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Autore: Shireith    26/10/2020    6 recensioni
«Sorpresa di vedermi sgobbare, Weasley?»
«Un po’, sì.»
«Non posso farci nulla – è una punizione, ricordi?»
Ginny non ribatte; pensa solo che il Draco di un tempo non avrebbe parlato così. Avrebbe invocato il nome del padre, piuttosto.

{Draco/Ginny; what if? con major character!death}
‣ Storia scritta per l'iniziativa "A scatola chiusa" organizzata da Rosmary nel gruppo Facebook “Caffè e calderotti”.
‣ Storia candidata agli Oscar della Penna 2022 indetti sul forum "Ferisce più la penna".
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Burattino senza domani


Draco non ha storia propria perché una storia non se la merita; non è eroe, non è antagonista – solo un burattino che un tempo ha creduto di avere importanza, meriti, persino scelta. Le sue certezze sono sbiadite come l’illustre nome della sua famiglia e sono troppo stanche per tornare.
 
«Sarai contento, Malfoy.»
 
La sua storia, se così qualcuno vuol chiamarla, se qualcuno davvero vuol sentirla, inizia dove finisce il racconto dell’eroe; il Prescelto,
il ragazzo che è sopravvissuto – non più.
Di lui sopravviveranno le memorie, le gesta (non il ragazzo).
 
Draco osserva il suo corpo esanime. Inorridisce.
«Sarai contento, Malfoy.»
I capelli di Ginny sono rossi come il fuoco e anche le sue parole scottano, gli bruciano la pelle diafana come carboni ardenti. Le cicatrici, però, Draco se le porta dentro, invisibili e impossibili da cancellare – gli scavano nell’anima fino a farla sanguinare.
«No, Weasley, non sono contento.»
Non volevo questo.
Le sue parole sono vane, si perdono nell’aria come tutte le lacrime che Ginny verserà (Draco lo sa; immagina, capisce). Ginny non lo ascolta, né lo ascoltano Hermione, Ron, Neville – nessuno lo ascolta perché nessuno vuol farlo.
 
«Sarai contento, Malfoy.»
«Di vederti piangere?»
Ginny non risponde; gli scocca un’occhiata furente e se ne va, lasciandolo solo.
Draco la seguirebbe, ma sa che sarebbe inutile, che lei gli sputerebbe addosso insulti che dopotutto merita.
Non sono tornato a Hogwarts per questo.
No – è tornato per finire gli studi, su esortazione della madre.
Penserà agli affari suoi, come si è ripromesso.
 
«Anche lui piangeva qui.»
«Che… cosa?»
Mirtilla annuisce convinta, guardandola con tanto d’occhi. «Draco Malfoy. Durante il suo sesto anno veniva
sempre qui e non faceva altro che piangere. Una laaagna! Peggio di me.»
Ginny fissa il vuoto e regala diversi secondi al silenzio, prima di riuscire a formulare una risposta coerente.
«Ha avuto quello che si meritava», conclude (la voce è incerta).
 
Sarai contento, Malfoy.
Lo pensa (non lo dice).
Si limita a strofinare il vetro con il panno umido, scoccandogli qualche occhiata occasionale di cui lui si accorge presto.
«Sorpresa di vedermi sgobbare, Weasley?»
«Un po’, sì.»
«Non posso farci nulla – è una punizione, ricordi?»
Ginny non ribatte; pensa solo che il Draco di un tempo non avrebbe parlato così. Avrebbe invocato il nome del padre, piuttosto.
 
(Quel padre non c’è più.)
 
«Mi dispiace per Potter, Weasley. Davvero.»
Parole che le labbra di Draco si sforzano di formulare.
Parole che le labbra di Ginny
non ricambiano – non ce la fanno.
 
«Sai, mi stupisce che tu non sia più Cercatore.»
Draco alza le spalle. «Forse è meglio così. Di giocare a Quidditch non mi va tanto, quest’anno.»
«Ti avrei battuto, se lo avessi fatto.»
Probabile.
 
Parlano di loro due, le voci di corridoio – la Grifondoro Cercatrice, il Serpeverde
che ha tradito la sua stessa scuola.
È un rapporto sbagliato.
Non è tempo per loro, non lo è mai stato
davvero: troppo diversi, troppo lontani – inconciliabili.
 
E dopotutto Ginny è libertà e non appartiene a nessuno.
Se appartenesse a qualcuno, però, sarebbe l’eroe, solo e soltanto l’eroe.
 
Non il burattino che della sua stessa vita
non ha mai saputo nemmeno muovere i fili.
   
 
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