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Autore: LadyHeather83    22/10/2020    4 recensioni
Marinette: divisa tra i sentimenti che prova per Adrien e quelli che stanno nascendo per Chat Noir.
ESTRATTO CAP. 1
“Non è che sei un bell’ esempio se Lady Bug ti continua a dire di no” Lo prese in giro divertita.
“Però ho avuto il coraggio di dichiararmi” La canzonò.
“Sei sicuro di averglielo chiesto veramente, cioè, non è che pensava che scherzassi? Se io avessi ricevuto svariati no da una persona che mi piace, avrei il morale a terra”
“L’importante è non darlo a vedere, prima o poi si accorgerà di me e quando verrà il giorno, staremo insieme per sempre” Disse fiero tornando accanto a lei con un solo balzo.
“E anche se riuscissi a farla innamorare di te? Cosa succederebbe? Hai pensato nel caso andasse male che ne sarebbe della vostra partnership? Se si hanno dei dissapori si rischia di non lavorare bene. Per non parlare delle vostre identità, a quel punto dovreste svelarle, non sarebbe brutto se ti accorgessi che non è la persona che credevi?”
Chat Noir sbuffò, Marinette aveva perfettamente ragione, tranne per l’ultima domanda.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ensemble contre le monde'
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BEST FRIENDS

*

Capitolo 7 – Ed infine fu passione (1° parte)

*

Era trascorsa poco più di una settimana da quel pomeriggio.

Nell’aria aleggiava odore di caldarroste, segnale che ormai era autunno inoltrato.

Anche nella pasticceria di Marinette, si servivano sacchetti caldi di quel particolare frutto di stagione, e nella vetrina, erano comparse le prime torte e dolcetti, fatti con la farina di castagne.

“Questi sono speciali, li dovresti provare, Marinette” Gli disse con la bocca piena Nino.

“Ma sei scemo, li avrò già mangiati un sacco di volte, la pasticceria è la sua” Lo canzonò Alya, sistemandosi meglio la sciarpa verde.

“Ah, si hai ragione” Il moro si grattò la testa in evidente segno di imbarazzo.

“Tranquilli ragazzi, vi svelo un segreto: io odio le castagne” Sussurrò la corvina schermandosi la bocca, lasciando attoniti i presenti.

“Ma come?” Chiesero i due amici accomodandosi sulla panchina del parco.

Ormai gli alberi erano stati spogliati totalmente delle foglie, cadute ai loro piedi.

“Non è tra i miei cibi preferiti, mettiamola così”. Sorrise.

“Io li trovo ottimi, anzi fai i complimenti a tuo padre” Nino addentò l’ennesimo dolcetto, leccandosi i baffi.

Marinette volse lo sguardo alla stessa panchina, sotto al salice piangente, dove Adrien le aveva confessato di non aver baciato nessuno.

Sorrise al ricordo di quel pomeriggio, ma si rattristì subito dopo, prendendo consapevolezza, che non sarebbe mai stata lei la sua prima volta.

“Che hai Marinette?” Le chiese la sua amica Alya.

“Niente, niente” Balbettò.

Nino si allontanò con la scusa di intercettare Max e Kim, che li stavano raggiungendo, lasciando le due ragazze a parlare un po'.

Non ricordavano più, da quanto non capitava.

Ultimamente, tra i costumi della recita, tra le uscite in solitaria con Nino, le due, si erano perse un po' di vista, ma avevano tantissime cose da raccontare, e Marinette, in quel preciso momento, aveva davvero bisogno di un’amica, di una confidente, una spalla su cui piangere.

In quelle settimane, ci aveva provato Chat Noir a colmare la sua assenza, ma sembrava che la corvina, era finita per infatuarsi di lui, con il suo modo di fare, così simile a lui, Adrien.

E la predizione della chiromante non aveva aiutato.

“Sai che la scorsa settimana mi sono fatta leggere la mano?” Le disse iniziando rompendo il ghiaccio.

Alya la incitò a raccontarle tutto, con la sua aria da curiosa cronica.

“Ma non mi ha detto nulla di particolare, parlava di un grande amore…”

“Adrien” Esclamò interrompendola.

“Si come no”.

“No, nel senso che è arrivato anche Adrien, è laggiù con Nino” La prese per una spalla, costringendola a voltarsi verso i ragazzi, che avanzavano nella loro direzione, seguiti da Max, Kim, Alix, Rose e Juleka.

“Ivan e Mylene?” Chiese Alya al suo ragazzo.

Alix fece spallucce “Staranno amoreggiando da qualche parte, nel parco”.

“Andiamo a lanciargli le castagne” Propose Kim, non riscuotendo consensi da parte dei presenti, ritenendola un’idea stupida.

*

Marinette quella sera si portò in camera la sua tisana rilassante, ancora fumante, e dovette fare lo slalom tra i vari manichini sparsi per tutta la camera, con addosso i vestititi della recita di Natale, per i suoi compagni di classe.

