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Autore: kia84    21/10/2020    0 recensioni
Per Alec è il suo primo provino, non sa cosa gli riserverà il futuro.
Per Damon quel provino potrebbe essere il rilancio della sua carriera, non ha molte aspettative.
Cosa succederà quando si ritroveranno a lavorare insieme?
Due mondi diversi che dovranno imparare a coesistere l'uno con l'altro.
Sarà amicizia? Sarà amore? Sarà fan service?
Cosa si cela dietro il suo sguardo?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Behind your gaze 3
POV Alec

Erano quasi quattro ore che stavamo provando alcune scene ma c'era sempre qualcosa che non andava bene. L'atmosfera  sul set era carica di tensione e stanchezza, di certo non aiutava il fatto che avevamo l'aria condizionata fuori uso. Andavamo avanti tra bibite fresche e ventilatori portatili. Forse non si erano ricordati che avevamo diritto a una pausa. Nessuno fiatava, tutti troppo impegnati per portare a termine il lavoro. Presi una bottiglietta di tea verde e lanciai uno sguardo attento a Damon, intento a discutere con la regista e Claire, la sceneggiatrice, per migliorare la scena in questione. Era tutta la mattinata che continuavo ad osservarlo, fin da quando era venuto a prendermi sotto casa. Aveva detto di non essere riuscito a dormire bene quella notte, il suo viso gonfio stanco e pallido diceva tutto. Mi ero preoccupato ma lui aveva insistito dicendo che andava tutto bene e che ci stavano aspettando. Era un uomo testardo e troppo gentile con chiunque, peccato che in testardaggine io lo battevo in pieno. Appena lo vidi massaggiarsi il collo e chiudere gli occhi, mi avvicinai di soppiatto e gli allungai la bottiglietta aperta. Aprì gli occhi sorpreso, poi mi sorrise grato e bevve un lungo sorso. Mi misi alle sue spalle per massaggiarle e sentii i suoi muscoli rilassarsi sotto le mie dita. Gemette soddisfatto.

"Dam come ti senti?" mi avvicinai al suo orecchio sussurrando mentre le due donne si allontanavano di una decina di passi. Ogni volta che ci avvicinavamo qualcuno si allontanava sempre come a volerci lasciare soli perchè si sentiva a disagio.
"Bene, non preoccuparti. Grazie per la bibita."
"Non sarebbe meglio fare una pausa? Sei esausto."
"Va tutto bene. Ho ancora energie. Tu hai bisogno di una pausa? Sei stanco? Parlo con Meg per spostare la nostra scena insieme e andare avanti con quella mia e di Kevin. Puoi andarti a riposare in camera, sul letto sarai più comodo." mi disse tutto ciò in tono preoccupato girandosi verso di me  per afferrarmi una mano che strinse con delicatezza. Il calore delle nostre mani strette l'una all'altra era confortante e creava un legame.
"A volte ti darei tante di quelle craniate sui denti da obbligarti a fare una dentiera." borbottai infastidito sciogliendo quel legame e rimettendo le mani in tasca. Sentivo già la mancanza di quel calore.
"Cos'ho detto di male?" mi chiese lui sorpreso e un pò offeso dal mio allontanamento.
"Non ti prendi mai cura di te stesso e alla fine ti riduci in questo stato. Questa volta non vincerai!" scossi la testa e lo superai.
"Che intenzioni hai? Alec!" cercò di fermarmi lui invano mentre mi piazzai di fronte alle due donne che smisero di parlare appena mi videro.
"Meg scusa, possiamo fare una pausa? Tra un pò ci ritroveremo Damon svenuto a terra con la faccia spiritata. Poverino, ha una certa età."
"Hey! Guarda che ti sento!" esclamò lui mettendosi al mio fianco.
"Almeno l'udito è ancora buono." lo presi in giro facendo una finta espressione schifata.
"Alec! Vuoi vedere cos'è ancora buono? Avvicinati e te lo mostro!" mi affrontò lui raddrizzandosi per fare una delle sue pose fighe e naturali da super modello. Perchè dannazione non funzionava l'aria condizionata? Stavo andando in ebollizione sotto il suo sguardo scuro.
"Disse il vecchietto della casa di riposo." mi ripresi in fretta guardando da un'altra parte prima di fare una figuraccia.
"Sempre i soliti voi due! Comunque è vero, non hai una bella cera." disse la regista mentre la sceneggiatrice annuiva concordando con lei. Quelle due erano migliori amiche fin dal liceo ed erano un'accoppiata vincente quando si parlava di trasposizione dalla novel alla cinepresa. Erano talmente in sintonia che sembravano quasi gemelle.
"Meg io sto bene, posso farcela. Non devi preoccuparti." la regista ignorò le sue proteste e si girò verso il cast e la troupe battendo le mani per richiamare l'attenzione di tutti.
"Ragazzi un'ora e mezza di pausa, il pranzo dovrebbe essere quasi pronto! Alec è tutto tuo, prenditi cura di lui e non farlo tornare prima di due ore."
"Agli ordini capo! Adesso sei tutto mio e non osare contraddirmi." gli afferrai un braccio e lo trascinai via sotto gli occhi divertiti di tutti. Li ignorai e proseguii per la mia strada senza dar retta a nessuno.
"Dove mi stai portando? La mensa è da quella parte." cercò di opporsi Damon strattonando la mia mano per farmi fermare ma in quel momento tenni duro e continuai a trascinarlo con me girando per un corridoio.
"Ma la nostra camera è di qua. Tu adesso dormi." aprii la porta che dava in una stanza in penombra, con un bel letto matrimoniale molto invitante piazzato in mezzo. Era la nostra stanza relax, tra una scena e un'altra eravamo soliti riposarci la a meno che non fossimo talmente cotti da addormentarci nei posti più insoliti e scomodi nonostante il rumore che ci circondava. Lo spinsi dentro senza tante cerimonie e chiusi la porta dietro di noi. Almeno avremmo avuto un pò di privacy.
"Non ho sonno." cercò di lottare lui contro l'ovvietà della situazione. In quel momento sembrava un bambino piccolo che faceva i capricci, di solito ero io quello a farli.
"Damon non farmi arrabbiare." lo minacciai lanciandogli un'occhiataccia irritata.
"Non riesco a dormire." a quelle parole sbuffai e mi sdraiai sul letto mettendomi comodo per poi picchiettare con la mano nel posto vuoto al mio fianco.
"Vieni qui, sarò il tuo cuscino." dopo un attimo di esitazione, saltò sul letto posando il suo capo sul mio stomaco come faceva di solito. Era una delle sue posizioni preferite e a me non era mai dispiaciuta.
"Non sono troppo pesante?" mi chiese con voce assonnata strofinando la sua testa su di me facendomi lievemente il solletico. Sembrava stesse facendo le fusa.
"Quando mai ti sei fatto scrupoli in merito? Adesso chiudi gli occhi e riposati. Devo superare il livello e ho bisogno di concentrazione." borbottai prendendo il cellulare dalla tasca e selezionando un gioco a caso. Dopo qualche secondo di silenzio, mi posò una mano sulla pancia accarezzandola lentamente.
"Alec grazie. Scusa se sono testardo." lo sentii sorridere mentre buttava fuori uno sbadiglio.
"La prossima volta ti lego alla testata del letto come punizione! Dormi."

Quando sentii il suo respiro profondo, allungai la testa verso di lui per accertarmi che era entrato finalmente nel mondo dei sogni. Dormiva profondamente come un bambino. Misi da parte il cellulare e osservai il suo profilo accoccolato a me. Il mio Teddy. Gli accarezzai dolcemente i capelli, erano sempre soffici e profumati. Adoravo il suo profumo. Osservai attentamente i suoi lineamenti, come faceva ad essere così bello? Non mi stupiva che tutte le riviste più importanti volessero fare degli scatti con lui. Era bello, aveva carisma e tutto di lui attirava l'attenzione. Sapeva come vendersi e lo faceva con intelligenza, non voleva più essere fregato. Tracciai con le dita il suo volto, partendo dalle sopracciglia per poi seguire la forte mascella. Gli sfiorai il naso e fissai quelle labbra carnose e invitanti che non facevano altro che provocare. Stavo per accarezzarle quando la vibrazione del mio cellulare mi fermò di colpo. Come al solito mi facevo distrarre dall'attrazione che provavo nei suoi confronti. Dovevo smetterla subito. Presi il cellulare e guardai il messaggio di Brian, il manager di Damon.

"Alec, Damon è con te? Non riesco a contattarlo."
"Si, l'ho portato in camera per riposarsi. Adesso sta dormendo."
"Grazie Alec. Resta con lui, ne ha bisogno. Farò in modo che nessuno vi disturbi. A più tardi."

Nel sonno Damon mi circondò la pancia con le sue forti braccia e mi strinse a se come se fossi il suo orsacchiotto. Adoravo i suoi caldi abbracci. Iniziavo ad avere sonno pure io, mi abbandonai sul cuscino con ancora la mano posata sulla sua testa.
Delle risatine soffocate che si allontanavano mi fecero svegliare all'improvviso. Cos'era successo? Aprii gli occhi e mi ritrovai a specchiarmi un due limpidi e profondi occhi azzurri, sembrava che mi stessero aspettando. Perchè era così splendente appena sveglio? Era abbagliante.

"Ciao." mi sorrise lui massaggiandomi delicatamente il lobo di un orecchio.
"Ciao. Che cos'era?" bofonchiai nascondendo uno sbadiglio con la mano. Sentivo un'alitosi preoccupante, dovevo immediatamente lavarmi i denti prima che se ne accorgesse. Mi stiracchiai tra le sue braccia strofinando la testa sul suo torace. A quanto pareva mentre dormivamo le nostre posizioni si erano capovolte.
"E' appena entrato James con il suo dannato cellulare."
"Ha fatto un altro video di noi due che dormiamo insieme?" era inutile fare quella domanda, non sapevo più nemmeno se ne ero infastidito oppure no. Ormai circolavano già alcuni video di noi che, tra una ripresa e un'altra, ci accoccolavamo da qualche parte per riposare. Tutti ci vedevano come una coppia e quella per loro era l'ennesima conferma, un altro video del genere non faceva più tanta differenza.
"Si, mi dispiace. Mi sono svegliato tardi. Non ho potuto fermarlo." si scusò lui massaggiandomi un fianco. Aveva l'espressione contrita ma non sembrava tanto dispiaciuto per quello.
"Che palle. E meno male che è nostro amico. Saremo di nuovo su IG."
"Avrai ancora problemi?" mi tolse i capelli dal viso con attenzione continuando a guardarmi. Mi sentivo viziato, nemmeno mia madre si prendeva così cura di me. Sapevo che si stava riferendo a Veronica e che non voleva minacciare in alcun modo la nostra relazione. Voleva il meglio per me.
"Non importa, stavamo solo dormendo." minimizzai appoggiando di nuovo la testa sul suo torace. Volevo tornare a dormire tra le sue braccia e dimenticarmi del resto.
"Abbracciati."
"Non è la prima volta, finiamo sempre così quando siamo insieme. Sono piuttosto comodo." mi avvicinai all'incavo tra il collo e la spalla e chiusi gli occhi respirando il suo odore. Ero ancora stanco.
"Anche il mio cuscino personale è abbastanza comodo." mormorò lui massaggiandomi la pancia con un sorriso.
"Stai dicendo che sono grasso?" gli lanciai un'occhiataccia di sbieco sentendolo ridacchiare.
"Sto dicendo che sei piacevolmente morbido. Grazie a te sono riuscito a dormire bene."
"Bravo, ricordatelo che mi devi una cena. Sei crollato subito, eri così tranquillo che avevo paura di disturbarti se mi fossi mosso. Quanto abbiamo dormito?"
"Circa un'ora e mezza, ci resta giusto il tempo per mangiare qualcosa. Forza andiamo." si mise a sedere di scatto guardando l'orologio al polso. Lo vidi sistemarsi meglio la camicia spiegazzata, avrei voluto dargli una mano ma in quel momento la voglia di restare disteso batteva tutto.
"No, restiamo ancora un pò qui. Ho sonno."
"Alec alza il culo, ci siamo già riposati a sufficienza. Dobbiamo andare a girare." cercò di tirarmi su prendendomi per un braccio. Resistetti trascinandolo di nuovo a letto con me.
"Uffa Teddy Bear. Nanna!" borbottai schiacciando la faccia sul cuscino. Un attimo. Lo avevo fatto sul serio? Lo avevo chiamato veramente così? Oddio! Adesso come avrei fatto ancora a guardarlo in faccia? Non ne avevo il coraggio.
"Scusa, come mi hai chiamato?" lo sentii irrigidirsi per alcuni secondi che mi sembrarono anni. Avevo appena commesso un errore.
"Hai sentito male, non ho chiamato proprio nessuno." mi nascosi ancora di più tra le pieghe del cuscino stringendolo forte.
"Mi hai chiamato Teddy Bear?"
"Chi io? Naaa. Stai ancora dormendo." negai con tutto me stesso cercando di allontanarmi da lui.
"Alec ammettilo!" l'infame iniziò a farmi il solletico, faticai a prendere fiato dal troppo ridere. Conosceva tutti i miei punti deboli e li sfruttava a suo piacimento come al solito. Non potevo vincere con lui quando ci si metteva. Fu una lotta impari. Io cercavo di scappare dalla sua presa, lui mi agguantava nemmeno fosse una piovra. Mi mancava il respiro.
"Va bene va bene! Basta mi arrendo. Ti ho chiamato Teddy Bear. Tu per me sei Teddy Bear." sbottai arrendendomi a lui. Mi facevano male le guance dal troppo ridere.
"Perchè?" aveva smesso di farmi il solletico ma ero stretto ancora tra le sue braccia. Quella domanda mi solleticò l'orecchio facendomi venire i brividi.
"Mi ricordi quel grande orso di peluche che avevamo visto al negozio di giocattoli quando abbiamo preso il regalo per i gemelli. Il cartello diceva: Ciao mi chiamo Teddy, amo gli abbracci. Vuoi abbracciarmi? Sei coccoloso quanto quell'orso gigante. Ti dà fastidio questo nome?" gli chiesi titubante azzardandomi a lanciargli uno sguardo.
"A dire la verità no. Mi piace. Quindi sono il tuo orso coccoloso." sorrise lui sornione. Sembrava un gatto in procinto di mangiare un topo e quel topo ero io. Mi agitai e distolsi lo sguardo mettendomi a malincuore seduto. Creai una certa distanza tra di noi sentendomi in imbarazzo. Mi sconvolgeva sempre con poco. In realtà lui era il mio punto debole.
"Da oggi in poi ti chiamerò Teddy."
"Ricordati solo di tenerlo tra di noi. Che non salti fuori durante le interviste, già chiacchierano fin troppo della nostra relazione. Non alimentiamo ancora di più quel fuoco."
"Lo prometto."
"Beh, allora dovrò trovare io un nomignolo da darti." a quelle parole mi allarmai immediatamente. Sapeva come farmela pagare cara.
"Non osare metterti in testa strane idee o nomi assurdi."
"Ci penserò su. Adesso andiamo, non facciamoli aspettare troppo. Abbiamo ancora del lavoro da fare." si mise in piedi, pronto per tornare ad essere professionale.

