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Autore: SamBluefire    21/10/2020    0 recensioni
Ogni dio dovrà scegliere un campione tra i mortali, addestrarlo e farlo combattere contro gli altri campioni scelti dagli altri dei.
La battaglia andrà avanti finchè non ne rimarrà solo uno.
questa è la mia prima storia originale, spero vi piaccia.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6: ombra degli elementi


Noar si avvicinò con calma a Calima, la quale continuava seguirlo con lo sguardo senza perderlo di vista.
Dopo che Noar mandò giù un groppo di saliva, prese parola “Hai intenzione di combattere con me?” chiese Noar “A dire il vero oggi volevo comunicare con la natura, visto che i campioni più vicini distano qualche chilometro.” a quella sua affermazione, Noar rimase confuso, come faceva ad essere sicura di quanto fossero distanti gli altri? “Ascolta Noar -disse Calima- i campioni degli altri elementi li ho sempre visti di sfuggita, e di loro so poco e niente, in pratica sei l’unico che conosco qui, perciò ti lascio scegliere.” in quel momento difronte a Noar crebbero delle piante ad un velocità più elevata del normale, una assunse la forma di un lancia di legno l’altra una mela rossa “Possiamo combattere qui ed ora, oppure possiamo rimandare a più tardi tipo verso la finale.” disse Calima, Noar guardò per qualche minuto le due piante, alla fine colse la mela dalla pianta e le diede un morso.
Calima lasciò un sospiro di sollievo e chiuse gli occhi, evidentemente si era messa a meditare sapendo che Noar non l’avrebbe attaccata “Finchè non ti muovi, sei invisibile.” disse Calima, Noar non vide il senso di quelle parole ma visto che Calima si era messa a meditare decise anche lui di fare un piccolo ripasso di allenamento spirituale.
Si sedette difronte a Calima e aprì le orecchie, sentì la voce di uno dei precedenti campioni di Morke che gli sussurrò nell’orecchio “Il mio è nome è Snow e la mia esperienza è anche la tua.” Noar rimase in silenzio “Sono stato il campione oscuro dopo Kaze e anche se sono morto a un passo dalla vittoria io sono uno dei campioni di grande importanza nella storia, scommetto che nonostante hai passato sei mesi ad allenarti e a consultare i campioni precedenti, non sapevi che l’oscurità non ha forma… e di conseguenza può essere qualsiasi cosa, per questo ti do un consiglio da tenere a mente: tieni d’occhio le ombre.” (Vedo che ai morti piace dare consigli parlando per enigmi) pensò Noar poco dopo aver interrotto la connessione con lo spirito di Snow.
Noar e Calima rimasero lì in silenzio a meditare fino a mezzogiorno circa, quando Calima si alzò di scatto e cominciò a correre urlando a Noar di correre.
Noar rimase là confuso senza dire ne fare niente, Noar si guardò attorno preoccupato per cosa abbia spaventato Calima e si mise in guardia per essere pronto a tutto.
Per qualche minuto ci fu un silenzio assordante e a Noar salì un’ansia da farlo sudare freddo, quando qualcosa lo colpì violentemente alle spalle facendolo volare di qualche metro fino a farlo atterrare di faccia a terra, dopo aver sputato un po' di terra si rimise in piedi e si guardò alle spalle scoprendo l’identità dell’aggressore: alto due metri, così pieno di muscoli da fare invidia a The Rock, l’unico indumento era un paio di pantaloni neri tenuti su da una catena, i piedi bendati, il braccio sinistro pieno di tatuaggi, armato con un bastone di ferro, sulla schiena sembrava che qualcuno gli avesse impiantato un cerchio con sopra cinque tamburi, capelli e basette di un biondo scuro.
Noar lo aveva riconosciuto, era Mako il campione del fulmine e sembrava essere a caccia di guai, per chi era così sfortunato da incontrarlo s’intende.
Per Noar sarebbe stata una sfida difficile visto che Mako era una vera e propria montagna che cammina, “Bene bene bene -disse Mako quasi sul punto di mettersi a ridere- a quanto pare il mio primo avversario è il buio.” e in quel momento con il suo bastone cominciò a suonare i tamburi incorporati sulla sua schiena mentre un filo di elettricità passava da un tamburo all’altro e una volta all’ultimo lanciò contro Noar un fulmine.