In più, come se non bastasse, le era caduto il cesto con le matasse di fili e nastrini colorati.

Aveva avuto bisogno di fare una pausa per non causare altri danni, così era scesa per prepararsi la tisana.

Avrebbe raccolto e sistemato tutto in un secondo momento.

Aprì la botola per uscire nel terrazzino, per provare a scorgere tra i tetti, la sua figura scura.

Ci rimase poco più di cinque minuti, e anche se indossava la sua felpa rosa, pesante, preferita, la temperatura era proibitiva.

Faceva freddo, tanto freddo per essere i primi di novembre.

Scoraggiata, scese in camera, frizionando le mani per scaldarle, quando le sarebbe bastata prendere tra le mani, quella tazza che accuratamente aveva appoggiato sulla scrivania.

Era ancora tiepida, sicuramente ad una temperatura più accessibile, rispetto a quando l’aveva portata su.

Si accomodò sul divanetto, con le gambe incrociate, ed accese la televisione, davano a quell’ora la sua serie tv preferita, che aveva accantonato, da un po', da quando il gatto nero, aveva iniziato a frequentare la sua terrazza.

Sorseggiò un po' di liquido, quando iniziò la sigla.

Aveva perso gran parte della trama dei primi episodi, ma si era messa alla pari, leggendo i vari riassunti, che con facilità erano reperibili sul web.

E poi le sue amiche ne parlavano ogni volta a scuola, perciò era ben informata sui fatti.

Il suo volto era solo illuminato dalla luce della televisione.

Si coprì le gambe con la coperta, che la madre le aveva messo alla mattina, dopo che lei le aveva chiesto che fine avesse fatto.

*

Durante una scena un po' particolare, qualcuno bussò alla botola, ma Marinette, in un primo momento lo scambiò per un rumore di sottofondo, troppo impegnata a seguire attentamente la scena clou, e ignorò il tutto.

Un altro toc toc, questa volta proveniva dalla finestra.

L’aprì, riconoscendo quella sagoma nera tra mille.

Il gatto nero entrò.

“Grazie, faceva un freddo là fuori” Si strinse in un abbraccio cercando di scaldarsi.

“Ma non trattengono il calore queste tute?” Chiese come se non conoscesse affatto il materiale con cui sono fatte.

“Beh! In realtà si, ma cercavo una scusa per entrare, oppure se vuoi usciamo” Disse come se fosse casa e camera sua.

Marinette inarcò un sopracciglio “Non ci penso nemmeno, sto al calduccio a casa mia, grazie” Disse sistemandosi sul divanetto, riprendendo la tazza, che ormai era vuota.

“Posso scaldarti io se hai freddo” Le sussurrò con fare sensuale.

“Grazie, ma ci pensa già questa tazza”.

“Quella tazza non ti scalderà il cuore per sempre, io si che lo posso fare!” Continuò con lo stesso tono.

Da quando aveva iniziato a prendersi tanta libertà con lei? Forse da quella sera sulla Tour Eiffel, quando si erano quasi scambiati un bacio?

Può darsi…ma lui era innamorato di Lady Bug, e non di Marinette, glielo aveva detto apertamente.

“Pensa a scaldare il cuore di Lady Bug?” Lo schernì.

“Lady Bug” Da quanto non la vedeva, da quasi un mese ormai, da quando Papillon aveva colpito l’ultima volta.

“Ho forse detto qualcosa che non va?” Stupida, certo che lo hai fatto, è da un mese che non ti vede con la maschera.

Sorrise “Mi sarebbe difficile scaldarle in cuore in questo momento, non la vedo da settimane” Sospirò “…e il non conoscere le nostre identità, non aiuta”.

“Forse è meglio così no?”

Chat Noir inarcò un sopracciglio “Che vuoi dire?”.

“Nel senso, che forse è meglio se ti trovi qualcun altro da amare, mi sembra ecco, si insomma…” Faticava a trovare le parole giuste “…cioè, vi vedete solo se c’è un attacco akuma, non sai nemmeno chi è...oddio, scusami, mi sento così stupida! Cancella tutto quello che ti ho detto” Si coprì il volto con le mani, per la figuraccia appena fatta.

“Hai ragione” Si sentì dire.

Per quanto la realtà fosse dura da accettare, lui e Lady Bug, non avrebbero avuto mai una storia, anche se lui ci sperava sempre.

Anche la chiromante glielo aveva detto a Marinette, nel suo futuro vedeva un gatto nero, lui, e glielo stava dicendo apertamente.

“Non volevo ferire i tuoi sentimenti, scusami se sono stata indelicata” Gli disse avvicinandosi a lui, cercando in qualche modo di confortarlo.

“A volte hai bisogno solo di qualcuno che ti apra gli occhi” Si avvicinò al suo volto e la baciò.

Veloce, fulmineo, senza darle il tempo di spostarsi o di fermarlo.