Sbuffando controvoglia, afferrai la sua mano che mi alzò letteralmente dal letto e lo seguii sbadigliando verso la mensa quasi deserta. Prendemmo i vassoi che ci avevano messo da parte e ci sedemmo a un tavolo iniziando a mangiare tranquillamente.

"Come va con Veronica? Avete fatto pace?" mi chiese lui prima iniziare a mangiare il riso.
"Siamo arrivati a un punto in cui è inutile rincorrersi. Abbiamo tempi sbagliati, momenti di silenzio assoluto perchè non abbiamo più niente da dirci. Forse ci siamo stancati entrambi a volerci riprovare. Sono cambiati i nostri interessi." mormorai fiaccamente mentre spostavo il cibo da una parte all'altra del piatto.
"Cosa vuoi fare?"
"Le ho chiesto un appuntamento per stasera per mettere le carte in tavola. Tengo ancora a lei, non voglio farla soffrire."
"Qualunque cosa tu faccia, io sarò al tuo fianco. Fai solo ciò che nel tuo cuore senti che sia giusto e che ti renda felice. Il resto non conta, lo risolveremo passo dopo passo insieme." la serietà delle sue parole e del suo sguardo mi fece battere forte il cuore. Era sincero, lo sapevo. Mi avrebbe protetto da qualunque nuvola sarebbe comparsa all'orizzonte. Mi fidavo ciecamente di lui. Ero sempre stato restio a fidarmi così ciecamente delle persone ma con lui era tutta un'altra storia.
"Grazie. Hai sentito più Trevor?" gli chiesi curioso di sapere che fine aveva fatto quel tizio che non avevo mai conosciuto. Non pensavo che fosse stato così importante per Damon altrimenti avrebbe sbandierato quella relazione di fronte a tutti. Era un tipo che non riusciva a trattenere i sentimenti specialmente se era molto coinvolto con l'altra persona.
"Da quando mi ha confessato di aver trovato qualcun altro di cui si è innamorato non ho sentito più nulla. Mi sono ritirato lentamente nel mio angolino. Forse è stato un bene non aver iniziato una vera relazione con lui. Sarebbe stato soltanto peggio dopo per il mio cuore. Per fortuna che non mi ha chiesto di rimanere amici."
"Ci mancava solo questo. Essere amico degli ex è la cosa più sbagliata in assoluto." esordii io con decisione. Come faceva quel tizio a preferire un altro a posto suo? Era fuori di testa? Damon era praticamente perfetto, l'uomo che tutti volevano. Aveva segatura a posto del cervello? Damon era stato fortunato a lasciarselo alle spalle senza troppi traumi. Peccato che quella rottura era pur sempre una tacca alla sua autostima.
"Aspetta, vado a prendere da bere."

Lo vidi allontanarsi all'improvviso come se volesse fuggire. Sentivo che mi stava nascondendo qualcosa. Perchè si stava comportando in quel modo? Speravo fossero soltanto delle mie paranoie visto il nostro legame e la promessa di dirci tutto senza nascondere niente. Dovevo cercare di decifrare i suoi pensieri, ma non era sempre facile con lui. Il cellulare di Damon vibrò sul tavolo e come al solito diedi un'occhiata al mittente del messaggio. Mi si gelò il sangue nelle vene.

"Ciao Dam, come stai? Posso chiamarti?"

Da quand'è che si sentivano ancora? Con che coraggio continuava a contattarlo dopo quello che gli aveva fatto? Come poteva Damon accettare tutto ciò? Era questo che mi stava tenendo nascosto? Non voleva dirmi che sentiva ancora quell'uomo? Mi si chiuse lo stomaco, ero completamente incazzato. Avrei voluto lanciare quel dannato cellulare fuori dalla finestra e romperlo in mille pezzi così come il proprietario di quel disgustoso messaggio. Mi veniva da vomitare. Lo vidi tornare con in mano due bottigliette d'acqua e me ne aprì una lasciandomela davanti. Se non stava attento gliela avrei lanciata in testa maledicendolo di tutto.

"Alec va tutto bene?" mi chiese lui con fare preoccupato. Forse aveva notato le scosse elettriche irradiate dal mio corpo?
"Meravigliosamente." il mio tono di voce risultò ironico e acuto mentre lasciavo le posate sul vassoio ancora pieno evitando il suo sguardo.
"Perchè non mangi più?"
"Mi è andato qualcosa di traverso. Non credo di riuscire a ingerire altro. Ti è arrivato un messaggio."
"Ah, grazie. Lo hai letto?" sbaglio o la sua voce sembrava allarmata dopo aver scorto le notifiche? Adesso basta.
"No. Vado sul set, ci vediamo dopo." mi alzai di scatto buttando il cibo nella spazzatura. Mi dispiaceva sprecare il cibo in quel modo ma non sarei riuscito a mandare giù più niente.
"Alec aspetta, vengo anch'io. Sei sicuro di stare bene?"
"Te l'ho già detto, va tutto bene. Andiamo."

Il mio umore non fece altro che peggiorare nelle ore successive. Lo stavo evitando come la peste restando in disparte con la scusa di leggere il copione. In tutto ciò lui era talmente concentrato sulle sue battute che nemmeno si era accorto del mio cambiamento. Che razza di amico era? Solo James aveva avuto il coraggio di sedersi di fianco per parlare con me.

"Hai litigato con Damon?" esordì lui tastando il terreno.
"No." ringhiai io lanciando mentalmente coltellate alla schiena del mio partner che stava parlando al cellulare. Era con lui? Rimpiansi di non aver distrutto quel dannato cellulare.
"Ok...smettila di ringhiare altrimenti devo metterti una museruola. Raccontami, ti ascolto."
"Tu conosci bene Chase?" gli chiesi di getto chiudendo il copione.
"Wow...non sento quel nome da un bel pò di tempo. Come mai è saltato fuori?" mi chiese lui con cautela prendendo l'argomento con le pinze mentre mi guardava attentamente.
"Gli ha mandato un messaggio."
"Cosa?" esclamò James con tono di voce acuto facendo voltare alcuni membri della troupe.
"Si sentono ancora?"
"Che io ne sappia no, ma non prendiamo più quel discorso da quando abbiamo iniziato questa serie. Cosa gli ha chiesto?"
"Se poteva chiamarlo. Com'è Chase?" volevo sapere di più di quel tizio. Volevo conoscere meglio la vecchia cotta di Damon, capire cosa poteva aver visto in lui da fargli provare qualcosa.
"E' un ragazzo simpatico, gli piace giocare e fare lo scemo. Stava molto sui social insieme a Damon, avevano aperto persino un canale insieme. Erano molto in sintonia, ad entrambi piaceva la musica e volevano diventare cantanti. Damon era molto preso da lui, Chase...sinceramente non so cosa gli passasse per la testa. Era a conoscenza dei sentimenti di Dam ma finchè lui restava in silenzio in merito, la loro relazione non sarebbe cambiata. Chase non era mai stato chiaro e tra l'altro era proprio lui a calcare la mano di fronte ai loro fans, questo ha fatto immedesimare troppo Dam nel personaggio che interpretava. All'epoca dividevano la stessa stanza nel condominio che ci aveva affittato l'agenzia, avevano girato molti live li dentro. Erano sempre appiccicati. Quella piccola cotta è diventata amore per Dam, ma in realtà non penso che lo fosse veramente. Damon aveva trovato qualcuno che lo accettava e sembrava che gli dimostrasse quell'affetto che lui agognava tanto, quindi ha confuso i sentimenti. Almeno secondo il mio punto di vista. In apparenza Chase sembrava la persona perfetta accanto a Dam, hanno ancora molti fans inferociti al seguito che li rivogliono insieme."
"Lo so...ho letto tutti i commenti contro di me." borbottai chiudendo gli occhi. Ero stanco di tutto ciò, non volevo sentire altro. Quelle cattive voci facevano male e non capivo come potessi meritarmele. Non avevo fatto nulla di male eppure avevo persone che mi odiavano dicendo che ero solo il rimpiazzo del vero partner di Damon. Forse dicevano soltanto la verità visto come sembrava l'intesa tra di loro secondo il racconto di James.
"Mi dispiace, non riescono ad accettare il fatto che il passato ormai è passato. Non si può più tornare indietro e di certo non credo che lo vogliano pure loro, almeno spero che usino il cervello. Gran parte di quello che erano era fan service."
"Un pò come lo siamo noi." mormorai sempre più scocciato.
"E' vero ma io conosco Damon da molto più tempo di te. So che dopo quella batosta lui è cambiato profondamente, è più cauto su tutto. Ha paura di lasciarsi andare ma con te sembra diverso." perchè il suo tono convinto non riusciva a coinvolgermi? Volevo veramente credere a James, ma volevo anche che quell'idiota non soffrisse più per una cotta passata. Gli lanciai un'altra occhiata vedendolo rimettere il cellulare in tasca e tornare a parlare con la sceneggiatrice su alcune battute.
"Diverso in che modo? E' sempre e solo fan service. Nulla di più."
"Questa è solo la rabbia a parlare, non sei veramente tu. Fammi capire bene. Sei arrabbiato per quel singolo messaggio, che probabilmente non vuol dire niente, o perchè pensi che siano ancora in contatto?" quella domanda era subdola e lui lo sapeva bene.
"Perchè lui mi nasconde le cose dannazione! Non vuole parlarmi assolutamente di quella storia e ci sono molte cose che ancora non so. Lui non si fida di me. Prima mi dice che non dobbiamo avere segreti poi lui è il primo ad averne!" la rabbia mi assalì di nuovo e strinsi i pugni mentre la mia gamba aveva aumentato a muoversi con un ritmo tutto suo. Sembrava posseduta.
"Calmati! Perchè invece di sbuffare qua in solitudine come un treno a vapore non vai ad affrontarlo?" si alzò in piedi stirandosi la maglietta con una mano.
"Perchè dovrei se nemmeno si accorge che sono arrabbiato?" forse mi stavo comportando da bambino petulante ma in quel momento mi sentivo così ed ero sempre più convinto di ogni mia parola.
"A dire la verità, forse non te ne sei accorto tu, ma è da quando siete tornati dalla mensa che continua a lanciarti occhiate da lontano. Non si è avvicinato perchè sta lavorando, però è stato proprio lui a chiedermi di venire da te per parlarti. E' turbato dal fatto che lo stai evitando e non ne capisce il motivo. Sii onesto e sfogati con lui. Puoi dargli anche dell'idiota se serve a farlo ragionare."
"Non voglio."
"Più tempo fai così più rischi di perderlo e incrinare il vostro rapporto. Lui ci tiene a te e la cosa è reciproca. Non fare il bambino e vai da lui."

