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Autore: Sinden    23/10/2020    0 recensioni
Heloise é una giovane studiosa. Il suo sogno é quello di essere ammessa a Orthanc, la Torre di Isengard, in cui vengono istruiti e formati i futuri Stregoni.
Per farlo, dovrà prima superare una difficilissima prova.
🌺🌺🌺
FF tolkeniana, genere avventuroso, basata anche su film Lo Hobbit - La desolazione di Smaug.
Nuovo personaggio.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Compagnia di Thorin Scudodiquercia, Thorin Scudodiquercia
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Ma io quella la conosco!" esclamó Isadora, sbirciando da dietro un tronco d'albero i movimenti di Eradan e della signora a cui aveva chiesto aiuto. "Non dimentico mai un volto..."

Heloise guardó a sua volta. La donna, alta e mora, in effetti aveva una fisionomia familiare. Indossava un abito giallo, un po' sporco di terra, e un grembiule lurido. Aveva lunghi capelli lasciati liberi fino alla vita, e due occhi scuri. Non mise subito a fuoco la sua identità, però. "Io non saprei, mi pare di conoscere i suoi lineamenti, sebbene non li associ a un nome."

"Ma sì! Cora Jennings!" rispose sua sorella. "Una delle due viscide che abitavano in quella villa rosa."

"Vuoi dire le due amanti?!" comprese Helli. "Sono sparite da otto anni da Midlothian!!"

"...e sono finite qui, evidentemente." ribattè Isa. "Quelle mi odiano. È incredibile! L'unica casa nei dintorni...ed è abitata da loro!"

"Perché ti odiano?" volle sapere Andriel. "Che storia è?"

"Sono due nostre ex compaesane. Vivono un amore particolare, si puó dire. Stanno insieme come coppia. Isa le sorprese mentre erano appartate, e andó a spettegolare su di loro, smascherando la loro storia. Il paese intero le prese in odio, e furono costrette a scappare due anni dopo." spiegó Helli.

"Non é vero! Non fu colpa mia! Tutta la gente di Midlothian sapeva già." rispose Isa, risentita. "Piantala di farmi passare per una disgraziata. E poi, non erano obbligate ad andarsene. Fu una scelta."

"Certo, perché secondo te sarebbe stato facile continuare a vivere in paese, circondate da quel disprezzo?" ribattè Helli.

"Ma tu senti che storie..." commentó Farin. "Cose del genere fra i Nani non esistono proprio! Due donne innamorate!"

"Se mi riconoscono, non ci aiuteranno." disse Isa.

"Se ti riconoscono, rischi la pelle, sorella. La bionda, Alice, te l'ha giurata, ricordi?" aggiunse Helli.

"Già, quella pazza." confermó Isa. "Forse é meglio che io non mi faccia avanti. E nemmeno tu."

"E che vorreste fare, dormire nel bosco? Pioverà stasera. Lo sento nell'aria." disse Andriel.

"Magari si sono dimenticare di voi!" azzardó Farin. "Magari hanno perdonato!"

"Ha! Non ci scommetterei." rispose Helli.

Sentirono Eradan chiamare. "Venite avanti! Forza!" e fece un ampio gesto con il braccio.

"Che facciamo?" chiese Heloise.

"Non siate codarde! Non avete tremato di fronte a un Drago nè di fronte a Melthotiel! Temete due donne?!" le esortó Farin.

"Non conosci Alice Huxley..." mormoró Isa. "...comunque, sono passati otto anni. Puó essere che abbiano davvero dimenticato. E poi, in fondo ero una ragazzina. Non possono incolparmi di nulla."

"Beh, auguratelo." le disse Helli, credendoci poco. "Allora andiamo. E che Eru ce la mandi buona."

I quattro si fecero largo attraverso le fronde e i cespugli di quella porzione di boschetto. Davanti Andriel e Farin, dietro le due sorelle. Procedevano con cautela.

