Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h.
Segui la storia  |       
Autore: MaxT    23/10/2020    6 recensioni
Questo racconto è basato su Somewhere only we know di marianna1317, rielaborato e completato da MaxT con l'aiuto dell'autrice originale.
Anni dopo essere morto nel mondo da incubo all'interno di un libro magico, Cedric redivivo si presenta alla porta della donna che ancora lo ama, la guerriera Orube.
Al rifiuto di dare spiegazioni sulla sua resurrezione si creano sospetti e incomprensioni, mentre le storie dei due personaggi si intrecciano con le realtà dei loro mondi natii, e con esuli che vivono in incognito nella città di Heatherfield.
Combattuti tra l'affetto per Orube e il loro dovere, le Guardiane e i saggi di Kandrakar cercano risposta a una domanda: c'è ancora una minaccia nascosta nel Libro degli Elementi?
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric, Orube
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Riassunto dei capitoli precedenti

Tre anni dopo essere morto all'interno del mondo nel magico Libro degli Elementi Cedric, ferito ed esausto, si ripresenta a Villa Rudolph.Qui abita Orube, ancora innamorata di lui e tornata sulla Terra per riaprire la sua vecchia libreria.
La Saggia Yan Lin, informata, la incarica di chiedergli come ha potuto risorgere e uscire dal Libro degli Elementi, che Orube aveva riportato nello scantinato del Ye Olde Bookshop.
Il portale di Kandrakar viene spostato dallo scantinato al negozio di animali gestito da Matt Olsen.
Per un certo periodo Cedric e Orube convivono in modo apparentemente sereno gestendo la libreria e facendo vita ritirata, ma lui non risponde ad alcuna domanda sul suo ritorno.
Infine però si fa accompagnare nel seminterrato dove c'è ancora il Libro degli Elementi, ma davanti a questo ha una reazione che allarma Orube.

Nel libro c'è tuttora lo spirito del defunto tiranno Phobos, che aveva assorbito energia magica dal portale di Kandrakar al quale era stato imprudentemente lasciato vicino da Orube. Phobos aveva resuscitato Cedric per farsi aiutare a ricreare il suo corpo. Alla ritrosia di Cedric, lo spirito lo costrinse minacciandolo di nuocere a Orube, e facendogli indossare una magica veste nera. La prima missione di Cedric fu recuperare un'ampolla contenente lacrime di Phobos custodite in una cripta nel Metamondo; la seconda fu di procurarsi trecento bulbi di un particolare fiore, il kollatas, per trasformarli in altrettanti nuovi mormoranti. La terza missione fu recarsi a Meridian e rubare nelle case di alcuni benestanti delle piccole scorte di acqua magica.

All'ennesimo rifiuto di Cedric di dare spiegazioni, Orube lo lascia, ma decide di non raccontare a Kandrakar l'episodio per non peggiorare la situazione del suo ex.
Nel frattempo, i contatti tra le Guardiane e Kandrakar sono resi difficoltosi dalla collocazione del portale nel negozio di animali, e loro decidono di chiedere a Orube di spostarlo a casa sua, non più frequentata da Cedric.
A Kandrakar il Saggio Endarno mette in questione con gli altri Saggi la condotta di Orube e sollecita a indagare attivamente su possibili minacce ancora contenute nel Libro degli Elementi. Su incarico di Kandrakar, Will entra di nascosto nella libreria di Cedric e vi nasconde cinque segnalibri rivelatori di attività magica.
Il giorno dopo, Orube deve ammettere con Will che ha mentito, poi va alla ricerca di una palestra di arti marziali finché incontra, sotto le mentite spoglie del maestro Stan Luther, il capo guerriero Yarr che aveva conosciuto anni prima a Basiliade.
Yarr le racconta di essere stato esiliato due anni prima perché aveva criticato la preminenza della casta dei Guerrieri e degli ideali guerreschi nella società di Basiliade. Era stato condannato a morte, ma l'Oracolo aveva segretamente interceduto affinché la pena fosse commutata in esilio.
Il fratello di Orube, Ipitlos, era tra i suoi seguaci ma sfuggì all'arresto.
La domenica dopo le Guardiane vengono a casa di Orube, e il portale di Kandrakar viene magicamente trasferito nella sua soffitta, in fondo a un armadio. Endarno raccomanda di non far avvicinare né Elyon né Cedric al portale; questo riacutizza dei malumori, e Orube inizia a isolarsi dalle altre.
L'ultimo giorno di ottobre una giovane di nome Cassandra Smith entra, in compagnia degli amici Ashley e Josh, al Ye Olde Bookshop e resta sorpresa nel riconoscere Cedric. Come se non bastasse, appena apre un libro le appare un messaggio di Phobos: questo libererà la madre di lei, detenuta a Meridian e trasformata in un fiore, se lei convincerà Cedric a scendere nello scantinato.
In realtà Cassandra è Kendrel, la figlia del defunto Lord Luksas, fuggito con lei da Meridian all'avvento di Phobos ventuno anni prima.
I segnalibri nascosti nella libreria hanno segnalato attività magica durante l'ingresso di Cassandra; le scene sono state registrate e vengono mostrate alle Guardiane e a Orube. Si decide di indagare con prudenza sia sul libro del messaggio che sui tre clienti sospetti.