A quelle parole mi bloccai di colpo. James si allontanò per provare la sua scena con Kevin e l'attrice che interpretava sua cugina. Come poteva andarsene in quel modo? Ero di nuovo da solo nel mio brodo. Che palle. Quanto mancava ancora per tornare a casa? La voce di Meg attirò la mia attenzione.

"Alec sei pronto? Giriamo la vostra scena adesso."
"Solo un minuto, devo prima parlare con Damon di una cosa." mi avvicinai con calma, era ora di affrontare il toro per le corna e finirla di mettere il broncio. Avevo bisogno di chiarire con lui, alla fine James aveva ragione su una cosa. Ci tenevo così tanto a quel rapporto che avrei fatto di tutto per non perderlo.
"Si va bene, però sbrigatevi che siamo già in ritardo con la tabella di marcia." mi disse un pò spazientita Meg mentre si organizzava con la troupe. Feci cenno a Dam di seguirmi e ci allontanammo di qualche metro per avere una parvenza di privacy. Odiavo dare troppo spettacolo per fatti personali.
"Mi vuoi finalmente dire cosa ti prende?"
"Si tratta di quel messaggio che ti è arrivato prima." confessai evitando ancora di guardarlo negli occhi. Misi le mani in tasca stringendomi nelle spalle con insicurezza.
"Lo hai letto." non sapevo se fosse più sorpreso o mi stesse accusando in qualche modo.
"Si...non mi vuoi dire niente?"
"Cosa ti devo dire? Era solo un messaggio come tanti altri." quando azzardai a incrociare i suoi occhi lo vidi infastidito e in procinto di arrabbiarsi. Dovevo essere io quello arrabbiato, non lui.
"Non mi sembra che Chase mandi messaggi come tanti altri. Lo senti ancora?"
"Non penso che questi siano affari tuoi Alec." quelle parole mi fecero male al petto.
"Sono il tuo partner, certo che sono anche affari miei." alzai la voce con rabbia stringendo i pugni. Molte persone si voltarono verso di noi ma li ignorai. Mi sentivo un vulcano pronto ad esplodere.
"Di lavoro, solo partner di lavoro. Non credere di poter interferire con altre questioni. E' la mia vita." non stava urlando ma il suo tono e il suo sguardo erano glaciali.
"Quindi non valgo proprio niente per te? Si tratta solo di lavoro. Bene, grazie di avermelo chiarito. Adesso andiamo a lavorare collega, ci aspettano." detto ciò gli voltai le spalle per andare verso Meg e i cameramen.
"Dannazione Alec!" lo sentii imprecare ma mi rifiutai di girarmi verso di lui. Adesso dovevamo lavorare.

Il resto delle riprese continuarono con un'aria di tensione palpabile. Se ne erano accorti tutti e nessuno sapeva come gestire quell'atmosfera. Alcuni membri della troupe cercarono di farci fare degli esercizi per scioglierci un pò e recuperare la nostra intesa ma non sembravano dare i loro frutti. Ci costrinsero a provare il copione tenendoci per mano e guardandoci negli occhi. Peccato che in quel momento volevo incenerire i suoi tanto acclamati occhi e mozzargli una mano. Ma quello era lavoro e lo show doveva andare avanti. Dovevo concentrarmi. Meg ci rinunciò e disse che per quel giorno ci saremmo fermati li e che avremmo ripreso l'indomani, la prima scena era di nuovo la nostra. Coccole in vista, la scena giusta in quel momento. La ringraziai con il capo notando che Damon si alzava, voltando le spalle, ignorandomi completamente. Questo mi ferì ulteriormente. Adesso faceva lui l'offeso? James si fece avanti di nuovo ammiccando verso il nostro collega in comune che stava scherzando con Kevin e Louise, un'altra attrice del cast principale. Interpretava la mia ex ragazza nella serie ma si era capito fino dalle audizioni che aveva un debole solo per lui. Pendeva dalle sue labbra. Chi non lo faceva?

"Ti avevo detto di andare a parlargli non di litigare di fronte a tutti come una moglie ferita." disse James raggiungendomi.
"E' colpa sua! A quanto pare devo farmi gli affari miei perchè non sono altro che un collega di lavoro."
"Conosco Damon da anni, so che quello che ha detto non era ciò che pensava. Avete caratteri diversi e mentalità diverse, lui è anche più grande di te e con più esperienza. E' difficile che si apra del tutto ma con te ci sta provando. Non è facile per lui parlare di quell'argomento. Io c'ero durante quell'anno e mezzo e ti dico che a fatica siamo riusciti a portare avanti la seconda stagione, conta che è stata persino un mezzo flop. Era difficile farli recitare insieme, hanno dovuto cambiare spesso il copione e diminuire le scene insieme dei due personaggi. Meglio non mescolare il lavoro con i sentimenti, l'ho sempre detto. Ormai era tutto un casino unico. Quasi tutti si erano schierati da una parte o dall'altra, sembrava una disputa sportiva. Alec non voglio difenderlo, anche perchè qui bisognerebbe sentire entrambe le campane e non giudicare, ma so bene cos'ha passato. Gli erano rimasti pochi veri amici e ha sofferto molto, tante porte gli si sono chiuse davanti senza avere nemmeno la possibilità di dimostrare quanto valeva. Forse dovresti tentare di nuovo di parlargli senza andare subito con il piede di guerra. Dovete risolvere la faccenda entro domani altrimenti Meg si arrabbierà." mi avvisò lui con serietà.
"Come faccio a parlargli se mi sta ignorando? Guardalo! E' come se non esistessi!" lo indicai con un cenno della testa in modo esasperato e frustrato.
"Richiedi la sua attenzione come fai di solito, questo lo sai fare piuttosto bene meglio di chiunque altro. Ha occhi solo per te. Comunque Alec, secondo me questa è soltanto gelosia. Facci un pensierino mentre decidi come fare un passo verso lui e porgere un ramoscello di ulivo."

Io geloso? James stava di certo farneticando. Odiavo quando le persone manifestavano gelosia e di certo io non ero assolutamente geloso di lui. James gli si avvicinò per sussurrargli qualcosa all'orecchio, Damon annuì dandogli una pacca sulla spalla come saluto per poi tornare a parlare con Louise e Kevin. Decisi di alzarmi per andare a parlargli quando Brian entrò in compagnia di un altro uomo che attirò completamente l'attenzione di Damon. Quest'ultimo sorrise al nuovo arrivato con felicità mentre si chinava leggermente per stringerlo in un forte abbraccio ricambiato. E adesso chi diamine era quello? Aveva il volto familiare ma non riuscivo a riconoscerlo. Vidi che lo presentava ai due colleghi e la mia rabbia aumentò a dismisura. Ed io cos'ero? Aria? Mi arrivò un messaggio da Veronica che chiedeva se potevamo vederci in quel momento. Quella era la mia via di fuga perfetta. Gli lanciai un'ultima occhiata prima di superarli e lasciare definitivamente il set. Chiesi a Paul un passaggio per andare al locale dove avrei poi incontrato la mia ragazza. In silenzio, continuavo a guardare fuori dal finestrino con la mente troppo confusa e agitata. La mia gamba non voleva stare ferma dal nervosismo. Era per l'incontro con Veronica? O per il fatto che Damon mi aveva ignorato e trattato in quel modo come se non contassi nulla? Non capivo più niente. Mandai un messaggio a Veronica avvertendola di essere arrivato, misi un cappellino scuro con visiera per cercare di non essere notato e scesi dall'auto. Dissi a Paul che lo avrei contattato appena finito per farmi venire a prendere. Ero pronto per affrontare uno dei miei problemi. Appena la vidi ad un tavolo la raggiunsi guardandomi attorno.

