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Autore: alex_ love    26/10/2020    1 recensioni
[Questa storia partecipa a una Challenge in zucca indetta dal gruppo FB il giardino di efp]
Prompt usati nr. 3, 35, 62 (sei stato morso da un vampiro, per caso?/morso/leccare del sangue)
[Post series] [Slash]
Nathan ha chiuso il mondo fuori dopo aver sconfitto il croatoan, i sensi di colpa per essere stato costretto a uccidere Duke lo tormentano. Ancora non sa che Duke è più vicino di quanto creda e che il vuoto lo ha cambiato per sempre
[SPOILER PER CHI NON HA TERMINATO LA SERIE]
Genere: Angst, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Duke Crocker, Nathan Wuornos
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Challenge “Una challenge in Zucca” per il giardino di Efp

Prompt. Nr. 3 “Sei stato morso da un vampiro, per caso?”

              Nr. 35 “Morso”

              Nr. 62 “Leccare del sangue”

 

“Red love eyes”

 

La coda dell’estate attanagliava ancora la piccola cittadina di Haven, sembrava che non volesse cedere ancora il passo all’autunno.

Nathan guardava distrattamente il cielo che lentamente cambiava colore sfumando dal rosso, al viola, al blu. Un sospiro malinconico sfuggì dalle sue labbra, era uno di quei momenti; Pensare a Duke lo rendeva triste e per quanto cercasse di sforzarsi e di non pensarci alla fine la sua mente tornava sempre lì.

Era seduto sulla sua sedia preferita, sopra al suo locale. Aveva lasciato che Vince trovasse qualcuno che gestisse il pub che era stato del suo migliore amico. Non voleva che andasse in rovina, lui aveva preso in consegna le chiavi di casa sua, e ci si era trasferito nonostante in molti gli avessero detto che non era una buona idea.

Ma a Nathan non era importato molto. In quel momento senza più i problemi a devastare la città, poteva anche permettersi di essere meno forte di quanto invece tentasse continuamente e in modo strenuo, di dimostrare all’esterno. La maschera che aveva tenuto per anni si era distrutta e sgretolata nel momento in cui Duke aveva chiuso gli occhi, mentre veniva asfissiato.

Aveva sacrificato la sua stessa vita per salvare l’intera città.

Nathan, a distanza di quasi due anni, aveva ancora i rimorsi per ciò che gli aveva fatto, lo aveva ucciso. Materialmente era stato lui; Ma Audrey gli aveva sempre detto, quello che era successo era qualcosa di inevitabile. 

Duke lo sapeva e non aveva fatto resistenze ma era toccato a lui sporcarsi le mani, aveva visto le lacrime del suo migliore amico. Gli altri non potevano capire, non lo avrebbero mai compreso.

Il suo cuore era andato in mille pezzi, distrutto e devastato. Nathan si era allontanato da tutto e da tutti dopo aver sistemato la faccenda del croatoan.

Non voleva più saperne di nessuno. Né della guardia né del lavoro né di altro. Senza Duke era tutto più vuoto e senza senso.

Alla fine erano quasi fratelli, erano cresciuti insieme e si erano sostenuti nei drammi e nelle gioie. Avevano litigato e avevano fatto pace, ma non c’era mai stato un sentimento di odio. Neppure nei momenti peggiori.

Duke gli mancava come non mai in tutta la sua vita, un pezzo di lui era come morto; E a volte il pensiero lo faceva piangere anche in piena notte.

******************************************************

Dopo l’ennesimo pianto sfiancante, Nathan si era addormentato stremato. Nel letto che era stato del suo migliore amico, il suo odore che ancora c’era sulla stoffa lo rilassava.

La finestra della sua stanza lasciata socchiusa per il caldo. Non che potesse mai immaginarsi quello che potesse succedere. Qualcosa di magico e allo stesso tempo di oscuro.

Un avvenimento che avrebbe cambiato per sempre la sua vita.

Dall’esterno un individuo fissava Nathan mentre dormiva. Non poteva più attendere, era stanco di aspettare. Riusciva perfettamente a percepire quella muta richiesta di aiuto, che proveniva da Nate.

Era ora di agire, era sicuro che sarebbe riuscito a portarlo via da lì. 

La porta finestra era aperta quindi non sarebbe stato molto difficile entrare. 

Riusciva a percepire l’angoscia, impregnava l’aria e un senso di frustrazione lo stava assalendo.

Nate era rimasto solo, o più probabilmente si era isolato lui stesso dal resto del mondo.