Solo che sta volta Noar fu pronto e un secondo lo evitò con una capriola laterale e mentre era a mezz’aria lanciò contro Mako una palla di fuoco color indaco, che colpì in pieno Mako e dopo aver attutito l’atterraggio con una mano, con quella stessa mano si diede una spinta per risollevarsi a mezz’aria e lanciare dai piedi due lingue di fuoco che travolsero Mako facendogli quasi perdere l’equilibrio.
“Tutto qui?” chiese Mako mentre caricava di energia elettrica le sue mani per poi lanciare un altro fulmine addosso a Noar, il quale per proteggersi alzò un muro di fuoco che si annullò assieme al fulmine in un esplosione, solo che dal fumo apparve Mako che caricava Noar come un toro colpendo Noar in pieno petto facendolo volare di circa un metro.
Noar si rialzò dolorante mentre Mako gli fece cenno di affrontarlo “Ahahahah mi piaci ragazzo -disse Mako- avanti, non gettare subito la spugna, ho voglia di divertirmi un po'…” Mako caricò le sue mani di energia elettrica ma non per lanciare un fulmine voleva solo potenziare i suoi pugni. Noar avvolse anche le sue mani con il suo elemento capendo che Mako lo stava sfidando a un corpo a corpo, i due campioni si diressero l’uno contro l’altro facendo collidere i loro pugni al centro e da quel momento iniziò un concerto di pugni che volevano da tutte le parti.
Mako era nettamente in svantaggio rispetto a Noar, lui era più grosso quindi più punti ciechi e questo permetteva a Noar di mandare a segno colpo dopo l’altro. Ma Mako decise di caricare tutto il suo corpo di elettricità così che Noar prendesse la scossa a ogni colpo, Noar cominciò a lasciar perdere il corpo a corpo e ricominciò a lanciare lingue di fuoco contro Mako, il quale ha subito ogni singolo colpo e nonostante il dolore cercava rimanere impassibile, fermo e forte. Alla fine liberò tutta l’energia che aveva in corpo sbattendo i pugni sul terreno creando un’onda d’urto elettrica che annullò gli attacchi di Noar, gli fece prendere la scocca e lo scaraventò contro un albero, uno dei pochi rimasti in piedi dopo il “rombo di tuono” di Mako.
Noar era steso a terra dolorante mentre Mako rideva di gusto “Ahahahah ci potrei fare l’abitudine -disse Mako- mi sento potente.” concluse mentre continuava a far fluire l’elettricità tra le mani, Noar doveva fare qualcosa o se la sarebbe vista davvero brutta e c’era il rischio che se sarebbe sopravvissuto avrebbe passato il resto della vita sulla sedia a rotelle, ma, aveva notato una cosa interessante in quel momento, in genere si è vittima di paralisi del corpo quando si entra in contatto con troppa elettricità ma Noar era illeso, riusciva a muoversi con facilità anche se quei pochi muscoli che riusciva a muovere facevano male, poi il suo volto venne sommerso dall’ombra di Mako il quale si avvicinava con passi pesanti, lenti ma pesanti, ma tornando a Noar, la sua vista all’improvviso cambiò cominciò a vedere il mondo che lo circondava completamente nero ma riusciva comunque a distinguere gli oggetti che lo circondavano perché sembrano evidenziati da una lieve luce bianca.
Noar non capiva cosa stava succedendo, ma non appena si girò in direzione di Mako in quel momento si sentì come se fosse nella sua testa, vide come ha dedicato tutta la sua vita a combattere sin da piccolo e su come fosse avido della sensazione di invincibilità che gli dava vincere.
Mentre Noar si interrogava mentalmente su cosa gli stesse succedendo Mako si era avvicinato molto a Noar “Ehy campione oscuro -disse Mako- sei ancora vivo? Avanti, alzati sono ancora carico per un altro match e se muori subito non c’è gusto, dai giochiamo un altro po'!” Noar non disse nulla ma continuava a guardare il suo avversario con aria di sfida. Mako lo fissò per qualche secondo prima di prendere Noar per il kimono e sollevarlo da terra e prendere parola “Ho detto… giochiamo… ancora… un po'.” Noar non reagì, facendo di conseguenza innervosire Mako, il quale avvicinò il volto di Noar al suo per assicurarsi se fosse vivo, solo che quella mossa gli costò cara.
Noar repentinamente mise la sua mano sulla spalla di Mako e gli fece esplodere addosso un potente colpo infuocato, quanto potente? Abbastanza da convincere Mako a lasciarlo, nel senso che lui non ha mollato la presa ma il braccio con il quale teneva Noar era andato.