 

Capitolo 16

Un incontro dal passato

 

Nella tarda mattinata, Cedric è seduto al tavolo di lettura nella sua libreria, cercando di far passare questa noiosa giornata di Ognissanti rileggendo ‘Così parlò Zarathustra’ di Nietzsche. Questo autore gli risulta particolarmente congeniale perché entra in risonanza con alcune sue vecchie ambizioni, ormai annegate nella rassegnazione del presente.
Inaspettatamente sente bussare alla porta vetrata. Alzando gli occhi, nota la cliente con i capelli ricci del giorno prima.
“La libreria è chiusa”, scandisce ad alta voce, accompagnando il labiale con un cenno di diniego.
La cliente insiste a bussare. Che abbia perso qualcosa il giorno precedente?
Cedric si alza e apre uno spiraglio. “La libreria è...”.
Inaspettatamente lei spinge la porta, entra e se la richiude alle spalle.
“Allora, Lord Cedric, mi riconosci?”.
Lui resta paralizzato dalla paura. Sa che due giorni prima Elyon è venuta a Heatherfield, avrà saputo tutto… Che sia lei sotto mentite spoglie, venuta per godersi di persona la sua vendetta?
Vedendo che lui non reagisce, la sconosciuta rilancia: “Non ti dice niente il nome di Kendrel?”.
“Kendrel?”. Lui resta interdetto, mentre gli torna in mente il loro incontro di cinque anni prima.
“Proprio io! E forse ti ricordi anche di chi sono figlia!”. Si pianta i pugni sui fianchi, e chiede a bruciapelo: “Dimmi, Lord Cedric: Phobos è ancora al potere a Meridian?”.
Dopo un attimo senza parole, Cedric risponde, preoccupato ma anche sollevato: “Usciamo”. Prende il suo impermeabile e il suo cappello a tese dall'appendino sul piano ammezzato, assumendo un tipico aspetto da agente segreto che vorrebbe passare inosservato, la trascina fuori per un gomito e si chiude a chiave la porta alle spalle. “Vieni, camminiamo”. Si incammina per la via nebbiosa.
“Ma perché non...”, chiede lei seguendolo.
La riprende per il gomito e le sussurra: “Perché dentro potremmo essere ascoltati”.
“Ascoltati? Da chi?”.
“Da tante persone. Non posso spiegarti ora. Camminiamo”. Cedric allunga il passo fino alla svolta successiva, poi rallenta. Si volta a guardare brevemente se qualcuno volta l'angolo sui suoi passi, ma non appare nessuno che lo insospettisca.
“Ora forse possiamo parlare”, decide, riprendendo a camminare più piano.
“Sei sempre l’uomo dei misteri, Lord Cedric”.
“Non immagini quanto. Dunque...”.
“Ti prego di rispondere alla mia domanda! Che ne è di Phobos?”.
Cedric riflette: questa meridiana emersa dal passato è una possibile alleata, o è venuta per rimproverargli le sue azioni? Deve capire meglio cosa aspettarsi da questa Kendrel, prima di decidere. Al momento attuale, questa potrebbe essere l’unica persona sulla Terra con cui ha qualcosa in comune. “Phobos è stato rovesciato da una rivolta popolare quasi cinque anni fa. Si ritiene che sia morto suicida a Kandrakar, dov’era detenuto, più di un anno dopo”. Cedric decide di non rivelare la presenza dello scomodo inquilino del Libro degli Elementi nella sua cantina.
Mentre cammina lentamente a suo fianco, Cassandra riflette su quanto appena appreso. “Tu sei stato a capo dei servizi segreti di Meridian dopo la fuga di mio padre e mia. Sei rimasto fedele a Phobos fin alla fine?”.
Domanda cruciale, pensa Cedric, ma con una risposta ovvia. “Io non mi sono mai unito alla schiera dei ribelli. E’ per questo che sono prigioniero qui”.
“Prigioniero di chi?”.
“Esiliato, volevo dire. Esiliato e sorvegliato”.
La giovane annuisce e riflette ancora. “E chi è al potere a Meridian attualmente?”.
A Cedric sembra che lo stia studiando prima di decidere… che cosa? Se può fidarsi di lui?
“La sorella di Phobos, Elyon, è stata messa sul trono al suo posto. Per quanto ne so, è ancora al potere. Però le mie informazioni sono datate: la Congrega di Kandrakar ha chiuso tutti i passaggi per Meridian, e io ne sono tagliato fuori”.
“Ma vorresti tornarci?”.
Lui esita un attimo, guardando lontano nella nebbia. “Troppo difficile da spiegare. Penso, comunque, che la nuova Regina non mi vorrebbe lì”.
Dopo qualche altro passo ricambia la domanda: “E tu, vorresti ritornarci?”.
“Sì”, risponde lei con convinzione, “Ci vorrei tornare più di ogni altra cosa al mondo!”. Poi esita un attimo. “Sempre che la situazione non lo renda un suicidio, beninteso”.
