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Autore: Musical    25/10/2020    1 recensioni
O quello che fu l'inizio, non proprio l'inizio dell'umanità, come molti di voi potrebbero immaginare. Semplicemente la storia di come due bambini così diversi riuscirono a diventare amici.
[Human AU]
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: AU, De-Aging | Avvertimenti: nessuno
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Il campanello attaccato all'ingresso della libreria suonò, tuttavia non perché qualcuno era entrato, bensì era uscito: un ventenne s'aggiustò l'impermeabile che stava indossando e cominciò ad avviarsi verso la sua pasticceria preferita, la proprietaria aveva, da qualche giorno, iniziato a produrre una nuova leccornia, e il ragazzo, in quanto persona con un debole per i dolci, s'era messo in testa d'andare ad assaggiarli, poco gli importava delle prediche del padre e dei fratelli. Sia ben chiaro, il ragazzo, che faceva di nome Aziraphale, rispettava le regole familiari, faceva i compiti (anche se aveva iniziato più volte un'accesa discussione con la professoressa di letteratura inglese, ma solo perché la donna non riusciva a comprendere la bellezza degli scritti di Wilde), non rientrava mai dopo il coprifuoco (in realtà preferiva rintanarsi nella libreria del padre, e dato che la famiglia di Aziraphale possedeva l'appartamento soprastante, non era difficile rientrare prima che scoccasse l'ora del coprifuoco), andava tutte le domeniche a messa (per quanto una piccolissima parte della sua mente fosse convinta che Dio non smettesse d'amare i suoi figli solo perché diversi), aveva frequentato i corsi di sciabola che il padre gli aveva fatto seguire (e anche qui c'erano delle perplessità nella mente del giovane, dato che non si vedeva adatto a fare sport come i suoi fratelli, che continuavano a seguire i corsi), insomma poteva essere considerato un modello per i suoi coetanei, ma quando si trattava di non indugiare troppo sul cibo e non farsi tentare troppo dal profumo della crema, Aziraphale non riusciva a resistere e riversava i propri pensieri su una bella fetta di torta dell'angelo e si sentiva felice, era uno dei momenti più sereni che riusciva a vivere, insieme ai libri, che lo aiutavano a viaggiare ed esplorare mondi, persone, sentimenti.
Una leggera lacrima andò a mescolarsi con il tè e Aziraphale s'asciugò la guancia bagnata, magari una piccola passeggiata al parco l'avrebbe aiutato, così pagò ed uscì dalla pasticceria, ma una volta fuori dal negozio fu la pioggia ad accoglierlo, e il ragazzo pensò che sarebbe stato meglio attendere che finisse piuttosto che bagnare i propri vestiti, ci teneva al suo soprabito, quando una voce attirò la sua attenzione.
"Diventerai vecchio decrepito a furia d'aspettare."
Aziraphale si voltò alla sua sinistra e vide un ragazzo della sua stessa età coi capelli rossi raccolti in una bassa coda che indossava gli occhiali da sole nonostante il maltempo.
"Ciao Crawly", provò a pronunciare bene il nome.
"Crowley."
Il tono freddo e la linea sottile della bocca non sembrarono ad Aziraphale un buon segno per continuare la conversazione, tuttavia non riuscì a trattenere un piccolo sorriso e a rimanere in silenzio. "Crowley, giusto... Mi sbaglio sempre... Come mai da queste parti?" gli domandò, ultimamente non gli era capitato di vederlo in giro.
L'altro ragazzo scrollò le spalle. "Passavo di qui," abbassò la testa e gli occhiali gli scesero leggermente sul naso, "era da tempo che non facevo una passeggiata da queste parti."
Il sorriso di Aziraphale s'allargò ulteriormente. "Stavo andando al parco, vuoi venire con me?"
"Con questa pioggia?" Crowley si voltò nella sua direzione ed alzò un sopracciglio scettico. "Non sono un amante del maltempo."
"È un peccato che sia nato a Londra allora."
La sua risata non contagiò l'altro ragazzo, che ne approfittò del momento di silenzio che s'era venuto a creare per rimettere a posto gli occhiali, così Aziraphale iniziò a torturarsi le mani e a guardare a destra e manca, alla ricerca di un argomento di cui parlare, ma la mente era completamente vuota.