"Potevi trovare un angolo un pò più buio. Potrebbero notarci." mi sedetti davanti a lei sentendomi a disagio. Mi calcai di più il cappellino in testa con fare nervoso e mi incurvai con le spalle.
"Non importa, ho fans ovunque. Sarebbe impossibile nascondersi con me anche volendo."
"Ne abbiamo già parlato, eri stata proprio tu a dire di non volerci far vedere insieme." le ricordai abbassando la voce mentre lei sorseggiava tranquillamente il suo drink colorato. La vidi sorridere e salutare qualcuno dietro di me e sperai che non si facessero avanti fino ad arrivare al nostro tavolo per chiederle un autografo o una foto insieme.
"Magari adesso ho cambiato idea. Magari voglio mettere in mostra la mia proprietà."
"Non sono mai stato una tua proprietà, nè tua nè di nessuno. Eravamo una coppia...siamo una coppia." mormorai cercando di correggermi all'ultimo momento. Stavamo ancora insieme.
"Finalmente mettiamo le carte in tavola. Siamo onesti una volta per tutte, penso che sia arrivato il momento di farlo. Lo so che non sei mai stato una mia proprietà, scusami per l'espressione. Le cose tra noi non vanno bene già da un bel pò, abbiamo tirato avanti finchè potevamo. Tu cosa ne pensi?" era la prima volta che mi parlava così apertamente del nostro rapporto. Non era mai successo. Se voleva l'onestà le avrei tirato fuori tutto, cercando di non essere cattivo. Dopotutto avevamo avuto anche dei bel momenti in passato, non potevamo dimenticarli.
"Mi piacevi molto, anche adesso mi piaci ancora. Mi dispiace ogni volta che finiamo per litigare, ormai sembra che non sappiamo fare altro. Questo sta distruggendo il nostro rapporto."
"Ricordo ancora la prima volta che ti vidi in quel locale. Eri come un pesce fuor d'acqua, ti avevano costretto a uscire i tuoi amici e tu facevi finta di divertirti ma eri a disagio e continuavi a giocare al cellulare. Nessuno se ne era accorto, troppo ubriachi per notare qualcun altro oltre loro stessi che stavano facendo baldoria. Io ti osservavo da lontano perchè mi incuriosivi. Molte ragazze avevano provato ad avvicinarsi, ma tu le mandavi via con qualche scusa senza farti scrupoli. Trovavo la cosa interessante e poi eri piuttosto carino, quindi mi sono fatta avanti portandoti un drink. Hai rifiutato persino me senza guardarmi in faccia. Nessuno mi aveva trattata in quel modo, nessuno mi aveva mai rifiutato. Ero famosa ma per te ero come aria." ricordò lei indispettita osservando il ghiaccio sciogliersi nel suo bicchiere quasi vuoto. Mi tornò in mente quella sera, sembravano passati anni.
"Non volevo essere li, ero a disagio. Era stata una giornata da dimenticare e non ero di compagnia, stavo guardando IG per passare la serata."
"Lo so, mi ricordo benissimo il servizio fotografico che stavi guardando. Era di Damon. Ammetto che era piuttosto figo, come al solito del resto." a quelle parole restai di sasso.
"Come?" mi raddrizzai sulla sedia. Di cosa stava parlando? Perchè non ricordavo quel momento?
"Mi sembra strano che non te lo ricordi, stavi guardando gli scatti di Damon. A quanto pare lui attirava già la tua attenzione più di me fin dal principio. Siccome non volevo perdere, ti ho incrociato mentre uscivi dal bagno e ho fatto finta di scontrarti per poi macchiarmi il vestito e dare la colpa a te. Finalmente mi guardavi. Poco dopo abbiamo iniziato a frequentarci e adesso eccoci qui a fare il resoconto della nostra storia. Com'è strano il mondo. C'è sempre stato lui fin dall'inizio, non lo sapevo nemmeno ma avevo perso già in partenza."
"Non so..." ero smarrito.
"Alec, non mentire. Non farlo adesso. Cosa provi per Damon?" quella era la domanda del secolo. Nemmeno io sapevo più cosa sentivo per lui.
"Non lo so. Sul serio...sono confuso. Oggi abbiamo persino litigato e mi sento agitato. Ogni volta che sono con lui mi sconvolge completamente." ammisi guardandomi le mani. Solo qualche ora prima ero sdraiato tra le sue braccia sentendomi a casa, adesso mi sentivo vuoto e spossato.
"Provi qualcosa di diverso rispetto a quello che provavi per me? Qualcosa di più profondo?"
"Non lo so. Lui è più di un fratello per me." perchè voleva sapere tutte quelle cose? Stava scavando troppo a fondo per delle questioni che non volevo realmente affrontare. Perchè le cose non potevano restare così per sempre? Litigata a parte. Tutti troppo curiosi di sapere qualcosa su quella relazione, adesso ci si metteva pure lei.
"Dannazione! Come fai a non saperlo? Pensi a lui in continuazione? E' la prima persona che chiami quando ti svegli? Parli sempre di lui? Ti batte forte il cuore quando lo vedi? Arrossisci al suo sguardo? Sei in trepida attesa mentre aspetti un suo messaggio? Ti senti solo quando lui non è con te? E' la prima persona che vorresti vedere al mattino e l'ultima che vorresti salutare prima di dormire?"
"Fermati, prendi fiato! Mi sembri una di quelle riviste rosa per donne single in cerca di trovare qualcuno per accoppiarsi!" ridacchiai in imbarazzo massaggiandomi un orecchio. Cosa era preso a Veronica di punto in bianco? Fino a cinque minuti prima stavamo ancora insieme e adesso mi chiedeva dei miei sentimenti per Damon. Che strana.
"Alec! Se vuoi lasciarmi almeno fallo per un buon motivo. Le cose tra di noi non vanno più bene da non so più quanto tempo. Più cercavamo di venirci incontro più ci allontanavamo. Sono sempre stata gelosa del tuo rapporto con Damon, non avevi tempo per me ma non facevi altro che parlare di lui. Damon di qua, Damon di la. Era come una terza persona sempre presente accanto a te anche se in realtà c'ero solo io. Mi infastidiva solo sentirlo nominare. Ero io la tua ragazza o lo era lui? Amavi me o amavi lui? Ho sempre avuto paura di farti queste domande perchè non volevo sentire la risposta. Cosa provi per Damon? Non è una di quelle interviste che poi viene pubblicata on line, puoi essere sincero. Non rifilarmi la solita solfa del siamo come fratelli. Detesto mio fratello e di certo non ho un rapporto così affettuoso con lui da abbracciarlo ogni dieci minuti o dal dormire nello stesso letto."
"So solo che mi fa stare bene. Sentire la sua voce, vedere il suo sorriso e incrociare il suo sguardo...mi fa sentire dannatamente bene. Rende più colorata la mia giornata. Non so se sia amore o un'amicizia stretta, so solo che voglio che restiamo così per molto tempo. Non voglio perdere quello che c'è tra di noi. Quando ho letto il messaggio che ha ricevuto da un altro mi sentivo così male. Non mi era mai successo." finalmente ammisi anche a me stesso la verità. Era inutile nascondersi ancora. C'era qualcosa tra di noi e non potevo più negarlo, qualcosa a cui tenevo più di tutto.
"Finalmente il nostro Alec mostra segni di gelosia. Pensavo che non l'avresti mai provata per nessuno e invece eccola qua. Tieni davvero a lui così tanto. Ho provato più volte a farti ingelosire facendomi fotografare insieme ad altri ragazzi ma tu non reagivi mai nel modo che speravo. Invece un solo messaggio ti ha sconvolto così tanto che non ti da pace. Damon ha fatto centro senza nemmeno saperlo." fece una risata amara annuendo con il capo. Avevano ragione, sia lei che James.
"Sono geloso. E' vero. Mi sento strano." continuai a massaggiarmi l'orecchio lanciando occhiate in tutto il locale. C'erano alcune persone che ci stavano guardando. Era meglio chiuderla il prima possibile e tornare a casa.
"Perchè non glielo dici? Hai paura del delirio che potrebbe scatenarsi tra i fans quando verranno a sapere che la loro ship immaginaria in verità è reale? Fregatene, questa è la tua vita. Non possono condizionare così tanto la vita di una persona."
"Lo dici proprio tu che hai migliaia di followers e che ha taciuto a tutti per mesi la nostra relazione." la presi in giro.
"Ho controllato, i tuoi followers hanno battuto i miei per numero. Sei diventato famoso piuttosto in fretta. Comunque non stiamo parlando di me, ma di te e Damon. E' diverso. Noi siamo il passato, voi potreste essere il futuro. Dipende da come te la giochi. Voi siete sulla bocca di tutti, io avevo paura di dire che stavo con qualcuno che non era ancora famoso. Poi quando lo sei diventato avevo paura dei confronti, non volevo essere criticata."
"Veronica voglio chiarire una cosa. Non ti sto lasciando a causa di Damon ma perchè tra di noi le cose non funzionavano. Ciò che provo per Damon è venuto dopo...è maturato nel tempo, un pò alla volta. Ma volevo stare con te. Tenevo molto a noi ma so di non essermi dedicato abbastanza dopo essere stato scritturato nella serie. Ho molte colpe se la nostra relazione non è andata bene." le chiesi scusa nell'unico modo possibile. Mi sentivo in colpa nei suoi confronti.
"Non è stata solo colpa tua. Lo sapevo che sarebbe stato difficile e non ho di certo aiutato a far funzionare le cose. Damon forse non ne è la causa ma ha messo a dura prova delle basi che forse non erano così stabili come credevamo. Adesso voglio dedicarmi a me stessa e ai nuovi progetti, niente storie clandestine per un pò. Il mio ego deve rimettersi in sesto dopo che tu hai ammesso di provare qualcosa per un'altra persona. Certo, il fatto che quella persona sia talmente figa per milioni di altre persone un pò mi mette il cuore in pace. Adesso però tocca a te affrontare il drago. Avete litigato, cosa vuoi che sia? Gli innamorati litigano sempre. Vai da lui e chiarite la faccenda, digli che sei geloso e che ci siamo lasciati. Sicuramente ne sarà contento." alzò gli occhi in alto facendo una smorfia. Non era facile per lei dire quelle cose lo sapevo.
"Perchè dovrebbe esserne contento?"
"Ti facevo più sveglio Alec. Adesso devo proprio andare, tra un pò devo fare una diretta su IG e mi devo preparare. Accompagnami fuori."

Mandai un messaggio a Paul e la accompagnai fuori mettendole una mano dietro lo schiena per guidarla. Era tutto strano, quello era il nostro addio eppure non sentivo niente. Avevo creduto che ci saremmo lanciati accuse a vicenda, arrabbiati l'uno con l'altra per fatti già accaduti, eppure ero tranquillo. Avevamo sistemato le cose e sembravamo dei vecchi amici in partenza verso nuove avventure separate. Era un addio sereno. Di fronte a noi accostò la macchina della sua manager, era arrivato il momento di lasciarla andare. Veronica si voltò verso di me con un sorriso triste e mi chiese un ultimo abbraccio. Volevo ricordarla così. La strinsi tra le braccia e le sussurrai parole di incoraggiamento per il futuro. Lei mi disse di non perdere tempo e prendere ciò che volevo. L'istante di un click e di schiamazzi allarmati e tutto quello che ero riuscito a costruire esplose come una bolla di sapone.

POV Damon

Mark ed io entrammo in casa, lo vidi buttarsi sul divano con fare stanco trascinando i piedi sul pavimento. Andai a prendere due bottigliette di acqua nel frigorifero e gliene lancia una addosso colpendolo in pieno. Borbottò, lamentandosi dei miei modi poco gentili, e si massaggiò lo stomaco. Mi appoggiai al mobile della cucina e bevvi un sorso, non facevo altro che pensare alla litigata con Alec. Perchè avevo reagito in quel modo? Perchè non avevo contato fino a mille prima di aprire bocca? Avevo bisogno di sentirlo, non volevo che si creasse troppa distanza tra di noi. Non sapevo se dargli altro tempo o provare a chiamarlo.

"Finalmente un pò soli."
"Non ti ci abituare. Appena lo dici arriva sempre qualcuno o qualcosa a disturbare la quiete. Ho bisogno di pensare." mormorai massaggiandomi la tempia. Era arrivata persino l'emicrania come ciliegina sulla torta.
"E' per questo che mi hai chiamato in aiuto? Pensavo che volessi finalmente presentarmi Alec eppure ho visto che è fuggito senza neanche salutarti. Se è per questo ho anche notato il tuo sguardo spento e triste mentre lui usciva. Sembravi un cane bastonato."
"Abbiamo litigato."
"La coppia d'oro che litiga? Cos'è successo?" si mise seduto correttamente dandomi tutta la sua attenzione. Mark era uno dei miei migliori amici, sapeva quando concordare con me nelle cose giuste e anche quando bastonarmi se commettevo degli errori gravi come quello.
"Chase mi ha mandato un messaggio e Alec lo ha letto." ammisi cupamente ricordando ogni dettaglio di quell'assurda scena.
"Cosa vuole quel coglione adesso?" il tono aggressivo del mio amico mi fece capire come la pensava. Non era di certo un segreto che detestava apertamente Chase, lo aveva persino affrontato fuori dal set una volta dicendogli che si era comportato in modo infantile andando a sbandierare la vita privata di un'altra persona sui social media. Specialmente la vita di una persona che dichiaravi a tutti di essergli amico e forse qualcosa di più. Quella volta ero riuscito a stento a portarlo via prima che gli tirasse un pugno in un occhio. Mark era così, meglio averlo come amico che come nemico. Sapeva sempre come consolarmi dopo ogni rottura, insieme a Simon e Trevis gli altri due amici. Non mi avevano mai lasciato solo e continuavano a sostenermi e a incoraggiarmi.
"Voleva chiamarmi ma non ho risposto."
"So che non è la prima volta che ti contatta dopo che sono finite le riprese. Gli hai mai risposto?"
"Una volta sola, ma mi aveva fatto male sentirlo. Non ero ancora pronto a lasciare andare quella storia."
"Dam hai intenzione di chiamarlo?" mi si avvicinò scrutandomi attentamente. Mi conosceva bene, sapeva che preso dal momento potevo prendere il telefono e rivangare il passato con una sola chiamata. Sapeva che una parte di me era tentata di farlo e sapeva che l'altra parte di me aveva bisogno di distrazione prima di commettere un'altra cavolata.
"No...non lo so. L'unica cosa che ho in testa in questo momento è il viso deluso e arrabbiato di Alec. Gli ho urlato che non erano affari suoi e che lui è soltanto un partner di lavoro." mormorai prendendomi il viso tra le mani con fare sconsolato. Cosa dovevo fare?
"Ma sei un imbecille? Perchè gli hai detto una cosa del genere? Se lo avessi detto a me ti avrei tirato un pugno. Ritieniti fortunato." potevo credergli sulla parola. Lo avevo già visto in azione.
"Mi sentivo oppresso. Chase che mi voleva parlare, io che ero stanco morto e Alec che mi chiedeva che intenzioni avevo. Non sapevo cosa dirgli in quel momento così l'ho aggredito anch'io verbalmente di fronte a tutti. Non siamo più riusciti a girare una delle nostre scene e Meg ci ha rispediti a casa esasperata. La cosa più difficile per me è stata ignorarlo."
"Alec è un santo! Fratello lo so come sei fatto, che hai bisogno di sbollire un pò per paura di mangiartelo vivo ma arrivare persino a ignorarlo no! Ignoravi lui mentre parlavi con due persone alle quali evidentemente piacevi? Cosa c'è di sbagliato in te? Cosa credi che potesse pensare quel povero ragazzo?" Mark si accalorò cercando di farmi ragionare. Aveva ragione, come al solito avevo fatto un'altra cazzata mentre ero arrabbiato. A quanto sembrava ne stavo accumulando parecchie negli ultimi tempi.
"Lo so, ho sbagliato."
"Damon ti voglio bene, ci conosciamo dal liceo e non ti ho mai visto così sconvolto per colpa di uno stupido malinteso. Devi andare a chiarire subito con lui e a scusarti per tutte le cavolate che ti sono uscite di bocca. Trova un modo di farti perdonare e poi finalmente potrai presentarmi mio cognato. Ho bisogno di dirgli giusto due o tre cose su come gestire il tuo caratteraccio, il più delle volte sei talmente adorabile da cariare i denti ma tendi a risultare parecchio suscettibile in certi casi...e ovviamente minacciarlo di morte in caso ferisca i tuoi sentimenti. Questa volta però sono ottimista." sorrise lui dandomi delle pacche sulla spalla sentendosi fiero del proprio discorso.
"Cosa te lo fa pensare?" gli chiesi con curiosità ricambiando tiepidamente il suo sorriso.
"L'adorazione piuttosto palese che mostra quando ti guarda negli occhi. Se non riesci ad accorgertene mentre sei con lui, ti consiglio di farti un giretto sul web e rivederti alcune scene. Per lui è come se camminassi sull'acqua."
"Se fosse un modo per tenerlo al sicuro da tutto quello che c'è la fuori camminerei persino sui carboni ardenti per lui."
"Così mi spaventi, non esagerare. E' dannatamente fortunato quel ragazzo."
"Sono io quello fortunato ad averlo incontrato." ammisi con voce tremante incrociando lo sguardo del mio amico. Lui annuì capendo al volo tante altre cose che non volevo tirare fuori. Sapeva che non era il momento per altre confessioni più profonde e che probabilmente non lo sarebbe mai stato, avevo paura di tirarle fuori e scavare nei miei stessi sentimenti. Paura di ripetere gli stessi sbagli, paura di perdere una persona importante. Mi strinse la spalla per confortarmi, sarebbe sempre stato al mio fianco. All'improvviso arrivò come un fulmine a ciel sereno Brian con in mano il cellulare e con espressione turbata. Non preannunciava nulla di buono.
"Damon abbiamo un problema." addio momento di tregua.
"Cos'è successo?" mi raddrizzai con fare allarmato mentre il mio manager mi allungava il proprio cellulare per mostrarmi foto video e dei commenti che non avrei mai voluto vedere. Stavano arrivando una valanga di problemi all'orizzonte ed Alec era il centro del ciclone.
"I paparazzi hanno beccato Alec e Veronica uscire insieme da un locale e abbracciarsi. Gli haters la stanno insultando sui social, ti stanno arrivando tanti messaggi." gli restituii il cellulare e presi il mio digitando nervosamente sul display.
"Dannazione! Chiama Paul e le riviste. Organizzate una conferenza stampa per domani al più presto. Speriamo che mi risponda." mormorai selezionando il nome del mio compagno. In un primo momento risultò libero poi più nulla. Provai a chiamarlo di nuovo ma mi rispose la segreteria telefonica. Quanto odiavo sentire il suono di quella voce metallica.
"Dam?" Mark cercò di attirare la mia attenzione ma avevo la testa troppo incasinata per parlare con lui. L'unico con cui volevo parlare non rispondeva ed io stavo cercando di ideare un piano per risolvere la questione senza causare troppe vittime.
"Niente, forse lo ha staccato. Chiamo sua madre. Mi dispiace Mark ma devo lasciarti io..." non mi fece nemmeno finire la frase che mi diede le chiavi dell'auto in mano per poi spingermi verso la porta.
"Damon, va da lui. Resto qui ad aiutare Brian. Ci sentiamo più tardi."