Mako si lamentò del dolore come un dannato, ma all’improvviso le sue urla diventarono risate e lui si risollevò con un sorriso insano in volto “Lo sapevo! -disse Mako- sei davvero forte… e sei pieno di sorprese, se lo avessi saputo prima che saresti stato un avversario straordinario ti avrei conservato per ultimo.” Noar lo guardò disgustato prima di lanciargli contro un’altra palla di fuoco.
Mako evitò con semplicità l’attacco del suo avversario, lasciò andare il bastone e con il suo unico braccio rimasto caricò un nuovo attacco, ma Noar in quel momento gli sembrò di vedere il suo avversario a rallentatore e iniziò a togliersi dalla traiettoria del fulmine di Mako per contrattaccare con un’altra lingua di fuoco che centrò Mako in pieno petto.
Dopo che Mako venne nuovamente atterrato Noar corse in sua direzione prendendo al volo il bastone di Mako e cominciò a preparare un colpo con esso, Mako lo vide e sogghignò pensando che non fosse molto furbo usare il metallo contro l’elettricità e iniziò a caricarsi di energia.
Ma contro ogni pronostico Noar non colpì Mako ma il cerchio coi tamburi incorporato sulla sua schiena strappandoglielo come un cerotto, Mako urlò di dolore forse più forte di prima ma Noar cominciò a dargli qualche altra bastonata da sotto il mento verso l’alto e alla bocca dello stomaco per farlo tacere, Mako provò più e più volte a colpirlo con altre mosse elettriche oppure a tirargli un cazzotto con il suo unico braccio ma Noar in maniera istintiva continuava a schivare e colpire Mako prevedendo cosa aveva intenzione di fare prima ancora che lo facesse.
Noar riuscì a mettere in ginocchio Mako, lui era ricoperto di graffi e lividi ma sorprese Noar con un fulmine non particolarmente potente da fargli perdere qualche arto ma abbastanza per farlo volare a una certa distanza, mentre entrambi cercarono di rialzarsi Noar inciampò sui tamburi di Mako mentre quest’ultimo tirò fuori un ultimo asso dalla manica, avvolse tutto il suo corpo con l’elettricità e fece un salto da guinness dei primati e cominciò a schizzare da una parte all’altra mentre era a mezz’aria, Noar sta volta faceva fatica a seguirlo ma non appena si rialzò vide il cerchio dei tamburi e lo colpì per farlo sollevare da terra e Noar istintivamente usò il bastone per suonare i tamburi.
Mako notò il modo in cui Noar li suonava ricordandogli se stesso, notando un filo di elettricità color fiola quasi nero che si ingrandiva mentre passava da un tamburo all’altro, (Ma, quella è la mia tecnica!) pensò Mako mentre continuava a muoversi, ma quella distrazione gli costò caro, per un secondo interruppe il volo elettrico e Noar in quel momento gli scagliò contro quel fulmine color indaco che stava caricando.
Quel fulmine fu così forte che rimbombò per tutta l’isola illuminando anche il cielo attirando l’attenzione di tutti gli altri campioni, Mako dopo aver subito un colpo del genere rimase a terra, immobile, mentre dal partì un fuoco d’artificio che illuminò il cielo con un simbolo che ricordava una mano a pugno con un fulmine in corrispondenza di dove si trovano le vene.
Quello era il segnale che uno scontro si era concluso con la sconfitta di un campione e ogni elemento ha il suo simbolo per indicare con precisione quale.
Noar lasciò andare il bastone e si guardò le mani notando che emanano ancora quei fulmini ma dopo qualche secondo ritornarono ad essere delle fiamme, Noar in quel momento gli vennero in mente le parole di Snow quando evidenziò che l’oscurità non ha forma e generò una fiammella tra le mani, poi la trasformò in una piccola scintilla elettrica e poi in una goccia d’acqua sempre color indaco.
Da un lato era estasiato perché ha scoperto un nuovo trucchetto utile per il torneo, ma da un altro lato era abbastanza confuso, perché per un attimo vide l’ambiente che lo circondava completamente nero? Decise di mandare a più tardi le domande e di levare le tende, con tutto il casino che ha fatto contro Mako avrà attirato fin troppa attenzione e lui era stanco.
Solo, non si accorse che qualcuno aveva assistito al suo primo combattimento e quel qualcuno non sapeva cosa pensare “E così, è questo il potere oscuro… un potere semplicemente spaventoso, ma cederà alla luce divina.”
   
 
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