Duke serrò istintivamente la mascella, ma si impose la calma, non doveva essere impulsivo. Avrebbe gettato al vento mesi di appostamenti e di attesa in quel modo.

Aveva una sola possibilità, non doveva sprecarla.

Ma appena si avvicinò di qualche passo al letto, l’odore di Nathan lo colpì come un pugno in volto. Non aveva mai sentito, fino a quel momento, un profumo così intenso. Ed era il suo.

Si umettò più di una volta le labbra, sentiva i canini premere, ma non voleva liberarli; doveva dominare il suo istinto, fare del male a Nate era fuori discussione.

Duke era rimasto impalato, stava tentando di recuperare più autocontrollo possibile.

Ben presto si rese conto che era praticamente impossibile, Nathan stava diventando come una specie di calamita.

Ma d’altronde quando mai non lo era stato? Anche quando era vivo era sempre stato così; aveva sempre cercato di attirare la sua attenzione in qualche maniera. Erano cresciuti insieme e si erano sempre spalleggiati nel bene e nel male.

Ora che Nate non aveva più il suo problema avrebbe potuto sentirlo. Lo aveva sempre desiderato.

Era saltato sul letto, come se fosse stato guidato dal suo istinto e non lo avesse fatto in modo del tutto razionale.

Alcune dinamiche faceva ancora molta fatica a comprenderle, ma sapeva che non poteva farci molto, doveva assecondare le sue voglie.

Nathan era a petto nudo, la pelle con un leggero velo di sudore lo allettava sempre di più.

Aveva il viso corrucciato, come se stesse avendo un incubo. “Duke… Duke…” stava sussurrando il suo nome, c’era agitazione nella sua voce.

Forse stava rivivendo qualche vecchio ricordo. Duke sentì il suo cuore stringersi in una morsa dolorosa, Nate soffriva, e chissà da quanto.

 “Perdonami…” Duke fu tentato di svegliarlo, non doveva farsi perdonare per nulla. Aveva fatto ciò che era necessario, non doveva sentirsi in colpa.

L’istinto stava avendo la meglio, non gli riusciva in nessun modo di controllarsi, quel profumo gli stava provocando una reazione che non aveva previsto, ma che gli piaceva alquanto.

Non si accorse neppure che gli si era messo a cavalcioni,era già troppo tardi; Voleva solo assaggiarlo, non poteva anche solo immaginarsi di potergli fare del male. Doveva moderarsi.

Il collo di Nathan era in bella vista, invitante, si stava ripetendo mentalmente che fosse solo un morso e non troppo prolungato.

Il suo odore lo stava stordendo e ammaliando sempre di più, gli baciò l’incavo del collo. Duke era sempre più certo di ciò che stava facendo, non poteva lasciarlo solo; Non se lo meritava, aveva capito i suoi sentimenti troppo tardi, ma non per quella ragione doveva lasciar perdere. Si era sempre pentito di non aver detto a Nathan quello che provava, era una delle poche cose di cui aveva avuto rimorso. Gli era dispiaciuto, aveva sempre interpretato quei suoi sguardi, con il tempo aveva compreso che forse cercava di dirgli che i suoi sentimenti erano corrisposti. Ma il bene di tutti era stato messo davanti a tutte le problematiche personali, si era sacrificato anche per Nathan, non si sarebbe perdonato se ci avesse rimesso la vita per colpa del suo egoismo.

I canini si allungarono, aveva fame, ma sapeva bene che non doveva fargli del male.

Il morso fu rapido, Nate spalancò gli occhi per il dolore che stava avvertendo, qualcuno lo stava mordendo! Era doloroso e allo stesso momento immensamente piacevole.

Per Duke era il paradiso, non aspettava altro che quel momento.

Non si accorse subito che aveva svegliato l’altro, lo percepì solo quando cominciò a ribellarsi sotto di lui. Si fermò immediatamente separandosi e incontrò lo sguardo confuso dell’altro. Quelle iridi azzurre, che lo avevano fatto innamorare. Che aveva sperato in tutte le maniere possibili di poter rivedere. Dopo quell’anno e mezzo passato nel vuoto, senza di lui. Era diventato il suo unico chiodo, non era riuscito a toglierselo dalla testa. Ci aveva provato e aveva miseramente fallito, facendogli sentire ancor di più la distanza che li separava.

“Duke?!” non riusciva a capire se fosse un sogno o un’allucinazione; Lo sfiorò, era reale in carne e ossa. Come era stato possibile non riusciva a capirlo. Forse era un delirio della sua mente ferita, non riusciva a spiegarselo in modo razionale. Ma sapeva che era lì, per lui.

