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Autore: ChrisAndreini    24/10/2020    0 recensioni
Una raccolta di momenti di vita della Corona Crew. Comici, tragici, introspettivi. Bocconi di vita, dai momenti più gioiosi a quelli più tragici. Un gruppo di amici e la loro semplice e allo stesso tempo complessa storia, nel corso degli anni.
Le piccole avventure di una matchmaker, un ansioso, un aspirante mago, un giovane imprenditore, un gran lavoratore, un'ereditiera tsundere, un'altra tsundere ma meno ereditiera, un artista iperattivo e il resto della loro allegra brigata di gente matta.
È collegata alla storia "Corona Crew", nella sezione romantica, ma molti capitoli potranno essere letti anche singolarmente... spero.
Cap. 1:
"...spesso in momenti come questo si chiedeva se si nascondeva perché era minuto, o se la natura gli aveva concesso l’essere minuto per dargli la possibilità di nascondersi.
Purtroppo non era un ottimista, e solitamente il dibattito filosofico si concludeva sempre con un sicuro “se fossi grande e grosso non avrei di certo bisogno di nascondermi” dopo il quale si lamentava con madre natura matrigna per non avergli dato questa possibilità"
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Corona Crew'
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Trucy Wright (puoi gentilmente non derubare la mia cotta?)

 

Nota iniziale: Durante il New Malfair Comic & Games (capitolo 18 della long), Mathi e Denny hanno incontrato una cosplay di Trucy Wright, hanno fatto una foto, e Mathi ha avuto un attacco di panico. Verso la fine della fiera Mathi ha intenzione di ritrovare la ragazza

 

Sabato 27 Aprile

Mathi aveva lasciato Denny in fila per provare la realtà virtuale, con la stupida scusa di dover andare in bagno, e aveva circa quaranta minuti per tornare prima di perdere il posto e far preoccupare l’amico, quindi doveva sbrigarsi.

E per sbrigarsi, intendeva trovare la cosplayer di Trucy Wright, parlarle e cercare di risolvere il motivo del suo attacco di panico.

Tutto, possibilmente, senza che lei lo riconoscesse, anche se era davvero chiedere tanto.

Doveva giocarsela bene.

E possibilmente trovarla.

Magari voleva partecipare alla gara di cosplay.

Mathi vi si diresse riflettendo bene su cosa fare e che parole usare, ma si nascose subito quando notò che l’oggetto della sua indagine stava parlando con Clover, Diego e Juanita, in fila per la gara.

Era fuori, quindi non sembrava avere intenzione di partecipare, ma dal modo in cui muoveva le mani e sorrideva, Mathi era piuttosto certo che non stesse facendo una normalissima conversazione sui cosplay.

Oh, no. Se provava a derubare Clover l’avrebbero beccata di sicuro. Doveva entrare nella conversazione in qualche modo, o fermarla, o…

Prima che potesse elaborare un piano, Trucy abbandonò il gruppo senza prendere nulla e senza che Clover la scoprisse.

Mathi non trattenne un sospiro di sollievo, e aspettò che i suoi amici fossero distratti per avvicinarsi alla ragazza.

Sembrava scrutare con attenzione l’area in cerca di possibili vittime dal portafogli molto corposo, ma stranamente non notò Mathi avvicinarsi a lei.

-Herr Wright, che piacere rivederti- salutò la ragazza rimettendo su la facciata da Klavier Gavin.

Non avrebbe mai ringraziato Denny e Clover abbastanza per avergli dato un cosplay che lo celasse così bene.

La ragazza sobbalzò, e indietreggiò di qualche passo, guardandolo preoccupata.

Si aprì poi in un allegro sorriso, assumendo la sua facciata da Trucy.

-Klavier, è un piacere rivederti. C’è anche Apollo con te?- chiese, guardandosi intorno in cerca di Denny.

-No, è in fila per provare la realtà virtuale. Una lunghissima fila- rispose lui, avvicinandosi alla ragazza di qualche passo -Ti stavo cercando- le disse poi, facendosi mortalmente serio.

