Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Sky Reiner    22/10/2020    1 recensioni
Una tranquilla domenica mattina, la Bucci Gang si reca al centro commerciale per una normale giornata di shopping. Ma il Diavolo, si sa, ci mette sempre il suo zampino...
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bruno Bucciarati, Diavolo, Doppio Aceto, Giorno Giovanna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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È una normale domenica di ottobre alla Residenza Bucciarati; non fa abbastanza freddo da accendere il riscaldamento,  ma neanche abbastanza caldo da lasciare aperte le finestre tutta la mattina per far prendere aria. Ed è per questo che Narancia si lamenta, ancora mezzo addormentato, quando Fugo spalanca quella di camera sua:
“Eccheccazzo Fugo! Ci sono due gradi fuori, chiudi!”
Ma Fugo non gli da retta e alza addirittura tutta la tapparella;
“Ma sai che ore sono? Sono quasi le nove e tutti gli altri sono già a fare colazione!”
“Ma è domenica, lasciami dormire…”
“Chi dorme non piglia pesci.”
Al che Fugo butta giù dal letto Narancia e lo trascina a forza in salotto, dove il resto della gang è già preso a mangiare. C’è chi sgranocchia le gocciole, chi beve il tè e chi si spalma la Nutella sulle fette di pane confezionato.
Non appena i due fanno il loro ingresso nella stanza li accoglie un coro di “Buongiorno Narancia”, dopodiché ognuno ritorna a quello che stava facendo prima. Narancia dà il buongiorno a tutti e si siede al tavolo, alla sinistra di Bucciarati che, a differenza del ragazzo, è vestito elegante e sembra anche che sia appena uscito dal parrucchiere.

“Come mai sei vestito così? Devi andare da qualche parte?” gli chiede Narancia. Lui sorseggia il suo tè prima di rivolgergli la sua attenzione:
“Dobbiamo,” lo corregge con un sorriso, “Mista vuole che andiamo al centro commerciale visto che gli servono dei vestiti nuovi.”
“In realtà io devo solo fare un giro, è Trish quella che fa sempre shopping!” Mista punta un dito accusatore –e sporco di cioccolata- nella direzione della ragazza.
“Ehi! Guarda che tu hai talmente tanta roba che non ti ci sta nemmeno nell’armadio.” Ribatte lei rivolgendogli un’occhiataccia dal lato opposto del divano.
Abbacchio, che ha commesso l’errore di sedersi proprio in mezzo ai due, sbuffa e alza il volume del suo mp3 con la speranza che sia abbastanza alto da sovrastare altri suoni come quello delle parole impastate di Mista, dato che non è capace di tacere quando mastica.

Intanto Narancia fa i salti di gioia all’idea di fare un giro con tutto il resto della gang; era da un po’ che non uscivano tutti insieme! Giorno nel frattempo gli offre una tazza di tè con i biscotti al burro e gli ricorda di fare in fretta e prepararsi, dato che gli altri sono già pronti.

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Si respira un’arietta frizzante al di fuori della Residenza Bucciarati; l’enorme macchina a sette posti del proprietario di casa è parcheggiata proprio davanti al cancello automatico, che si apre quando Bruno schiaccia il telecomando.
A proposito di Bruno, oggi si è proprio messo bene! Era da un po’ che aspettava di indossare la sua nuova camicia di Armani abbinata ai suoi jeans neri  –ovviamente sempre di Armani-, e oggi è finalmente giunto il suo momento di risplendere.

Peccato che debba coprire la camicia con una giacca pesante, ma in fondo è quella che gli ha regalato Abbacchio al compleanno, quindi non si lamenta.
Anche Abbacchio non scherza, con il suo outfit in stile gotico e il suo trucco viola e nero ancora più appariscente del solito, ma Giorno gli fa concorrenza con i suoi vestiti sempre eleganti, come al solito tutto è perfettamente abbinato e il colore argento del suo piumino catarifrangente è quasi accecante.

I tre membri più fashion si fanno strada in direzione dell’auto, seguiti a ruota da Fugo, che si strofina le braccia lamentandosi del freddo, come se non stesse indossando un paio di jeans strappati e una giacca a vento che più che riscaldare ti fa congelare direttamente, Mista, che sembra vantarsi del fatto che il suo maglione vintage e i pantaloni della tuta che ha scelto di abbinare non c’entrino nulla l’uno con l’altro, Narancia, con un outfit semplice ma efficace, un paio di jeans neri e una maglietta a maniche lunghe a righe orizzontali nere e arancioni –più una giacca nera per tenersi al caldo- e, infine, l’ultima ma non la meno importante.
Trish si sbatte la porta di casa alle spalle, insoddisfatta di ciò che sta indossando. I suoi vestiti preferiti sono tutti in lavatrice purtroppo, perché qualcuno (Mista) si è dimenticato di avviarla la notte precedente, quindi la ragazza ha dovuto accontentarsi di indossare qualcosa di ‘banale’; un cardigan rosa e un paio di pantaloni bianchi fin troppo stretti, abbinati a delle Fila e ad una giacchetta pelosa bianca.

“Ma dai che stai bene vestita così, Trish!” commenta Mista sorridendole.
“Guarda che lo so che ieri era il tuo turno di fare il bucato.”
“Ahah, ma non l’ho mica detto solo per quello, ti pare! È che di solito ti metti cose troppo strane.”
“Meglio che vestirsi male.”                              
Mista le fa una smorfia, lei gli da una gomitata, poi lui si vendica facendole lo sgambetto. Narancia corre in macchina e Fugo alza gli occhi alla coppia di idioti alle sue spalle:
“Sembrate due bambini dell’asilo. Narancia è quasi più maturo di voi!”
“Ha, avete sentito?!” grida lui dalla macchina, questa volta è riuscito a sedersi di fianco a Bruno, che è già al volante.
Tutti si affrettano a prendere i loro posti –Abbacchio si ritrova nuovamente schiacciato tra Mista e Trish mentre Giorno e Fugo si accontentano degli ultimi due sedili in fondo- e finalmente la gang è pronta a partire. Tutti si lamentano quando Fugo riapre la portiera all’ultimo minuto per andare a recuperare una giacca più pesante, ma per fortuna Bruno ne tiene una di scorta nella tasca del suo sedile, quindi sostituisce la sua con quella.
“Bene… siamo tutti pronti?” chiede Bruno, e tutti annuiscono.
“Parti prima che qualcuno cambi idea.” Dice Abbacchio, impaziente. Non perché frema dalla gioia di girare per i negozi, più che altro non vede già l’ora di tornarsene a casa. Alla fine lui deve solo fare un salto da Kiko.
Bucciarati mette in moto la macchina e ognuno ricomincia a farsi gli affari propri.