Eradan si voltó verso di loro.
"Ascoltate. Questa signora si chiama Cora. Dice che possiamo dormire nella stalla per stanotte, è asciutta e calda. Forse riuscirà a rimediarci del cibo, anche." annunció. "Noi le daremo una mano in qualche faccenda per sdebitarci, e magari..." 
Poi si fermó.

Osservò il viso di Cora, che era diventato rosso. I suoi occhi brillavano, e da essi traspariva una rabbiosa incredulitá.

Ma non guardava lui. Guardava Isa.

"Non posso crederci." mormoró la donna. "Le due Foley."

"Salve Cora." disse Isa. 
"Salve Cora." aggiunse anche Heloise, con il sorriso più sincero che riuscì a mostrare. "Come...come stai?"

La donna non rispose, il suo sguardo era duro. Eradan si preoccupó. Qualcosa stava andando per il verso sbagliato.

"Ma vi conoscete?" chiese.

"Oh sì." sibiló la donna. "Eccome."

"Cora, senti, siamo in difficoltá." disse di getto Helli, facendo un passo in avanti. "So che non hai simpatia per noi, ma ti chiedo di aiutarci. Ti prego. Siamo sporche, stanche e affamate. Non sai quello che abbiamo passato."

"Aiutarvi..." sussurrò Cora, senza togliere gli occhi da Isa, che ricambiava quello sguardo con fierezza. "...che faccia tosta. Come ci ha aiutato tua sorella, dieci anni fa?"

Helli sospiró. "Cora, tu non puoi immaginare quello che ci sta capitando." poi giunse le mani, come in preghiera. "Io ti scongiuro..."

"Non implorare. É inutile." intervenne Isadora. "Non farà mai niente per noi. Non c'é caritá nel suo cuore."

"Tu...stai zitta." le disse Cora. "Ho passato gli ultimi dieci inverni a cercare di perdonare una ragazzina. Una piccola vipera che ci fece del male sapendo di farlo. Una stupida viziata senza cervello. E ci sono quasi riuscita. Mi sono detta: era piccola, non sapeva quello che faceva. Non poteva prevedere le conseguenze delle sue chiacchiere fra la gente. Non era abbastanza matura. Ma ora eccoti qui. Una donna adulta, bella cresciuta. E non sei cambiata di una virgola. Ancora quello sguardo arrogante, ancora quell'orgoglio..."

"Cora, sono successe cose nel frattempo. Nostro padre è stato ucciso quattro anni fa." disse Helli. 

"L'ho saputo." ribattè l'altra, freddamente. "E ho saputo che tu ti sei messa a fare la domestica, hm?" disse, rivolta a Isa. "...che divertimento! Avrei pagato per vederti fare la serva."

"Puoi divertirti con me finché ti pare. Ma non mi farai sentire in colpa. Io non feci niente a te e ad Alice. Non dissi nulla in giro che i vostri comportamenti non rivelassero già." rispose Isa.

"Bugiarda..." mormoró Cora.

"Sono successe altre cose..." continuó Helli. "Siamo cambiate, credimi! Anche Isadora. La nostra vita è sconvolta, ora!"

"Tu non c'entri niente. Non c'è malanimo fra noi e te, Helli." rispose Cora, finalmente guardandola. "Avevi dieci anni all'epoca. Lo so bene."

Eradan, Andriel e Farin nel frattempo non osavano fiatare. C'era una tensione altissima fra quelle tre donne umane.

"Non avrete aiuto qui, comunque." terminó Cora. "E adesso fuori dalla mia proprietà. Tutti voi."

"Cora!" sbottó Isa. "Nostra madre è morta! Assassinata, davanti a me. Siamo orfane. Siamo state aggredite da un essere venuto direttamente dalle tenebre. Io personalmente ho vissuto l'inferno. Ho guardato un demonio negli occhi, e ancora non mi capacito di essere viva. Se questo non basta a soddisfare la tua voglia di rivalsa verso di me, allora non so proprio che fare. Non ti resta che uccidermi, ti pare?"

