Anime & Manga > Mo Dao Zu Shi
Segui la storia  |       
Autore: StewyT    25/10/2020    2 recensioni
"In fine, X, non posso incontrarti.
Non so chi tu sia eppure so più di te che di me stesso.
Ma non posso incontrarti, so che non funzionerebbe.
Ti lascerei scivolare via come sabbia al vento. Così come è successo al mio primo amore.
Cercavo di aggrapparmi a lui eppure si è lasciato andare, o forse io l’ho lasciato andare.
Io appartengo a lui ma un po’ anche a te. Eppure non sarò mai di nessuno dei due.
Sono una stella nera: simile ad un buco nero, ipotetico, reale o forse no.
Un paradosso.
E non voglio risucchiare anche te.
J."
~~~~
Sedici anni dopo il loro primo incontro, Wei Wuxian e Lan Zhan si ritrovano entrambi di nuovo alla Gusu University, lì in quella biblioteca dove tutto è iniziato e tutto continua, indipendentemente dal loro volere.
Lì dove si raccontano l'un l'altro non sapendo di farlo. Lì, dove ancora una volta, si innamorano.
Lì, dove ancora una volta, scappano via l'uno dall'altro.
Perchè l'uomo ha il libero arbitrio, certo, ma si muove sempre all’interno di una tela tessa dal destino.
E molto spesso ha una trama più complicata di quanto ci si aspetti.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Lan Wangji/Lan Zhan, Wei Ying/Wei WuXian
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dear Heart~


5_ Moondust
[Jaymes Young]

 
The brightness of the sun, will give me just enough
To bury my love, in the Moondust
I long to hear your voice, but still I make the choice
To bury my love, in the moondust


 
Erano passate ormai tre settimane dall’ultima volta in cui Lan Zhan aveva letto qualche parola scritta da X e la mancanza iniziava a sentirsi; il fatto che gli mancasse qualcuno che neanche aveva mai davvero visto, un po’ lo divertiva, un po’ gli incuteva terrore. Come era possibile che dopo sedici anni stava provando di nuovo qualcosa per qualcuno? E soprattutto, cos’era quello che stava provando?
Non conosceva davvero X, così come non aveva davvero conosciuto Wei Wuxian nell’anno che avevano passato assieme. Eppure si era innamorato di Wei Wuxian, e sebbene non fosse convinto di poter chiamare amore quel desiderio di rileggere, la mancanza, la felicità che gli sbocciava nel petto ogni volta che leggeva quelle parole, beh era successo qualcosa con X, ancor più velocemente.
Lan Zhan stava iniziando a pensare di essere uno da tutto o niente: o era completamente indifferente verso il mondo esterno, o cadeva nella tana del coniglio con tutte le scarpe.
Quasi come se si sentisse offeso della metafora che aveva appena usato Bichen alzò lo sguardo indignato verso di lui e mosse il musino, per poi rigirare il culetto e tuffarsi tra gli altri coniglietti bianchi. Lan WangJi si lasciò andare ad un sorrisetto prima di prendere un altro coniglietto tra le braccia e dargli un bacio tra le orecchie.
Il coniglietto nero, che segretamente gli ricordava incredibilmente Wei Wuxian, sia per il carattere che per il colore – lucente come i suoi capelli neri! – lo guardò, dopodiché girò su sé stesso e si accoccolò comodamente sulle sue gambe mentre lo accarezzava, sorridendo. Non si lasciava andare spesso a quelle effusioni, ma dalla prima volta in cui aveva messo mano su un coniglio se ne era innamorato perdutamente e non poteva farne più a meno.
La prima volta aveva poco più di otto anni, ne aveva trovato uno bianco come la neve mentre tornava da scuola – quando ancora ne frequentava una! -, il coniglio lo aveva guardato e Lan WangJi aveva ricambiato lo sguardo, allora il coniglietto aveva mosso il musino come a chiedergli cosa stesse guardando e lui aveva scosso le spalle abbassandosi per accarezzargli le orecchie, ma il coniglietto si era allungato e gli aveva quasi strappato di mano la carota che stava sgranocchiando.
Era stato amore a prima vista.
Lo aveva preso di peso e lo aveva trascinato a casa dove anche Lan Xichen se ne era innamorato. Lo avevano tenuto nascosto per un mese, poi Lan Quiren lo aveva trovato e siccome “va contro le regole di Gusu tenere degli animali a Cloud Recesses. È deleterio per le tue responsabilità” glielo aveva strappato dalle braccia. Lan Zhan non aveva battuto ciglio, aveva già imparato ad essere indifferente al mondo intero – o almeno, a far credere che lo fosse. Ma poi era tornato in camera ed era scoppiato a piangere, come ogni bambino di otto anni avrebbe fatto.
Poco dopo era stato raggiunto da Lan Xichen che lo aveva abbracciato e gli aveva promesso che da grande gli avrebbe regalato tutti i conigli del mondo.
Otto anni dopo era arrivato Wei Wuxian che dopo poco più di un mese dall’inizio dei corsi a Gusu aveva portato un coniglio perché “non riusciva a star rinchiuso lì dentro senza avere contatti con il mondo esterno” o come le persone normali direbbero senza cercare di arrampicarsi sugli specchi, perchè doveva dare sui nervi a Lan Quiren.
Ma non era successo. Era stato Lan Zhan a scoprire il coniglio e non appena lo aveva visto gli erano brillati gli occhi e sebbene se ne vergognasse profondamente, aveva sorriso. Al che Wei Wuxian era scoppiato a ridere chiedendogli se davvero gli piacessero i conigli. E Lan Zhan aveva risposto nell’unico modo che conosceva: noioso.
