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Autore: EleWar    25/10/2020    5 recensioni
Quando meno te lo aspetti, potrebbe capitarti l’impossibile, un sogno di carta e condiviso, potrebbe diventare realtà… o no?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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QUANDO  MENO TE LO ASPETTI…
 
Era la sera del 25 ottobre, e Stekao era ormai stanca per i tanti festeggiamenti.
Quella era stata una giornata veramente intensa, ma era soddisfatta e ora poteva andare a letto col sorriso.
Stava per dare due giri di chiave al portone, quando si accorse che la luce delle scale esterna era accesa, e che c’era qualcuno lì di fuori; le parve di vedere l’ombra di due piedi sotto lo spiraglio della porta, e si fermò incuriosita a fissare la sottile lamina di luce che filtrava da sotto.
Sgranò tanto di occhi quando vide sbucare, proprio dalla stretta fessura, un foglio ripiegato.
Si accovacciò e lo prese in mano, lo aprì ed esclamò:
 
“Maremma!”
 
Non poteva credere ai suoi occhi!
Su quel foglio bianco spiccavano solo tre uniche lettere, scritte a caratteri cubitali, che prendevano tutto lo spazio: erano le ultime tre dell’alfabeto, e cioè XYZ!
 
Ripresasi in un attimo dallo stupore, spalancò la porta, decisa a vedere chi le avesse lasciato quel messaggio inequivocabile; ma quando fece per uscire non trovò nessuno, solo sentì lo scalpiccio di passi svelti che discendevano le scale.
 
Per un attimo valutò di prendere l’ascensore per fare prima, ma chi le aveva infilato sotto la porta il foglietto poteva essere chiunque, magari un suo vicino di casa; lei abitava al quarto ed ultimo piano, e sotto di lei aveva altri appartamenti, quindi non era detto che l’avrebbe beccato al piano terra.
 
Si slanciò all’inseguimento, scendendo a perdifiato i gradini.
Ogni tanto si affacciava nella tromba delle scale, sperando di vedere il misterioso latore, magari dalla parte del corrimano, ma niente.
Grande era la frustrazione e la curiosità, perché continuava a sentire il rumore dei passi, ma non riusciva a vedere nessuno.
 
In un attimo fu fuori e credette di aver perso l’inseguito; si guardò rapidamente intorno, la strada era deserta, e anche la farmacia e il parrucchiere avevano già chiuso, era tutto spento.
Solo dal tabaccaio sembrava esserci ancora qualcuno, e la serranda non era stata completamente abbassata.
E proprio lì vide un paio di gambe sparire all’interno, come qualcuno che si fosse accucciato per poi sgusciare dentro.
 
Uno strano impulso la spinse ad entrare a sua volta, e quando raddrizzò la schiena dentro la tabaccheria, fu invasa da un coro di “AUGURIIIIII”!!!
 
Esplosero palloncini e petardi, e un’enorme palla colorata appesa al soffitto, si schiuse riversando su di lei coriandoli e stelle filanti.
 
Non ci capiva più niente!
 
Quando gran parte dei coriandoli finirono di volteggiare al suolo, finalmente mise a fuoco chi la stava aspettando.
 
C’erano tutti!
Falcon, imperturbabile dietro i suoi occhiali neri che grugnì appena; Miki stretta a lui, che le sorrideva commossa e felice; Saeko, che scosse la chioma su cui erano finiti dei coriandoli, e che le sorrise ammiccando; e poi il Doc, Kazue, e Mick che la guardava con sguardo languido e occhi predatori, già pronto a saltarle addosso, non fosse stato perché la sua fidanzata lo stava trattenendo; e infine Kaori, che con le braccia conserte l’osservava felice e compiaciuta.
E naturalmente Ryo, bello come il sol levante, che le fece l’occhietto e le disse, a nome di tutti:
 
“Tanti auguri, Stekao!”
 
Ma non fece in tempo a dire così che la ragazza gli balzò al collo, avvinghiandolo spudoratamente con le gambe e con le braccia; prese a baciarlo per tutto il viso.
 
L’uomo era rimasto interdetto e non ricambiava nemmeno l’abbraccio, troppo stupito dall’atteggiamento da allupata della ragazza: normalmente era lui che faceva il macaco in calore, e non sapeva come comportarsi.
E poi c’era Kaori lì, e temeva la sua reazione, ora che…
 
Prese ad emettere una serie di:
 
“Eh eh eh eh” imbarazzati, mentre un grosso gocciolone di sudore gli colò lungo la tempia.
 