Non ebbi nemmeno il tempo di ringraziarlo come dovevo che mi precipitai in macchina uscendo fuori dal garage con attenzione. Va bene la fretta ma non volevo causare alcun incidente per disattenzione senza nemmeno essere ancora uscito dalla proprietà. Mi immersi nel traffico e feci partire la chiamata con il vivavoce. Nell'attesa tamburellai le dita con nervosismo sul volante mandando qualche imprecazione alle auto davanti che stranamente quella sera volevano rispettare i limiti di velocità in modo estenuante. Di solito sembravano partecipare a una gara di formula uno ma quella sera era più veloce un bradipo assopito.

"Mary!" esclamai felice mentre sentivo rumori provenienti dall'altro interfono.
"Damon finalmente! Hai visto le foto?" la sua voce arrabbiata aveva una vena accusatoria. Aveva ragione, avrei dovuto prendermi più cura di suo figlio.
"Si. E' a casa?"
"Si è rifugiato in camera, non risponde a nessuno. Non vuole nemmeno aprire la porta."
"Com'è la situazione fuori? Ci sono i giornalisti?"
"Non qui sotto perchè fortunatamente non sanno dove abitiamo ma Paul li ha visti gironzolare nel quartiere. Ha detto che non dobbiamo uscire per nessun motivo." per fortuna una cosa intelligente ogni tanto la fa anche lui.
"Sono per strada, tra un pò vi raggiungo. Questa sera lo porto da me, staremo attenti a non farci vedere. Più tardi Brian ti chiamerà per dirti tutto. Per favore, potresti passarmelo? Ho bisogno di parlargli."
"Ha bisogno di te al suo fianco in questo momento, sei il suo compagno. Lo avevi promesso." quelle parole mi fecero male perchè erano l'assoluta verità.
"Mantengo sempre le promesse. Devo prendermi cura di lui e della sua immagine. Non mi tirerò indietro." affermai con sicurezza credendo in ciò che avevo appena detto. Erano alcune delle promesse che le avevo fatto la prima volta che l'avevo conosciuta, aveva bisogno di sapere a chi stava affidando il proprio figlio e che fosse al sicuro e guidato da qualcuno di cui potesse fidarsi. Speravo di avere ancora la sua fiducia. Sentii un pò di trambusto, Mary che chiamava il figlio dicendo che lo stavo cercando. Non sentii alcuna risposta da parte sua e pensai il peggio finchè non sentii un impercettibile sospiro che mi rincuorò di colpo.

"Pronto." la sua voce era flebile e rauca. Il suo tono senza energie mi fece male.
"Alec sono io."
"Lo so."
"Probabilmente non vuoi parlare con nessuno adesso, specialmente con me. Scusami per tutto, a volte mi comporto da perfetto imbecille senza nemmeno accorgermene. Non ti meritavi quelle parole. Ne parleremo meglio di persona, voglio chiarire tutto con te. In merito a quelle foto e quei video non devi preoccuparti, ce ne stiamo occupando Brian ed io. Tutto si risolverà in fretta. Abbi fede. Mi hai sentito? Lo so, può sembrare una frase fatta ma fidati di me. Sei molto importante." speravo accogliesse la mia supplica. Speravo che si fidasse di me ancora una volta, avrei fatto di tutto per non deluderlo. Lo sentii sospirare di nuovo, sembrava stesse trattenendo le lacrime ma non potevo esserne certo.
"Teddy ho bisogno di te." sussurrò piano con voce spezzata. Non lo avevo mai sentito così. Aveva usato il nomignolo che mi aveva dato solo quella mattina. Quando lo avevo sentito la prima volta ne ero rimasto sorpreso. Avevo adorato il suo tono burbero mentre cercava di far finta di niente, ma in quel frangente fu agognante. Volevo essere al suo fianco per confortarlo, fare miei i suoi problemi e aiutarlo ad andare avanti con sicurezza. Volevo prendermi cura di lui.
"Dammi mezz'ora e sarò sotto casa dei tuoi. Ti mando un messaggio appena arrivo. Scendi e poi ti porto a casa, non hai bisogno di nient'altro. Stanotte resterai con me. Non te lo sto chiedendo."
"Va bene, ti aspetto. Stai attento."

Detto ciò, chiuse la chiamata lasciandomi solo con i miei pensieri. Pensieri che andarono in mille direzioni e quasi nessuna di quelle era bella. Vedevo scenari futuri per nulla allettanti. Ero preoccupato per lui. Più ferivano lei più lui si sarebbe tormentato dai sensi di colpa. Non doveva andare a finire così. Feci una telefonata a Brian per avere degli aggiornamenti e mi confermò su un'intervista singola per entrambi e una di coppia. Aveva chiesto alla troupe di posticipare di un'ora le riprese così da risolvere il problema, promettendo loro che non avremo fatto perdere tempo e che saremo stati diligenti come al solito. Mark aveva cercato di calmare gli animi sui social commentando sul nostro affiatamento come coppia e postando alcuni video di vecchie uscite tra amici dove ci prendevamo in giro a vicenda mentre eravamo vestiti da donne. Stava distraendo i fans dando loro altri scorci della nostra vita pur di concentrare le loro menti su altro che non fosse il nuovo scandalo del momento. Li ringraziai di cuore dicendo loro che avrei portato Alec a casa per restare da soli in tranquillità. Giusto per fargli capire a chiare lettere di lasciare il campo libero. Appena fui nei paraggi, mandai un messaggio dicendogli di farsi trovare giù che stavo arrivando. Controllai attentamente la strada ma in apparenza non sembrava che ci fosse nulla di sospetto. Mi fermai giusto il tempo di farlo salire in macchina e ripartii immediatamente senza guardarmi indietro. Lanciai uno sguardo nella sua direzione preoccupato. Guardava fuori dal finestrino con aria assorta mentre con una mano stringeva la cintura stretta al suo petto. Chiaro segnale che non voleva parlare, andava bene. Non volevo forzarlo in alcun modo. Misi un cd di musica di sole chitarre acustiche per calmare un pò gli animi. In quel momento ne avevamo bisogno entrambi. Facemmo tutto il viaggio in assoluto silenzio rispettando lo spazio personale l'uno dell'altro. Aprii il cancello con il telecomando e parcheggiai l'auto nel garage. Lo accompagnai dentro casa togliendomi subito le scarpe e preparando il suo paio di ciabatte che posizionai vicino ai suoi piedi. Era immobile e guardava il pavimento. Mi chinai a togliergli le Adidas bianche e le misi accanto alle mie nel ripostiglio.

"Vai a farti una doccia, ti lascio il cambio in bagno. Qualunque altra cosa di cui tu abbia bisogno dimmelo e te la procurerò. Non ho molto in frigo, mi restano solo alcune confezioni di noodles istantanei. Dopo ordiniamo qualcosa da mangiare. La prossima volta farò la spesa prima e ti cucinerò qualcosa di buono. Mi dispiace per l'inconveniente." mi scusai prendendo dei dépliant di cibo da asporto che tenevo sul bancone in cucina. Li usavo raramente ma andavano benissimo per le emergenze.
"Damon io..."
"Non dire niente adesso. Ne parliamo dopo e decideremo insieme come muoverci. Vai a fare la doccia. Ti aspetto qui."
"Non ordinare. Vanno bene i noodles." mi disse lui tutto d'un fiato arrossendo alle orecchie. Azzardai un sorriso, era tenero in quel momento. Lasciai perdere i dépliant e annuii.
"Ok. Vada per i noodles. Adesso vai."

Lo osservai rifugiarsi in bagno e mi sentii più tranquillo. Adesso era al sicuro, speravo che se ne rendesse conto e che iniziasse a rilassarsi. Sentii l'acqua scorrere restai per alcuni secondi dietro la porta chiudendo gli occhi. Perchè stavo iniziando a fare pensieri assurdi sul mio partner? Pensieri come raggiungerlo sotto la doccia per lavargli la schiena. No, basta! Non era la prima volta che si facevano avanti nella mia testa ma ero sempre riuscito ad accantonarli ritornando con i piedi per terra. Adesso che le cose si erano complicate rispuntavano come funghi dopo un temporale, non era proprio il momento ideale per pensare a certe cose. Andai in camera a prendergli un asciugamano e un cambio per la notte. Bussai alla porta del bagno, per non spaventarlo, ed entrai posando il tutto sul mobile vicino allo specchio. Feci di tutto per resistere alla tentazione e uscii immediatamente senza lanciare alcuna occhiata nel posto che desideravo. Dovevo andare all'inferno in quel momento. Perchè pensavo a certe cose? Andai in cucina e iniziai a trafficare con la pentola per preparare i noodles. Fortunatamente il frigo non era completamente vuoto e misi alcuni ingredienti dentro che sapevo avrebbe apprezzato. Conoscevo i suoi gusti. Quando uscì dal bagno per poco non mi scottai la mano con l'acqua calda della pentola. Erano solo una stramaledetta maglietta vecchia e un paio di boxer grigi, ma era la mia stramaledetta maglietta preferita e quei boxer erano abbastanza aderenti da non nascondere nulla. Aveva ancora i capelli umidi che stava tamponando con l'asciugamano e una gocciolina di acqua gli scivolò sul collo per finire dentro la mia maglietta. Perchè doveva essere così sexy in quel momento con indosso le mie cose? Se avessimo vissuto insieme sarei morto di infarto un giorno si e l'altro pure. Come potevo sopravvivere? Si sedette al bancone e mi affrettai a mettergli davanti la sua ciotola fumante con le posate e un bicchiere di acqua fresca. Feci lo stesso per me e mi sedetti di fronte a lui.