Eppure da quel momento in poi Wei Wuxian aveva iniziato a tappezzarlo di conigli: disegni di conigli, gadget – che non capiva neanche da dove venissero – a forma di conigli, tutto a forma di conigli! E in ultimo, si era presentato una sera fuori la porta di camera sua con un “Sorpresa” e il coniglio lanciato tra le sue mani.
“Non posso più tenerlo. Non potrei comunque portarlo con me a Lotus Pier. Lì diventerebbe cibo per la mensa! Quindi tienilo tu. È il mio regalo! Ma chiamalo Ying, d’accordo?”.
Lan Zhan non aveva detto nulla ma aveva continuato a chiamare il coniglietto – ora genitore di tutti i conigli che riempivano il boschetto dietro Cold Spring – Ying. Unicamente per il significato della parola!
“Non ci credo” sentì dire ad una voce fin troppo conosciuta.
“Lan Zhan che coccola dei conigli!” disse ancora, divertita.
“Questo deve essere il paradiso!”.
Lan Zhan alzò lo sguardo dal batuffolino nero che aveva tra le braccia e guardò quel gremlin maledetto di Wei Wuxian, perdendo ancora una volta le idee e la ragione.
Come poteva quel ragazzino, ormai uomo, essere sempre così dannatamente perfetto anche solo con dei pantaloni della tuta neri ed un felpone rosso?
Anche solo con i capelli legati in modo disordinato e dei ciuffi ribelli sulla fronte?
Anche solo con quel sorriso e quegli occhi grigi luminosi più della luna?
Ah.
X gli faceva venire voglia di leggerlo e rileggerlo. Ma Wei Wuxian.
Beh, lui era tutt’altro.
Di X era mortalmente invaghito.
Di Wei Ying era mortalmente innamorato.
“Persino quei conigli sono più fortunati di me, Lan Zhan” sbuffò, sedendosi al suo fianco. E lui non riuscì a distogliere lo sguardo dalla sua figura. Ovviamente il maledetto se ne accorse e sorrise, prima di spingersi verso di lui.
Era vicino. Pericolosamente vicino. Lan Zhan non poteva andare avanti in quel modo.
“Vorrei essere un coniglio in questo momento” mormorò così vicino da poter sentire il suo alito sul viso, da poter distinguere qualche pagliuzza nera e viola nei suoi occhi, persino da poter contare tutti i graziosi nei che prendevano posto su quel viso così elegante e ben definito da poter finire su tutte le copertine di riviste di moda.
“Lan WangJi” disse ancora, in quel tono dolce e morbido che solo la sua voce era in grado di assumere “Non puoi abbracciarmi e accarezzarmi come stai facendo con questo bel batuffolino?” sorrise tra sé e sé e LAn Zhan perse ancora una volta un battito. Sarebbe morto di aritmia cardiaca di quel passo.
“Posso comportarmi come vuoi! Posso girarmi e darti il culetto come sta facendo lui oppure guardarti negli occhi e dirti quanto ti desidero!” e basta, Lan Zhan non riuscì più a sopportarlo. Distolse lo sguardo e sbuffò.
“Smettila, Wei Ying” ringhiò, quasi. A tal punto che Wei Wuxian allontanò la mano che aveva poggiato sulla sua spalla e lo guardò di traverso.
“Ehi non arrabbiarti” ridacchiò, come suo solito “È solo che sei incredibilmente bello mentre sorridi” disse e Lan Zhan avrebbe potuto giurare di averlo visto leggermente arrossato in viso.
“Sfacciato” ribattette lui e Wei Wuxian rise di nuovo, questa volta poggiando una mano tra le sue, per accarezzare il coniglio che nel frattempo era stato raggiunto da Bichen.
“Solo perdutamente incantato” confessò l’altro. Ma Lan Zhan non avrebbe mai capito quanto quelle parole fossero reali. Lan Zhan era fermamente convinto di quanto Wei Wuxian si divertisse a prenderlo in giro. E ovviamente anche in quel momento lo stava facendo.
“E questi adorabili piccoli hanno dei nomi?” chiese, rubando Bichen per dargli un bacino tra le orecchie. “A-Yuan li amerebbe! Posso scattare una foto a loro due?”.
Lan Zhan annuì, perdendosi nel mondo in cui Wei Wuxian stava crescendo un bambino: che tipo di educatore era? Era affettuoso? A-Yuan lo amava?
Lo osservò, il cuore che gli batteva furiosamente in petto, lo stomaco in subbuglio e la fronte leggermente imperlata di sudore.
Sì, A-Yuan – che era sempre più curioso di conoscere – sicuramente lo amava.
Come avrebbe potuto qualsiasi essere umano non amarlo?
“Lui è Bichen” disse “Solo lui” fece poi spallucce e tornò a guardare la pallina nera.
“Allora lui sarà Suibian” affermò convinto Wei abbassandosi verso il grembo di Lan Zhan per posare un bacio sul musino del coniglio nero, o meglio, Suibian.
Lan Zhan pensò di poter morire guardando Wei piegato in quel modo, Wei praticamente tra le sue gambe, Wei che mentre dava un bacino al coniglio guardava lui negli occhi e no, non poteva andare in quel modo.
Si alzò di scatto, le orecchie viola e la schiena completamente sudata.
“Ehi dove vai?” chiese Wei Wuxian, ma Lan Zhan non si degnò neanche di rispondere; poggiò Suibian tra l’erba e corse via, avvolto dalla sua coltre di vergogna e pudore.