“Capisco. Però manco da troppo tempo per sapere se le cose stanno davvero andando meglio”. Cedric si chiede cosa stia aspettando Kendrel a entrare nel discorso di sua madre: ricorda benissimo che, cinque anni prima, le promise la sua intercessione con Phobos. Già, con Phobos… è chiaro che lui non può intercedere con la nuova regnante. Kendrel perderà interesse per lui, una volta valutato che non le sarà di alcuna utilità per questo?
Lei, pensierosa, tace brevemente mentre continua a camminare, poi riprende: “Hai detto che sei sorvegliato, nonché esiliato e prigioniero. E’ Kandrakar a sorvegliarti?”.
Cedric pensa che ciò sia troppo ovvio per negarlo. Non vuole parlare di Phobos né ampliare il discorso; però se Kendrel decidesse di rivolgersi a Kandrakar per essere rimandata indietro, lui tornerebbe più solo di un verme solitario. “Penso di sì, ma non posso escludere che ci sia anche qualcun altro. Forse anche le autorità terrestri”.Lei si volta a guardarlo allarmata. “Le autorità sanno di Meridian?”.
“No, e se qualcuno glielo raccontasse probabilmente lo prenderebbero per pazzo”. Mentre parla, estrae l’orologio da taschino, guarda con aria casuale il riflesso della strada dietro di loro sul coperchio specchiante e poi, pro forma, lo apre fingendosi intento a osservare l’ora. “Però ora siamo negli USA dell’anno 2005. Avrai sentito parlare di terrorismo e di ‘patrioctic act’”.
Ad nauseam. Ma cosa c’entra?”.
“Cercando a tappeto le coperture di possibili terroristi e spie, non è impossibile che abbiano notato delle irregolarità nella gestione del negozio: gli atti di proprietà sono di quasi un secolo fa, poi la proprietà è passata attraverso mani fittizie, tutte coperture di agenti di Meridian. Poi il negozio è stato sfitto per sedici anni, ma un’agenzia immobiliare terrestre, con accesso a un nostro conto corrente, ha pagato tasse e balzelli per tutto questo tempo, come da nostre istruzioni. Poi l’attività è stata aperta e chiusa a singhiozzo, e il luogo è stato occasionalmente frequentato da persone senza alcun diritto di proprietà mentre l’attività era chiusa. Per qualche poliziotto che volesse approfondire, tutto farebbe pensare alla copertura di una qualche attività clandestina. Probabilmente, più che a terroristi, penserebbero ai servizi segreti ex sovietici”.
La ragazza spalanca gli occhi incredula. “Oddio! Davvero?”.
“E’ solo un’ipotesi. Sappi però che è uno dei rischi che corri, soprattutto se parli apertamente come prima. Anzi, d’ora in poi chiamiamoci solo Cedric e Cassandra Smith, è meno sospetto”.
Lei annuisce pensierosa. “Mio padre aveva molta paura di tradirsi con le autorità terrestri”.
Cedric annuisce grave. ‘Meno che con quelle meridiane, certo’, pensa tra sé.
Lei riprende: “E di Kandrakar, che cosa mi dici? Come mi definiresti Kandrakar, con parole tue?”.
Cedric riflette un momento. Cosa gli conviene dire? “Kandrakar è una misteriosa congrega che vuole esercitare un controllo sul passaggio tra diversi mondi, che sono collegarti attraverso portali naturali. Per motivi mai spiegati, vogliono impedire il passaggio a tutti, tranne che a sé stessi e ai loro favoriti”.
Lei annuisce. “E… come si fa a diventare favoriti di Kandrakar?”.
Lui replica con un sorriso storto. “Ti pare che, se lo sapessi, sarei qui a marcire su questo mondo?”.
Lei ci riflette sopra, mentre attraversano una strada al semaforo pedonale.
Una volta dall’altra parte, riprende a chiedere: “Ma questa Kandrakar cosa farebbe a una profuga meridiana di vecchia data, come me? Mi lascerebbero in pace, mi arresterebbero, o mi rispedirebbero nel mio mondo d’origine?”.
Cedric sa che la risposta giusta è la terza, ma preferisce tacerla. “Mi dispiace, Cassandra, non ho titolo per parlare per loro”.
“Ma se volessi correre il rischio di cercarli, a chi potrei rivolgermi?”.
Cedric si acciglia. Ha appena trovato una conterranea con cui conversare, e questa pensa già a sparire dalla circolazione? “Ho conosciuto di vista qualche loro fiduciario, ma non ho alcuna confidenza. Non sono in grado di presentarvi o di chiedere favori”. Sa che è una bugia fragile. E’ meglio portare la conversazione in un’altra direzione. “Ma tu, Cassandra, come passi le tue giornate? Lavori?”.