"Mangia, sono ancora caldi." lo vidi mescolare i noodles con interesse, sembrava stesse evitando il mio sguardo.
"Grazie. Hai aggiunto le uova." lo vidi fare un mezzo sorriso e mi sentii in paradiso.
"Erano le ultime rimaste in frigo, so che ti piacciono e le ho messe. Però non avremmo niente per la colazione di domani. Mi dispiace."
"Non fa niente. E' buono." vederlo mangiare con gusto era una soddisfazione anche se era soltanto del cibo istantaneo. Mangiai pure io sentendomi pieno quasi subito.
"Forse è ora di parlare."
"Non so da dove iniziare." posò le posate e allontanò la ciotola da se. Aveva lo sguardo di nuovo smarrito e mi pentii di aver tirato fuori l'argomento ma sapevo di doverlo fare quanto prima. Non potevamo restare in quel modo evitando di parlarne. Dovevo fare l'adulto e affrontare il problema.
"Sarà una serata lunga. Possiamo iniziare a parlare di come risolvere il problema principale. Domani mattina avremo delle interviste singole e di coppia, saremo bombardati di domande su quelle foto e sulla nostra relazione. Dobbiamo essere preparati a tutto. Dobbiamo sapere cosa dire e concordare la stessa versione. Cosa vorresti raccontare?"
"Vorrei essere il più onesto possibile senza entrare nei dettagli. Glielo devo, l'hanno attaccata virtualmente senza nemmeno sapere la verità. Non è giusto. Loro non sanno niente eppure giudicano appena vedono qualcosa di storto. Perchè? Noi stiamo lavorando a una serie televisiva...non possiamo avere una vita privata al di fuori di quella lavorativa? Non ne capisco il motivo, stanno distruggendo la vita delle persone solo perchè mettono in discussione la loro ship immaginaria. Perchè tutte quelle parole di odio? Veronica non ha fatto niente. Se proprio dobbiamo mettere i puntini sulle i dovrebbero odiare te per aver rovinato la vera coppia." queste parole mi colpirono in pieno. Ero stato veramente io la causa della loro rottura? Non mi aveva mai detto niente di tutto ciò. Forse adesso mi odiava, non lo avrei sopportato.
"Ho rovinato la vostra coppia?" gli chiesi sentendomi inquieto.
"Damon, non adesso."
"Va bene scusa. Dirai che state ancora insieme?"
"Prima di prendere una decisione ho bisogno di parlarle. Ho bisogno di sapere se sta bene. Scusami."

Si allontanò prendendo il cellulare e uscì fuori in balcone. Nell'attesa del suo ritorno mandai un messaggio a Brian chiedendogli se poteva portarci la colazione l'indomani mattina. Controllai le varie notifiche, troppe per guardarle tutte quindi ci rinunciai. Non riuscivo a concentrarmi su niente che non fosse il ragazzo che era sparito da troppo tempo. Sembravano secoli eppure erano trascorsi poco più di dieci minuti. Quanto ancora dovevano parlare? Appena sentii i suoi passi mi misi in allerta. Il suo volto non esprimeva nulla mentre si sedeva di nuovo di fronte a me, stava ancora evitando il mio sguardo.

"Sono riuscito a chiamarla. Era ancora arrabbiata per i commenti velenosi, doveva fare delle dirette ma la sua manager le ha sconsigliato di farsi vedere nel web per un pò. Almeno finchè le acque non si saranno calmate. Mi ha chiesto di dire la verità ai giornalisti."
"Va bene, quale verità vuoi raccontare?"
"Che stavamo già insieme mesi prima della nostra audizione. Che eravamo felici come ogni altra coppia normale, non volevamo intralciare il lavoro dell'altro ed è per questo motivo che nessuno sapeva di noi. La mancanza di tempo e altri impegni lavorativi ci hanno fatti allontanare gradualmente l'uno dall'altra. Abbiamo deciso di lasciarci di comune accordo ma ci vogliamo ancora molto bene." sembrava tranquillo mentre mi diceva quello ma la sua gamba raccontava tutta un'altra storia. Si erano lasciati, quella notizia non mi sorprese più di tanto perchè conoscevo tutti i retroscena di quella relazione ma mi fece sentire strano.
"Ah...va bene." annuii con calma intrecciando le mani sul tavolo.
"Non dici niente?" finalmente incrociò lo sguardo con il mio e mi inchiodò sul posto. Adesso ero io quello che voleva nascondersi dalla profondità di quegli occhi cioccolato fuso ma non ci riuscivo. Erano magnetici.
"Su cosa?"
"Sul fatto che ci siamo lasciati." restai in silenzio per diversi secondi cercando di raccogliere qualche pensiero di senso compiuto mentre mi sentivo perso. Cosa dovevo dirgli? Cosa voleva sentirsi dire? Dove voleva arrivare? Il senso di colpa fece capolino nella mia testa così come la litigata di quella mattina. Non ero riuscito ancora a farmi perdonare da lui.
"Mi dispiace...mi dispiace per tutto. Tu non sei soltanto lavoro per me, non lo sei mai stato. Non è una scusante, ma ero arrabbiato e non sapevo cosa fare. Mi dispiace così tanto averti detto quelle parole, avrei voluto rimangiarmele appena sono uscite fuori dalla mia bocca. Vorrei dirti che non reagirò più così ma non posso. Posso soltanto prometterti che farò di tutto per non comportarmi di più in questo modo, spero che tu possa ancora fidarti di me. In merito a quanto è successo con Veronica mi dispiace che sia andata a finire in questo modo, ma devi dare la priorità a te stesso e al tuo lavoro. E specialmente alla tua felicità. Non è stata una decisione facile, ma se è quella che ti fa sentire più sereno è decisamente quella giusta. Come ho detto prima sarò sempre dalla tua parte. Resterò al tuo fianco e affronteremo insieme anche questo problema. Puoi ancora fidarti di me?" lo supplicai stringendogli una mano con la mia. Avevo sempre bisogno di avere un contatto con lui, mi faceva sempre sentire bene.
"Non ho mai smesso di fidarmi di te. Forse tu non ti sei mai fidato completamente di me per sentire di dovermi tenermi nascoste alcune cose." rafforzò la stretta delle nostre mani intrecciandole l'una all'altra.
"Hai ragione, ho difficoltà a fidarmi delle persone. Ci sto provando ma non è sempre facile. Non volevo nascondertelo, non so neppure io perchè non te l'ho detto. Non è questo gran segreto in realtà, non lo reputo di tale importanza. I miei amici dicono che è stupido averlo ancora tra i contatti dei social e che dovrei eliminarlo dagli amici, il suo nome è rimasto li fino adesso quasi dimenticato. Non siamo in contatto, ma una volta eravamo amici."
"Forse in realtà è più importante di quello che stai dicendo. Il fatto di averlo ancora tra i contatti suggerisce che non hai ancora superato quella storia. Il passato dovrebbe rimanere nel passato, dovresti cercare di superarlo se fa ancora male. Vuoi parlarmi di lui?" prese ad accarezzarmi il dorso della mano con il pollice come a farmi tranquillizzare. In realtà avevo il cuore che sembrava una batteria a un concerto rock. Lo avevo saputo fin dall'inizio che Alec mi avrebbe messo letteralmente nei casini.
"No. Non me la sento ancora, dammi un pò di tempo e lo farò. Tu vuoi parlarmi di Veronica?"
"Non c'è molto da aggiungere, vorrei soltanto che superasse la nostra relazione in santa pace senza essere additata da tutti come sfascia famiglie. Vorrei che trovasse un ragazzo migliore di me che le presti attenzione e che si innamorasse. Le auguro il meglio."
"Sei ancora innamorato di lei?" gli chiesi con una punta di agitazione. Volevo che non avesse rimorsi per la sua decisione.
"E' ancora importante per me, non posso negarlo. Prima di lasciarci definitivamente mi ha aperto gli occhi su qualcos'altro che cercavo di ignorare da tempo. Nonostante la stessi lasciando in pubblico lei pensava ancora a me e a un modo per districare i miei sentimenti parecchio confusi. Ha sempre avuto gli occhi da falco per certe situazioni." fece un mezzo sorriso perdendosi al ricordo della sua ex mentre continuava a massaggiarmi con il pollice.
"Cosa ti ha detto?" non sapevo se ero veramente sicuro di volerlo sentire.
"Di non perdere tempo e prendere ciò che voglio prima che mi sfugga di mano." il suo sguardo mi fece tremare. Così risoluto e intenso che mi rendeva sempre più confuso. A cosa si stava riferendo?
"E cosa vorresti?" gli chiesi con un filo di voce fissando le sue labbra carnose. Rimasi in attesa di una sua risposta. Mi concentrai di nuovo sul suo sguardo, sembrava anche lui in attesa di qualcosa.
"Per il momento risolvere questo problema...poi forse ti dirò il resto. Sii paziente." sorrise arrossendo fino alla punta delle orecchie. Che carino, mi sciolsi in un secondo. Volevo stringerlo in un abbraccio.
"Va bene. Brian è in contatto con Paul per organizzare le interviste di domani e parlare anche con la manager di Veronica. Mark e gli altri ci stanno aiutando sui social..." gli spiegai cercando di cambiare discorso e rispettare i suoi spazi.
"Chi è Mark?" mi chiese ritirando la mano dalla mia.
"Mark è uno dei miei migliori amici. Era venuto sul set questo pomeriggio perchè volevo presentartelo. Anche lui è un modello e partecipa a diversi spettacoli televisivi. Pensavo che lo avessi riconosciuto."
"No, mi dispiace. Ero troppo preso a scappare per riconoscerlo. Pensavo fosse un'altra persona della quale non mi hai parlato. Non esci più con Trevor e quando è arrivato lui sul set eri talmente felice di vederlo che ho fatto due più due...nel modo errato a quanto pare." mormorò lui mordendosi il labbro. Mi veniva da ridere alla sua supposizione.
"Non potrà mai succedere nulla tra di noi, è etero fino al midollo e l'unica volta che ci siamo baciati per penitenza dopo una sbronza ha avuto i conati di vomito per giorni al solo pensiero. E decisamente non sa baciare bene come qualcun altro. E' di grande supporto arcobaleno e lo dovresti vedere quando mi porta in certi locali di sua iniziativa dicendo che è ora di pescare qualche nuovo pesciolino. E' lui a fare le selezioni e a scatenarsi in pista come una vera queen trascinandomi nella mischia. " ridacchiai scuotendo la testa nel ricordarmi quella scena.
"Beh...non vuol dire nulla la parola etero. Molti cosidetti etero cambierebbero sponda se solo ci provassi con loro. Sei piuttosto affascinante." il mio cuore quella sera non poteva reggere. Era raro sentirlo dire da lui, era sempre di poche parole ma quella sera sembrava non volesse smettere di parlare. E quel suo tono morbido di voce mi rendeva fin troppo ricettivo alla sua vicinanza.
"Grazie, ma non mi interessa nessuno di quei cosiddetti etero. E poi ho già trovato un gran baciatore molto esigente. Mi piacciono molto le sue labbra." mormorai con un sorrisino sfrontato prendendolo in giro mentre tornavo a fissare le sue labbra leccando le mie un pò per provocazione un pò come gesto involontario. Lo vidi arrossire di nuovo, questa volta sembrava andasse a fuoco. Mi divertiva prenderlo in giro e metterlo in imbarazzo come in quel momento. Come volevasi a dimostrare, distolse di nuovo lo sguardo continuando a spostarlo in tutta la cucina senza avere alcuna meta. Ridacchiai sornione. Al gioco di flirtare ero imbattibile, non poteva competere ancora al mio stesso livello.
"Ok...adesso cosa facciamo? Sono stanco ma non del tutto da dormire." cambiò discorso lui portandolo su un terreno più neutrale.
"Si potrebbero fare tante cose ma te ne propongo tre. O riproviamo la scena di domani o passiamo la serata a giocare con i videogiochi oppure proviamo a imparare delle risposte da rifilare domani ai giornalisti. Scegli tu."
"Vada per i videogiochi. Ho bisogno di distrarmi, sinceramente adesso non voglio più parlare delle interviste e il copione lo guarderemo domani mattina con gli altri. Credo che adesso siamo pronti per girare di nuovo insieme."
"E' tutto risolto tra di noi?" gli chiesi per avere delle conferme.
"Fino ai prossimi colpi di testa, siamo entrambi cocciuti e reagiamo in modo diverso e spesso eccessivo. Dobbiamo imparare a conoscerci meglio."
"Da quando sei diventato così adulto? Comunque hai ragione. Dobbiamo lavorarci sopra, sulla nostra relazione intendo. Scegli il gioco, io riordino la cucina e ti raggiungo." mi alzai per prendere ciotole e posate dal bancone ma lui mi fermò piazzandosi davanti.
"Aspetta, ti do una mano. Non mi rifilare la solfa che sono tuo ospite. Come possiamo lavorare sulla nostra relazione se non siamo vicini?"