"Ho letto quel libro che mi avevi consigliato", cominciò un discorso Crowley, che aveva portato una mano dentro la tasca dei pantaloni, facendo finta di non notare il barlume negli occhi dell'altro ragazzo.
"Ti è piaciuto?"
Nonostante non si vedessero spesso, ogni tanto a Crowley capitava di fare un giro nella libreria di Aziraphale, e quest'ultimo ne approfittava per parlare dei libri che aveva letto e amato, e ogni tanto capitava di consigliarli anche a Crowley, che preferiva di gran lunga una bella macchina da presa ad una copertina.
"Con l'alcol e un collegiale inconsapevole di essere bisessuale, direi che non è stato male."
Il sorrisetto furbo di Crowley fece alzare gli occhi al cielo ad Aziraphale, in un atto di finta disperazione. "Non è scritto da nessuna parte che Charles era innamorato di Sebastian, e solo questo t'è piaciuto?"
"Beh, Jeremy Irons era accettabile come Charles."
"Hai visto la serie?!" chiese scandalizzato il biondino, la malinconia di pochi minuti prima era come scomparsa.
"Solo dopo aver letto il libro, lo giuro sul mio cuore innocentissimo."
"E dove l'avresti vista?"
"Su un sito pirata, ovvio."
"Non sarebbe... Come dire... Illegale?"
"Probabile, ma ho creato un account a nome di Hastur, non sospetteranno mai di me."
Aziraphale dovette tornare a guardare la strada per non mostrare il sorriso che non smetteva di allargarsi ogni secondo di più. "Che ne dici di parlarne in libreria?"
Crowley ingoiò a fatica, ma provò a far finta di niente. "Un santarellino che invita un orfano teppista a casa sua? Tuo padre sarà orgoglioso."
"Mio padre non s'accorgerà, se solo questa pioggia finisse..."
Il sospiro afflitto e lo sguardo a terra strinsero il cuore a Crowley, che aspettò ancora qualche secondo per poi allungare un braccio ed aprire un ombrello con la tinta tartan, che catturò lo sguardo del biondino. "Un passaggio?"
Appena visto il suo vecchio ombrello, Aziraphale spalancò gli occhi, per voltarsi nuovamente verso Crowley, quest'ultimo non riuscì a contenere un furbo sorrisetto, mentre gli zigomi iniziarono a tingersi di rosa, una controindicazione per essere uscito in pieno inverno con solo una giacca di pelle e una maglietta di cotone, così avrebbe risposto se qualcuno gliel'avesse domandato.
"Molto volentieri", rise Aziraphale, prendendo sottobraccio l'altro ragazzo e guidandolo verso la libreria, dato che Crowley era intento o a fissare quelle due mani che gli stringevano il braccio oppure a guardare di sfuggita dove metteva i piedi, giusto per non inciampare.


"Credimi, avrei preferito diventare invisibile."
La risata grossolana di Crowley invase la stanza, provocando sguardi accusatori che fecero imbarazzare ancora di più Aziraphale, tant'era che il ragazzo fece di tutto per zittire l'amico, prima riprendendolo poi chiamandolo e alla fine si vide costretto a tappargli la bocca con entrambe le mani, ottenendo quasi subito il risultato che voleva: Crowley si zittì e rimase a fissare il volto concentrato dell'altro, sperando con tutto sé stesso che nessuno sentisse il battito accelerato del proprio cuore, decisamente più rumoroso della precedente risata.
"Perdonami, caro, ma era necessario", con molta calma, Aziraphale si allontanò, sfiorando il volto del ragazzo con tanta disinvoltura e affetto che Crowley dovette fare mente locale, ricordarsi chi era e da dove veniva, cosa un po' difficile data la sua delicata condizione.
"Ngk-Non c'è problema." si ricompose un po' e si passò una mano sul volto, avvertendo le guance roventi, maledizione quanto sentiva caldo lì dentro, e lui amava gli ambienti riscaldati.
Gli occhi azzurri di Aziraphale lo scrutarono per qualche secondo come se fosse un esemplare di un animale esotico, e scese lungo lo schienale, incrociando le braccia davanti al petto, e spostò lo sguardo su un uomo che stava sfogliando un libro.
