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Autore: Sia_    23/10/2020    3 recensioni
La storia nasce grazie all'iniziativa "Scrivimi" del gruppo "Caffè e Calderotti", ideato da Rosmary (❤).
È ciò che è di più imperfetto nell’imperfezione stessa.
La strega sorride a quella constatazione e fa sparire il segno con un movimento della bacchetta: cambia qualcosa, potrebbe essere che l’incantesimo ha portato via molto di più dell’inchiostro o che quella smorfia sul viso illumina d’improvviso tutta la Biblioteca. Non lo capisci, non sai dare un nome a quella magia – la Granger ti ha davvero dato retta? – e finisci per sentirti tu quello imperfetto.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La storia nasce grazie all'iniziativa "Scrivimi" del gruppo "Caffè e Calderotti", ideato da Rosmary (❤).
Il pacchetto che ho sviluppato l'ha proposto Rosmary (
❤): 

Coppia: Blaise/Hermione
Prompt (obbligatorio): “A volte ho la sensazione di essere solo al mondo. Altre volte ne sono sicuro.” di C. Bukowski
Ambientazione: sesto anno o post-guerra

 


È il mondo fuori ad essere imperfetto

 

Irrigidisci la mascella, i tuoi occhi neri tagliano in due, tre, quattro e in mille altri pezzi la ragazza che si è appena seduta al tuo stesso tavolo. È così disgustoso che sia lei a mandare via il silenzio della Biblioteca con le dita che sfiorano le pagine, la piuma che sferza la pergamena, il suo respiro rilassato. Disgustoso

L’osservi di tanto in tanto, hai uno sguardo glaciale ogni volta: possibile che non abbia notato quella ciocca di capelli scomposta che ha sul capo? Che non si accorga minimamente della chiazza d'inchiostro che le colora la punta dell’indice destro? Che non si accorga… 

“Zabini, potresti smetterla di guardarmi?” ti sussurra, sporgendosi nella tua direzione con un broncio sul viso. 

Serri le labbra, i tuoi occhi neri diventano ancora più profondi, oscuri, si riempiono di indignazione, “Non ti stavo guardando.” chiarisci a denti stretti, nascondendo un pugno sotto il tavolo. È così disgustoso che sia lei a mandare via il silenzio della Biblioteca con la voce accigliata e il suo respiro teso. 

“No?” insinua, ritraendosi e tornando a guardare il suo libro di Trasfigurazione, “Mi sembrava.” forse è anche un po’ per pietà che non ti confessa di averti beccato almeno tre volte da quando è arrivata lì e che il tuo sguardo tagliente e saccente l’ha fatta sentire giudicata e sbagliata.

Sapete entrambi che è vero, lo pensi ogni volta che la noti passare per i corridoi con al seguito Potter e uno di quei numerosi e noiosi Weasley, che è sbagliata più di qualsiasi altra cosa nella scuola, che le sue dita da mezzosangue non dovrebbero toccare le pagine dei libri di magia e rompere il silenzio, che la piuma che sferza la pergamena non dovrebbe essere la sua.

Invece è lì, ti sbatte in faccia la sua presenza con una forza quasi imperdonabile, ti sfida con due occhi nocciola che potrebbero benissimo essere taglienti quanto i tuoi: ti fa capire che la puoi anche non accettare, ma che ci devi convivere. 

“Hai dell’inchiostro sulla mano.” ti limiti a dire, non tanto per farle un favore o per scusarti di averle scrutato l’anima nel tentativo di trovare un modo per cacciarla via, lo fai solo perché tra tutto quello che è Hermione Granger, la macchia sull’indice è la cosa che in quel momento ti dà più fastidio. È ciò che è di più imperfetto nell’imperfezione stessa. 

La strega sorride scioccamente a quella constatazione e fa sparire il segno con un movimento della bacchetta: cambia qualcosa, potrebbe essere che l’incantesimo ha portato via molto di più dell’inchiostro o che quella smorfia sul viso illumina d’improvviso tutta la Biblioteca. Non lo capisci, non sai dare un nome a quella magia – la Granger ti ha davvero dato retta? – e finisci per sentirti tu quello imperfetto. 

 

È stranamente gradevole che sia lei a mandare via il silenzio della Biblioteca con le dita che sfiorano le pagine, la piuma che sferza la pergamena, il suo respiro rilassato. L’hai memorizzato da qualche giorno, ti si siede sempre abbastanza vicino per poterlo sentire alla perfezione: la scruti quando appoggia la tracolla al tavolo e apre i suoi pesanti libri sul legno di mogano.  

Alzi gli occhi per guardarla, lei che ogni volta luccica sempre un po’ di più, ma che rompe l’illusione sistemando i capelli in una crocchia così scomposta che ti disgusta, mordicchiandosi il labbro con un dente che ricordi molto più grande di quanto sia ora, sporcandosi le dita con l’inchiostro tant’è presa dai suoi studi. 