Marinette rimase impietrita, e sconvolta da quel gesto inaspettato, ma presto si abbandonò alle sue braccia, cercando di non staccarsi da lui.

Le sue labbra erano calde, morbide e combaciavano perfettamente alle sue, sembravano essere fatte l’una per l’altra.

Affondò le mani nei suoi capelli morbidi e biondi, accarezzandogli la testa.

Lui le prese il volto tra le mani, coccolando le sue gote, imporporate di rosso.

Rimasero in quella posizione in un tempo indefinito, così, abbracciati.

Era bello, terribilmente bello.

Il cuore di entrambi iniziò ad accelerare il battito, in un turbinio di emozioni, che presto gli fecero perdere il controllo, soprattutto quando, insieme, dischiusero le loro bocche, per far incontrare le loro lingue.

Marinette aprì leggermente gli occhi, per assicurarsi di non stare sognando, e li richiuse nell’attimo esatto quando, anche Chat Noir provò ad aprirli.

La mora, gli lasciò la testa, per scendere più giù, percorse le spalle e la schiena perfetta, fermandosi all’altezza del bacino, anche se avrebbe voluto scendere più in basso, ma la timidezza, la frenò, limitandosi a quella parte del corpo.

Anche lui si fermò alla stessa posizione, provocando in Marinette una scossa lungo tutta la schiena, la più bella sensazione fino a quel momento.

Si separarono, quando ad entrambi iniziò a mancare l’aria e il respiro si fece irregolare.

Marinette visibilmente rossa in viso e un po' sotto shock, perché mai avrebbe pensato, che il primo ragazzo, a cui avrebbe dato il suo primo bacio, sarebbe stato proprio Chat Noir, si coprì il volto con entrambe le mani, dandogli le spalle.

“Scusami”.

“Scusami tu” Replicò il gatto nero imbarazzato, le prese la spalla girandola dalla sua parte.

*

Seguì qualche secondo di silenzio.

“Stai bene?” Le chiese togliendole le mani dal volto, costringendolo a guardarlo, mentre sorrideva sghembo.

“C-credo di si”.

“Scusami davvero, non so cosa mi sia preso, è che sei così…così…bella, e mi…mi piaci molto Marinette, davvero!” Gli aprì il suo cuore.

Ora ne era certo, chi si nascondeva sotto la maschera di Chat Noir, stava provando qualcosa che va ben oltre la semplice amicizia.

“Anche tu mi piaci Chat Noir, ma…”

“Ma…” La invitò a continuare, quando il suo sguardo, si posò su di un paio di foto sulla parete, ritraevano Adrien, però non erano le solite foto da copertina, erano scatti fatti di sfuggita, venute incredibilmente bene, pensò da bravo narcisista.

“…ti piace questo ragazzo?” Le indicò, soprattutto quella attaccata con il cuore glitter rosso.

“Si, cioè no, cioè, non lo so più” Si sedette sul divanetto con le mani dentro i capelli e i gomiti puntati sulle ginocchia.

“Dimmi la verità” Con fare dolce e sensuale si accomodò accanto a lei, avrebbe tanto voluto sciogliere la trasformazione, sembrava che quella tuta cominciasse a stringergli il corpo in una morsa letale.

“Ok.” Sospirò, era giunto il momento di raccontargli della sua cotta per il modello più famoso di tutta Parigi.

“Lui è Adrien Agreste, un mio compagno di classe”.

“Mi sembra che io e Lady Bug lo abbiamo salvato dal suo gorilla l’anno scorso”.

Si , me lo ha raccontato, in realtà era stata una giornata un po' strana, dovevo andare in piscina con le mie amiche e mi sono ritrovata a correre per mezza Parigi, con lui, e in pigiama oltretutto, a scappare da dei fan.

Per poi ritrovarmi al cinema con un asciugamano in testa e gli occhiali da piscina.

E’ stato il giorno più brutto della mia vita” Piagnucolò.

“Non dev’essere stato facile fare i conti con il suo mondo”.

“No no, non è stato per quello, figurati, anzi, ne ho approfittato per fare movimento” Rise “…quello che mi ha dato fastidio è averlo incontrato mentre ero in ciabatte e pigiama, in pieno giorno, in pieno centro”.

Adrien ricordò bene quel giorno e scoppiò a ridere.

“Ma anche te, una ragazza che vuole diventare una grande stilista” Indicò tutti i manichini presenti nella stanza “…esce in ciabatte e pigiama, per presentarsi ad un appuntamento con Adrien Agreste? Sei troppo forte Marinette”.

Incrociò le braccia al petto infastidita “Non avevamo un appuntamento, ti ho già detto che dovevo andare il piscina con le mie amiche, ed ero in ritardo”.

“E ci vai in pigiama?” Ridacchiò sotto i baffi.

“Non me ne ero resa conto, stavo facendo una cosa importante” Rispose.

“Ah si, e che cosa?”

Radioso, spensierato, un sogno. Adrien, il profumo.

*

continua

  
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