Dalla Residenza al centro commerciale non ci vogliono ore, ma la strada non è neanche tanto corta. Infatti di solito i ragazzi ascoltano la musica –o degli audiolibri nel caso di Fugo- oppure fanno quattro chiacchiere per una quarantina di minuti. A volte Mista e Narancia giocano ai videogame sui loro cellulari, mentre il passatempo di Giorno e Trish è andare sul sito di ogni negozio presente nel centro per farsi un’idea di cosa potrebbero comprare.

A venti minuti dalla partenza il cellulare di Bucciarati squilla; nessuno lo sente a parte lui, ma purtroppo è alla guida e quindi non può rispondere subito. Cerca con lo sguardo un posto in cui accostare ma non ne vede nessuno, quindi passa al piano B:
“Narancia, potresti rispondere al mio telefono?”
Il ragazzo in questione mette da parte per un attimo il videogioco e gli sfila il telefono dal marsupio che si porta sempre dietro.
Commette il grave errore di non leggere il nome del contatto che lo sta chiamando.
“Sì, pronto?” intanto fa segno agli altri di abbassare la voce. Nell’auto cade un silenzio di tomba e tutti aspettano la risposta dell’interlocutore.
“Ciao Bruno!”
“Ehm, no, io sono Narancia, Bruno sta guidando.”
“Aah okay, allora ciao Narancia! Dove state andando di bello?”
“Ma questo chi è? Cosa vuole?” commenta Mista, Abbacchio gli tappa la bocca, poi fa segno a Narancia di mentire sul luogo in cui si stanno dirigendo, ma lui non coglie il messaggio.
“Al centro commerciale, quello grande, perché?”
“Che coincidenza! Ci stiamo andando anche io e Diavolo. Ci incontriamo lì? È da tanto che non ci vediamo.”
Narancia fa del suo meglio per non strozzarsi con la sua stessa saliva e il resto della gang si scambia degli sguardi intrisi di preoccupazione. Fugo si alza in piedi per fare segno al suo amico di dire di no ma ancora una volta Narancia, preso dal panico, tradisce involontariamente i suoi compagni:
“A-Ah, a noi va bene! Cioè… visto che siamo già per strada…”
“Perfetto! Allora avviso Diavolo. Ci vediamo all’entrata davanti ai parcheggi? Dove c’è la statua di Topolino?”
“…Sì.”
“A tra poco!”
“Narancia!! Che diamine hai fatto?!”  Trish si mette le mani nei capelli, ma poi se le toglie subito per evitare di rovinarsi l’acconciatura.
“Mi sono truccato per niente, adesso passeremo due ore al bar.” Commenta Abbacchio con tono a dir poco infastidito.
“Ti avevo detto di dire di no!! Potevi dirgli che intendevi un altro centro, non gli hai detto il nome!”
“Ok, ok, scusa Fugo! Sono andato in panico! Ma quindi se ha detto che con lui c’è Diavolo… quello era Doppio?”
“E chi doveva essere?!” gli risponde Fugo, ma prima che possa sorgere un litigio pesante Bucciarati prende in mano la situazione come tutte le volte.
“Ragazzi, ormai Narancia ha detto di sì, non mi risulta che qualcuno abbia uno stand utile a tornare indietro nel tempo. Quindi calmiamoci tutti e pensiamo a una soluzione.”

Ognuno si risiede al proprio posto e comincia a riflettere intensamente, se sette menti si uniscono può venirne fuori un bel piano, no? Ma a volte ne basta soltanto una.
“Secondo me potremmo inventarci una scusa per tornare a casa… e andare in un altro centro commerciale.” Propone Giorno dopo nemmeno dieci secondi di riflessione.
“Ottima idea, Giorno.” Si congratula Bucciarati rivolgendogli un sorriso. Tutti sembrano essere d’accordo sul da farsi, ma sapendo che i loro piani sono stati comunque rovinati rimangono in silenzio fino all’arrivo.

Quando la macchina è ormai parcheggiata e spenta ognuno apre la propria portiera per uscirne: Bruno prova a rimanere calmo, ma internamente sta implodendo. Proprio oggi che c’erano i saldi da Mascheroni! Non che non abbia i soldi per comprarsi qualcosa quando non ci sono, ma è sempre meglio risparmiare.
Per non parlare di Abbacchio, che pare stia percorrendo la strada verso il patibolo. Beh, almeno la sua espressione si abbina perfettamente ai vestiti neri che indossa.
Trish è la più in ansia di tutti; ma proprio di domenica dovevano trovarsi con suo papà? O… con i suoi papà. Insomma, non ci andava neanche d’accordo e avrebbe preferito mille volte farsi un giro da Pull&Bear, magari provarsi qualche felpa alla moda insieme a Giorno.
Il gruppo attraversa più lentamente del dovuto la strada e si ritrova esattamente davanti all’imponente statua di Topolino, dove dovrebbero trovarsi anche Diavolo e Doppio.
“Dove sono quei due? Mannaggia, fanno sempre tardi.” Si lamenta Mista guardandosi intorno. Narancia copia i suoi gesti;
“Già… sarà colpa di Diavolo.”
“Ma va’ Narancia! È colpa di Doppio, te lo dico io. Se fosse per Diavolo quelli lì non uscirebbero neanche di casa!”
“Alzate un po’ di più la voce, mi raccomando!” Fugo è tentato di tirare a entrambi una sberla, ma purtroppo è meglio contenersi in pubblico.
“Eccoli là.”

All’annuncio di Giorno tutti seguono il suo sguardo e, effettivamente, pare non averci visto male. Osservano Diavolo alle prese con un parcheggio a L, mentre Doppio tira giù il finestrino per salutarli meglio con la mano.
Una volta che la macchina è stata parcheggiata si dirigono verso gli altri sette, uno felice come un bambino e l’altro rigido come un palo. Sono vestiti in stile domenica pomeriggio, entrambi con la stessa tuta, con l’unica differenza che quella di Doppio è rossa mentre quella di Diavolo è color melanzana.
“Buongiorno Doppio, Diavolo.” Li saluta Bucciarati, sorridendo. Il resto della gang fa lo stesso e una volta che tutti si sono scambiati i saluti Doppio corre ad abbracciare Trish, che gli da una semplice pacca sulla spalla.
“Come sta la mia bambina? Scommetto che vorrai fare un giro da Beska!”
“Guarda che si dice Bershka…”
“Ahah, sì, quello!”
Dopo aver scambiato due parole, Bucciarati e Diavolo –con l’approvazione di Abbacchio, che è molto selettivo quando si tratta di certe cose- decidono di entrare e prendersi un caffè, insieme a tutti gli altri ovviamente, optando per uno dei bar al piano superiore.
Il centro commerciale è affollato, c’è da aspettarselo di domenica d’altronde, e si fa fatica a capire quello che dice l’altro in una conversazione. Doppio indica vari negozi a Trish chiedendole se vorrebbe fermarsi lì, ma Diavolo gli ricorda che prima sarebbe meglio sedersi e bere qualcosa. Narancia a un certo punto  rischia di essere trascinato via da un gruppo di teenager, ognuno di essi con un bubble tea di gusto differente in mano.
“Bucciarati! Nel bar dove stiamo andando lo fanno il bubble tea?” chiede una volta che si è rimesso a pari passo.
“Eh? Non credo. Perché? Lo vuoi?”
“Magari!!”
“Lo voglio anch’io!” si intromette Doppio trascinandosi dietro sua figlia, mentre Abbacchio pare già visibilmente stressato a causa dell’innegabile cambio di bar. Quando quei due vogliono qualcosa devono per forza ottenerla in qualche modo.