Lei devia leggermente il suo cammino per evitare qualcosa di sporco sul marciapiede. “Sì, come tecnico di laboratorio all’istituto di Chimica Farmaceutica. Ho una laurea breve in quella disciplina”.
Cedric annuisce con poco interesse. “Sei appassionata di chimica, dunque?”.
“Sì e no...” Riflette un attimo su come spiegare. “Mi interesso a tutte le materie tecniche e scientifiche in generale, e ai libri su questi argomenti. Il mio scopo sarebbe di poter portare conoscenze utili per poter migliorare il mio… il nostro mondo natio”.
“Ah, sì”, risponde lui con tono piatto. Questo proposito gli sembra mescolare molta ingenuità con un po’ di nefandezza, ma non vuole sembrare troppo acido. “Per esempio, come produrre imballaggi di plastica. Lo sai che qui stanno cominciando a formare isole galleggianti nell’oceano, e che si trovano frammenti perfino dentro il pesce?”.
Cassandra sembra intuire l’atteggiamento critico di Cedric. “Sapere in anticipo gli aspetti negativi delle tecnologie terrestri è un bel vantaggio, non ti pare?”.
'Sì, permette di evitarle', pensa lui, ma preferisce non essere così recisivo. “Da parte mia trovo molto… un po’ ingenua l’idea che si debba riempire Meridian, o l’intero Metamondo, di telefonini, automobili e altre cose dall’utilità quantomeno discutibile, trasformandolo nella brutta copia della Terra”. Poi non può fare a meno di inserirci una citazione da Nietzsche: “Il progresso, forse, vuole l'opposto di quello che vuole la cultura”.
Lei comincia a infervorarsi: “Aspetta, Cedric. Non sto proponendo di scimmiottare il modello terrestre perché io lo trovi così meraviglioso. Io parlo di introdurre solo tecnologie delle quali a Meridian si sente effettivamente la necessità, non di creare dei bisogni mai esistiti, come fanno qui per vendere e vendere”.
Cedric resta scettico. “I bisogni fanno in fretta a crearsi da soli, quando la gente vede che un gadget esiste e il suo vicino ce l’ha. Se prendiamo quella strada, temo che la seguiremo fin in fondo”.
Lei ribatte a voce più alta: “Ma l’effetto è molto più limitato se non esiste una pressione commerciale e una pubblicità. E poi, dei metodi per creare dei beni, offrire dei servizi e guarire delle malattie sono sempre stati perseguiti anche a Meridian, no? Si tratta solo di adattare delle conoscenze già collaudate sulla Terra, con il vantaggio che conosciamo a priori i problemi che possono creare. Non è una buona cosa imparare dagli errori di qualcun altro, oltreché dai suoi successi? Non costa molto meno che tentare partendo dal nulla, sbagliare, pagare e ritentare?”. Quando un'anziana coppia di passanti la guarda apertamente, lei sembra rendersi conto di avere alzato troppo la voce.
“Più piano, Cassandra!”. Cedric non è affatto entusiasta di immaginare il suo mondo trasformato in qualcosa di simile a questo su cui è in esilio, ma non vuol insistere: sarebbe un peccato rovinarsi i rapporti con l’unica altra meridiana che conosce qui. Riprende a voce intenzionalmente bassa: “Anche ammettendo che le invenzioni terrestri siano cose desiderabili, resta il problema che non esistono le premesse né per costruirle, né per utilizzarle. La produzione di metalli nel Metamondo è ridottissima, e così quella di oli combustibili. Non c'è elettricità, e la maggior parte delle strade consentono a malapena di incrociarsi a due carretti”.
Anche lei risponde tentando di tenere bassa la voce, ma senza volerlo accentua la mimica e gesticola. “Trecento anni fa, anche la Terra era così. Come hanno fatto qui a progredire? Io intanto sto recuperando le conoscenze. Ho raccolto e letto una quantità di libri carichi di informazioni preziose. Se li potrò portare nel metamondo e tradurre, saranno una miniera da sfruttare per secoli”.
Lui le fa un cenno pacato di non gesticolare. “Gran cosa le conoscenze, ma non bastano se non si pongono in continuità con quelle già presenti nel metamondo. Per esempio: supponiamo che tu abbia una buona conoscenza di com'è fatto un motore elettrico. Come faresti a costruirlo a Meridian, dove non esistono le macchine per lavorare i pezzi con la dovuta precisione, non si trova una quantità significativa di filo di rame, e non esiste alcuna produzione di corrente elettrica, né per costruirlo né per usarlo?”.