Helli si sentì male a quelle parole. Dovette girarsi per non tradire le lacrime che sentì sgorgarle dagli occhi.

Cora rimase interdetta. Guardó Isa, poi gli altri. Era tutto vero, i loro sguardi confermavano la versione della maggiore delle Foley. Si sentì confusa.

"...ma...che vi è capitato?" chiese.

Un improvviso fragore eruppe dalla casa. Alice aveva spalancato la porta d'ingresso e corse giù per le scale esterne. Sembrava furiosa.

"Tu..." sibiló.

Cora si preparó al peggio, mentre la sua compagna puntava decisa verso Isadora Foley.

"Tu..." sputó ancora Alice.

"Alice!" gridó Helli.

"TU!!!" urló la ragazza, scagliandosi verso Isa. Eradan si mise fra le due. Cora riuscì ad afferrare la sua amante per la vita, e a tirarla violentemente indietro.

"Sta' ferma! Basta!" le gridó.

"Lasciami!!" sbraitó l'altra, tentando di divincolarsi. Puntó un dito verso Isa. "Che gli dèi ti fulminino!!! Hai l'impudenza di venire a casa nostra! Di venire fino a qui!!!"

Isadora si nascose dietro a Eradan. "...andiamocene, ti prego!"

"No." disse il ramingo. "Aspetta."

"Fuori dal nostro terreno!!!" urló Alice. "Fuori, o ti pianto quell'ascia nella testa!!"

"Ascoltami, tesoro, calmati!" tentó di tranquillizzarla Cora.

Alice si giró verso di lei. "Perché non l'hai presa a calci nel sedere, Cora? Perché quella si permette di parlare con te? Perché non le hai sputato in faccia?!"

"Perché voglio ascoltare cos'ha da dire. È successo qualcosa di grave, Alice. Jemma Foley è stata uccisa." le disse Cora.

Alice la guardó negli occhi. "Eh?? Jemma?!"

"Sì. Così mi ha detto Isadora. E credo sia vero." aggiunse Cora. "Voglio solo sapere che cosa è capitato. Cosa sta succedendo a Midlothian. Ti prego. Calma."

Alice sembró quietarsi. Aveva ancora gli occhi spiritati di chi è travolto dall'odio, ma aveva smesso di dimenarsi. "Mi lasci parlare con loro? Posso?" le chiese la compagna.

Alice annuì. "Ma quella maledetta e i suoi amici in casa nostra non ci entrano, mi hai capito bene?"

🌺🌺🌺

I cinque vennero accompagnati alla stalla delle due donne. Dentro c'era un mulo, che placido mangiava la sua biada, e un paio di cavalli da tiro.

"Almeno l'ambiente è caldo." commentó Farin.

"Non vi chiediamo del cibo, ma almeno un po' d'acqua. Vi prego." chiese Eradan a Cora.  Lei non rispose, e uscì dal locale.

"Hmm, gran bella situazione." disse Andriel.

"Per una volta, la colpa non è mia." rispose Helli, con un mezzo sorriso.

"Ti ho detto di piantarla." ribattè stizzita Isadora.

"Cosa credete che faranno quelle due?" chiese Farin. "Non è che la bionda darà fuoco alla stalla, mentre noi dormiamo?"

"Potrebbe anche." disse Isa. "Pazza com'é. L'avete vista, no?"

"Beh, dovremo fare i bravi, mentre siamo qui. Dare meno disturbo possibile."  replicó Eradan.

"È incredibile averle trovate qui. Ecco dov'erano finite." mormoró Helli, osservando l'orto. Era curato, e già in fiore. Si erano costruite un loro mondo personale, dopo essere fuggite dal paese. Un loro piccolo regno.

"Cora è invecchiata." aggiunse Isa. "Era una gran bellezza da giovane. Gli uomini le facevano la corte."