Una volta in camera, chiuso nella sicurezza e nel silenzio del sui Jingshi, nonostante il disagio provato in quel momento, Lan Zhan raggiunse l’orgasmo sussurrando, ancora una volta, il nome di Wei Wuxian nel buio.
___
Quella notte non riusciva a chiudere occhio; non riusciva a dimenticare il modo in cui Wei Wuxian lo aveva guardato mentre accarezzava i coniglietti, né tantomeno lo sguardo che gli aveva lanciato mentre si abbassava quasi tra le sue gambe a baciare Suibian. Aveva provato e riprovato a calmarsi, aveva persino provato a meditare, ma ben quattro ore dopo il coprifuoco non era riuscito a chiudere occhio e non sapeva cosa fare se non rifugiarsi in quella che in una lettera a X aveva chiamato la loro bolla personale.
Così indossò la felpa bianca che tanto adorava per la sua morbidezza – ma mai avrebbe messo in condizioni normali o comunque rischiando di essere visto da qualcuno in qualcosa che non fosse meno elegante di una camicia – e si avviò verso la biblioteca.
Due pensieri in testa: Wei Wuxian che di quel passo lo avrebbe ucciso e X che invece lo stava salvando giorno dopo giorno.
Salì le scale della biblioteca e si avviò verso la zona un po’ più appartata dove solo chi cercava determinati libri approdava – e di solito per caso.
Fu silenzioso come suo solito, ma ad un certo punto gli venne voglia di urlare: lì, seduto sullo sgabello dove di solito era seduto lui a scrivere sul quadernino su cui di solito scriveva, c’era… lui.
Come era possibile? Stava davvero scrivendo sul suo quadernino? Era davvero X?
Ma certo! Come aveva fatto a non pensarci?
X. A-Xian. Wei WuXian!
Come aveva fatto a non connettere i puntini che Wei Wuxian aveva sospeso sui fogli? La sofferenza della sua famiglia, l’odio verso sé stesso, quella tristezza che nascondeva negli occhi ed era visibile solo a chi ci guardava più approfonditamente.
Wei Wuxian era X.
E lui si era innamorato ancora una volta di quell’uomo.
Che fosse guardandosi negli occhi, sfiorandosi o scrivendosi parole, era sempre lì che tornava: LAn Zhan si innamorava sempre e comunque, in loop di Wei Wuxian.
E che fosse destino, caso o uno scherzo dell’universo, non sapeva spiegarselo.
Non riusciva a capire perché tutto dovesse sempre tornare a quel dannato ragazzo dagli occhi grigi che sedici anni prima gli aveva bloccato il cuore e ancora una volta gli stava bloccando i pensieri.
Talmente tanto bloccati da bloccare il suo intero corpo lì, in quel punto, sospeso tra il tutto e il nulla, anche mentre lui, con i capelli sciolti ad incorniciargli il viso, gli si avvicinava per poi fermarsi e sorridere come solo lui riusciva a fare: riscaldandogli il cuore.
Cos’è l’amore?
Si chiese ancora una volta mentre lo guardava, mentre si muoveva verso di lui, mentre ingoiava la domanda che cercava di uscire fuori ad ogni costo: sei tu?
Ma non sapeva cosa fosse l’amore.
E non poteva chiederlo neanche più al suo X perché il suo X era Wei Wuxian e lui non era suo e mai lo sarebbe stato.
Era innamorato di qualcuno. Ma quel qualcuno non aveva il suo nome e mai lo avrebbe avuto.
Chi è?
Si chiese, guardandolo negli occhi.
Nie Huaisang?
Erano diventati amici dal primo momento in cui si erano parlati, in fondo; erano sempre lì a parlottare e ridacchiare tra loro, sempre lì a prenderlo in giro tra loro.
E se invece fosse stato Jiang Cheng?
Erano cresciuti assieme, certo. Potevano essere considerati fratelli, sotto un certo punto di vista. Ma potevano pur sempre essersi innamorati, no?
Magari Jiang Cheng sapeva cos’era l’amore.
Cosa che lui non avrebbe mai saputo.
“Lan Zhan!” urlò Wei Wuxian correndo verso di lui, il sorriso luminoso come al solito.
“Non è possibile!” rise, abbracciandolo “Davvero sei tu?”.
LAn Zhan si immobilizzò sul posto, rigido come un tronco.
Chi altri poteva essere?
“Sono le due di notte, Lan Zhan” sbottò, stringendogli una mano attorno al collo “allora è proprio vero che l’intransigente Lan Zhan è cambiato! Per chi sei cambiato? Chi è il fortunato? Chi la fortunata? Chi è stato in grado di cambiare il mio Lan WangJi a tal punto?”.
E improvvisamente tutto gli girò attorno e gli venne voglia di piegarsi e vomitare.
Il mio Lan WangJi.
Era così che lo considerava? Suo? Allora perché erano ancora lì a guardarsi invece di baciarsi come la luna con le stelle? Perché Wei Wuxian lo stava abbracciando come avrebbe fatto con un fratello? E perché lui glielo stava permettendo?
Si mosse leggermente a disagio, cercando di allontanarlo, ma lui non cedette di un solo centimetro.
Per chi sei cambiato?
Per te. Avrebbe voluto rispondere. Ma non era cambiato davvero.
Lan Zhan era sempre il solito povero idiota che si nascondeva dietro il suo nome, che non si dava la possibilità di essere chi era, che neanche provava più a desiderare qualcosa o qualcuno. Non Wei Wuxian. Non X. Aveva desiderato entrambi a lungo e alla fine erano la stessa persona. Aveva desiderato poter appartenere ad entrambi e alla fine non poteva appartenere a nessuno dei due.