Lei continua ad accalorarsi e quasi a gridare sottovoce: “Attenzione Cedric, io non sto parlando di costruire i motori elettrici l’anno prossimo, ma di applicazioni molto più graduali. Tant’è vero che gran parte dei libri che ho raccolto non descrive le tecnologie terrestri più moderne, ma quelle dei secoli passati. Delle cose molto più vicine sia alla necessità, sia alle capacità di una società arcaica e arretrata”.
Cedric trattiene un moto di irritazione. “Non mi piace che chiami la società di Meridian arcaica e arretrata. Questo contiene in sé il pregiudizio che per essere migliore dovrà assomigliare a quella terrestre. Per molti aspetti, Meridian è assai meglio della Terra. E poi, tu hai lasciato il nostro paese quand’eri bambina. Questo ti rende difficile valutare quali siano i bisogni veramente sentiti, e quali tecnologia saranno davvero applicabili in quella realtà”.
Per un attimo Cassandra sembra urtata, poi, dopo un breve silenzio teso, annuisce conciliante. “Tu invece, Lord Cedric, hai una conoscenza recente e approfondita del metamondo. Potresti essere molto utile per questo lavoro”.
Cedric si sente colpito da questa affermazione: davvero ha la possibilità di fare qualcosa di buono per il suo mondo, non foss’altro che aiutare questa sognatrice a scremare ciò che è infattibile da ciò che merita una discussione più approfondita? In fondo, cos’ha da perdere? Anzi, sembra la premessa per una serie di discussioni molto stimolanti, anche se i progetti dovessero restare lettera morta.
Comincia a riflettere tra sé: “In fondo, questo tuo interesse assomiglia a ciò che faceva la vecchia regina Adariel: anche lei raccoglieva libri e conoscenze, e le portava in una sua grande biblioteca a palazzo, proibita a quasi chiunque altro. Alcuni di quei libri e quelle conoscenze sono stati tradotti, adattati e ripubblicati sul Metamondo. Altri sono rimasti per i suoi occhi soltanto, e ora per quelli di Elyon”.
Cassandra annuisce. “Sì, mio padre mi aveva parlato di questo. E' stato il motivo per cui si decise di usare come base operativa sulla Terra una libreria”. Riflette ancora. “Ha aggiunto che la Regina è stata, al tempo stesso, il principale motore per la diffusione della cultura e dell'innovazione, e il principale ostacolo a questo”.
“Ha senso”, conviene Cedric. “A Meridian, e per quanto ne so anche nel resto del metamondo, i libri da pubblicare sono rivisti dalle autorità politiche al più alto livello. Il che è molto sensato, soprattutto quando si parla di libri di magia”.
Cassandra si acciglia. “Consideri buona la censura? Vabbè, non dovrei stupirmi. Sei stato fedele a Phobos fin al suo ultimo giorno”.
“Non è questo”, puntualizza lui, “E' che le conoscenze magiche, a un certo livello, sono un'arma potente. Talmente potente che ti permetterebbero di confondere un nemico fino a fargli usare le sue armi, dei missili per esempio, contro la sua stessa parte. O farli esplodere al lancio. Bene, i governi terrestri permettono ai privati cittadini di detenere missili? No. E perché le autorità di Meridian dovrebbero consentire che delle conoscenze potenzialmente ancora più letali dei missili arrivino alla portata di qualcuno che non sia la Regina stessa?”.
“Beh, detto così, ha senso”, deve ammettere Cassandra. “Pensi che la regina Elyon potrebbe essere interessata alla mia collaborazione, quindi? Ai libri che ho raccolto, ai miei progetti di divulgazione?”.
Lui riflette prima di rispondere. “Forse sì. Credo che, nel medio termine, Elyon diventerà molto simile ad Adariel. Però devo ribadirti questo: se ti affiderà questo incarico, sarai strettamente subordinata alle sue decisioni. Come tutti quelli che hanno responsabilità a Meridian, del resto”.
Lei annuisce pensierosa, poi si accorge che il giro li sta riportando verso il Ye Olde Bookshop. “Stiamo tornando in libreria?”.
“Sì. Volevo mostrarti un vecchio libro”.
“Di che tipo?”.
“Un libro di fai-da-te e di ingegneria spicciola dei primi del novecento. Intendiamoci: sulla Terra resta una curiosità da bibliofili, e di solito questa gente non ama libri che parlano di ferri e di legni. Forse, però, potrebbe essere interessante per te. Molte delle cose che descrive sono più o meno alla portata di un fabbro o di un carpentiere di Meridian”.
“Potrebbe essere interessante”, conviene lei. “Eccoci quasi arrivati”.
“Bene. Adesso stai attenta a non dire niente di compromettente”.

