti per il futuro che ho con te. Se non ti fidi…” voleva concludere con “leggi” ma Lia furiosa ruggì “io mi fidavo di te. Ti ho persino spinto ad andare a casa di ‘quella’ stasera, perché credevo davvero che non ci fosse nulla di strano. Io ero certa del nostro amore, e continuavo a immaginare il nostro futuro, ma non a queste condizioni…”
“Amore, è una sciocchezza, dai…” le disse pianissimo e voleva aggiungere mille cose, quando Lia in lacrime rispose “Il punto è che io pensavo tu fossi una persona diversa, Jin. Non mi piacciono le bugie, i segreti e le cose non dette. Non posso vivere la mia vita con il terrore che tu ti stia scrivendo con lei e …non credo di poterti amare a queste condizioni…”
Era letteralmente soffocata dalle lacrime e dai singhiozzi, e lui si sentì mancare. Per un minuto non disse nulla, rimase a fissarla con gli occhi pieni di lacrime e poi, appena riuscì a domare la marea di dolore che lo aveva travolto sussurrò solo “…che cosa posso fare per cambiare questa cosa Lali? Tu sei la donna che voglio sposare, la donna che amo e io…”
“…è tutto rovinato Jin. Tutti i nostri ricordi, tutti i momenti che per me avevano un significato speciale, adesso sono stati sporcati dalla presenza di quella donna disgustosa e da tutte le altre cattiverie che ho letto sul mio conto…”
“Quali ricordi, eh? Perché mi sembra tu stia esagerando. Perché a Londra c’eravamo solo noi a baciarci sotto la pioggia e tenerci le mani per scaldarci. Quando ci siamo finalmente detti di amarci e la notte in cui ci siamo baciati per la prima volta c’eravamo sempre e solo noi. Quando abbiamo scelto quanti bambini avere, quando abbiamo fatto l’amore, quando ci siamo addormentati insieme a Natale e in tutti questi momenti splendidi, c’eravamo solo io e te amore…”
 Provò a dirle, ignorando le lacrime che gli scendevano dalle guance perché era totalmente in pezzi. Aveva davvero paura di perderla adesso, e aveva quasi una crisi d’ansia. Lei non riusciva a smettere di piangere, e aveva una terribile voglia di andare ad asciugargli quelle lacrime e stringerlo forte, ma non poteva. Non poteva assolutamente zittire quella vocina nella sua testa, che per anni le aveva parlato ogni volta che Tony usciva e non rientrava, ogni volta che trovava i suoi vestiti profumati di “un’altra”. Quella vocina che aveva messo a tacere tante, troppe volte per amore di Tony, ma che aveva imparato a sue spese a non ignorare. Così con un filo di voce sussurrò   “…come no. C’eravamo solo noi, ma lei si offriva di aiutarti a sfogare le tue voglie, perché questa stronza non ti permetteva di toccarla”
“Lali, piccola, ok ti chiedo scusa per non averti detto di quel messaggio. Le dirò di chiederti scusa e…” provò a dirle piangendo, ma Lia rispose che se l’avesse anche solo rivista l’avrebbe presa a schiaffi.
“Non prendertela con lei, sono io il tuo compagno, io dovevo dirtelo, ma non è per cattiveria che non l’ho fatto. Lei beve sempre tanto, e scrive un sacco di stronzate di cui si pente il giorno dopo, quindi non ho dato valore a quelle parole perché non volevo ferirti per una cosa senza senso…”
“Senza senso…”ripetè Lia furiosa, e Jin annuì e basta e ribattè “…sì senza nessun senso e nessun valore, perché non era seria e anche se lo fosse stata, io non avrei mai accettato, perché con te Lia ho tutto quello che avrei mai potuto desiderare.”
Erano entrambi in lacrime, uno di fronte all’altro nel parcheggio, con milioni di persone che passavano, li salutavano e gli rivolgevano la parola. Nessuno dei due fece caso ai clienti, neanche quando Zoe invitò entrambi dentro, perché stavano attirando troppo l’attenzione.
“Andiamo?” le sussurrò Jin pianissimo, ma Lia scosse la testa e disse piano “…Jin io ho detto quello che avevo da dire. E’ finita…”
“No, non è possibile…”ribattè sconvolto, afferrandole la mano di colpo e Lia scosse solo la testa, ma Jin aggiunse “…non può finire per questo, ti prego, ti supplico. Io mi scuso, ti giuro che non avrò mai più nessun segreto, controlla pure il mio cellulare periodicamente o qualsiasi altra cosa, ma non lasciarmi. Per favore, ho troppo bisogno di te…”sussurrò piano, con le lacrime sulle guance, ma lei scosse solo la testa e gli disse che non era quello il rapporto che lei voleva con il suo uomo.
“Non voglio dover controllare il tuo telefono, vivere di paranoie, non esiste. Non di nuovo…”disse sconsolata, e poi girandosi salì in auto e scoppiò in un pianto fragoroso, lasciandolo in mille pezzi nel parcheggio.
Nota:
Ciao a tutti, allora siete un po' tristi? Chi pensate abbia ragione?Che avreste fatto nei panni di Lia? Fatemi sapere, vi aspetto.
   
 
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