Era solo. E tale sarebbe rimasto per sempre. E l’idea lo spaventava da morire.
È tutto un incubo, si sussurrò. Perché non poteva essere vero. Non poteva essersi innamorato nuovamente di Wei Wuxian senza neanche sapere di star parlando con lui.
Perché non era possibile che anche X si fosse innamorato di J. Perché lui era J e non poteva dirglielo. Non poteva confessargli che l’uomo di cui si era innamorato era lui. Non poteva confessargli che l’uomo che gli aveva confessato di essersi quasi innamorato di lui, era proprio Lan Zhan, l’uomo che prendeva in giro da sedici anni.
Perché era vero, no?
Wei Wuxian si divertiva a prenderlo in giro. Perché erano amici. Perché in fondo proprio per quello sarebbero sempre tornati l’uno dall’altro.
“Lan Zhan?” chiese Wei Wuxian, sorridendogli ancora una volta e lui si ridestò e quasi come a farglielo capire annuì.
“Tutto bene?”.
Annuì ancora. Anche se no, tutto andava male.
“Stai bene?”.
Ancora una volta annuì.
“Vuoi venire a bere qualcosa con me?”.
Quella volta non poteva annuire, però. Sebbene avesse il bisogno impellente di bere.
“Il coprifuoco” disse solo. Dopodiché, come al solito, scappò via.
E ancora una volta, nonostante Wei Wuxian stesse chiamando il suo nome nel silenzio della notte in piena Gusu, Lan Zhan correva sotto i bianchi fasci lunari, pronto a nascondersi ancora una volta in sé stesso.
Ma per quanto avrebbe potuto continuare a nascondersi?
Per quanto ancora avrebbe potuto continuare guardare l’uomo che amava negli occhi, senza dirgli che lo amava?
Mi piacerebbe poterti dire: fallo, qualsiasi cosa sia, falla.
Dopo sarà tutto più bello. Sarò tutto più facile. Sarai felice.
Gli aveva scritto in una lettera.
Gli avrebbe detto lo stesso se avesse saputo che era lui la persona che amava?
_____
 
“Sono passati venti giorni, ormai! Perché non mi risponde?” sbuffò Wei Wuxian, drama queen delle drama queen, bevendo un altro goccio del sorriso dell’imperatore sotto lo sguardo scocciato di suo fratello e Nie Huaisang, accorsi subito non appena lui aveva mandato un messaggio sul loro gruppo: SOS, amici!
In quel momento, con Wei Wuxian che camminava a passo svelto avanti e dietro, la giara di alcool tra le mani, e un broncio dipinto sulle labbra, però, sia Jiang CHeng che Nie Huaisang lo stavano maledicendo mentalmente, guardandosi in attesa che uno dei due riuscisse a formulare un qualche tipo di pensiero coerente o risposta da fornirgli.
“E se si è scocciato di me? Magari pensa che le mie lettere siano vuote e stupide!” lanciò uno sguardo ai due che gli sedevano di fronte.
Jiang Cheng alzò gli occhi al cielo, Nie scossero furiosamente la testa mormorando un “Non so. Davvero, non lo so” ma come al solito sapeva eccome!
“È perché sono stupido?”.
Jiang Cheng alzò gli occhi al cielo “Non lo so, non lo so perché. Ma ti giuro che appena lo scopro squarto in due quel figlio di-“ Nie gli strinse il polso e lo fece sedere di nuovo, sorridendogli come a calmarlo. Wei Wuxian lo guardò di traverso.
“Non azzardarti a parlare mai più di J con queste parole!”.
“J!” sbuffò ancora il fratello “Non sai neanche quale sia il suo fottuto nome! Come fai a dire che ne sei invaghito!”.
“Perché tu conoscevi altro oltre il nome del tuo Lan Xichen quando vi siete visti per la prima volta? Lo conoscevi? E comunque non eri asessuato tu?” sbraitò, gli occhi quasi fuori dalle orbite e le mani a pugno.
Perché diavolo J ancora non gli aveva scritto?
Certo, erano già accadute volte in cui erano passati giorni su giorni prima di leggere una risposta, ma mai dopo una domanda come quella che gli aveva posto, un semplice ‘Non mi risucchierai e comunque sarebbe un piacere. Incontriamoci, ti prego’.
“Si dice asessuale, idiota. Ce l’ho il cazzo se proprio ti interessa!” rispose il fratello “E comunque sono demisessuale e lascia Lan Xichen fuori da questa discussione, okay?”.
E poi tra i due prendeva posto Nie Huaisang, che già era arrivato a trovare una risposta per tutte le domande che si stava ponendo quell’idiota del suo migliore amico. Ma non glielo avrebbe mai detto. Non fino a quando non sarebbe stato strettamente necessario.
“È perché ho insistito troppo? Come mi è venuto di rispondere in quel dannato modo dopo aver letto quel tipo di risposta! Perché non mi avete fermato!!”.
“Perché” rispose Jiang Cheng alzandosi per sostituire la giara di sorriso finita con una piena, al che Wei Wuxian gli regalò un dolce sorriso appagato “Se questo fosse uno show televisivo o un libro, nonostante la lunghezza, il titolo sarebbe probabilmente ‘Wei Wuxian, no! Le milleuno volte in cui Jiang Cheng, Nie Huaisang e il mondo intero hanno cercato invano di bloccare Wei Wuxian un attimo prima di fare una stronzata’. Non concordi con me?”.
Wei buttò giù altro alcool e sospirò “Almeno ho il sorriso che mi rende felice!”.