“Shhh…” Gli posò un bacio sulla fronte “Devi riposare, ne discuteremo domani…” gli disse morbido, facendolo riaddormentare quasi immediatamente. 

************************************************************

Nate si svegliò poco dopo l’alba, e sulle prime credette davvero di aver sognato, non poteva crederci. 

Duke gli era accanto, dormiva, aveva i capelli più lunghi dell’ultima volta che lo aveva visto.

Li teneva legati con l’elastico, per il resto il viso non aveva nessuna cosa fuori posto; né un segno ne tantomeno dei lividi, era perfetto. Aveva il viso completamente rasato, sembrava dieci anni più giovane.non riusciva a credere che fosse davvero lui, forse era solo un parto della sua testa, dei suoi sensi di colpa. 

Razionalmente quella cosa non aveva alcun senso, o almeno Nathan non lo trovava. 

Si toccò il collo, gli faceva male. Si guardò allo specchio e non credette per la seconda volta a quello che vide. Un morso sul collo, fresco, e dal dolore che percepiva era dannatamente reale. Due punture precise, nessuna perdita di sangue, sembravano chirurgici.

Duke si svegliò non sentendo il calore del corpo dell’amico, si era addormentato senza neppure spogliarsi. Il viaggio tra le due dimensioni era davvero stancante. Lo aveva già sperimentato più volte, ma quella in assoluto per ora era la peggiore. Forse perchè c’era di mezzo qualcosa di più del semplice passaggio tra le due realtà.

Nathan era davanti a lui, vicino allo specchio, imbambolato a fissarsi il collo.

Non s’accorse minimamente del suo avvicinarsi. Si riebbe solo nel momento in cui Duke lo strinse contro di se.

Il suo odore stava diventando qualcosa che non avrebbe potuto sostituire con nient’altro. Gli era già entrato dentro.

“Duke?!” non era per nulla spaventato, stava cercando di capire se davvero fosse lì.

“So che cosa stai pensando, si sono io, e si sono reale.” Duke appoggiò la testa sulla spalla dell’altro fissando il loro riflesso nella superficie riflettente.

“Io ti ho…” Nathan era sempre più sconvolto da ciò che gli stava succedendo, eppure sentiva il suo tocco e non voleva privarsene.

“Si, ma non sai cosa è successo dopo… non so bene come, ma sono finito nel vuoto;  e sono stato spedito nell’altro universo.”

Gli occhi azzurri di Nathan si sgranarono, si sentiva terribilmente in colpa per ciò che aveva fatto. E a Duke non sfuggì “Non sentirti in colpa, dovevi farlo; Alla fine non mi è successo quasi nulla. Mi ha trovato una Jennifer alternativa… Mi ha salvato.”

Il cervello di Nate cercava di processare tutto quello che l’altro gli stava dicendo capendone la metà.

“Sono tornato a prenderti, riuscivo a sentire la tua angoscia fino dall’altro lato.”

“Mi hai morso… “ Duke vedeva il suo sguardo confuso, non riusciva ancora a comprendere del tutto. 

“Si, il mio istinto ha avuto la meglio, ma tranquillo non è successo nulla per ora” Duke gli leccò la ferita ancora aperta e avvertì un tremito da parte dell’altro che chiuse gli occhi lasciandosi trasportare dalla cosa.

Era un gioco molto pericoloso, ma non voleva più sottrarsi, non voleva perdere la possibilità di poter riavere nuovamente Duke.

“Nate…” la voce di Duke era morbida, ipnotica “ Guardami…” Voleva che lo guardasse.

Il viso di Nathan era congestionato, l’altro lo stuzzicava ancora con la lingua, passandola lentamente sul collo;

I loro sguardi si erano incatenati l’uno all’altro; gli occhi di Duke erano di un altro colore, Nathan lo aveva notato, e l’altro lo fissava in modo eloquente.

“I tuoi occhi…” non aveva parole, non trovava la giusta espressione. 

Erano ipnotici, di un rosso intenso e aveva la sensazione che gli stesse entrando dentro.

“Ti piacciono? Regalino dell’altra dimensione, ma avrò tempo di spiegarti tutto e con calma.”

Nathan era eccitato da una parte e confuso dall’altra.

Sentire il corpo di Duke, che aveva tanto anelato, era qualcosa che andava oltre ogni immaginazione. Eppure sentiva, percepiva che qualcosa era cambiato profondamente in lui.