L’allegria della ragazza lasciò posto a uno sguardo di sfida davvero ben fatto, grandi complimenti, Mathi era orgoglioso.

-E per quale motivo, Klavier?- indagò, incrociando le braccia e preparandosi a chiedere aiuto.

Mathi tirò fuori tre portafogli che le aveva rubato senza che se ne accorgesse. La ragazza sgranò gli occhi.

-Hey, quelli…!- provò a riprenderseli, ma Mathi fu più veloce di lei.

-Voglio solo parlare in un posto tranquillo, Trucy. E non ho intenzione di denunciarti- la rassicurò, facendo sparire i portafogli in modo da tenerli come merce di scambio per una tranquilla chiacchierata.

-Se provi a denunciarmi io dico che hai provato a molestarmi- lo minacciò Trucy.

Wow, era brava a quel gioco.

Mathi non riuscì a non rabbrividire all’idea.

-Ja, ja. Quindi io non denuncerò te e tu non denuncerai me. Possiamo parlare, per favore, prima di attirare troppo l’attenzione?- tagliò corto, indicando un vicoletto solitario dietro uno stand poco visitato.

Trucy non sembrava molto convinta.

-Oh, giusto per chiarezza. Sono la persona più gay che incontrerai mai, quindi non hai nulla da temere in quel senso- la rassicurò, anche se non ci sarebbe stato bisogno di sottolinearlo. Ma non voleva che la ragazza si spaventasse e lo allontanasse. Aveva davvero bisogno di parlarle.

-Spero sia breve- alla fine, malavoglia, Trucy lo anticipò nel vicolo, tenendosi sempre pronta a scappare e a chiamare qualcuno per aiutarla nel caso le cose si fossero messe male.

Una volta fuori da occhi e orecchie indiscrete, Mathi tirò fuori i portafogli rubati alla ladruncola da fiera.

-Perché rubi?- chiese, preoccupato.

Trucy sbuffò.

-Che ti importa?! Senti, scusa se ho provato a derubare te e il tuo amico, ma avevate dei costumi chiaramente costosi, e pensavo che un centinaio di dollari in più o in meno non avrebbero fatto molta differenza. Dopo aver preso i soldi avrei lasciato il portafogli tra gli oggetti smarriti per far recuperare i documenti e il resto- spiegò la ragazza, pratica, e incrociando le braccia.

Almeno manteneva una certa integrità, grazie al cielo.

-Un cosplay costoso non fa una persona ricca. Ce li hanno regalati, e lui si fidava di te- obiettò Mathi, per poi sospirare e riflettere sulla questione.

Denny era importante, ma al momento doveva concentrarsi sulla ragazza davanti a lui, e non sulla propria cotta.

Era stato già un trauma vederla lì, e pensare che avesse iniziato a rubare era davvero troppo per la sua psiche.

-Mi dispiace, okay! Ma tanto mi hai rubato il portafogli rubato dalla tasca senza che il tuo ragazzo si accorgesse di nulla, quindi tutti contenti. Se vuoi puoi tenere quelli che mi hai preso e amici come prima. Tanto si vede lontano un miglio che sei anche tu un ladruncolo da fiera- lo accusò la ragazza, iniziando ad irritarsi.

Mathi scosse la testa.

-No, non sono un ladruncolo, io…- ma si interruppe. Non era il momento di difendere il proprio onore -Perché hai bisogno di rubare? Non hai abbastanza soldi? Non si prendono abbastanza cura di te?- chiese, arrivando al nocciolo della questione, al vero motivo per cui aveva avuto un attacco di panico.

Credeva che quella ragazza stesse bene, era convinto che fosse al sicuro, sana e con abbastanza soldi.

-Non sono affari tuoi! Chi ti credi di essere a questionare le mie scelte di vita?!- la ragazza lo spinse via, facendolo quasi cadere a terra. Mathi si assicurò di non perdere la parrucca e gli occhiali. Ora più che mai doveva mantenere l’anonimato.

-Voglio solo assicurarmi che tu stia bene. So che significa essere abbastanza disperati da…- provò a mettersi sulla sua stessa lunghezza d’onda, ma la ragazza non lo fece parlare.