All'interno della libreria, Cedric si dirige verso uno scaffale in fondo al negozio. “Tu accomodati pure al tavolo”, dice mentre inizia a leggere i titoli dei tomi affiancati. Dopo qualche tentativo, estrae il volume ingiallito e polveroso che stava cercando. Soffia sui bordi, facendo alzare una nuvoletta di polvere grigia.
L'occhio gli cade su un segnalibro bronzato, leggermente sporgente al disopra delle pagine. Strano, non ricordava di avere notato alcun segnalibro quando lo aveva sfogliato tra i fondi di un magazzino, tra la roba destinata alla svendita a peso o al macero. Apre il volume: la pagina parla di staffaggi di travi di legno, completamente priva di interesse per lui.
Osserva il segnalibro: non saprebbe dire se è fatto di plastica metallizzata o metallo molto sottile. Non ci sono scritte di case editrici o altro che aiutino a identificarlo, solo dei bassorilievi con simboli geometrici o astronomici sconosciuti.
Che lo abbia messo Orube? In fondo, aveva gestito il negozio da sola per un mese.
“Cedric, lo hai trovato?” lo richiama Cassandra dal tavolo.
“Sì”. Va verso di lei e glielo pone avanti. “Prova a vedere se ti interessa”.
Lei sfoglia qualche pagina. “Potrebbe... però mi sembra di avere già qualcosa di simile”.
“Decidi con comodo. Se ti interessa, è tuo per solo dieci dollari”.
Lei storce lievemente il viso. “Cedric, so che non è elegante dirlo, ma io mi trovo molto a corto di soldi. Ho fatto debiti per finire l'università, e ora li sto ripagando a fatica”.
Lui annuisce comprensivo. “Ti capisco benissimo. Anch'io sono a corto di soldi, e l'unica mia fonte di reddito è la libreria. Temo di non potertelo regalare, ma te lo posso prestare per un po'”.
“Grazie, te lo riporterò entro... tre settimane ti va bene?”.
“Perfetto”.
Lei estrae il curioso oggetto bronzato. “E questo?”.
“Un semplice segnalibro. Lascialo tra le pagine”.

Mentre la osserva andare via, Cedric deve ammettere che è stato un incontro molto interessante.
Si chiede se avrà qualche tipo di conseguenza: la congrega di Kandrakar sarà riuscita a identificarla? E se sì, questo sarà un bene o un male?

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h. / Vai alla pagina dell'autore: MaxT