"Che strano scherzo del destino!" ridacchió Farin. "Una donna desiderata dagli uomini, che non desidera gli uomini."

"E ha poca simpatia per i Nani." si sentì una voce. Cora era arrivata, con un cesto di frutta e un piccolo recipiente fumante. "Qui c'è uno stufato. E un avanzo di ieri, ma è abbastanza per sfamarvi. Per l'acqua c'è il pozzo là fuori."

"Vi ringrazio infinitamente!!" esclamó Eradan. "Siate benedetta." poi passó una mela a Isa.

Cora colse lo sguardo fra i due. 
"Non ti è passato il vizio, eh?" disse ironicamente a Isadora. "Questo è il tuo ultimo amichetto?"

La maggiore delle Foley si morse la lingua. Non era davvero il caso di risponderle male.

"...ma hai imparato a essere cauta. Buon per te." commentó la donna. "Allora, che vi è successo?"

Eradan, Farin, Andriel e Isa guardarono Helli. "Prego. Racconta tu, studiosa." la esortó l'uomo. "Quanto a me, non credo di averne la forza. Ho solo bisogno di sedermi."

Helli inaló una boccata d'aria e si apprestó a dire tutto. Si sedettero tutti su secchi di legno capovolti. Farin s'impadronì subito dello stufato, ma Eradan si oppose. "La carne serve alle ragazze. Devono recuperare energie."

"E io no?!!" protestó Farin, ma poi si rassegnó ad addentare una mela.

"Allora, tempo fa ho preso la decisione di andare a Isengard. C'è una scuola per Stregoni di razza mortale, laggiù. Volevo e voglio diventare una scienziata." inizió Heloise.

"Già. Mi ricordo la piccola Helli china in mezzo alla strada a osservare le formiche." disse Cora. Un mezzo sorriso attraversó il suo volto. Poi guardó Isadora, che con riluttanza odorava lo stufato. "Non è avvelenato. Non temere."

"Sì, comunque... mi servivano fondi. Dopo la morte di nostro padre ce la siamo passata male, Cora. Lo avrai sentito dire. Isa e mia madre lavoravano a servizio dai vicini. Quindi in casa non c'era denaro. Ma mio padre anni prima aveva nascosto in soffitta un oggetto, um gioiello, regalo di una donna misteriosa. Solo di recente abbiamo scoperto la sua orrenda identità."

Heloise proseguì raccontando del suo incontro con i Nani, con Bilbo e con Gandalf; continuó parlando della fuga da Hobbiville e dei successivi incontri con Farin, Eradan e Andriel; descrisse il giorno del ritrovamento di Isadora e degli scontri con la strega elfica Melthotiel; e infine raccontó l'incredibile notte in cui il drago Urgost aveva fatto un patto con lei.

Alla fine della tirata, Cora non sapeva che pensare. Giró uno sguardo su tutti e negli occhi di tutti lesse la verità. Era successo davvero. Tutto quanto.

"So che fai fatica a crederci, specie per la storia del Drago. Ma così è andata." terminó Helli.

"No. La storia di Urgost è l'unica cosa a cui credo ciecamente." disse invece Cora. "Perché l'ho visto anch'io."

"Ma di che parli?" volle sapere Eradan. "Quando?"

"Proprio cinque giorni fa. Ero in giardino, stavo curando i miei fiori. D'un tratto, una folata di vento fortissimo ha scosso i rami, una cascata di foglie mi è piovuta sulla testa. Ho guardato in alto, proprio in quel momento un'ombra gigantesca è passata sopra di me. Le fronde mi hanno impedito di vedere il suo corpo per intero, ma ho nitidamente scorto la fine della coda. Era un Drago, senza dubbio. Enorme. Sono corsa in casa, mai ho provato in terrore simile. Alice dormiva. Ho temuto che incendiasse la nostra casa, ho temuto che ci schiacciasse con il suo peso. Per un quarto d'ora sono rimasta con le spalle contro la porta d'entrata, immobile. Sono uscita quando ho compreso che se n'era andato.  Non gli interessava questa casa, nè noi."  raccontó Cora.