Alla fine il bar viene scelto proprio da loro due e si tratta di uno dei più pieni, ma a detta di Doppio, che a quanto pare ci è già stato, vale la pena attendere per il proprio ordine.
Miracolosamente uno dei tavoli più grandi si libera proprio al loro arrivo, e Mista e Narancia si fiondano verso di esso non appena il gruppo di persone che lo stavano occupando lascia il posto. Tutti si siedono e Bruno e Diavolo prendono gli ordini dei ragazzi… e di Doppio, per poi dirigersi al bancone e prelevare cibo e bevande.
“Ragazzi! Dovremo aspettare un po’, ma fanno dolci e bevande buonissimi qui. Cos’avete ordinato? Io la scorsa volta che sono venuto ho preso…”

Doppio si perde in una delle sue storie come sempre ma ben pochi lo stanno ascoltando, infatti sia Mista che Narancia hanno già ripreso a giocare sui loro cellulari mentre lo sguardo di Giorno è fisso verso i negozi di abbigliamento alle spalle dell’uomo.
Intanto Bucciarati e Diavolo non se la stanno passando tanto bene. La fila è lunghissima e tra l’altro ricordare così tanti ordini in una volta non è semplice, soprattutto per Diavolo che non ne è abituato. Le uniche cose che ha tenuto in mente sono il cremino caffè e la brioche vuota di Doppio, ma se per caso Bruno dovesse dimenticarsi uno degli ordini dei suoi compagni non potrebbe essergli d’aiuto.
“Caspita, dovevamo segnarci le cose.” Afferma Bruno.
“Eh…già.” Risponde Diavolo. “In realtà quello che avrebbe dovuto segnarsele sei tu.” Pensa, ma tiene la bocca chiusa e continua ad aspettare.
Una decina di minuti dopo i due si trovano finalmente al bancone, la ragazza dall’altra parte di esso si sporge in avanti per non perdere nessuno dei loro ordini.
“Ditemi pure!”
“Un cremino caffè, un espresso e due brioche vuote.” Diavolo è il primo a ordinare.
“E lei signore?”
“Allora… un caffè macchiato caldo e uno freddo, uno americano, uno con la panna, un cappuccino, un tè nero, un bubble tea alla mela verde, una brioche vuota, due con la marmellata, una alla nutella e una girella all’uvetta. Grazie.”

La ragazza si affretta a segnare tutto su un taccuino e corre a radunare le varie brioche ordinate da Bruno, mentre Diavolo gli rivolge uno sguardo sorpreso.
Poco dopo i due si dirigono al tavolo muniti di diversi vassoi pieni di cibo e bevande; ognuno recupera la propria colazione tranne Narancia, che ha ordinato soltanto un bubble tea.
“Giorno, non mi avevi detto di mangiare poco, mica lo sapevo che ci saremmo fermati al bar!” si lamenta il ragazzo preparando la fotocamera del suo cellulare per scattare qualche foto da pubblicare.
“Dovevi pensarci tu, mica Giorno.” Fugo intanto scatta una foto alla sua combo macchiato freddo-cornetto alla marmellata.
 Per fortuna di tutti Doppio si dimentica delle vicende di cui stava parlando prima e si fionda sulla sua colazione, guadagnandosi uno sguardo disgustato dalla figlia quando masticando alcune briciole della sua brioche cadono sul tavolo.
“Allora Trish,” Diavolo si rivolge a lei, “Come va la convivenza con gli altri?”
Diavolo avrebbe preferito che Trish andasse ad abitare insieme a lui e a Doppio, e questo lei lo sa, ma decide comunque di rispondere sinceramente alla domanda del suo forse-padre.
“Mi trovo bene, è divertente.”
“Fa la bella faccia con voi ma a casa non fa altro che lamentarsi!” esclama Mista già sporco di cioccolato. Narancia intanto coglie l’attimo per rubargli un pezzo di brioche.
“Ma ti pare il caso di dire certe cose davanti a suo padre?” commenta Fugo.
“Infatti, e poi non è vero, sei tu che ti lamenti.”
“Ragazzi, un po’ di serietà.” Bruno li riprende per poi sorseggiare il suo caffè.
Doppio trova sempre divertenti questi battibecchi tra ragazzi ma l’espressione di Diavolo non cambia di una virgola. Tra una parola e l’altra ognuno finisce la sua colazione –chi la prima e chi la seconda del giorno- e per gioia di Abbacchio il gruppo decide di alzarsi e fare un giro.

Mentre mettono in ordine il tavolo e le sedie Bruno si rivolge a Diavolo:
“Ascolta, in realtà noi siamo un po’ di fretta oggi. Per mezzogiorno dobbiamo essere a casa.”
“Ah, allora sarebbe il caso di fare un giro. Io devo passare da Kiko.”
Kiko? Abbacchio si volta in direzione di Diavolo. Anche lui deve andare da Kiko. È il migliore della zona tra l’altro, e se andassero in un altro centro commerciale non avrebbero i prodotti che servono a lui. È la sua occasione.
“Kiko?!” Narancia non sembra per niente felice quando Diavolo e Abbacchio annunciano la loro prossima destinazione, “Che palle… dobbiamo venirci per forza tutti?”
“Guarda che nessuno ti ha chiesto di venire.” Lo zittisce Abbacchio, e il ragazzo ci rimane di sasso.
“Beh, vi porto io a fare un giro, ragazzi!” propone Doppio rivolgendosi a chiunque non fosse interessato. Trish non prende neanche in considerazione l’opzione di andare con Diavolo, preferendo mille volte Doppio a lui, quindi a loro due si aggregano tutti gli altri a parte Bruno.

I due gruppi prendono strade diverse, intanto Trish si consulta con Giorno.
“Io voglio prendere una gonna. Certo che con mio papà qui…”
“Ma sì Trish, non ti devi vergognare. In fin dei conti vivi con sei ragazzi e quando usciamo metti sempre la gonna.”
“Beh sì, in effetti forse hai ragione tu, Giorno… dove andiamo prima?”
Il ragazzo le indica il negozio di abbigliamento che ha avvistato prima –si tratta di Zara. Trish annuisce e tutti cominciano a farsi strada verso l’entrata, persino Doppio sembra impaziente di fare un po’ di shopping.