-Dubito che un fighetto con amici ricchi come te possa anche solo immaginare che significhi essere completamente sola al mondo. Se vuoi proprio saperlo, rubo perché ne ho bisogno, per davvero. Non c’è più nessuno che si prenda cura di me. E ora mollami. Tieni i portafogli, se vuoi. E non darmi più fastidio- Trucy gli diede una spallata e lo superò per uscire dal vicolo.

Mathi sentiva che fosse in procinto di avere un altro attacco, ma non era il momento di autocommiserarsi e sentirsi in colpa.

-Aspetta!- richiamò Trucy, prendendo i portafogli rubati.

Lei si fermò, ma non si girò a guardarlo.

-Prendi- le restituì i portafogli, e armeggiò in tasca.

-Che stai facendo?- chiese la ragazza, abbandonando per un attimo tutta la sua rabbia mentre sorpresa osservava Mathi prendere tutti i soldi che gli erano rimasti nel portafogli.

-Tieni. Sono tutto ciò che ho in questo momento, ma ti prego, non continuare a rubare a questa fiera. Non vorrei mai che qualcuno ti beccasse- le fece presente i suoi timori, dandole in mano più di quattrocento dollari.

-Ma sei pazzo?! Perché mi stai dando così tanto?!- chiese Trucy, ad occhi sgranati, provando a restituirglieli.

-Prendili, ti prego. Voglio solo che tu sia felice- Mathi insistette nel darle il malloppo, spingendo leggermente la mano tesa della ragazza verso di lei.

Trucy scosse la testa.

-Perché…?- chiese con un filo di voce, aggrottando le sopracciglia. Poi sgranò gli occhi, che si riempirono di lacrime -…Matthew?- chiese, sconvolta, avvicinandosi per cercare di scorgere meglio i suoi occhi dietro gli occhiali da sole.

Mathi si ritirò come se si fosse scottato.

No, non avrebbe dovuto riconoscerlo.

-Nein, non so a chi tu ti stia riferendo, ma non sono lui- negò con forza, riprendendo l’accento tedesco, indietreggiando e girandosi di spalle per uscire dal vicolo e abbandonare la ragazza.

-Aspetta, ti prego!- Trucy lo chiamò, provando a seguirlo, ma Mathi non si fermò.

Accelerò il passo, correndo via il più velocemente possibile, per allontanarsi da lì.

Non aveva la minima intenzione di affrontare quella situazione.

Non poteva avvicinarsi di nuovo a lei.

Riuscì per fortuna a seminarla e a tornare da Denny, che si guardava intorno preoccupato, ormai alla fine della fila.

-Eccomi, scusa il ritardo- Mathi tornò il solito Mathi di sempre, e sorrise all’amico, rilassato e tranquillo.

-Mi stavo preoccupando, è quasi il nostro turno. Ho già preso i biglietti perché passavano per risparmiare tempo. E offro io, tiè!- gli fece la linguaccia, porgendogli il biglietto.

-La fila al bagno mi ha precluso dal pagare, noooo!- Mathi fece il melodrammatico, facendo ridacchiare non poco Denny.

Dentro di sé tirò un profondo sospiro di sollievo, perché non aveva più un soldo neanche per una bottiglietta d’acqua.

Ma avrebbe fatto qualsiasi cosa per quella ragazza speciale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

The plot thickens. Probabilmente avrei dovuto includerlo nel capitolo e non metterlo a parte. Ma alla fine è più un extra. E praticamente si capisce un sacco di Mathi e di questa Trucy, con cui evidentemente ha un passato. Un passato palese.

Si accettano teorie.

Dovrei pubblicizzare di più questa raccolta nella storia principale perché sembra che nessuno di quelli che leggono la raccolta principale legga questa storia.

Ma a parte questo, spero che questa side story vi sia piaciuta. Il prossimo capitolo è già a metà ma non sarei mai riuscita a finirlo entro la settimana quindi ecco qui uno speciale, anche se cortissimo :)

Un bacione e alla prossima :-*

 

   
 
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