Serie TV > The Witcher
Ricorda la storia  |      
Autore: funny1723    22/10/2020    0 recensioni
Dal testo:
"Jaskier era sempre stato certo di sapere cosa fosse il dolore. E non il dolore effimero che poteva procurare una qualsiasi arma, no, Jaskier era sempre stato sicuro di conoscere il dolore vero. Quel tipo di dolore che ti lacera dentro."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
BALLAD OF A SAD MAN




 




Why can't we talk it over?
Oh it seems to me
That sorry seems to be the hardest word









Jaskier era sempre stato certo di sapere cosa fosse il dolore. E non il dolore effimero che poteva procurare una qualsiasi arma, no, Jaskier era sempre stato sicuro di conoscere il dolore vero. Quel tipo di dolore che ti lacera dentro.
La sua forse non era stata una vita travagliata, non aveva mai dovuto scoprire cosa si prova a perdere un fratello o a dover combattere contro un amico, ma questo non significava che fosse perfetta. Forse le umiliazioni che aveva dovuto subire, i rospi che aveva dovuto ingoiare, non sarebbero stati un problema per qualcun'altro, ma per lui erano pure fitte di dolore. Jaskier aveva sempre saputo che le persone non lo avrebbero mai preso davvero sul serio, dopotutto era solo un bardo; eppure i loro insulti, le loro risate di scherno gli avevano fatto comunque male. A volte le sentiva ancora perforargli i timpani, come ululati acuti e nauseabondi. A volte sentiva ancora la voce di sua madre che gli diceva che non sarebbe mai stato bravo in nulla nella sua vita, perchè era solo un banale ragazzo di campagna uguale a tutti gli altri.
Se stringeva abbastanza forte le palpebre gli sembrava di poter scorgere ancora il sollievo sul volto di suo padre quando gli aveva comunicato che aveva deciso di partire per vedere il mondo. Come uno sciocco all'inizio aveva anche pensato che suo padre lo avesse guardato in quel modo perchè lo rispettava, perchè credeva in lui ed era fiero di vederlo andare a cercare la sua strada. Poi aveva capito.
Sollievo.
Suo padre era sollevato semplicemente perchè Jaskier aveva deciso di andarsene, non gli importava il dove o il perchè, gli bastava non averlo più lì, gli bastava non doverlo più vedere ogni giorno. Era sollevato perchè finalmente avrebbe potuto dimenticarsi di lui, della sua presenza, del suo essere così irrimediabilmente diverso.
Sollievo.
Quindi sì, Jaskier era sempre stato convinto di conoscere il dolore, quello vero, quello dei sensi e dell'anima.
Poi era arrivato Geralt e tutto era cambiato. La sofferenza che poteva scorgere riflessa negli occhi del Witcher era qualcosa che Jaskier non avrebbe mai potuto nè spiegare nè quantificare. Come era possibile che Geralt riuscisse a vivere nonostante il dolore che lo opprimeva? Come faceva a non cedere, a non lasciarsi andare, a non mollare tutto? Jaskier aveva sempre amato le tragedie, ma questo forse perchè non ne aveva mai davvero vissuta una. Questo almeno prima di conoscere Geralt. Perchè da quando il Witcher era entrato nella sua vita, da quando Jaskier il vero dolore lo aveva visto per davvero, le cose erano cambiate radicalmente.
Jaskier guardava quell'uomo che uomo non era e si sentiva piccolo e impotente. Avrebbe dato tutto ciò che aveva per farlo stare meglio, avrebbe distrutto il mondo solo per vederlo sorridere, sorridere veramente, di cuore, anche una sola volta. Sarebbe morto per Geralt. E forse era proprio per questo, perchè Jaskier avrebbe fatto di tutto per Geralt che quando poi il Witcher lo aveva respinto si era ritrovato incapace di comprendere.
Quando Geralt lo aveva allontanato, quando gli aveva sputato addosso disprezzo e odio e insofferenza, per Jaskier il mondo aveva perso ogni senso logico. E contemporaneamente però gli aveva aperto gli occhi. Ora capiva di essere sempre stato uno sciocco. Ora sapeva che il ripudio di sua madre, lo scherno della gente, le risa dei passanti non erano niente.
Quello non era dolore.
Il vero dolore era il furore negli occhi di Geralt, erano i suoi pugni serrati all'altezza dei fianchi. Il vero dolore era quell'insostenibile sensazione di vuoto che gli impediva di respirare, erano le lacrime che gli bruciavano agli angoli degli occhi. Geralt non lo voleva, non desiderava più averlo accanto. Jaskier non si era mai sentito tanto sciocco e insignificante.
Lasciare quelle montagne fu quasi un sollievo. Tornò a respirare solo quando ormai il sole era già calato e il sentiero era solo un punto indistinto in lontananza.