Una volta entrati li accoglie l’assordante canzone di Lady Gaga e Ariana Grande, Rain On Me, e una delle commesse si avvicina immediatamente al gruppo con un sorriso a trentadue denti. Si rivolge prima a Trish, essendo lei in testa al gruppo.
“Benvenuti, posso aiutarvi?”
“No grazie, dobbiamo solo dare un’occhiata.” Risponde la ragazza prontamente, e cerca di fare un passo avanti, ma la commessa la ferma nuovamente.
“Beh, cercate qualcosa in particolare?”
Doppio, che ha sentito la conversazione tra sua figlia e Giorno poco prima, si fa avanti:
“Stiamo cercando una gonna per lei. Magari qualcosa di grazioso. Porta una taglia… Trish… che taglia porti? Non mi ricordo, ahah.”
Trish lo fulmina con lo sguardo ma per non sembrare scortese risponde comunque alla domanda, porta una taglia S. La commessa fa segno al gruppo di seguirla e li conduce al centro del negozio, dove si trova un tavolo sul quale sono piegati diversi modelli di gonna.
Trish avrebbe preferito guardarle tutte con calma ma la commessa recupera soltanto i modelli dei quali è disponibile la taglia S e glieli mette letteralmente in mano:
“Queste sono tutte quelle che abbiamo, adesso perché non le provi? Ti conduco ai camerini!”
Inutile dire che Mista e Narancia vorrebbero già andarsene ma prima che possano fuggire dal negozio Giorno afferra i loro polsi:
“Dai, venite anche voi, così possiamo dirle tutti la nostra opinione.”
“Ma tu e Doppio non siete già abbastanza?” chiede Narancia, che ha già adocchiato un negozietto dove sono esposti dei giubbini in pelle, che a parer suo sono molto più interessanti di una gonna.
“Sì, ma se ci foste anche voi magari si sentirebbe meno a disagio.” Lo informa Giorno trascinandoli verso i camerini, dove Trish e la commessa li stanno già aspettando.
“Ah, bene! Siete arrivati tutti. Prego signori, accomodatevi pure sulle poltrone alle vostre spalle.” I ragazzi si girano ed effettivamente dietro di loro ci sono delle poltrone in pelle color bordeaux. Doppio non ci pensa due volte e si siede su una di esse, gli altri fanno lo stesso, anche se perplessi.
“Ma che è? Una sfilata?” commenta Mista, fuori luogo come sempre.
Narancia ridacchia e Giorno gli da una gomitata, sperando che la commessa non abbia sentito nulla.
Intanto Trish si sta già provando la prima gonna,  ne possiede già una simile, bianca e in stile tennis. Inoltre il camerino è così piccolo che si sente soffocare, e il fatto che almeno sette modelli diversi di gonne siano appese agli attaccapanni rende l’esperienza ancora più claustrofobica… per non parlare della canzone e delle voci degli altri clienti di sottofondo.
“Hai finito?” chiede la commessa dopo un paio di minuti. Trish non è tanto convinta ma risponde comunque di sì, al che la commessa tira indietro la tenda mentre lei si sta ancora specchiando.
“Wow! Ti dona proprio, che ne pensate ragazzi?”
“In realtà ne ha già una così.” Risponde Narancia, stravaccato a gambe larghe sulla poltrona.
“Sì, poi le sta un po’ troppo corta.” Aggiunge Mista scrutandola dall’alto al basso. Le guance di Trish si tingono di rosso e chiude la tenda.
“Ne provo un’altra, ho capito! Tanto così ce l’avevo già.”
La seconda gonna è un po’ più lunga, rosa e nera in stile scozzese. Peccato che sia troppo stretta, ma non ha neanche il tempo di comunicarlo alla commessa perché dopo cinque minuti lei riapre nuovamente la tenda.
“Questa ti sta benissimo!”
“Sì, ma è troppo piccola, magari dovrei provare una M.”
“Vado a prendertela io!”

E così i ragazzi e Trish vengono abbandonati ai camerini per qualche interminabile minuto. Le fronti di tutti sono già sudate e Narancia sembra accasciarsi sempre di più man mano che il tempo scorre. Mista batte impazientemente un piede per terra mentre Giorno controlla assiduamente l’ora sul suo cellulare.
Doppio intanto cerca di convincere Trish a provarsi anche qualcos’altro, suggerisce dei lupetti e magari anche qualche giacca all’ultima moda.

La commessa ritorna dopo poco, e con sé non ha soltanto una taglia M della gonna scozzese, ma anche altre due gonne e dei top da abbinare ad esse.
Trish si sente svenire alla vista dei capi d’abbigliamento ma tiene duro per non offendere la giovane donna, che la spinge ancora una volta nel camerino con un sorriso. Come fa a non sudare? I suoi capelli biondi sono raccolti in uno chignon perfettamente ordinato, mentre Trish è già scapigliata per via del caldo.
Nonostante l’afa e il baccano riesce comunque a provare tutto in una trentina di minuti: la taglia M di quella scozzese, una gonna nera, una uguale ma rossa, una a tubino, una a campana che non le dona per niente, una a palloncino, una a balze che piace soltanto a Doppio, e due a portafoglio. Prova anche dei top ma nulla la convince, a parte una delle ultime due gonne che ha provato: è color magenta e si abbina perfettamente a dei vestiti che ha a casa.

“Io prendo soltanto questa, non mi serve altro, grazie mille per l’aiuto.” Trish informa la donna, tenendo in mano la gonna in questione.
Mista e Narancia fanno del loro meglio per non urlare dalla gioia e Doppio si offre di accompagnarla alla cassa. Trish è talmente stanca che gli risponde di sì. Giorno le comunica che lui e gli altri la aspettano all’uscita.
“Madonna… quella lì era una rompi cazzo.” Narancia se ne esce con una delle sue.
“Sì, tra poco mi veniva il culo quadrato.” Risponde Mista stirandosi le braccia.
“Beh, almeno Trish ha trovato qualcosa. Noi non abbiamo neanche avuto il tempo di fare un giro…” Giorno sospira e si siede su una delle panchine davanti al negozio.

Nel frattempo, al piano superiore…

Bruno non è il tipo da truccarsi in modo appariscente, infatti ha seguito Diavolo e Abbacchio soltanto perché quest’ultimo gli chiede sempre un’opinione quando trova qualche cosmetico di suo interesse. Prima di fermarsi da Kiko però il trio passa davanti a un altro posto che Abbacchio visita molto spesso:
“Proviamo a entrare da Sephora prima?” suggerisce, Diavolo non se lo fa ripetere due volte mentre Bruno li segue senza fare commenti.
Il posto è pieno zeppo di ragazze cariche di borse, probabilmente tutte piene di vestiti e di trucchi comprati da qualche altra parte, alcune si consultano con le loro amiche su quale palette sia la migliore mentre altre sembrano indecise su quale maschera acquistare.
Diavolo e Abbacchio si scambiano due parole che Bruno non riesce a cogliere e poi vanno in direzioni diverse.
“Ma cosa…” si lascia scappare Bruno, non sapendo chi seguire e che cosa fare in un posto del genere. Sì, ogni tanto accompagna Giorno, Trish e Abbacchio in posti simili, ma sono molto più piccoli. Questo è enorme ed ha già perso di vista i due uomini che stava seguendo.
“Ooh, ma chi si vede! Bucciarati?”