“Grazie anche a te per la tua magnifica presenza, Wei Wuxian”.
___
 
È passato fin troppo da quando ti ho scritto l’ultima volta.
Ora so chi sei ma tu non sai chi sono. E quello che sei coincide esattamente con l’uomo di cui ti ho parlato fino ad oggi. Potrebbe far ridere ma a me non viene voglia di farlo. Perché ho perso di nuovo qualcuno a cui tenevo.
---
Mi manchi, X. Mi manchi così come mi manchi tu, Wei Wuxian.
Mi sento il petto pesante ogni volta che ti vedo, ogni volta in cui mi tocchi scherzando. Perché mentre tu fai l’ennesima battuta, io vorrei confessarti che per me sei tutto.
---
Vorrei poter essere abbastanza, ma sono solo il mio nome, Wei Wuxian.
E ti meriti di più.
---
Mi dispiace non averti più scritto. Oggi mi hai detto che una persona di cui ti fidavi ti ha deluso. So di essere stato io. Mi dispiace di averti deluso.
Ma non potrei continuare a scriverti sapendo chi sei. Non potrei continuare a parlarti di quanto ami qualcun altro mentre fingo di non sapere che sto scrivendo esattamente alla persona che amo.
---
È passato più di un mese e mezzo, Wei Wuxian. Non è mai passato così tanto da quando non leggo di X e tu non leggi di J. Sono felice del fatto che tu non abbia scritto altro. Forse J non conta per te quanto X contava per me; almeno questa è la mia speranza.
Mi manca X, ma già l’ho detto e ridetto.
Tra qualche giorno finirà la prima parte del tuo dottorato, potrai andare via.
Non so se ritornerai.
Io non sono pronto a vederti lasciare queste mura.
Io non sono pronto all’evenienza di non vederti ritornare.
Ma non posso dirtelo, Wei Ying.
---
E non posso dirti che ti amo, Wei Ying.
Se qualcuno trovasse queste note, se tu le trovassi, la mia vita sarebbe probabilmente finita.
Vorrei solo che almeno una volta, una sola, potessimo guardarci negli occhi e potessi vedere riflesso nei tuoi meravigliosi pozzi grigi, il desiderio e l’amore che tu sicuramente vedresti affogare nei miei occhi.
---
In questo preciso momento c’è una camera oscura nella mia testa e sta sviluppando pensieri che non vorrei poter avere. Ma ci sono. E ci sei anche tu.
Oggi abbiamo preso il nostro solito the assieme. Mi hai parlato di A-Yuan, di quanto tu non veda l’ora di rivederlo, di quanto vorresti presentarmelo.
Io non riuscivo a pensare ad altro che ti vorrei qui per sempre.
Ma non farlo, Wei Wuxian. Non tornare per me. Ti amo. Ma non posso continuare ad averti vicino e sanguinare. Quanto può un corpo umano sopportare prima di perdere completamente tutte le sue forze? Io penso di esserci vicino.
---
“Lan Zhan” la voce di Lan Xichen era così vicina da far credere a Lan Zhan di essersi addormentato in qualche luogo pubblico, ma ricordava benissimo – nonostante avesse bevuto qualche goccia di sorriso dell’imperatore, chiedendosi se le labbra di Wei Wuxian avessero esattamente quel sapore – di essersi steso sul suo letto per qualche secondo, con la promessa di alzarsi per fare una doccia e mettere il pigiama.
Così, quando si accorse che il fratello maggiore era alla porta, si alzò e si trascinò verso di essa, blaterando qualcosa quando aprendola, la luce solare gli ferì gli occhi.
“Lan Zhan…” mormorò Lan Xichen chiudendosi la porta alle spalle “Stai bene?”.
Lan Zhan amava suo fratello, era la persona più vicina che avesse, eppure, faticava a parlare di quello che gli lacerava l’anima e la mente, anche con lui.
L’unico con cui non aveva faticato era X. Il suo Wei Wuxian.
“Mn” confermò, sedendosi alla scrivania sulla quale erano sparse lettere che nessuno avrebbe mai dovuto leggere, ma Lan Xichen lesse.
“Lan Zhan” disse, ancora, stringendo una spalla del fratello.
“Molto spesso gli uomini si illudono di poter avere il mondo tra le proprie mani; di poter controllare la loro e l’altrui vita in ogni momento. Di poter decidere chi essere e cosa fare. Ma solo perché ci è stato donato il libero arbitrio, non vuol dire che ogni cosa debba necessariamente dipendere da noi”.
Di solito le due Giade di Gusu viaggiavano sulla stessa scia d’onda; riuscivano a comprendersi anche solo con uno sguardo. Ma in quel momento Lan Zhan, non capì nulla delle parole che gli erano appena state dette.
Lan Xichen, ormai intimo con Jiang Cheng, sapeva perfettamente come stessero le cose. Nie Huaisang era stato il fautore di tutto: era stato lui a comprendere cosa stesse succedendo sotto i loro stessi nasi e renderlo quanto più comprensibile neanche per loro.
Eppure, guardando suo fratello in quel momento, sapendo che Wei Wuxian versava nella stessa identica condizione, si chiese se non fosse necessario fare qualcosa, perché di quel passo quei due non si sarebbero mai capiti.
‘Dobbiamo risolvere la situazione’ scrisse a Jiang Cheng.
‘Missione salvataggio WangXian’ rispose lui creando un gruppo con loro due e Nie Huaisang.
___
Ed era di nuovo lì, in quella dannata biblioteca, alla ricerca di lettere nuove.