Lui si mise a lavare i piatti mentre io li asciugavo. Fu tutto portato a termine tra uno scherzo e un altro, come schizzarmi l'acqua addosso e ridere come un bambino di cinque anni dopo aver commesso l'ennesima marachella. Era adorabilmente dispettoso, come se non avesse alcun pensiero in mente. Era cambiato radicalmente in un paio d'ore. Sembrava felice e questo mi rendeva soddisfatto. In qualche modo ero riuscito a distrarlo. Finito di riordinare la cucina, andammo in sala a scegliere un videogioco da fare. Da quando faceva parte della mia vita, lo scaffale dei videogiochi aveva acquistato innumerevoli titoli nuovi rendendo felice Alec e il proprietario del negozio. Ormai eravamo diventati dei clienti abituali e sapeva sempre i gusti di Alec da proporgli sempre nuovi affari che alla fine pagava il sottoscritto. Avevo speso una fortuna per quei giochi ma ne era valsa la pena per averlo così spesso a casa. Non sapevo nemmeno quanto tempo restammo a pararci le spalle a vicenda per sconfiggere i nemici. Mi sentivo stanco e, appena vidi i suoi primi sbadigli, riuscii a convincerlo a chiudere la serata e andare a dormire. Lo lasciai nella camera degli ospiti dandogli la buona notte e raggiunsi lentamente la doccia per togliermi tutta la pesantezza di quella strana giornata. Avevo proprio bisogno di dormirci su. Mi cambiai in fretta e tornai in camera cercando di asciugare i capelli bagnati con il telo di spugna. Mi bloccai di colpo appena vidi Alec seduto sul mio letto a gambe incrociate mentre stringeva tra le braccia uno dei miei cuscini. Avevo sbagliato stanza? Cos'era quella scena?

"Cosa ci fai qua? Non ti avevo lasciato nella camera degli ospiti?"
"Quando mai ho dormito nella camera degli ospiti?" mi chiese lui con fare innocente mentre mi sorrideva in modo provocatorio sfidandomi apertamente a contestarlo.
"Pensavo che dopo oggi volessi avere un pò di spazio."
"Ti ho chiesto spazio? Non mi sembra. Siamo sempre stati noi stessi Teddy Bear, non cambiare proprio adesso altrimenti potrei pensare che ti sei imposto certi limiti con me per chissà quale stupido motivo. Non voglio fare passi indietro nel nostro rapporto, sarebbe senza senso e io ho bisogno di averti vicino. Non avevamo concordato di doverci conoscere meglio?" colpito e affondato dal suo sorriso. Lo ricambiai posando il telo sullo schienale della sedia.
"Come darti torto? Hai vinto su tutti i fronti, mi arrendo piccola peste. Dovrò trovare anch'io un nomignolo adatto per chiamarti, ho tante opzioni in testa ma non so quale scegliere."
"Non pensarci adesso e vieni a letto. Ho bisogno di dormire." com'era tenero in quel momento, sembrava quasi un bambino. Peccato che i miei pensieri erano altri, dovevo tenerli a bada se voleva passare la notte con me. Mi sdraiai sul letto prendendo la solita posizione al lato destro e allungai il braccio per invitarlo.
"Vieni qua." non se lo fece ripetere e mi raggiunse in un lampo accoccolandosi contro di me nel suo lato preferito, posandomi una mano sul petto. Speravo non sentisse il battere accelerato del mio cuore. Maledetto traditore. Lui sembrava troppo tranquillo per i miei gusti, come se non gli facesse ne caldo ne freddo la mia vicinanza. Dovevo riuscire a dormire in fretta e sperare di passare una notte indenne senza troppe preoccupazioni.
"Come mai ogni volta che vengo a casa tua non vedo mai il tuo cane? Lo nascondi da qualche parte per non farmelo vedere?"
"Il più delle volte se ne occupa mia madre quando sono impegnato. Vorresti conoscerlo?" mi sembrava strano che lo tirasse in ballo. Sapevo che aveva un pò di paura ad approcciarsi ai cani e questo era il motivo principale del perchè avevo evitato accuratamente di farli conoscere. Il mio cane era piccolo ma molto chiassoso ed esuberante, gli avrebbe abbaiato contro finchè non avesse instaurato un rapporto con lui. Temevo per le sue dita. Un pò mi ricordava il carattere introverso e difficoltoso da approcciare di Alec agli inizi. Forse quella era anche une delle ragioni per cui lo avevo approcciato il primo giorno. Volevo vedere cosa nascondeva dietro a quella barriera che bloccava chiunque cercasse di avvicinarsi.
"Beh, prima o poi dovrò farlo visto che fa parte della famiglia." mormorò lui contro il mio collo.
"Mi organizzerò con mia madre per portare qui Choco uno di questi giorni. Farò le presentazioni ufficiali."
"Morde?" quella domanda titubante mi fece sorridere. Prima voleva conoscerlo e poi mi chiedeva quanto fosse feroce quel piccolo esserino.
"Dipende...di solito è più il padrone a mordere rispetto al cane. Vuoi provare?" lo presi in giro massaggiandogli un orecchio.
"Dormi Damon, quando sei stanco spari tante di quelle cavolate che potrei scriverci un'enciclopedia. Adesso chiudi gli occhi e dormi." borbottò lui sfuggendo dalla presa della mia mano.
"Buona notte piccola peste." gli sussurrai chiudendo gli occhi continuando a sorridere felice.
"Buona notte Teddy Bear."

Finalmente potei chiudere gli occhi stringendo tra le braccia Alec. Ero a casa, mi era mancato sentire il suo odore e il calore del suo corpo accanto al mio. L'indomani mi risvegliai nella stessa posizione, con la differenza che le nostre mani erano intrecciate l'una all'altra senza volersi separare. Mi sentivo piacevolmente intorpidito e non volevo districarmi da quella stretta. Nonostante fosse con la schiena contro il mio torace e non potevo vederlo in faccia sentivo che era sveglio. Strofinai il naso sul suo collo e ci appoggiai leggermente le labbra, la tentazione di posare un casto bacio su quella pelle calda era fin troppo forte. Annusai il suo odore, sapeva di buono. Lo sentii sospirare profondamente e stringere più forte la mia mano. La sveglia del mio cellulare interruppe quel momento prezioso, sciolsi l'abbraccio e mi stiracchiai mettendomi seduto. Lo vidi strofinarsi gli occhi e sbadigliare, lo aiutai ad alzarsi e gli dissi di prendere ciò che voleva dal mio armadio mentre andavo a farmi una doccia per primo. Non era la prima volta che usava i miei vestiti e spesso stavano meglio addosso a lui. Li rendeva in qualche modo migliori. Questi scambi di abbigliamento venivano subito notati dai fans che portavano a galla foto vecchie rivelando nuovi scoop sulla nostra presunta intimità. Erano peggio degli investigatori, dovevano lavorare per i servizi segreti. Uscii dalla doccia e mi specchiai togliendo lo strato di condensa. Iniziai a lavarmi i denti quando sentii qualcuno suonare alla porta. Strano, Brian sapeva la combinazione della casa. Perchè suonare? Scossi la testa.

"Alec vai tu, dovrebbe essere Brian con la nostra colazione." sentii i suoi passi sul corridoio mentre apriva la porta. Mi sciacquai la bocca rimettendo lo spazzolino al suo posto.
"Ciao Brian, cosa..."
"Wow, cosa avete combinato stanotte? Sembra che Damon ti abbia scaraventato a destra e a sinistra." appena sentii quella voce rabbrividii di colpo allarmato.
"Dannazione!" esclamai uscendo immediatamente dal bagno prima che succedesse un'altra catastrofe nell'immediato.
"Fratello potevi andarci più piano. Avete delle interviste tra un paio d'ore, non potete andarci con quelle facce stravolte." disse Mark con un luccichio diabolico negli occhi. Potevo aspettarmi di tutto da lui.
"Cosa ci fai tu qui? Dov'è Brian?"
"Sta parcheggiando. Volevo beccarvi in atteggiamenti sconci ma mi avete fatto perdere l'attimo giusto. Avete già concluso. Quella non è la maglietta di Damon? Posso scattarvi una foto? Siete così carini insieme." solo in quel momento mi accorsi del cellulare nella sua mano, quanti danni aveva già fatto?
"Questo gran chiacchierone è uno dei miei più vecchi amici. Alec lui è Mark. Mark scordatelo! Fai una foto e ti faccio saltare i denti." lo minaccia guardandolo male.
"Già fatto...in realtà era un video appena Alec ha aperto la porta. Non si è accorto di niente e nemmeno tu. Sei lento Bro! Te la invio, puoi archiviarlo nella tua cartella speciale!" il suo sorrisetto sfacciato mi fece arrabbiare.
"Mark!"
"Vatti a vestire Bro, altrimenti potrei pensare che ci stai provando anche con me! Sei mezzo nudo, che scostumato. Solo quell'asciugamano sui fianchi che non nasconde praticamente niente." scosse la testa fingendosi oltraggiato.
"Mark...potresti inviare il video anche a me?" si intromise timidamente Alec guardando direttamente il mio ormai ex migliore amico. Rimasi esterrefatto.
"Sicuro cognatino. Lasciami il tuo numero e ti aggiungo nei contatti di Line." Mark allungò il proprio cellulare al mio partner che prese a digitare il proprio numero.
"Cosa state facendo?" volevo urlare a quella scena, mi sembrava un incubo.
"Zitto tu, vai a vestirti. Mark ha ragione, sei altamente imbarazzante." oddio, il gattino stava mostrando gli artigli.
"Lo sai che stai arrossendo? Hai tutte le orecchie rosse. Bro mi stai mettendo in imbarazzo tuo marito. Così non va proprio bene. O ti copri o lo porti in braccio verso il talamo nuziale."
"Oppure ti prendo a calci in culo fino all'infinito e oltre." decisi che il suo nome era il primo che avrei tolto tra i miei contatti di tutti i social. Come facevo ad essergli ancora amico?
"Che palle! Vai a vestirti, mi prenderò io cura di Alec."
"Tu ed Alice siete uguali. Non so se fidarmi a lasciarlo nelle vostre mani. Alec tieni duro, tornerò presto." mi allontanai di corsa verso la camera da letto stringendo con una mano il nodo dell'asciugamano sui fianchi in quanto aveva iniziato ad allentarsi.

Dopo altri battibecchi intimidatori con Mark e l'entrata in scena del mio manager, finalmente uscimmo di casa entrambi vestiti e truccati a dovere per essere torturati dalle mille domande che ci aspettavano. Ci portò Brian fino a destinazione e li ci riunimmo anche con Mary, la madre di Alec. Ovviamente era preoccupata per il suo bambino e voleva essere presente per dargli tutto il sostegno di una madre. Era sempre coinvolta negli eventi importanti come tutto il resto della sua famiglia. Erano molto uniti tra di loro. Abbracciò Alec sussurrandogli qualche frase di incoraggiamento all'orecchio. Lui annuì facendo un mezzo sorriso non del tutto convinto lasciandola andare. Ci fermammo davanti alle stanze, una di fronte all'altra, dove si sarebbero tenute le interviste singole e aspettammo che ci dessero il via per entrare. Non vedevo l'ora che tutto questo finisse in fretta, odiavo l'attesa. Mi voltai verso Alec, aveva le mani in tasca e si guardava le scarpe letteralmente in ansia e perso nei suoi pensieri.

"Alec respira, andrà tutto bene." mi avvicinai a lui afferrandogli le spalle per farlo stare fermo.
"Sono un pò nervoso."
"Lo vedo. Rilassati, rimani concentrato sul tuo obiettivo."
"Se sbagliassi a dire qualcosa?" sembrava un bambino spaventato. Stavo male per lui.
"Non succederà. Devi essere tu a condurre l'intervista. A loro non resterà altro che seguire le notizie che getterai come esche, sembreranno squali affamati. Ci siamo esercitati prima su cosa dire, fidati di te stesso."
"Sarò solo." a quelle parole lo abbracciai sentendo i suoi muscoli rigidi dalla tensione accumulata. Lui restava con le mani affondate nelle tasche dei pantaloni senza ricambiare la mia stretta. Volevo rassicurarlo di non essere solo. Volevo che prendesse un pò della mia forza.
"Io sarò nella sala accanto a ripetere quanto tu sia eccezionale e che sarò sempre al tuo fianco qualunque decisione tu prenda. Smettila di agitarti, andrà tutto bene. Al massimo se dovesse esserci qualche problema improvviserò uno spogliarello per distrarli. Qualcuno mi ha detto che funzionerebbe piuttosto bene." lo stuzzicai per vederlo sorridere. Centrai in pieno il mio obiettivo.
"Non osare fare una cosa del genere!" mi intimò lui cercando di trattenere inutilmente il suo sorriso mentre mi spingeva via. Adoravo le sue labbra.
"Vieni qua piccolo." mormorai riprendendolo tra le braccia massaggiandogli la schiena con una mano. Qualche secondo dopo lo sentii rilassarsi e abbandonare la testa sulla mia spalla con un sospiro.