Una voce che non riesce subito a riconoscere lo coglie di sorpresa. Si volta e alla sua destra si trova una delle sue vecchie conoscenze.
Tiziano indossa una maglietta e dei jeans, entrambi attillati e neri, e un paio di mocassini rigorosamente senza calze. I suoi capelli biondo platino, che di solito lascia sciolti, sono raccolti in una coda bassa e volutamente spettinata, in modo da farli sembrare ancora più morbidi e setosi. Il suo makeup è esagerato al punto giusto e fa in modo che i suoi occhi appaiano più grandi ed espressivi.
Bruno non si sognerebbe mai di mettersi in quel modo, ma deve ammettere che Tiziano, vestito e truccato così, è ancora più affascinante del solito.
“Ah, Tiziano, è da un bel po’ che non ci vediamo in effetti. Non sapevo che lavorassi qui.” Dice Bruno notando il cartellino che indossa l’altro.
“Eh sì, mi hanno assunto da poco… anche il mio Squalo è un commesso da Sephora, sai? Dovrebbe essere alle prese con qualche altro cliente…” Bruno deglutisce nervosamente quando Tiziano si avvicina a lui: “Mmm… sei un uomo affascinante, Bucciarati, dovresti provare a truccarti qualche volta.”
“Ah, io? Grazie per i complimenti ma non fa per me.”
“Tizi, cosa combini?”
Squalo, il fidanzato di Tiziano, fa la sua comparsa da dietro a uno scaffale di ciprie e pennelli.
“Tesoro, ti ricordi di Bucciarati? Sostiene che truccarsi non faccia per lui, ma…”
“Mh… davvero?” Squalo, vestito nello stesso identico modo del suo compagno, si avvicina pericolosamente a Bruno.
“Stai pensando a quello che sto pensando io?” gli chiede Tiziano, e Squalo annuisce sorridendo.
“Sì amore. Bruno… perché non provi a farti truccare da noi? Siamo dei professionisti, sai?”
In meno di un minuto Bucciarati si ritrova seduto su una di quelle sedie senza schienale, fin troppo alta persino per uno come lui. È nera e lucida, come i muri e i pavimenti del negozio.
Tiziano e Squalo sono già armati di varie palette, eyeliner, mascara e cosmetici vari, hanno addirittura un carrello su cui posarli a loro disposizione. Su di esso vi è un piccolo specchio, che Tiziano porge a Bruno una volta che è tutto pronto.
“Eccoci qua, Bucciarati. Questo sei tu adesso. Preparati, perché in men che non si dica… sarai un uomo completamente diverso.”
“Ecco, io veramente…”
“Con cosa iniziamo, Tizi?” chiede Squalo, e Tiziano ispeziona il volto del loro cliente.
“Direi di rendere più liscia e luminosa questa pelle… che ne dici?”
“Sei sempre il migliore, tesoro mio.” Risponde Squalo. I due si scambiano un bacio prima di iniziare effettivamente a lavorare.
 
Ma in tutto questo, vi starete chiedendo voi… dov’è finito Fugo?

Il giovane aspetta pazientemente il suo turno alla cassa della Mondadori: si è concesso di acquistare un paio di libri usciti da poco, ed ha addirittura fatto un piccolo pensiero al suo migliore amico Narancia. Sapendo che lui è un fan accanito di Harry Potter –si è esercitato nella lettura proprio grazie a quei libri- gli ha comprato una Funko Pop di Lord Voldemort, uno dei suoi personaggi preferiti.
Una volta pagati i suoi acquisti esce dalla libreria e controlla che il resto sia giusto, per poi decidere la sua prossima meta.
“Vediamo… mi servirebbe un nuovo paio di scarpe. Potrei fare un salto da Pittarosso.” Pensa ad alta voce.
Decide che quella è l’idea migliore e si avvia verso il negozio di scarpe.
Durante il tragitto, che percorre con calma, osserva attentamente le vetrine e si perde nei suoi pensieri. È un miracolo che si sia separato da entrambi i gruppi, forse passare un po’ di tempo al centro commerciale non gli dispiacerebbe, ovviamente in solitudine. Deve solo fare in modo di non incrociare gli altri neanche per sbaglio.
Arrivato a Pittarosso si mette subito alla ricerca degli anfibi che desidera da tanto tempo; sono necessari per l’autunno e l’inverno d’altronde. Ne trova un paio quasi subito ma sono troppo banali per i suoi gusti… si sposta nelle corsie e fatica a trovare qualcosa di suo gradimento.
“Benvenuto, cerchi qualcosa?”
Fugo è talmente concentrato che gli viene un colpo non appena qualcuno si rivolge a lui. è chinato per osservare meglio un paio di scarpe, quindi alza lo sguardo per trovarsi di fronte nientemeno che Melone, vestito e truccato in modo abbastanza sobrio.
Accidenti, e chi se lo ricordava che lui lavorasse qui? Beh, alla fine c’era da aspettarselo da un tipo come lui.
“Ah! Ma tu sei Fugo Pannacotta! Molto bene, molto bene. Vedo che hai in mano degli stivali. Vieni, vieni, ti porto io a vederne un paio ancora più bell-“
“No grazie Melone, faccio da solo.” Lo interrompe Fugo infastidito. Melone rimane a bocca aperta ma ritrova il sorriso in un nanosecondo.
“Ma non vuoi un consiglio? Sono bravo in queste cose, sai? È il mio lavoro.”
“No, guarda… in realtà non mi serve niente, stavo solo guardando. Buona giornata.”
Melone lo segue imperterrito fino all’uscita.
“Ma sei proprio sicuro che non ti serva nulla?”
“Sì Melone, sono sicuro.”
“Allora salutami tutti eh!”
“Sì, sì… te li saluto.”
Scocciato come non mai, Fugo si allontana da Pittarosso. E adesso? Cosa dovrebbe fare? Per quanto il centro sia grande non gli risulta che ci siano altri negozi di scarpe. Potrebbe provare a rientrare di soppiatto, ma se Melone lo beccasse di nuovo?
Meglio di no. Peccato che adesso non sappia proprio che fare. Forse riunirsi con gli altri non sarebbe così male dopotutto, ma dove diavolo sono finiti tutti?
 