Nella speranza di leggere nuovamente qualche parola di J, anche solo un “Non voglio avere più nulla a che fare con te. Non voglio più che tu mi scriva. Esci dalla mia vita”.
Anzi, a dire il vero, se non avesse trovato nulla neanche quella notte, aveva già deciso come sarebbero andate le cose: Mi dispiace di essermi intromesso così tanto, J. Non volevo finire le cose così. Neanche sapevo che le avremmo iniziate. Ti ringrazio comunque per questo bel periodo, per queste belle parole.
Mi manchi. Grazie per avermi fatto sentire di nuovo qualcosa, X.
Ma quando arrivò in biblioteca, si bloccò sul posto, la mascella spalancata e le mani tremanti: cosa stava vedendo?
Lì, seduto avanti a lui, con le lettere tra le mani, c’era davvero Lan Zhan?
Si mosse silenziosamente e si avvicinò a lui: certo che era Lan Zhan!
Ma cosa stava facendo? Stava semplicemente leggendo o…
J.
Lan WangJi.
J.
HanGuangJun.
J.
Il portatore di luce.
A volte penso che non vorrei affatto avere questo nome.
O qualsiasi nome.
Come aveva fatto a non arrivarci prima?
Aveva imparato a conoscere J talmente bene da non aver letto gli indizi tra le righe che lo portavano a chi J era davvero.
Il suo Lan Zhan.
“Lan WangJi?” chiamò, nel silenzio e nell’oscurità della biblioteca, e lui si girò, i capelli corti al mento sciolti ad incorniciargli il viso, le guance rigate di lacrime, le labbra rosse, una enorme felpa a coprirlo e renderlo quasi minuscolo.
“Lan Zhan…” mormorò nel buio, la voce strozzata, quasi stesse per piangere.
“Cosa stai facendo?” chiese, invano.
Lan Zhan lo guardò, poi guardò le lettere e poi di nuovo lui.
“Lan Zhan… Lan WangJi. Sei tu, vero?” chiese.
Erano entrambi due statue di ghiaccio: immobili, freddi, imperturbabili a tutto se non al calore, che in quel momento stava sciogliendo i loro animi.
“Mn” lo guardò per qualche secondo prima di abbassare lo sguardo “E tu sei X” rispose.
“Da quanto tempo lo hai capito?” domandò, ancora.
La voce incerta, le mani tremanti.
Come era possibile che si fosse innamorato, sebbene in una forma diversa, di nuovo dello stesso uomo per il quale aveva perso qualsiasi freno sedici anni prima?
Si era innamorato, ancora una volta, di un uomo che non solo non lo avrebbe mai ricambiato, ma anzi, in fondo, lo odiava.
E sentì il mondo cadergli di nuovo sulle spalle.
Era di nuovo solo.
Lan Zhan fece per dire qualcosa ma fu Wei Wuxian a parlare, cercando di sorridere e tirare su la sua solita corazza di divertimenti e sarcasmo. Mentre tutto dentro di lui sembrava essere entrato a contatto con acido muriatico.
“Aspetta. Circa un mese e mezzo fa? Quando ti ho visto proprio fuori la biblioteca oltre il tuo coprifuoco! Eri venuto qui per…” sospirò e abbassò lo sguardo; non riusciva a guardarlo negli occhi. Si sentiva ancora una volta sporco, corrotto fino all’animo. Ancora una volta aveva distrutto quanto di bello gli era stato dato.
Aveva sempre fatto così. Prima i suoi genitori, dopo i suoi genitori adottivi e sua sorella. Per un motivo o per l’altro, tutte le persone che amava di più erano destinate a scomparire dalla sua vita e soffrire per averne preso parte sebbene per un breve periodo. Non voleva che succedesse lo stesso anche a Lan WangJi.
No. Avrebbe rischiato la sua vita piuttosto.
“No” rispose solo l’altro “Per leggere”.
“Avevi già intenzione di non rispondere?” incalzò, allora lui.
Voleva sentirselo dire. Voleva proprio che Lan Zhan gli dicesse come stavano le cose.
Forse in quel modo la sua anima si sarebbe messa in pace avrebbe, una volta per tutte, provato a dimenticarlo.
“No” disse sinceramente lui. Lan WangJi era sempre così sincero.
E Wei Wuxian stava cercando proprio quello, la sua sincerità.
Ma fu comunque come ricevere un ceffone in pieno viso; il suo stomaco si riempì di qualcosa di muta-forma che si muoveva dall’interno quasi volesse squarciarlo per uscire. Così come le lacrime che minacciavano di farsi spazio sulle sue guance.
Invece sorrise, come al solito.
Sei nato con il sorriso sulle labbra. Sempre sorridente! Non importa quanti eventi dolorosi tu abbia dovuto affrontare. Non importa quanto sia difficoltosa la situazione in cui ti trovi. Puoi sempre essere felice.
Quelle erano state le parole più belle che gli fossero mai state dette.
Ovviamente era stata la sua shijie a sussurrargliele, mentre lo abbracciava non appena gli era stato concesso di rivederla dopo il coma.
Lui aveva pianto. Ma poi aveva iniziato a sorridere perché era quello di cui sua sorella aveva bisogno.
Sorrideva anche in quel caso, nonostante tutto stesse andando a pezzi.
Perché il suo Lan Zhan ne aveva bisogno.
Restò immobile per qualche secondo ad osservare quanto fosse bello, la luce lunare che si rifletteva sulla finestra della biblioteca colpiva proprio il suo viso che diventava ancora più magico e aggraziato e quanto avrebbe voluto sfiorarlo.
“Non eri curioso di conoscere il volto di X?” chiese, allora.