Quando ci separammo, ammiccai un'ultima volta verso di lui per ricordargli di entrare in quella stanza con un sorriso e lo vidi sparire inghiottito da una marea di flash. Era arrivato anche il mio momento. Varcai la soglia e salutai i giornalisti presenti mettendomi davanti a tutti quei microfoni che avrebbero intimidito chiunque.

"Buongiorno a tutti."
"Damon cosa puoi dirci dello scandalo che è uscito fuori con Alec e l'influencer Veronica Smith?" come volevasi dimostrare, quella era la prima domanda della lista che avevamo messo giù quella mattina. Come erano prevedibili.
"Scandalo? In realtà io non lo vedo da nessuna parte." affermai in tono rilassato scrollando le spalle.
"Sapevi della loro relazione?" altra domanda della lista.
"Certo, si frequentavano già molto tempo prima di fare l'audizione per la serie televisiva. L'ho conosciuta, è una ragazza simpatica e piena di followers che l'adorano. Piace a tutti. Persino mia madre la segue sui social." annuii sicuro di me con un sorriso. Evitai di dire che persino mia sorella la seguiva per cercare di capire con che razza di persona si era messo Alec. Quante volte mi aveva detto che quei due non centravano niente l'uno con l'altra? Era la prima a criticare aspramente i suoi balletti su Tik Tok.
"Cosa pensi della loro relazione?" cosa pensavano che avrei detto loro? Che ero geloso marcio? Se lo sarebbero scordati. Potevano fantasticare quanto volevano, non gli avrei servito nulla del genere su un piatto d'argento.
"Non mi esprimerò in merito perchè una relazione è soltanto tra due persone che vogliono stare insieme e che si amano. Io non centro niente con loro. Mi è dispiaciuto apprendere che si sono lasciati, non è mai bella una rottura. Spero che entrambi riescano ad andare avanti e trovare la felicità."
"Sei tu la felicità per Alec?" che fantasia queste domande. Quello era il problema di essere un personaggio pubblico.
"Chi lo sa. Io resto qua, se vuole fare un fischio nella mia direzione sa dove trovarmi." li abbagliai con il mio sorriso dicendo una mezza verità. Non avrei mai fatto il primo passo anche perchè ero stato chiaro fin da subito che non sarebbe mai successo nulla tra di noi, lo avevo detto per rassicurarlo da qualsiasi voce avrebbe sentito in merito al mio passato. Ero rimasto in ballo con quella specie di relazione non relazione con Trevor solo perchè volevo avere un motivo per non attaccarmi troppo ad Alec. Nonostante ciò sapevo che stavo aspettando qualcosa. Maledetti desideri.
"E' per te che ha lasciato Veronica?" quella domanda mi fece restare in silenzio alcuni secondi a riflettere. Non poteva essere una cosa del genere. Vero?
"No, io non centro niente. Questa è stata una loro decisione presa di comune accordo. Sono cose che capitano ogni giorno a qualunque coppia attraversi momenti difficili, non c'è bisogno di parlarne troppo. Una rottura è pur sempre una rottura, è brutto sparlare su una relazione tra due persone senza sapere tutti i fatti. Non è uno scandalo, non è uno scoop da cercare a qualunque costo. Ci sono altre notizie di certo più interessanti di cui parlare."
"Non avete mai litigato a causa sua? Non sei mai stato geloso della loro relazione?" quella era proprio la domanda del secolo. Ero stato geloso?
"Alec ed io siamo come fratelli, gli voglio bene. Non sono geloso, auguro il meglio per la sua vita. Stiamo lavorando sodo per questa serie televisiva, Alec è davvero un bravo attore che da sempre il meglio di se. Ha davvero tanta energia che trascina chiunque. E' il miglior partner che potessi avere per quel ruolo che ha fatto suo." ecco la mia strategia. Dare altre notizie più succose e cambiare la rotta dell'intervista.
"Come sta procedendo la serie?" avevano abboccato all'amo. Pur volendo continuare a scavare a fondo sulla relazione tra Alec e Veronica non potevano lasciar andare quelle informazioni.
"Abbiamo un'ottima troupe che ci aiuta per tutto. La regista e la sceneggiatrice ci hanno dato un ottimo materiale da portare in scena, abbiamo un buon affiatamento anche con il resto del cast. Stiamo finendo di girare, tra circa un mese e mezzo uscirà la seconda parte della stagione. Speriamo che piacerà a tutti come sta piacendo a noi."
"Stanno circolando dei video dove vai in giro vestito da donna." ecco che andavano nella direzione giusta dove volevo portarli.
"Si, ricordo benissimo quella serata. Ero in compagnia dei miei amici, stavamo festeggiando uno di noi e siamo usciti fuori a divertirci. Abbiamo giocato a obbligo o verità e ovviamente ci è toccata la penitenza di vestirci da donne. Meno male che l'ideatore della penitenza non ci ha costretti a indossare anche tacchi e calze a rete, posso solo immaginare quanto possano essere fastidiosi. Abbiamo camminato per strada per più di mezzora conciati in quel modo finchè non ci ha fermati una pattuglia della polizia per farci l'alcool test. Per fortuna nessuno di noi aveva ancora bevuto. Abbiamo chiesto scusa e ci siamo cambiati. Ovviamente chi ha ordito quell'idea geniale ha anche immortalato la scena con una serie di video e foto al quanto imbarazzanti. Per fortuna non li hanno ancora postati tutti, vi sareste fatti due risate. Il mio rossetto rosso con i brillantini splendeva persino al buio, non è vero?" i giornalisti risero al mio racconto come da copione.
"Eri con Mark Bound e Simon Chang?" tirarono in ballo le persone più conosciute che si vedevano in quel video. Tra i due solo Mark aveva subito la mia stessa punizione. Simon poteva ritenersi fortunato.
"Si, loro facevano parte di quella compagnia. Sono due dei miei migliori amici. Quando possiamo, tra un impegno e l'altro, cerchiamo di vederci tutti insieme."
"Chiederai anche ad Alec di unirsi al vostro gruppo?"
"Se non è impegnato sarà il benvenuto. Ci divertiremo di più. Alec potrà dare qualche nuova idea brillante per metterci in imbarazzo." pensai veramente di farlo unire alla nostra combriccola di fuori di testa, appena rotto il ghiaccio si sarebbe trovato bene con loro. Una volta glielo avevo proposto ma doveva uscire con Veronica e poi non era più venuta fuori l'occasione. Il lavoro prima di tutto. Però volevo veramente che si unisse a noi, volevo presentarglieli tutti e condividerli con lui.
"Damon, sei veramente sicuro che non sei tu la causa della rottura della loro relazione? Alec sembra piuttosto preso da te."
"Veramente? Ne sarei più che felice, casa mia è troppo vuota per restare da solo. Ho bisogno di qualcuno che mi lavi i piatti e passi l'aspirapolvere. Alec è fantastico con il grembiulino addosso. Adesso scusate ma devo andare a raggiungerlo, abbiamo la giornata piena. Grazie per essere venuti qui."

Dopo quella battuta, li salutai cortesemente con un sorriso e seguii Brian che mi fece largo per andare a raggiungere l'altra stanza accerchiata da molti più giornalisti rispetto alla mia. Sembravano tutti degli avvoltoi che sentivano odore di sangue e carne morta nell'aria. Per fortuna Alec se la stava cavando egregiamente, non avevo avuto mai avuto dubbi su di lui. Era tranquillo e sicuro di se come desideravo. Feci un cenno a Mary e Paul dalla parte opposta e attirai immediatamente l'attenzione che volevo. Incrociai lo sguardo del mio partner e ci scambiammo un sorriso d'intesa. Mi avvicinai a lui stringendogli una spalla per dirgli che era arrivata la cavalleria e che andava tutto bene.

"Eccomi qui, sono passato a prenderti."
"Damon cosa pensi adesso che Alec è libero?" che domanda stupida. Cosa pensavano? Che lo avrei segregato a letto stile 50 sfumature di grigio con tanto di punizioni e gemiti? Ormai la gente non sapeva più dove andare a parare.
"Che finalmente possiamo fare maratone di videogiochi. Mi deve parecchie rivincite questo ragazzo." ammiccai verso di lui.
"Perdente." mormorò lui ridacchiando sotto i baffi.
"Come scusa? Ripetilo se hai il coraggio."
"Non sai giocare."
"Forse è perchè spesso ti lascio vincere...altrimenti metti il broncio e hai il cattivo umore." eravamo persi di nuovo nel nostro mondo di botta e risposta, le provocazioni erano di norma per noi.
"Non eri geloso della sua relazione?" i giornalisti tornarono alla carica noncuranti del fastidio che davano.
"Perchè dovrei? Se lui è felice io lo sono per lui. Auguro tutto il meglio ad Alec. Lui si merita il meglio. Sostengo ogni sua scelta perchè so che ci riflette sempre attentamente prima di prenderla. Sarò sempre al suo fianco e appoggerò chiunque entrerà nel suo cuore perchè sarà lui a sceglierlo." questo lo affermai con sicurezza senza smettere di guardarlo negli occhi. Ero sincero e volevo che capisse ogni mia singola parola. Non era solo.
"Grazie." mi sorrise lui felice. Leggevo troppe emozioni forti nei suoi occhi. Era meglio finire li le interviste, non avrebbe retto ancora a lungo.
"Adesso scusate ma ve lo devo portare via. Ci aspettano sul set per girare alcune scene. Oggi ci sarà molto caldo sul set, ve lo posso assicurare. Non è vero?"
"Molto, molto caldo. Oserei dire piccante." mi spalleggiò Alec alzando le sopracciglia alla parola piccante ottenendo l'effetto desiderato con i giornalisti. Era proprio bravo.
"Vuol dire che oggi girerete una scena d'amore?"
"Chi lo sa? Dovrete aspettare ancora un pò per vedere. Grazie per la vostra disponibilità." li salutai lasciandoli con mille domande aperte non espresse. Presi il braccio di Alec e lo trascinai verso l'uscita mentre i nostri manager e Mary ci facevano da apri fila.

Finalmente eravamo fuori da quel delirio, potevamo respirare un pò. Arrivati al parcheggio decidemmo di tornare sul set con l'auto di Brian. Paul riportò Mary a casa dopo che quest'ultima parlò in disparte con il figlio per assicurarsi che andasse tutto bene. Speravo che non ci fossero ancora dei problemi tra di noi, non volevo farmela nemica. In auto, ci sedemmo nei posti dietro mentre Brian accendeva la radio per darci un pò di privacy. Brian mi capiva sempre al volo, era molto bravo nel suo mestiere.

"Non mi sembra vero di aver finito." sospirò Alec slacciando i primi bottoni della camicia che indossava mentre si stravaccava sul sedile. Era esausto.
"Ci saranno ancora delle voci in giro, le acque si calmeranno con il tempo. Continuiamo a fare il nostro lavoro e spostiamo la loro attenzione sulla serie. Possiamo fare soltanto questo."
"Mi dispiace averti creato dei problemi."
"Non dirlo nemmeno. Sono qui per aiutarti. Ero sincero prima, sarò sempre al tuo fianco." lo osservai attentamente catturando ogni minima espressione del suo volto.
"Lo so grazie." sussurrò chiudendo gli occhi con un sorriso stanco.
"Non pensarci più. Quando arriveranno altri problemi li affronteremo insieme. Adesso andiamo sul set che devo limonarti un pò. Avrai le labbra gonfie prima di stasera." lo presi in giro schioccando verso di lui un bacio all'aria.
"Si si, come vuoi. Lasciami riposare un pò prima. Un giorno di questi dovrei chiederti il rimborso dei danni per le mie labbra." borbottò lui arrossendo mentre si girava verso il finestrino per darmi le spalle. Lo lasciai stare con un sorriso sulle labbra. La giornata era ancora lunga.


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Eccoci arrivati al capitolo 3!!! Entrano in scena nuovi personaggi e iniziano i primi screzi.
Spero che la storia vi piaccia. Fatemi sapere, aspetto i vostri commenti. Al prossimo aggiornamento ;)
   
 
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