“Su ragazzi! Entriamo in qualche altro negozio, pago tutto io.” Propone Doppio dopo aver vagato per i corridoi per una decina di minuti con gli altri.
“Io in realtà dovrei andare in bagno, ma non so dove sia.” Narancia si guarda intorno alla ricerca di un cartello con scritto WC. Mista intanto si lamenta come suo solito.
“Io ho mangiato troppo, avrei dovuto prendermi un tè e basta…”
“Andare in giro con voi è impossibile…” commenta Trish, seguendo il consiglio di suo padre e indicando Bershka: “Entriamo qui e poi vediamo.”
Giorno è già più che pronto a fare acquisti: osservare Trish provarsi qualcosa come dieci gonne e top deve avergli dato una carica assurda, infatti si fionda subito nella sezione più sgargiante del negozio. Mista e Narancia si fingono interessati ad alcuni dei vestiti esposti ma le loro menti sono tutt’ora occupate da altro.
Ad un certo punto Narancia, stanco di aspettare, informa il gruppo che sta per uscire alla ricerca di un bagno.
“Io rimango qua, magari facendo finta di stare bene mi passerà il mal di stomaco.” Mista osserva dei pantaloni cargo con sguardo assente.

Narancia esce dal negozio di tutta fretta e si mette alla ricerca di questi dannati servizi; guarda a destra e a sinistra molteplici volte ma sembrano esserci soltanto negozi di vestiti e bar affollati come non mai. Certo che in questo centro commerciale non si capisce proprio niente…
Attraversa un mare di persone, evita l’area giochi e le mamme con i loro figli scavalcando anche una giostrina a forma di dinosauro, per poi tirare dritto una volta giunto alle scale mobili che portano al piano superiore. Alzando per un attimo lo sguardo nota una figura famigliare scendere da esse: è Bruno! Ma sembra diverso rispetto a prima…
Lo raggiunge per guardarlo meglio e, in effetti, qualcosa di diverso ce l’ha. Come mai è truccato? Fino a circa un’ora prima non era messo in quel modo! Ma che gli sarà successo?
“B-Bucciarati… come mai sei truccato?”
“Narancia…non fare domande, sai dov’è il bagno? Devo togliermi questa roba dalla faccia prima che gli altri mi vedano.”
“Ah, lo stavo cercando anche io, deve essere da queste parti! Certo che… non ti dona molto quel look, senza offesa.”
Ma Bucciarati non si offende, anzi, ride al commento del ragazzo. Dopo un’estenuante ricerca i due giungono finalmente ai servizi. Uno corre in bagno mentre l’altro rovista nel suo marsupio nella speranza di avere delle salviettine struccanti a portata di mano.
Per fortuna ne trova un sacchetto. Deve averglielo affidato Abbacchio in caso di una situazione d’emergenza. Si affretta a strofinare via eyeliner e ombretto blu per poi lavarsi la faccia e rimuovere il rossetto color blu oltremare dalle sue labbra.
Narancia esce dal bagno proprio in quel momento e, dopo che Bruno gli ricorda di lavarsi le mani, si rivolge a lui:
“Senti, ma… allora me lo spieghi come mai eri truccato?”
“Mi hanno fermato Tiziano e Squalo da Sephora… è una storia lunga.”
“Ah, ma dove sono Abbacchio e Diavolo?”
“Non chiedermelo…”
Ritornano nei corridoi insieme, già stanchi della giornata.
“Che si fa adesso? Devi andare da qualche parte, Narancia?” gli domanda Bruno.
“Torniamo da Bershka, Doppio, Trish, Giorno e Mista dovrebbero essere ancora lì.”
 
Giorno Giovanna ispeziona un maglioncino rosa pesca: con cosa potrebbe abbinarlo nel caso decidesse di comprarlo? Gli starà almeno bene? Dovrebbe vederselo addosso per decidere. Lo passa a Doppio, che in questo momento sta svolgendo la funzione di appendi abiti umano. Giorno ha già in mano altre cinque cose, non potrà mica tenere tutto lui!
“Ahah, tu e Trish avete proprio un bello stile. Sareste una bella coppia eh?”
“Magari. Doppio, ma sei sicuro di riuscire a tenere tutta quella roba? Se vuoi chiamo Mista. Di solito mi tiene tutto lui.”
“Ma no, no! Mi fa piacere.”
In quel momento una commessa fa la sua comparsa.
“Oh no, di nuovo...” Pensa Giorno. Doppio non se n’è ancora accorto, essendo lei alle sue spalle.
“Signorino, le serve una mano? Deve provarsi queste cose?”
Giorno nota che la ragazza si sta rivolgendo al padre di Trish, ma prima che possa correggerla lui risponde:
“Sì! Meglio provarle subito. Dove sono i camerini?”
Deve non aver capito, infatti rivolge uno sguardo perplesso a Giorno quando la commessa conduce lui ai camerini, e non l’amico di sua figlia. Ma non sapendo che cosa dire si lascia guidare fino al camerino più spazioso del negozio e prima che possa dire qualunque cosa la tenda si chiude dietro di lui.
Osserva i capi d’abbigliamento nelle sue mani: il maglione rosa, i jeans slavati strappati, la felpa della Nasa, il giubbotto in montone color panna e gli stivaletti elasticizzati. Lui e Giorno hanno sì e no le stesse misure, quindi… perché non cogliere l’occasione per provarseli addosso?

Quando Giorno lo raggiunge accompagnato dal resto del gruppo, Doppio si sta già specchiando, abbastanza soddisfatto di ciò che indossa. Tutto gli dona perfettamente, a parte forse gli stivaletti che non sono nel suo stile.
“Papà, ma… cosa stai facendo?” gli chiede Trish, confusa. Doppio si accorge della presenza degli altri:
“Ah! Siete arrivati. Ma dai, non pensavo che questi vestiti mi sarebbero stati così bene. Ho già provato anche la felpa e mi va anche quella. Che ne dite?”
“Beh… meglio della tuta.” Gli risponde Mista.
“Effettivamente non ti stanno male. Sono gli unici rimasti di quella misura ma pensandoci bene io ho già cose simili a casa, puoi prenderli tu.” Gli dice Giorno.
“Grazie Gio, magari così comincerà a vestirsi un po’ meglio…” gli sussurra Trish nell’orecchio.
“Chissà cosa dirà Diavolo quando mi vedrà vestito così!”
 
Diavolo rinuncia a provarsi il rossetto che ha avvistato –ovviamente sulla mano- non appena una signora di mezza età se lo spalma dritto sulle labbra. Adesso, non che Diavolo sia l’essere umano più educato sulla faccia della terra, ma era proprio necessario? Chissà quante altre persone lo avranno provato prima di lei, e lo proveranno ancora…
Rivolge un’occhiataccia ad Abbacchio: quello lì ha già preso tutto quello che gli serviva, sia prima da Sephora che adesso da Kiko. Diavolo voleva anche prendersi l’eyeliner della collezione autunnale “Pumpkin Spice” ma Abbacchio se l’è accaparrato per primo. Non gliene va bene una oggi.
Pensa a Doppio e alla vita semplice che conduce… si veste normale, non si trucca, di mattina si fa una treccia e via. Di domenica anche Diavolo non si cura molto ma nel resto della settimana ci impiega almeno due ore a prepararsi.
Doppio… chissà cosa starà facendo adesso, si chiede Diavolo, cercando un fondotinta del suo colore.
 