Quando raggiunse la sua stanza, nell'unica squallida taverna della città, pianse come non aveva mai fatto prima e piangendo si addormentò. Fu una notte difficile, costellata da incubi e grida. Sognò Geralt, il suo volto di uomo, le spalle, le labbra, i gomiti e contemporaneamente sognò un altro Geralt, oscuro e sfocato, più simile all'ombra di un incantesimo che ad un uomo.
Quando si svegliò l'alba era già sorta da un pezzo. Si lavò la faccia nella speranza di cancellare i segni del pianto. Sperava scioccamente che l'acqua avrebbe potuto annullare la giornata precedente, che avrebbe potuto lavare via insieme al fango anche i suoi ricordi. Ma non fu così.
Quando scese per mangiare qualcosa si sentiva totalmente svuotato, come una bambola di pezza a cui era stata tolta l'imbottitura. Ordinò del cibo anche se non aveva fame. Iniziò a fare a pezzi il pane con le dita fino a ridurlo ad un'accozzaglia di briciole.
"Non ti hanno mai insegnato che non si gioca con il cibo?"
Quella voce... Non era possibile. Jaskier alzò la testa di scatto.
Geralt scostò la sedia accanto alla sua e si sedette. Poi con gesti lenti e rilassati iniziò a mangiare dal suo piatto.
Jaskier lo fissò incredulo. Non era sicuro che il Witcher fosse veramente lì. Una parte del suo cervello gli diceva che era solo un altro sogno, che presto Geralt si sarebbe trasformato in qualcun altro o in qualcos'altro. Presto sarebbe svanito come cenere al vento. Eppure Geralt non spariva, non si dissolveva nel nulla, anzi.
"Sei qui."
Geralt alzò un sopracciglio, ma non si girò a guardarlo.
"Mi fa piacere sapere che la tua vista funziona."
Ed eccolo di nuovo il dolore. Vivo e pulsante come il giorno prima. Jaskier si chiese se sarebbe mai riuscito a dimenticare, ad andare avanti. Forse non sarebbe mai davvero stato capace di lasciare quella montagna.
"Perchè?"
Geralt prese un altro pezzo di carne dal suo piatto.
"Perchè mi fa piacere che tu ci veda? Sei un bardo, non tra i più bravi o i più famosi che mi vengano in mente, ma credo che le tue capacità potrebbero essere nettamente peggiorate dalla mancanza-" Jaskier battè con forza il pungo sul tavolo. Non era mai stato così furioso in tutta la sua vita.
"Perchè?"
Geralt si fece d'improvviso serio.
"Quello che ho detto ieri," mentre parlava si pulì le mani e le posò sulla panca. Anche nella rabbia e nel dolore, Jaskier poteva sentire con chiarezza il contorno della mano sinistra di Geralt ad un palmo dalla sua. Patetico, patetico, patetico. Era un patetico idiota.
"Voglio che tu sappia che non lo penso. È che dopo tutto quello che è successo con Yennefer e poi tutti quegli idioti a caccia di draghi e tu che non stavi mai zitto,"
Geralt si passò la mano destra tra i capelli. Sembrava stanco.
"Ero arrabbiato."
Jaskier fissò le loro dita. Erano così vicine che gli sarebbe bastato spostare il mignolo di appena un millimetro per toccare quello di Geralt. Solo un millimetro. Si chiese se fossero calde.
Le parole del Witcher gli giravano per la mente, confuse e insensate. Cosa stava dicendo?
"Jaskier, io..." deglutì rumorosamente, come un bambino interrogato che non sapeva la risposta.
Jaskier alzò gli occhi, trovando quelli di Geralt ad attenderlo. C'era qualcosa di diverso nel suo sguardo. Dietro al dolore e alla rabbia. Geralt sembrava... imbarazzato.
"Geralt, tu stai cercando di chiedermi scusa?"
Il Witcher distolse lo sguardo, sbuffando. Jaskier sentì il cuore pulsargli con forza nelle orecchie.
"Voglio che tu lo dica."
Geralt continuò ostinato a starsene in silenzio. Ora sembrava davvero un bambino capriccioso.
"Geralt, voglio che tu lo dica."
Jaskier non si era mai sentito così confuso in tutta la sua vita. Come poteva il rivederlo una sola volta fargli dimenticare ogni parola crudele, ogni offesa, ogni insulto? Sapeva che probabilmente il potere che Geralt esercitava su di lui, sul suo umore, avrebbe dovuto allarmarlo, eppure non riusciva a non sentirsi sollevato, felice. Non importava più nulla, Geralt era lì per lui.
"Se lo sai già che senso ha che io te lo dica?"
Jaskier fece per rispondere, ma le parole gli morirono in gola. Geralt aveva spostato leggermente la mano sinistra. Le sue dita erano un tocco lieve, quasi impalpabile sulle sue. Erano ruvide e calde come immaginava, eppure capaci di una gentilezza che non si sarebbe mai aspettato.
Jaskier allargò le dita, così da intrecciarle con quelle di Geralt.
"Mi dispiace."
Il sussurro di Geralt si perse nella confusione della sala. Jaskier gli strinse la mano con forza. Questa volta era certo che non fosse un sogno. L'aveva sentito.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Witcher / Vai alla pagina dell'autore: funny1723