E mentre il resto della banda guardava la scena lievemente in imbarazzo, Kaori, che si stava alterando, le si avvicinò di un passo, e schiarendosi la voce le disse:
 
“Direi che ora basta, no?”
 
Solo a quel punto Stekao si accorse di essere abbarbicata al corpo di Ryo come un Koala australiano, e si guardò velocemente intorno, ridacchiando a disagio; ridiscese lentamente, e a malincuore, da quel bel tronco di eucalipto che era Ryo, ma anche intimidita dallo sguardo della sweeper che, battendo nervosamente un piede in segno d’impazienza, e appoggiata al manico di un enorme martello recante la scritta “Auguri sì, ma ormai basta!”, attendeva che si compisse il distacco totale.


 
Una volta a terra, la ragazza si ricompose ravviandosi i capelli, raddrizzandosi le vesti e asciugandosi quella sottile bavetta che era comparsa chissà quando.
Grattandosi la testa disse:
 
“Scu-scuate… è colpa dell’emozione!”
 
Come per magia il martello scomparve, e Kaori tornò a sorriderle apertamente.
 
L’atmosfera festosa riprese, e iniziarono a girare bevande e dolcetti; a Stekao sembrava di sognare, fino a quando Umi ruppe il suo mutismo dicendo:
 
“È ora.”
 
Tutti sgusciarono all’esterno e Stekao, in preda all’euforia, li seguì senza fare domande, e non si stupì di vedere Falcon imbracciare un bazooka e puntarlo verso il cielo.
E si apprestarono a seguire la traiettoria del proiettile che sarebbe stato sparato, e quando Umi premette il grilletto, il boato fu assordante e produsse uno spostamento d’aria non indifferente.
 
Il razzo che partì svirgolò fra le nubi, e quando esplose, magicamente disegnò la scritta BUON COMPLEANNO, STEFANIA! nella notte toscana.
 
La ragazza si commosse enormemente, e appena si riprese dall’emozione, con gli occhi ancora abbacinati dall’esplosione e velati di lacrime, abbassò lo sguardo.
 
Ma intorno a lei non c’era più nessuno!
 
Scosse più volte la testa per fare chiarezza, e si portò le mani al viso per detergersi le lacrime, ma ciò che vide fu una desolante solitudine.
 
Non c’era più nessuno o… non c’era mai stato nessuno?
 
Rialzò gli occhi al cielo, dove nell’aria tersa di ottobre brillavano già le prime stelle.
 
Si girò di scatto a controllare la tabaccheria, ma era tutto spento, con la serranda abbassata fino a terra.
Un senso d’incredulità la pervase, e d’improvviso una folata di vento fresco la fece rabbrividire; era uscita alla spicciolata e indossava una maglia leggera.
Si strinse le braccia intorno al corpo e si decise a rientrare.
 
Rifece tutte le scale a ritroso, lentamente, cercando di spiegarsi quella strana avventura, e mille pensieri le riempirono la testa: aveva sognato tutto? C’erano veramente i suoi amici, dentro la tabaccheria? Come era possibile? Stava diventando matta? Be’, erano anni che lo diceva a destra e a manca, con orgoglio, ma ora ebbe paura di esserlo davvero.
 
Salendo e ragionando, giunse davanti alla porta di casa ed entrò; ovviamente il foglietto non era più lì, perché se l’era portato dietro durante l’inseguimento, e probabilmente lo aveva perduto nella bolgia della tabaccheria.
Quindi non aveva prove che il tutto fosse successo davvero.
 
Sospirò affranta.
 
No, non lo avrebbe raccontato a nessuno; era stata un’allucinazione, frutto della stanchezza, o dell’età  che avanzava… cavoli, 40 anni sono un bel po’ di anni, no?
 
Poi, con la coda dell’occhio, vide qualcosa sulla spalla destra: allungò  una mano e afferrò delicatamente quello che aveva tutta l’aria di essere un coriandolo blu.
Lo rigirò fra le mani, con circospezione e venerazione insieme, e quando il marito le venne incontro chiedendole:
 
“Ste, ma dove sei stata?” lei rispose di getto:
 
“A Shinjuku!”
 
 
BUON COMPLEANNO Cara Stef dalle tue EleWar & Briz65 !!!
   
 
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