Glielo dici ogni tanto, prendendo una pausa dai tuoi appunti, rompendo la bolla che ti sei costruito attorno. Quando le parli – sono frasi talmente brevi che non t’accorgi nemmeno di averle pronunciate –, hai la sensazione di non essere in una Biblioteca, di non essere Blaise Zabini e quando poco dopo Hermione sorride, pensi di poter essere arrivato in paradiso – ma lei che ti salva è inconcepibile: torna subito quel gradevole silenzio, si ricuce la bolla che hai intorno e nel petto senti bruciare quell'infinita voragine di solitudine. 

 

T’ha fatto sentire imperfetto.

T’ha messo davanti agli occhi la realtà: oh, hai la sensazione di essere così solo.

T’ha aperto un mondo, fatto vedere le luci di mille costellazioni in pieno pomeriggio.

T’ha mostrato che essere imperfetti non è un difetto, diventa un pregio per qualcun’altro.

 

“Blaise.” il sussurro rompe il dilagare dei tuoi pensieri schiaccianti e sei costretto ad alzare gli occhi dal libro che stai studiando per scontrarti con lo sguardo perforante di Hermione. Ti scruta l’anima e un po’ hai paura che ci possa vedere troppo e capire che un po' la odi – forse non vuoi che smetta di venire a studiare al tuo stesso tavolo, hai paura di rimanere solo. Ti sei abituato ad averla intorno, ogni giorno è più importante, diventa un pezzo di quello che sei.

“Mi hai chiamato?” 

“Sei bravo in pozioni, giusto?” ti chiede, ma non ha il sapore di una domanda quella, è una constatazione: deve averti osservato durante le ore con Piton negli anni precedenti, deve sapere che c’è un motivo se sei nel club di Lumacorno, “Mi aiuti a capire questo passaggio?” 

 

Le sfiori le punte delle dita, ha una pelle stranamente morbida, così chiara, così diversa.

Annusi l’odore dei suoi capelli crespi e spettinati.

Ti perdi nei suoi occhi nocciola, ma è il suo sorriso – come al solito – che ti dà la botta finale.

Ti sorride e tu,  Blaise, pensi finalmente di non essere più solo al mondo.

C’è anche lei, lei con i suoi mille difetti.

La baci e Hermione bacia te. 

 

Ti dimostra ogni giorno che dei tuoi difetti gliene importa ben poco, che è in grado di passarci sopra: sai che in realtà pensa di averti fatto cambiare idea su tante cose con i suoi discorsi incessanti, pensa di essere riuscita a trasformarti – sono difetti però, rimangono come cicatrici sulla pelle. E i suoi sorrisi non sono abbastanza luccicanti da cancellare l’odio che provi nei suoi confronti, non sono abbastanza per farti dimenticare che ha il sangue sporco e che lì non ci dovrebbe stare – non seduta al tuo stesso tavolo, non ad Hogwarts. 

Niente è abbastanza per tenervi insieme, non con il peso di una guerra che si avvicina ogni giorno un po’ di più, non è abbastanza averla amata per un briciolo di secondo, quando ha sussurrato il tuo nome, quando ti ha baciato in punta di piedi, quando ti ha fatto sentire compreso. 

Non ti avrebbe mai capito fino in fondo tuttavia, lo sai alla perfezione: non si sarebbe mai resa conto che il tuo mondo è simile al suo, ma non è il suo. 

 

T’ha fatto innamorare, così velocemente che nemmeno te ne sei accorto.

T'ha intrappolato il cuore con sorrisi e discorsi intelligenti.

T’ha mostrato un’altra faccia dell’universo: più hai visto, più sei stato sicuro che è il mondo fuori ad essere imperfetto, che è lei quella imperfetta.

E più di tutto, ha trasformato una sensazione in verità: ora che non c’è a prenderti la mano, ora che non c’è a farti domande in Biblioteca, ora che non c’è e basta, è così chiaro.

Sei sicuro di essere solo.
 
 
Ci ho provato, ma è un tentativo un po' scarso. C'è tantissimo non detto tra le mie parole: ci sono incontri, c'è l'anima di Blaise che non sa da che parte andare e cosa scegliere. Non perché la guerra gli imponga di servire il Signore Oscuro, ma proprio perché lui le persone come Hermione non le sopporta. Mi è piaciuto pensare che si potesse dimenticare della non purezza del suo sangue per un bacio, per un breve secondo in cui il suo cuore ha preso a volare: dura un attimo, giusto per rendersi conto che è sempre stato solo, che ha sempre creato una barriera tra lui e gli altri. Hermione prova a romperla, ma non bastano i sorrisi, non basta essere simili in qualche cosa: sono due mondi diversi, entrambi imperfetti a mio parere. 
Chiudo qui, anche se ho la sensazione di aver proprio fatto un buco nell'acqua! Abbiate pietà, 
Sia 
   
 
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