"No, stava rispondendo al richiamo del Mil Naur." disse Andriel.

"Quel diamante di cui mi hai parlato?" chiese Cora.

"Sì." Helli si sbottonó la camicetta. "Questo."

Cora spalancó gli occhi di fronte a quella gemma stupefacente. "...ma è incredibile!"

"Notevole pietruzza, vero?" scherzó Farin. "E che non ti passi per la testa di rubarglielo, cara signora."

"Non sono una ladra." rispose la donna, guardandolo storto.

"Bene, perché se solo allungherai una mano per sfiorarlo, ti manderà in pappa il cervello. Chiedi ad Eradan, se vuoi." continuó il Nano.

"Non ci tengo a mettere alla prova le tue parole, Nano." ribattè Cora. "Ma non capisco come pensiate di andare ad Angmar. Il solo fatto di attraversare le Tumulilande è folle. Lo sapete cosa si dice di quel territorio, credo."

"Sì. È infestato da spettri." disse Andriel.

"Precisamente. Io e Alice abbiamo scelto di vivere in questa porzione di Foresta proprio perché è vicina al vecchio cimitero dei Dunedain. Pochi osano spingersi fin qui. Qui avremmo trovato sufficiente protezione dai pettegolezzi." continuó la donna, girandosi verso Isadora.

"Lo so. Non sarà facile. Ma un accordo è stato preso e non si torna indietro." Eradan ammise. "Questa storia in qualche modo deve finire."

Cora scosse la testa. "Certo, è davvero tutto assurdo. Non c'é limite a ció che Eru puó fare dei suoi figli." poi osservó le due sorelle. Isadora ed Heloise non avevano un bell'aspetto. Si vedeva che avevano sofferto, specie la più giovane. Erano sporche, malandate.

"Sentite, voi due." si rivolse a entrambe. "Proveró a convincere Alice a farvi entrare in casa, almeno per un veloce bagno nella nostra tinozza. Sinceramente, mi fate pena."

"Oh sì! Sì, ti prego!" esplose Isa. "Sono così conciata che ho nausea di me!!"

"E fai bene." la geló Cora. Poi sospiró. "Ci provo. Non sarà facile convincere Alice. Aspettate qui."

Si alzó e lasció la stalla.

"Eru la benedica." disse Helli. "Esistono ancora persone generose a questo mondo. Spero tu ti senta in colpa, Isa. Hai ferito una brava persona."

"Una parola in più...una sola parola in più, avanti, ti sfido." sbottó Isa. "Sono stanca e affamata. Non continuare con quel tono Helli! Ne ho abbastanza di..."

Sentirono un tuono in lontananza. "Sta per piovere" commentó Eradan. Poi guardó il soffitto della stalla. Le assi del tetto non sembravano recenti, c'erano alcune fessure. "...mi domando se saremo protetti qui dentro. Il legno è marcio, in parte."

Il primo scroscio, intenso, confermò i timori del ramingo. L'acqua iniziò subito a gocciolare dentro.

"Ah che bellezza!" sbuffò Isadora. "Solo questa ci mancava."

I cinque si radunarono in un punto ancora asciutto. "Non possiamo passare la notte qui." mormoró Helli. Le era scoppiata di nuovo l'emicrania, e sentiva un fastidioso dolore a un piede.

Dopo una decina di minuti, Cora fece la sua ricomparsa. Si era messa un canovaccio in testa, per ripararsi dalla pioggia.

"Potete entrare in casa." annunciò. "Tutti."

"Grazie! Oh Cora, grazie infinite!!!" esclamò Helli, giungendo le mani.

"Sì ma... domani ve ne andate, intesi? Voi, il vostro gioiello, i vostri problemi. Lontano da qui." chiarì lei.

"Promesso." fu la risposta del ramingo.

 

   
 
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