Ma non sempre il male andava a nuocere, cosa aveva da perdere se non il suo migliore amico?

Duke senza aspettare che  proferisse parola lo prese delicatamente in braccio per riportarlo verso il letto. 

Voleva finire il lavoro, Nate era già tra le sue mani e pendeva dalle sue labbra; non aveva alcun senso protrarre l’agonia che ancora sentiva in lui.

Poteva quasi toccarla era come un’aura intorno all'ex sceriffo, e gli dava un immane senso di fastidio il solo avvertirla intorno al suo uomo.

Capiva come potesse essersi sentito, ci era passato, all’inizio; scaraventato in una realtà che non era la sua. Non era di quel mondo, ma aveva imparato a farne parte. L’alternativa era rimanere immobile nel vuoto e gli era bastata la breve e devastante esperienza fatta, si era adattato; era sempre stato bravo a farlo.

Jennifer, non quella che aveva conosciuto e amato, ma simile a lei l’aveva salvato e curato.

Poi le cose si erano fatte più serie e aveva deciso di farsi dare quel dono, con la promessa di poter, prima o dopo, tornare a prendere Nathan. E alla fine ci era riuscito, senza fare danni.

Erano tornati sul letto, e Nathan con la testa reclinata all’indietro lasciava all’altro il totale controllo su di se. Non bramava altro che sentire le labbra di Duke coprire ogni centimetro della sua pelle.

“Nate, guardami” Duke cominciava a perdere il controllo di se, averlo solo per se era stato il suo obiettivo, in quel momento voleva solo legarlo a se, e non lasciarlo andare più.

Sapeva come funzionava, doveva solo bere un po’ del suo sangue, meglio se fatto con intenzionalità e non con costrizione. Anche se probabilmente non ci avrebbe messo molto a farlo, Nathan avrebbe fatto tutto da solo, guidato dal suo istinto. Esattamente come aveva fatto lui.

Nathan lo fissò, non voleva perderlo di nuovo, non voleva che sparisse come un sogno ad occhi aperti. Voleva solo stare con l’uomo che amava di più al mondo.

“Devi fare una cosa per me. Fidati dopo non vorrai nient’altro” Aveva un tono di voce che alle orecchie di Nate sembrò una nenia, ipnotico a livelli estremi. Qualcosa che mai prima di quel momento aveva mai sentito, il cervello di Nathan aveva smesso completamente di funzionare. 

Avrebbe fatto qualsiasi cosa che Duke gli avesse proposto.

Si limitò ad un assenso mentre il suo migliore amico si slacciava lentamente la camicia. Nate si umettò più volte le labbra secche, quella cosa era decisamente sexy.

Duke osservava divertito e lusingato le reazioni che facevano mostra sul viso dell’ ex sceriffo.

Con un artiglio si procurò un taglio all’altezza dello sterno, strattonò Nate affinchè riuscisse ad avvicinarsi il più possibile ed in modo agevole.

Si scambiarono un tenero bacio, come a suggello di quell’amore che forse poteva finalmente essere vissuto.

“Nate devi solo appoggiarci le labbra, non ti farà alcun male…” Gli sussurrò all’orecchio. Da quel momento in poi avrebbero avuto un legame speciale solo per loro, che nessuno avrebbe potuto spezzare.

Nathan in trance eseguì quel semplice ordine, gli leccò il rivolo che era sceso lungo i pettorali e poi succhiò lentamente dalla ferita ancora aperta. Duke lo reggeva, mentre aumentava la sua voglia.

Quando fu staccato, fu come svegliarsi bruscamente da un sogno. Ne avrebbe desiderato ancora un po’.

“Avrai tutto il sangue che desideri, dolcezza. Vieni via con me, non te ne pentirai”

Nate lo abbracciò, non si sarebbe tirato indietro. In quel posto non avevano più bisogno di lui, lui invece aveva bisogno di Duke. 

“Lo prendo per un sì…” disse con tronfia soddisfazione, finalmente nessuno li avrebbe più separati.

 
Note Autrice! Per la challenge di Halloween ho portato una piccola chicca su uno dei telefilm che più mi sono entrati dentro ovvero Haven. I nostri piccioncini avevano voglia di starsene insieme e chi sono io per dire no? In più ci sono rimasta male per il povero Duke, tutti felici e lui l'unico che si è preso la palata in faccia. Gli dovevo giustizia!
se vi è piaciuta lasciate una recensione qui sotto e se vi va mettetela nei preferiti.
A presto
Alex
  
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