“No” rispose ancora sinceramente l’amico e lui annuì.
“Ne sei stato… deluso” mormorò, più a sé stesso che a Lan Zhan che in effetti non disse nulla, ma abbassò lo sguardo. Notò le orecchie rosse e le mani strette a pugno e si sentì mortalmente in colpa per averlo messo in quella situazione.
“Se avessi saputo che J eri tu non avrei…” sbuffò e scosse la testa.
Non sapeva se lo avesse fatto pur sapendo la vera identità di J. Forse ci avrebbe provato ancora di più, ad essere onesti.
“Solo… Lan Zhan hai deciso di non rispondere più perché sono X, vero?”.
Sperò. Sperò con tutto il cuore che Lan Zhan smentisse, ma non disse nulla.
Restò ancora lì, le mani strette a pugno, le orecchie rosse, il viso imperturbabile, lo sguardo nel suo.
“In fondo non ti sono mai andato così tanto a genio” ridacchiò e distolse lo sguardo; fu allora che Lan Zhan si spinse verso di lui, quasi volesse afferrarlo, ma non lo fece.
Lasciò cadere la mano in aria e mormorò un “No”.
“Sfacciato. Vergognoso. Noioso. Mn. No. Il tuo vocabolario si amplia sempre di più!” provò a scherzare, ma lo sguardo serio sul volto dell’altro, gli fece quasi venire voglia di scappare. Non poteva. Non prima di risolvere la situazione. Non avrebbe mia potuto dire a Lan Zhan che era innamorato di lui. Ma X poteva dire a J quello che pensava di lui. In quel momento erano J ed X.
“Ti parlerò come se stessi scrivendo una lettera per te” disse, guardandolo di nuovo negli occhi “È stato bello, J. È stato bello avere qualcuno disposto a leggermi e rispondermi, qualcuno per cui, per una sola volta in vita mia, non sono stato un peso. Ti ho detto cose importanti e tu ne hai dette a me. Non so se ti ho fatto stare bene quanto tu hai fatto stare bene a me, ma so che questo è stato uno dei momenti più belli per me. Assieme al primo anno passato qui a Gusu. E anche se ci stiamo dicendo addio… avrei voluto una risposta, J. Me la sarei meritata. Qui, su queste pagine, non ero Wei Wuxian, ero X e X meritava una risposta da J. Sono stato a vagare per due mesi tra le più recondite idee ma nessuna era disastrosa come questa. Quindi sì, J. Sono deluso e arrabbiato. Non so come io abbia fatto a non riconoscere chi c’era dietro quelle parole. Se lo avessi saputo mi sarei fermato prima e ora la smetto. Sono più bravo a scrivere che parlare e… mi dispiace di non essere stato chi volevi. Ma una risposta, Lan Zhan. Una risposta, solo quello.
Un ‘Non voglio più parlarti’. Mi sarebbe bastato”.
Concluse. Gli occhi che ormai faticavano a trattenere le lacrime. Lo stomaco in subbuglio, pronto ad esplodere e rendere il mostro mutaforme libero. Le gambe molli. La vogli di scappare via gridando.
Wei Wuxian guardò Lan Zhan. Lan Zhan guardò Wei Wuxian.
Ma nessuno dei due disse altro.
Il primo ad andare via fu Wei Wuxian.
 
___
Per le seguenti tre settimane Wei Wuxian non fece altro che studiare, studiare, studiare. Completò gli esami di cui necessitava per il dottorato con il massimo dei voti. Provò a scendere a patti con sé stesso e il suo cuore.
Ma ancora una volta non ci riuscì. E dunque, così come ogni volta in cui si trovava in una situazione capace si sopraffarlo, ritornò nell’abbraccio dell’alcool.
Quella volta, però, non era completamente solo.
Al suo fianco Nie Huaisang e Jiang Cheng, che lo ascoltavano piangere e lo consolavano quanto possibile.
 
___
Per le seguenti tre settimane Lan Zhan non fece altro che lavorare, lavorare, lavorare. Completò i corsi, iniziò e finì la sessione. Non si fece prendere dalla rabbia; continuò ad essere il solito professore intransigente ma disponibile e accurato.
Provò a scendere a patti con sé stesso e il suo cuore.
Ma ancora una volta non ci riuscì. E dunque, così come ogni volta in cui si trovava in una situazione capace di sopraffarlo, ritornò nell’abbraccio delle parole.
Quella volta, però, non era completamente solo.
Al suo fianco Lan Xichen. Sempre pronto a calmarlo con la sua sola presenza.
___
 
Mi manchi, J. Così tanto che a volte mi fa male il petto. Così tanto che ho finito tutte le scorte del sorriso dell’imperatore ma tu non vai via, sei ancora qui, nella mia testa.
Tu, J. Tu, Lan WangJi.
Quanto vorrei poterti dire quello che provo, sarebbe più facile, non credi?
--
Cosa è giusto in questo mondo? Cosa è sbagliato? Dammi un segno, X.
Non farmi del male, non oltre. Non riesco a sopportare il tuo tocco. Ma anche questa distanza mi distrugge. Mi manchi, Wei Wuxian. Guardarti passare fuori le mie aule, nei miei corridoi, al mio fianco e non avere il coraggio di chiamarti, mi distrugge.
Quanto vorrei poterti dire quello che provo, sarebbe più facile, non credi?
--
Non voglio nessun altro. Nessuno che non sia tu. Non l’ho mai voluto. Ho sempre voluto solo te. Ho sempre avuto bisogno solo di te, Lan Zhan.
Mi stavo illudendo di poter essere salvato e di poter salvare J, ma a conti fatti, me ne sono innamorato solo perché eri tu.