"Non siamo in biblioteca, posso far rumore quanto voglio!" urlò l'ultima parte della frase, facendo prendere uno spavento all'uomo che fece quasi cadere il libro, l'effetto desiderato da Crowley che sghignazzò per l'accaduto, mentre Aziraphale cercava di trattenere l'impulso di alzarsi e dire a quell'uomo di non maltrattare un libro, tuttavia il pensiero di non essere il proprietario della libreria gli fece ingoiare il fastidio provato, come poteva suo padre lasciare che libri così belli potessero essere venduti a mani che probabilmente li avrebbero sgualciti, a occhi che non avrebbero colto la bellezza delle parole in essi contenute, a bocche che avrebbero parlato male degli autori, come poteva accadere un simile disastro?
"Il punto è", Crowley riprese a parlare mentre tornava a rivolgersi ad Aziraphale, adesso che le guance erano tornate ad un colorito normale, "che non puoi pretendere di studiare tutto Shakespeare, o di fare ulteriori approfondimenti sull'Amleto. Non è poi tutto questo granché, ve--"
"Non ti piace?!" Aziraphale alzò la voce nell'interromperlo, questa volta incurante degli sguardi infastiditi dei probabili clienti, Amleto era certamente più importante di alcune persone che avevano scambiato la libreria per una biblioteca.
Crowley scrollò le spalle con disinvoltura ed appoggiò la guancia allo schienale per guardare Aziraphale. "È una tragedia, letteralmente! Le commedie sono senza dubbio migliori."
Il volto d'Aziraphale s'illuminò, una cosa nuova che sapeva di quello che poteva considerare a metà strada tra conoscente e amico; con il tempo, infatti, aveva imparato alcune cose su Crowley, non era un fan del cibo, era solito prendere in prestito cose altrui (che non avrebbe mai restituito), amava le automobili d'epoca, detestava un ragazzo più grande di loro di nome Hastur, aveva perso i genitori quand'era molto piccolo e per questo aveva trascorso l'infanzia e l'adolescenza in una casa famiglia, dato che nessun parente s'era presentato per prendersi cura di lui, amava la musica, tra tutti gli artisti però i Queen occupavano il primo posto nel suo cuore... Curioso, anche se completamente diverso da Aziraphale, ma sapere che aveva un debole per le commedie di Shakespeare lo faceva sentire più simile a lui.
"Allora avrai letto sicuramente Sogno di una notte di mezz'estate."
La mano del ragazzo dai capelli rossi compì gesti vaghi. "Qualche pezzo... Mph... Sì."
Aziraphale sbuffò divertito ed alzò gli occhi al cielo: "Hai visto il film", dichiarò tornando ad osservare come Crowley s'agitò sul posto.
"Ti do due motivi: Anna Friel e Dominic West, perfetti per Ermia e Lisandro."
"I film rovinano di solito un buon libro."
"Ma possono creare anche delle perle, libri o meno, Cuori senza età per esempio, La tata, Friends..."
"Ma sono serie tv."
"Quello che sono, ma sono fantastici."
"Non mi piace la televisione."
"Con tuo padre che ti fa vedere solo Tutti insieme appassionatamente, anch'io impazzirei e direi di odiare la televisione."
"Non è così."
"Ah no? E come sarebbe?"
Aziraphale aveva appena aperto la bocca, quando una donna s'avvicinò a loro.
"Scusate..." richiamò la loro attenzione e i due si voltarono nella sua direzione per sapere cosa volesse. "Non c'è nessuno alla cassa. Dov'è il proprietario?"
Aziraphale stese le labbra in un sorriso cordiale che non sentiva veritiero. "Mio padre dovrebbe arrivare a minuti, ma quel libro non è adatto a una persona come lei."
Crowley si voltò immediatamente nella sua direzione con entrambe le sopracciglia alzate. "Potrebbe trovare molto più interessante Cinquanta sfumature di grigio, lo vendono a due isolati da qui."
"Ma io sono interessata a questo."
"Sono certo che la raccolta dei racconti sul ratto delle sabine preferisca un altro proprietario."
La signora, mantenendo un'espressione scandalizzata e offesa, posò in malo modo il libro e se ne andò, promettendo che non avrebbe mai messo più piede in quella libreria, provocando una risatina contenuta ad Aziraphale, soddisfatto del risultato... Che potesse essere un'idea futura? Cacciare i probabili acquirenti con ben altre proposte... Se la libreria fosse diventata sua, quante migliorie avrebbe portato.