“Wow! Che bello questo, mi sta bene, vero?” l’uomo in questione chiede ai ragazzi seduti sul pavimento di fronte a lui, indicando l’ombretto rame sulle sue palpebre.
Sephora e Kiko sono troppo affollati quindi il gruppo, anche per evitare Abbacchio e Diavolo, si trova da NYX, e a quanto pare in questo centro commerciale hanno persino una stanza a parte per chi vuole farsi truccare!
Dopo aver provato –e ovviamente acquistato- qualche altro maglione e paio di pantaloni, adesso Doppio si sta dando alla pazza gioia spendendo tutti i soldi che si è portato dietro in makeup, cosa che non si sarebbe mai immaginato di fare.
Ma grazie agli incoraggiamenti dei ragazzi ha già due sacchetti pieni di prodotti.
“Papà, prova questa palette!” Trish gli fa vedere l’immagine dal suo cellulare. La ragazza che si sta occupando del makeup di Doppio corre a recuperare la palette dai colori pastello mentre Giorno scatta qualche foto artistica all’ennesimo look dell’uomo.
Inoltre al gruppo si è unito anche Bucciarati, a cui vengono ancora i brividi ripensando al trucco che gli hanno fatto Tiziano e Squalo. Eppure a Doppio, che ha il ~doppio~ della sua età, il trucco sta più che bene! Che ingiustizia…
Passa un bel po’ di tempo prima che il gruppo esca da NYX e, se Doppio si è rifatto il guardaroba e adesso ha pure intenzione di cominciare a truccarsi, perché non dovrebbe cambiare anche acconciatura? Bruno propone l’idea e tutti sembrano essere d’accordo, a parte Mista che non riesce proprio a digerire quella brioche alla nutella, ma Trish e Giorno, essendo i più impazienti di vedere la trasformazione di Doppio al completo, gli dicono di tenerla dura e che mentre sono dal parrucchiere lui può prendersi una tisana.
 
Nel frattempo Fugo, ancora per conto suo, ha deciso di fare un salto al negozio della Disney. Quando ci sono anche gli altri nessuno si vuole mai fermare, ma adesso che è da solo può finalmente fare quello che vuole –ha già deciso che più tardi visiterà anche un altro negozio di giocattoli dove vendono una delle sue cose preferite: gli oggetti in miniatura-.
Peccato però che ci sia una fila lunghissima all’entrata: ragazze e ragazzi che indossano felpe e accessori dei personaggi della Disney, bambini che strillano, gruppi di signore che vogliono sentirsi più giovani, e Fugo in tutto questo è l’unico da solo.
Si sente un po’ a disagio ma dopo un po’ riesce a entrare, e si perde a osservare i portachiavi de La Bella e La Bestia, le magliette abbinate a tema Lilli e il Vagabondo, le tazze del Re Leone… è difficile contenersi e non spendere tutti i suoi soldi in gadget dei suoi classici preferiti, ma alla fine riesce a uscirne con soltanto una felpa degli Aristogatti.
Ammirando il suo acquisto si dirige verso il prossimo posto nella sua lista, nascondendosi dietro a un pilastro quando nota Diavolo e Abbacchio camminare nella sua direzione. Dove staranno andando?
 
Abbacchio è molto stressato: proprio cinque minuti fa, uscendo da Intimissimi Uomo, è stato catturato nella fotografia di un signore e di suo figlio ma, non volendo rovinare il momento, ha dovuto tirare dritto senza dire una parola.
“Che nervoso… sarò venuto male. Mi viene voglia di tornare indietro a fargliela cancellare.”
Diavolo lo capisce a pieno: la sua casa è tempestata di fotografie di Doppio, ma non ce n’è nemmeno una dove c’è anche lui. Doppio al mare sul canotto, Doppio in montagna con le capre, Doppio allo zoo che dà da mangiare ai canguri… ne hanno alcune di Trish da bambina e di Doppio che la fa giocare con gli animaletti della fattoria, ma di foto che ritraggono Diavolo neanche l’ombra.
“Eh sì. Ecco perché odio i centri commerciali.”
“Anche io. Aspetta, ma da quanto siamo qui?”
“Ehm…” Diavolo controlla l’ora: è l’una e mezza. Ma Abbacchio e gli altri non erano di fretta? “Tardi. Chiamo Doppio per sapere cosa stanno facendo.”
 
Il telefono di Doppio squilla proprio mentre sta per dire al parrucchiere che taglio vuole.
“Aspetti, è Diavolo. Devo rispondere!”
“Diavolo?” il parrucchiere gli rivolge uno sguardo confuso.
“Sì, pronto! … cosa? Dove siamo? Dal parrucchiere! … ma va’! Me l’hanno detto i ragazzi, quindi penso non siano così di fretta. Boh, raggiungeteci se volete. Okay, allora voi andate a fare un altro giro. Va bene, a dopo!”
Doppio chiude la telefonata e mette da parte il telefono, poi fa segno al ragazzo di continuare.
“Dicevo… li voglio fino alle spalle. Anzi no! Un po’ più lunghi. Davanti deve sistemarmi il ciuffo perché è diventato troppo lungo. Anche se vorrei provare un taglio diverso…”
Mentre il parrucchiere si sforza di capire cosa vuole Doppio, il resto del gruppo si fa i fatti suoi seduto sui divanetti. Narancia gioca ai videogiochi sul cellulare come sempre, Trish e Giorno si mostrano gli acquisti della mattinata, Bruno si offre di accompagnare Mista a bere qualcosa di caldo approfittando del fatto che è piú o meno l'ora di pranzo, e che quindi al bar c’è meno gente.
Bruno vede Abbacchio e Diavolo salire dalle scale mobili, probabilmente stanno tornando al piano superiore per dare un’occhiata ai vestiti, ma li lascia in pace e si dirige verso il primo bar che vede.
“Va bene qui, Mista?”
“No.” risponde lui allontanandosi.
“No? E perché no?”
“Bucciarati, stai scherzando? Già sto male, poi se mi fai sedere a un bar dove tutti i tavoli hanno quattro sedie…”
“Oh, che storie che fai, Mista!”
Ma Bruno lo segue comunque, anche se scocciato. Voleva andare lì perché è vicino al parrucchiere, ma a quanto pare dovrà farsi altri cinque minuti di strada inutili.
 