E allora mi chiedo: cos’è l’amore? Tu lo sai?
--
Hai mai riflettuto sulle anime gemelle, X?
Hai mai sentito del mito di Aristofane?
Esisteva un tempo in cui tutti gli esseri umani avevano due facce orientate in direzione opposta e una sola testa. Avevano quattro braccia, quattro mani, quattro gambe e due organi sessuali. Erano gli esseri più potenti mai conosciuti. Questo, ovviamente, spaventava gli dei e gli diede ancora più potere; così questi esseri androgeni decisero di iniziare una scalata verso l’Olimpo e conquistare la terra degli dei. Ma Zeus non poteva sopportare un tale oltraggio, dunque, usò l’unico modo possibile per indebolirli: li divise in due. Si indebolirono e diventarono incompleti.
Fu da quel momento che essi sono alla ricerca della loro antica unità e della perduta forza che possono ritrovare soltanto ritrovando la loro anima gemella.
Quindi, tu, Wei Wuxian, ci credi nelle anime gemelle?
--
Mi sento solo e perso senza di te, J.
Ho perso Lan Zhan così tanti anni fa. Forse non l’ho neanche mai avuto.
Ma attraverso le tue parole ho sperato di poter riavere o avere per la prima volta, qualcosa che non avevo mai avuto.
E ora mi rendo conto che sono solo e perso. Disperato. Perché ho perso, ancora una volta, la mi anima gemella. E non so come poter andare avanti.
--
Mi manchi, X.
--
Mi manchi, J.
--
Sono innamorato di te, Lan WangJi, Lan Zhan, Hanguang-jun.
--
Sono innamorato di te, Wei Ying, Wei Wuxian, Yiling Patriarch.
 
__
Erano passati così tre mesi: tra lettere scritte, alcool consumato, lacrime versate.
Poi Nie Huaisang arrivò all’unica conclusione disponibile.
 
-Head Shaker-
Ho la soluzione!
 
-Zidian-
Ucciderli entrambi con una frusta magica?
 
-Zewu-Jun-
Jiang Cheng…
 
-Head Shaker-
Non ne so niente di tutta questa faccenda…
 
 
-Zidian-
Nie Huaisang potresti PER UNA DANNATA VOLTA smetterla di fare il cagasotto?
Qual è la tua dannata soluzione?
 
-Zewu-Jun-
Quello non è il modo migliore per convincere qualcuno a parlare, Jiang Wanyin.
 
-Zidian-
Vuoi assaggiare anche tu quella frusta?
 
-Head Shaker-
Perché mi sembra di aver cambiato discorso?
Stavamo parlando della missione wangxian, no?
Perché ora parliamo di bdsm?
Sono interessato alle dinamiche. Anche se preferisco essere spettatore.
Credo di essere asessuale, comunque.
 
-Zidian-
Che cazzo sta succedendo! Nie sei ubriaco?
 
-Head Shaker-
È tuo fratello quello che ha un problema con l’alcool, non io.
 
-Zewu-Jun-
A proposito di fratelli, quale era la tua idea?
 
-Head shaker-
Cos’è tutta questa fretta, Lan Xichen? Vuoi finire in fretta per poter scappare a provare la nuova frusta di Jiang Cheng, vero?
 
-Zidian-
La proverai anche tu. Stretta. Attorno al collo.
 
-Zewu-Jun-
Allora?
 
-Head shaker-
Chiudiamoli in camera assieme.
Lan Zhan e Wei Wuxian da soli. Con un paio di giare di sorriso dell’imperatore.
 
 
-Zewu-Jun-
….
 
-Zidian-
A me va bene. Qualsiasi cosa purchè quel coglione la smetta di piagnucolare e sbavare sulle mie felpe viola.
Quando lo facciamo?



Spazio autrice.
Riassunto del capitolo: gay panic, angst, dumbass Wei Wuxian, risolviamo i casini di quei deficienti squad.
Potrei giurarvi che l'angst sta per finire maaaa manca ancora un po'. C'è un po' di angst sparso qui e lì, ma spoiler: sta per arrivare un po' tanto fluff e un Lan Zhan che fa casini!
Giuro, nel prossimo capitolo potrebbe esserci un po' di rosso qui e qualche guaio qui e lì, ma la smetto.
Vi ringrazio di cuore sempre per aver deciso di leggere la storia; as always vi lascio uno spoiler sotto.
A presto, spero!

StewyT~

Capitolo 6_Don't you know_
“No” disse, quasi terrorizzato “No, Lan Zhan. Non ci credo! Perché diavolo lo hai fatto!” si alzò, quasi di scatto, e lo afferrò per le braccia “Perché diavolo hai bevuto! Oh Dio pensavo che la serata non potesse peggiorare!” piagnucolò e Lan Zhan rise, per la prima volta forse da quando lo conosceva, Lan Zhan scoppiò a ridere: una risata spontanea, grossa, che gli si era estesa a tutto il viso e Wei Wuxian se ne innamorò ancora una volta. Lì, era lì tra le sue bracci a e rideva, la testa leggermente piegata all’indietro, la nuvola così vicino, le sue labbra così vicine, e lui lo voleva, quanto lo voleva, quanto lo desiderava. E Lan Zhan non lo avrebbe mai saputo.
“Già sei ubriaco” si lamentò, sfiorandogli la fronte “Non ricordi tutti i casini che hai fatto da ubriaco! Io sì” gli urlò contro e li ricordava eccome!
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Mo Dao Zu Shi / Vai alla pagina dell'autore: StewyT