Sussurro

Ami si svegliò di soprassalto. La stanza era silenziosa e immersa nell’oscurità, proprio come l’aveva lasciata prima di addormentarsi; sentiva il respiro leggero e regolare della sua bambina, raggomitolata al suo fianco, e i bassi ovattati dello stereo di Tamara, al piano di sotto.

Non era la prima volta che le capitava di aprire gli occhi nel bel mezzo della notte. E ogni volta era un incubo peggiore del precedente. Terrorizzata, strinse le ginocchia al petto, serrando per bene gli occhi. Non doveva fare rumore, o avrebbe svegliato Yu e l’avrebbe spaventata. Doveva solo aspettare che sparisse, come sempre.

Era solo un sussurro, dopotutto. Tutto quello che doveva fare era non aprire gli occhi. Se l’avesse fatto, avrebbe visto una sagoma scura stagliarsi davanti alle pesanti tende scarlatte che impedivano alle luci dei lampioni di entrare. Una figura dalle curve femminili e dai capelli ondulati, che muoveva le labbra con una rapidità inumana.

Nell’aria, solo parole di disprezzo e d’odio.

E una richiesta, pesante e mortifera.

«Conducimi dal Cacciatore.»

Era proprio quando sentiva quell’ordine che Ami ricordava a cosa era servito sacrificare una vita normale per vivere rintanata come un topo in un buco.

Non poteva dargliela vinta.

E il dolce respiro di sua figlia era il perenne memento della sua forza di volontà.