"Per fortuna che è tuo padre il proprietario, altrimenti faresti andare in bancarotta questo posto!" Crowley sembrò leggergli nel pensiero, e il biondino si mise a ridere.
"Tranquillo, non succederà."
Crowley s'alzò per stiracchiarsi, gli occhi di Aziraphale non riuscirono a staccarsi dai glutei dell'altro ragazzo stretti in un paio di jeans attillati.
"E come farai?" gli domandò, portandosi le mani ai fianchi e si girò, cogliendo l'amico in fallo, o almeno questo credeva Aziraphale, fortunatamente Crowley non fece alcuna annotazione.
Dopo aver spostato il prima possibile lo sguardo ad un angolo della libreria.
"Troverò un modo", gli rivolse un sorriso innocente che nascondeva una malizia che diede i brividi all'altro, tant'è che Crowley si portò una mano dietro il collo e chinò la testa, non nascondendo un timido sorriso che gl'increspò le labbra.
"Accidenti, con quella faccia d'angelo riusciresti a fottere chiunque."
A quella confessione pronunciata con un sussurro e un tono inusuale, quasi dolce, Aziraphale arrossì e sentì il cuore cominciare a battere velocemente: "Cosa?"
"Niente!"
Crowley s'aggiustò gli occhiali e percorse la libreria a lunghe falcate, seguito dall'altro. "Dove vai?"
"De-devo andare," ricevette come risposta, non venne degnato di uno sguardo, "gli altri mi staranno aspettando."
Aziraphale abbassò la mano che aveva teso per prendergli la giacca ed intrecciò le dita in un groviglio inestricabile.
"Ci rivedremo?" domandò con una vena di speranza nella voce.
Crowley irrigidì le spalle e si voltò appena: "Perché no?"
"Mio padre vorrebbe che vada a studiare fuori."
La notizia fece calare un gelo nella stanza, e Crowley si voltò definitivamente verso Aziraphale, per la prima volta si tolse gli occhiali, e il biondino potè vedere finalmente gli occhi dell'amico.
"Dici davvero?"
Aziraphale rimase incantato fissando quegli occhi preoccupati, agitati, impanicati.
"Aziraphale, stai dicendo sul serio?"
Il tono allarmato di Crowley fece tornare Aziraphale alla realtà, ed abbassò gli occhi, dispiaciuto per dare una simile notizia, ma fu costretto ad annuire. "Dovrei partire tra un mese."
"Per dove?"
"Nel continente, non lo so con certezza."
"Opponiti."
Aziraphale ritornò a guardarlo. "Come?"
"Di' che non vuoi, che preferisci rimanere qui, a Londra, che hai degli amici che non vuoi abbandonare."
Nonostante quello che aveva detto Crowley fosse vero, Aziraphale chinò la testa e debolmente negò, non poteva farlo, non voleva recare un simile dolore al genitore.
"Mi dispiace."
Crowley prese un profondo respiro, chiuse le palpebre e poi tornò a parlare, cercando di essere ottimista: "Magari andrai a Parigi, e avrai finalmente la possibilità di mangiare una crêpe."
La possibilità, unita all'evidenza che anche Crowley si ricordava delle cose che si raccontavano, fece sorridere il biondo ragazzo, anche se la vista era leggermente appannata agli angoli e il labbro inferiore era scosso da leggeri tremolii.
"A questo non avevo pensato", confessò scoppiando poi in una risata che contagiò Crowley.
"Visto? A che servono gli amici se non a farti vedere il lato positivo della faccenda?"
Affermato quello, le risate svanirono come se non fossero mai esistite, e i due si guardarono negli occhi senza pronunciar parola.
"Ti verrò a salutare."
"Ci conto."
I due ragazzi si salutarono così, con la promessa di rivedersi l'indomani; al solo pensiero, i cuori di entrambi esultavano di gioia nella speranza di potersi vedere, di trovare un modo, uno qualsiasi, per tenersi in contatto nonostante la lontananza, Crowley avrebbe proposto il cellulare oppure i social nedia, mentre Aziraphale avrebbe sicuramente optato per una classica lettera, di quelle che si inviavano nel diciottesimo o diciannovesimo secolo, un modo l'avrebbero trovato, sicuramente... Bastava solo che Crowley andasse a salutare Aziraphale il giorno della partenza.

   
 
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