Abbacchio e Diavolo si incamminano verso il McDonald’s; hanno fatto colazione da poco ma Diavolo vuole comunque prendere qualcosa da mangiare a casa per se stesso e Doppio, che a detta sua rompe sempre le palle fino a quando non esce dal centro con un sacchetto pieno di panini, patatine e nuggets tra le mani.
Nonostante sia affollato Diavolo aspetta il suo turno e fa per andare alla cassa a ordinare –Abbacchio è rimasto indietro dato che non vuole prendere niente-, ma una ragazza lo ferma.
“Mi scusi signore, deve ordinare alle colonnine touch.” Lo informa lei con un sorriso. Ma lui non sorride. Le colonnine touch… non le sa usare.
“Ah. Ho capito. Mi scusi, è l’abitudine.” Si allontana dalla ragazza e si posiziona davanti all’unico schermo libero disponibile, scegliendo di improvvisare.
Osserva lo schermo per qualche secondo per poi premere sulla scritta “Premere per ordinare”. Fin qui tutto facile. Poi appaiono due riquadri, “Vassoio” e “Sacchetto”. A intuizione preme sul secondo, sarà l’ordine da asporto, no? Poi però di riquadri ne appaiono tanti e a quel punto non sa più che cosa fare.
Trova per miracolo la sezione dei panini e schiaccia per sbaglio “Big Tasty Bacon”. Cavolo, non era quello che voleva!  E adesso? Nella speranza di annullare l’ordine schiaccia sullo stesso panino una seconda volta, ma invece di toglierlo gliene aggiunge un altro uguale.
Allora decide di lasciar perdere e di provare a ordinare qualcos’altro.
Una volta che ha finito –o meglio, che si stanca di provare inutilmente a togliere panini e bevande che sono finite per caso nel suo menù- conferma l’ordine grazie all’aiuto di un ragazzo che passa di lì per caso e finalmente va a ritirare il cibo.
Se di solito Diavolo se ne va con un sacchetto, questa volta ne porta via tre. Abbacchio vorrebbe chiedergli che fine avesse fatto ma l’espressione di Diavolo dice tutto, quindi si limita a seguirlo verso le scale mobili per tornare giù.

 I due si siedono in silenzio su una panchina davanti al parrucchiere; dapprima Diavolo non vede Doppio, ma poi nota la sua inconfondibile chioma di capelli magenta tra le altre teste coperte da banali capelli castani.
Da così lontano però non capisce bene cosa sta indossando: di certo non è la tuta con cui è venuto, non se la sarà mica spassata a fare shopping con i ragazzi?
Il parrucchiere finisce di acconciare i capelli di Doppio alle due e venti circa; nel frattempo il gruppo si è riunito e l’ultimo ad arrivare è Fugo, che porta con sé diversi sacchetti di plastica. Uno lo tiene addirittura da sotto perché si è rotto e il cibo in miniatura che contenere rischia di cadere a terra.
Mista non ha più mal di stomaco e Narancia nota subito i tre sacchetti del McDonald’s che Diavolo ha appoggiato al suo fianco:
“Ehi! Ci hai preso da mangiare?” gli chiede aprendo uno di essi.
“Che gentile, grazie mille.” Lo ringrazia Bruno prendendone in mano uno.
Diavolo li lascia fare come se niente fosse, senza proferire parola di ciò che è successo al piano di sopra. Abbacchio fatica a trattenere le risate ma si distrae ascoltando della musica.
“Ehi Diavolo! Che te ne pare?”
Doppio corre fuori dal negozio dopo aver pagato –si dimentica di recuperare lo scontrino, Trish lo prende al posto suo- e si mette in posa davanti agli occhi di Diavolo, che si chiede quale serie di eventi lo abbia spinto ad indossare un giubbotto multi tasca rosso e bianco, un paio di jeans strappati e a truccarsi in stile commesso di NYX.
Almeno non aveva coperto le lentiggini.
“Ahah, sei senza parole eh? E poi guarda! Ho comprato anche altre cose. Aspetta, ho qua tutti i sacchetti, a casa ti faccio anche vedere come sto!”
“…Ok.”
Intanto Trish e Giorno aiutano Fugo a tenere i sacchetti e si stupiscono esaminando il loro contenuto: non sapevano che a Fugo piacessero quelle cose! Beh, alla fine lui viene sempre trascinato in posti che non gli interessano nemmeno e non succede mai il contrario, quindi…
“Cavolo, si è fatto abbastanza tardi.” Commenta Bruno controllando l’ora sul suo orologio da polso, “Mi sa che è proprio ora di andare.”
“Ma Bucciarati! Io volevo andare  alla Bottega Verde…” si lamenta Fugo, e a quanto pare anche Giorno e Trish non sembrano contrari all’idea. Purtroppo però il resto del gruppo preferirebbe di gran lunga andarsene.
“Ci andremo la prossima volta, magari quando avremo più tempo.”
“Va bene Bucciarati.”

Si incamminano tutti verso l’uscita, alcuni più pimpanti di quanto lo fossero all’arrivo mentre altri con i piedi doloranti e la fronte sudaticcia. Narancia si lamenta come al solito sostenendo di non dover indossare la giacca perché tanto ormai è pomeriggio e non fa più freddo, ma Bruno gliela infila a forza e in effetti si accorge che una volta usciti si congela.
Doppio preleva qualche nugget dai sacchetti del Mc e Mista gliene ruba qualcuno, mentre Bruno e Diavolo preparano già le chiavi della macchina.
“Allora noi andiamo. È stata una bella giornata.” Annuncia Bruno una volta superata la statua di Topolino. Diavolo concorda mentre Doppio corre a dare un ultimo abbraccio a sua figlia;
“Ciao ragazzi, ci vediamo presto Trish, la prossima volta vengo solo io senza Diavolo! Con lui mica ci si diverte.”
Tutti ridono –tranne il diretto interessato ovviamente- e si scambiano gli ultimi saluti prima di separarsi per raggiungere la propria auto.
Le portiere della sette posti di Bucciarati si chiudono e tutti tirano un sospiro di sollievo.
“Finalmente! Non ce la facevo più.” Dice Narancia rannicchiandosi contro Abbacchio, che lo spinge via. Stavolta vicino a Bucciarati ci è seduto Mista, che accende la radio su una canzone Pop.
“Mista, spegni quella roba! O cambia la canzone.” Trish si alza dal suo posto per selezionare una canzone diversa ma Bruno la ferma estendendo il braccio destro;
“State seduti e mettetevi le cinture! Non vedo l’ora di andare a casa, fino al prossimo weekend non si esce più.”
Alcuni protestano, altri gioiscono, Fugo si mette gli Airpods e continua ad ascoltare il suo audiolibro.
Lo spazio nella macchina pare ristretto per colpa delle varie borse di vestiti e altre cose che i ragazzi hanno comprato. Tutta colpa di Giorno e Trish, come sempre! Bucciarati dovrà passare da Ikea in settimana per comprare degli armadi più spaziosi a quei due.
Per tutto il viaggio di ritorno Mista e Trish litigano su quale canzoni ascoltare, Narancia dorme beato, Giorno legge uno dei libri che Fugo ha comprato –come fa a non sentirsi male?-, Abbacchio si lamenta del baccano e Bruno guida come solo lui sa fare –sorpassando i ciclisti ed evitando le buche in autostrada-.
“Bucciarati…” lo chiama a un certo punto Giorno.
“Sì? Cosa c’è?”
“Domani potresti accompagnarmi all’obitorio? Con l’altra macchina possibilmente. Devo svolgere degli affari.”
“Certo, Giorno.”
   
 
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